Chiamansi Anticipatari quelle creature che, nate dal 1 Gennaio al 30 Aprile, possono essere iscritte alla scuola primaria con un anno di anticipo. Fino a qualche anno fa le cose erano un po' più complicate, adesso il genitore riceve la sua brava richiesta di iscrizione anticipata automaticamente quando la creatura è nata in quei quattro fatidici mesi.
A onore della categoria genitoriale, va detto che la gran maggioranza di loro straccia la lettera e non ci pensa più MA, certo, quando c'è di mezzo un Figlio Unigenito, la questione cambia.
Mettiamola così: non tutti gli Unigenitit, per loro buona sorte, vanno a scuola un anno avanti. Tuttavia non ho ancora incontrato un solo anticipatario che non fosse, ahilui/ahilei, un Figlio Unigenito.
Siccome, per fortuna, un minimo di pudore esiste ancora, quasi nessun genitore ammette apertamente "L'ho mandato a scuola un anno avanti perché era trooooppo superiore agli altri e in compagnia dei suoi scialbi e banali coetanei rischiava, poverino, di annoiarsi troppo". E allora saltano fuori le scuse più varie, non una delle quali si presta a rendere onore al senno di chi la pronuncia.
"Sai, a quel punto, sapeva già leggere..." (e che leggesse, allora, se già sapeva leggere. Mica è proibito leggere, anche se non vai ancora a scuola. Compragli una bella edizione rilegata di Guerra e Pace e lascialo campare. Oppure compragli le storie di Fratel Coniglietto, o qualche Geronimo Stilton, o quello che gli pare. SE gli piace leggere. E lascialo giocare in pace un anno in più).
"Ci eravamo trasferiti, e il pediatra ci ha spiegato che l'inserimento al terzo anno della materna è difficilissimo, e che quindi era più comodo se lo mettevo direttamente in prima" (sì, certo, i pediatri sono notoriamente espertissimi nella gestione delle classi, e passano le loro giornate non tanto ad aggiornarsi o istruirsi su sciocchezze quali le infezioni, la celiachia o le dermatiti, bensì a scrivere saggi di didattica).
"Ce l'ha chiesto lui, ha detto che altrimenti si annoiava" (ditela tutta: alla settecentoventottesima volta che gli giravate intorno come avvoltoi chiedendogli se per caso non gli sarebbe piaciuto andare a scuola un anno prima, la creatura ha ceduto per sfinimento e ha mormorato un flebile "...forse")
"Il suo migliore amico andava in prima, lui aveva paura di restare solo" (massì, non aveva alcuna possibilità di farsi altre amicizie se non se le portava al seguito: la classe è un luogo che per sua natura predispone alla solitudine, e tra l'altro è noto che gli insegnanti elementari scoraggiano qualsiasi forma di contatto amichevole tra alunni, usando anche la frusta se necessario).
"Ce l'hanno consigliato le maestre" (sì, certo, le maestre, messe alle strette per settanta volte sette, hanno finito per mormorare un pallido "Mah, forse non è detto che si riveli un disastro completo. Provate, se proprio ci tenete tanto". Ci saranno forse degli insegnanti favorevoli agli anticipi, ma se qualcuno ne ha mai conosciuto uno si faccia avanti e lo indichi, per favore).
Poi c'è il sempreverde "In fondo è di Gennaio, se va a scuola nel tempo stabilito perde un anno" (lo perde come, per strada, facendoselo scivolare di tasca? Gli viene sottratto nei Grandi Uffici della Morte? Gli si accorcia l'esistenza, se non lo mandate a scuola un anno prima?).
E il celebre "In fondo ha poco meno di quelli che sono nati a Dicembre, non fa molta differenza" (ma quelli nati a Dicembre non avevano scelta, lui sì. Dividendo i ragazzi in annate c'è sempre qualcuno che resta dall'altra parte del margine e si ritrova fregato, per quanti sforzi faccia il legislatore. Ma perché fornire al vostro amato figlio un handicap supplementare, se non siete costretti a farlo?).
Spesso le difficoltà per il poveretto arrivano già alla prima classe elementare, anche quando effettivamente il suo cervello si dimostra in grado di seguire senza troppi problemi i programmi, e sono soprattutto difficoltà di concentrazione per i tempi richiesti, di adattamento a quel poco di autodisciplina che viene chiesto (poca per un adulto, ma per un bambino nemmeno tanto poca), di capacità di autocontrollo. In sintesi: gli anticipatari fanno più fatica fisicamente perché a scuola non ci si va solo col cervello, ma con tutto il corpo, e i tempi di crescita non sono legati solo alle capacità di apprendimento. Magari la creatura riesce effettivamente a fare tutto quello che gli viene chiesto, ma lo fa con più fatica. La scuola per lui/lei sarà sempre qualcosa che gli richiederà più fatica di quel che richiede ai compagni.
La fatica aumenta al momento dei passaggi, e degli stacchi. In prima media in particolare ci sono sia uno stacco che un passaggio. Il primo è il (faticosissimo, per quasi tutti) cambiamento dalle elementari alle medie, particolarmente faticoso per i maschi. Cambiano radicalmente la struttura della scuola, le aspettative degli insegnanti e anche il tipo di disciplina imposta. Le medie non sono certo dei lager, ma gli insegnanti si aspettano dai loro alunni un comportamento che, nelle prime settimane, è difficile anche per i ragazzi più maturi e disponibili: gli alunni devono stare fermi per più tempo, abituarsi a più insegnanti, stare più zitti, studiare di più e in modo diverso, imparare a gestire una quantità immane di materie, sottomaterie, quaderni, libri e ammennicoli vari, affrontare materie completamente nuove - senza contare che, per i primi mesi, tutti quei professori completamente nuovi non faranno che sospirare "Ma si può sapere che cosa vi hanno fatto alle elementari?", a torto o a ragione che sia.
Soprattutto il fatto di stare fermi più a lungo e concentrarsi più a lungo è particolarmente faticoso per i maschi (e, guarda un po' il caso, la maggior parte degli anticipatari sono maschi). E' uno strano gap fisico che nella seconda parte dell'anno si va equilibrando, ma per i primi mesi esiste. Gli insegnanti hanno una serie di formule per definirlo: i maschi sono "più immaturi", "più viziati", "più agitati", "più piccoli" - ma di fatto in quel periodo della loro vita sono leggermente indietro nella crescita rispetto alla loro controparte femminile.
L'anticipatario, per sua stessa natura, è "più piccolo", nel vero senso della parola. E' anche più apprensivo e un po' più sfiduciato dei suoi compagni, e a casa ha genitori più protettivi e più irragionevoli (se non lo fossero, non lo avrebbero messo in quell'impiccio); i primi mesi delle medie li passerà sentendosi una via di mezzo tra un cane alla catena e un ciuco che deve far girare la ruota della macina: farà sempre e comunque una gran fatica, quasi mai qualcuno sarà soddisfatto di lui (compresi, ahimé, i compagni) e si sentirà sempre stanco e inadeguato, con grande sua frustrazione e dispiacere: gli anticipatari piangono di più e più spesso dei loro compagni di classe, spesso anche solo per stanchezza. Naturalmente risulterà anche la vittima predestinata per i bulli di turno. A tutto ciò, dopo aver pianto tutte le sue lacrime, reagirà elaborando qualche strategia di difesa, spesso del tutto inadeguata - per esempio può provare a spostare la questione sul piano disciplinare, disturbando tutti in continuazione e portando l'intero gruppo-classe all'esasperazione più totale, oppure può provare ad attirare a tutti i costi l'attenzione dei compagni che tendono a "lasciarlo indietro" (spesso con effetti disastrosi), o magari passare il suo tempo a lamentarsi con gli insegnanti di questo e di quello, o anche una devastante miscela di tutte queste possibilità con qualche ulteriore ritocco. Ci sono consistenti probabilità che la classe lo sputi fuori dal gruppo, o che faccia fronte comune contro di lui.
A peggiorare le cose, verso metà dell'anno gli alunni di prima media subiscono una metamorfosi fisica che li avvia verso l'adolescenza - in pratica, smettono di essere bambini e il loro cervello cambia (anche l'organismo, ma quello risulta molto più evidente in seconda). L'anticipatario, per sua stessa natura, è qualcuno destinato a restare bambino per un anno più degli altri. I suoi scherzi, i suoi giochi, i suoi passatempi e i suoi argomenti di conversazione sono ancora quelli di un bambino, e per i compagni risultano spesso terribilmente noiosi e irritanti - come dire, "infantili". Per un triste paradosso, il ragazzo che non riesce a sintonizzarsi con il gruppo (e quindi non ne riceve più le sinergie) è destinato a crescere più tardi degli altri, proprio perché deve farlo da solo e senza l'aiuto che gli altri ricevono dai coetanei.
Per carità, si sopravvive a questo e anche a cose peggiori - e c'è perfino qualcuno che, magari aiutato da circostanze esterne favorevoli o da un gruppo che è comunque troppo abituato a far conto su di lui per prendere seriamente in considerazione la possibilità di lasciarlo indietro, riesce a mantenere la sintonia con i compagni nonostante tutto - cioè nonostante il fatto che fa comunque più fatica degli altri.
Eppurtuttavia, in un mondo così pieno di inevitabili difficoltà, quando la vita impone comunque sì gran mole di dure prove cui è impossibile sottrarsi, si fatica assai a comprendere il punto di vista del genitore che, per il solo e unico piacere di potteggiare un po' sulla spiaggia vantandosi del proprio figlio anticipatario con i vicini d'ombrellone o con i parenti di secondo e terzo grado (ai quali comunque importa davvero poco della cosa, essendo comprensibilmente assai più concentrati sulla vita dei propri figli che su quella dei figli di estranei), sottopone il suo Unigenito a una prova così complessa e così facilmente evitabile, incamminandosi in una strada che ha buone possibilità di richiedere gran dispendio di iperprotezione e autoinganno che senza alcuna spesa potrebbero risparmiarsi e risparmiare alla creatura.
E il celebre "In fondo ha poco meno di quelli che sono nati a Dicembre, non fa molta differenza" (ma quelli nati a Dicembre non avevano scelta, lui sì. Dividendo i ragazzi in annate c'è sempre qualcuno che resta dall'altra parte del margine e si ritrova fregato, per quanti sforzi faccia il legislatore. Ma perché fornire al vostro amato figlio un handicap supplementare, se non siete costretti a farlo?).
Spesso le difficoltà per il poveretto arrivano già alla prima classe elementare, anche quando effettivamente il suo cervello si dimostra in grado di seguire senza troppi problemi i programmi, e sono soprattutto difficoltà di concentrazione per i tempi richiesti, di adattamento a quel poco di autodisciplina che viene chiesto (poca per un adulto, ma per un bambino nemmeno tanto poca), di capacità di autocontrollo. In sintesi: gli anticipatari fanno più fatica fisicamente perché a scuola non ci si va solo col cervello, ma con tutto il corpo, e i tempi di crescita non sono legati solo alle capacità di apprendimento. Magari la creatura riesce effettivamente a fare tutto quello che gli viene chiesto, ma lo fa con più fatica. La scuola per lui/lei sarà sempre qualcosa che gli richiederà più fatica di quel che richiede ai compagni.
La fatica aumenta al momento dei passaggi, e degli stacchi. In prima media in particolare ci sono sia uno stacco che un passaggio. Il primo è il (faticosissimo, per quasi tutti) cambiamento dalle elementari alle medie, particolarmente faticoso per i maschi. Cambiano radicalmente la struttura della scuola, le aspettative degli insegnanti e anche il tipo di disciplina imposta. Le medie non sono certo dei lager, ma gli insegnanti si aspettano dai loro alunni un comportamento che, nelle prime settimane, è difficile anche per i ragazzi più maturi e disponibili: gli alunni devono stare fermi per più tempo, abituarsi a più insegnanti, stare più zitti, studiare di più e in modo diverso, imparare a gestire una quantità immane di materie, sottomaterie, quaderni, libri e ammennicoli vari, affrontare materie completamente nuove - senza contare che, per i primi mesi, tutti quei professori completamente nuovi non faranno che sospirare "Ma si può sapere che cosa vi hanno fatto alle elementari?", a torto o a ragione che sia.
Soprattutto il fatto di stare fermi più a lungo e concentrarsi più a lungo è particolarmente faticoso per i maschi (e, guarda un po' il caso, la maggior parte degli anticipatari sono maschi). E' uno strano gap fisico che nella seconda parte dell'anno si va equilibrando, ma per i primi mesi esiste. Gli insegnanti hanno una serie di formule per definirlo: i maschi sono "più immaturi", "più viziati", "più agitati", "più piccoli" - ma di fatto in quel periodo della loro vita sono leggermente indietro nella crescita rispetto alla loro controparte femminile.
L'anticipatario, per sua stessa natura, è "più piccolo", nel vero senso della parola. E' anche più apprensivo e un po' più sfiduciato dei suoi compagni, e a casa ha genitori più protettivi e più irragionevoli (se non lo fossero, non lo avrebbero messo in quell'impiccio); i primi mesi delle medie li passerà sentendosi una via di mezzo tra un cane alla catena e un ciuco che deve far girare la ruota della macina: farà sempre e comunque una gran fatica, quasi mai qualcuno sarà soddisfatto di lui (compresi, ahimé, i compagni) e si sentirà sempre stanco e inadeguato, con grande sua frustrazione e dispiacere: gli anticipatari piangono di più e più spesso dei loro compagni di classe, spesso anche solo per stanchezza. Naturalmente risulterà anche la vittima predestinata per i bulli di turno. A tutto ciò, dopo aver pianto tutte le sue lacrime, reagirà elaborando qualche strategia di difesa, spesso del tutto inadeguata - per esempio può provare a spostare la questione sul piano disciplinare, disturbando tutti in continuazione e portando l'intero gruppo-classe all'esasperazione più totale, oppure può provare ad attirare a tutti i costi l'attenzione dei compagni che tendono a "lasciarlo indietro" (spesso con effetti disastrosi), o magari passare il suo tempo a lamentarsi con gli insegnanti di questo e di quello, o anche una devastante miscela di tutte queste possibilità con qualche ulteriore ritocco. Ci sono consistenti probabilità che la classe lo sputi fuori dal gruppo, o che faccia fronte comune contro di lui.
A peggiorare le cose, verso metà dell'anno gli alunni di prima media subiscono una metamorfosi fisica che li avvia verso l'adolescenza - in pratica, smettono di essere bambini e il loro cervello cambia (anche l'organismo, ma quello risulta molto più evidente in seconda). L'anticipatario, per sua stessa natura, è qualcuno destinato a restare bambino per un anno più degli altri. I suoi scherzi, i suoi giochi, i suoi passatempi e i suoi argomenti di conversazione sono ancora quelli di un bambino, e per i compagni risultano spesso terribilmente noiosi e irritanti - come dire, "infantili". Per un triste paradosso, il ragazzo che non riesce a sintonizzarsi con il gruppo (e quindi non ne riceve più le sinergie) è destinato a crescere più tardi degli altri, proprio perché deve farlo da solo e senza l'aiuto che gli altri ricevono dai coetanei.
Per carità, si sopravvive a questo e anche a cose peggiori - e c'è perfino qualcuno che, magari aiutato da circostanze esterne favorevoli o da un gruppo che è comunque troppo abituato a far conto su di lui per prendere seriamente in considerazione la possibilità di lasciarlo indietro, riesce a mantenere la sintonia con i compagni nonostante tutto - cioè nonostante il fatto che fa comunque più fatica degli altri.
Eppurtuttavia, in un mondo così pieno di inevitabili difficoltà, quando la vita impone comunque sì gran mole di dure prove cui è impossibile sottrarsi, si fatica assai a comprendere il punto di vista del genitore che, per il solo e unico piacere di potteggiare un po' sulla spiaggia vantandosi del proprio figlio anticipatario con i vicini d'ombrellone o con i parenti di secondo e terzo grado (ai quali comunque importa davvero poco della cosa, essendo comprensibilmente assai più concentrati sulla vita dei propri figli che su quella dei figli di estranei), sottopone il suo Unigenito a una prova così complessa e così facilmente evitabile, incamminandosi in una strada che ha buone possibilità di richiedere gran dispendio di iperprotezione e autoinganno che senza alcuna spesa potrebbero risparmiarsi e risparmiare alla creatura.
Rivedo alcuni atteggiamenti e comportamenti in un mio alunno "anticipatario"; per la famiglia il secondo anno del biennio ha comportato una spesa in più, dato il suo 4 fermo in latino. Ha recuperato comunque e bene, ma ancora qualche battuta stupidina e immatura una tantum la spara.
RispondiEliminaahahhaha Prince è un nato sette gennaio, ed era uno dei primi anni in cui si poteva anticipare noi avevamo intorno gli avvoltoio che non si capacitavano che NON volevamo anticiparlo.
RispondiEliminaLa nostra filosofia è stata questa" ha tutta una vita per studiare che si goda ancora un anno di asilo, meglio essere il più vecchio della classe che il più piccolo"
Certo non è che poi avesse tutta questa maturità in più, ma non ci siamo mai pentiti.
e la frase "cosa vi hanno insegnato alle elementari" vale anche nelle superiori chiedendosi "cosa hanno insegnato alle medie", ma di questo ho già scritto a tempo debito che tutti sanno cosa deve essere insegnato ma evidentemente non viene fatto
Ho avuto (negli ultimi anni) due "anticipatarie" (femmine, quindi) in anni diversi, classi diverse. E' andato tutto bene per i primi due anni (erano bravissime e intelligenti), ma il gap è scoppiato nell'ultimo anno. Sembravano diventate improvvisamene delle lumache dell'apprendimento, facevano fatica e così via. Una delle due, in più, doveva misurarsi (nella stessa classe) con il fratello NON anticipato, che se la spassava alla grande.
RispondiEliminaMah. Io, se avessi potuto, ricordo con chiarezza che avrei tenuto la figliola maggiore all'asilo un anno in più (ed era nata in settembre!): sgiocattava ancora alla grande e mi sembrava una galera costringerla nei banchi di scuola...
Poi con gli altri due è stato diverso: mi ero già rassegnata, anche se questi li avrei anticipati volentieri con la motivazione: almeno per un po' di ore me li tolgo dai piedi...
Oggi scorpacciata di post interessanti!!!
RispondiEliminaIo sono stato un "In fondo è di Gennaio, se va a scuola nel tempo stabilito perde un anno"...i miei figli sono di agosto e Ottobre,ma comunque non mi sarei MAI azzardato ad "anticiparli"!!!!!
Pensa proprio la settimana scorsa discutevo con mia madre su questa bella mossa di avermi "anticipato"!!!
Certo non avrei conosciuto i miei migliori amici con il quale mi sento tutt'oggi...vabè ne avrei sicuramente avuti altri dirai tu... proviamo a vederci qualcosa di positivo ti rispondo io!
Scusate una domanda visto che
RispondiEliminamagari voi ne sapete più di me...
Io ho il piccolo che adesso farà 2 anni ad Ottobre e mi hanno detto che il nido lo potrà frequentare al massimo fino al prossimo anno quindi facendo i conti andrà alla materna un mese prima di compiere 3 anni e si ritroverà alle elementari un mese prima di compiere 5 anni...secondo voi questo può essere un effetto "anticipatario"???
Altrimenti dovrei vedere se posso fargli fare un anno di nido in più e poi mandarlo alle elementari che avrà effettivamente 6 anni e ne compierà 7 il mese successivo.
Datemi qualche consiglio per favore!
Grazie!
Scusate ancora ma ho sbagliato a scrivere!
RispondiEliminaDove dico:
"e si ritroverà alle elementari un mese prima di compiere 5 anni"
Sostituite 5 con 6!!!
Ti do ragione incorniciata in oro fino. Nessun insegnante sarà MAI favorevole all'anticipo come prassi, e solo una signora bene come la Moratti lo poteva proporre in questi termini.
RispondiEliminaNon ne ho parecchi tra gli alunni, per fortuna (ma avevo Anacleto quest'anno, figlio non unico, e ha fatto molta fatica). Ma ne ho tra gli amici. Perché alla categoria degli unigeniti devi aggiungere quella delle famiglie del sud, dove per molto tempo è stata moda educativa (la Bambina, mia compagna di Hogwarts, era anticipataria essendo nata di ottobre).
Lo ha fatto, in ridicolo omaggio a questa moda, l'Anziana di Ginevra con sua figlia (non unica), mia nipote L. E proprio l'altro ieri mi parlava della necessità di farle fare delle attività, l'anno passato, per farla uscire dalla sua timidezza patologica. Non ho commentato. Ma so che starò molto vicino a L. negli anni della sua adolescenza a venire, che si annunciano, ahimé, per questo e altri motivi, un completo disastro educativo per colpa dei suoi miopissimi genitori.
ps. arrivo solo ora alla tua definizione di Unigenito. Purtroppo no, non è il caso di L. che, oltre a non essere unica, non è nemmeno unigenita. Unigenita è la sorella, G., stra-preferita dalla madre in maniera imbarazzante e (purtroppo) dotata sia fisicamente sia intellettualmente in maniera assai minore rispetto a L. ("però è così simpatica e spigliata" - cito dai genitori adoranti). Che L. sia stata fatta anticipare per rendere, per G., di solo un anno più giovane, il confronto con la sorella meno bruciante ("lei non riesce a fare le cose di L., ma L. è avanti due anni" - è una solfa che ho sentito spesso) è purtroppo ben più che un triste sospetto, ahimé.
RispondiEliminaCiao a tutti. Sono una lettrice "silente" e sono nata il 31/12...
RispondiEliminaConfermo tutto quello che qui è scritto sugli anticipatari. Io mi sono sempre sentità più "piccola", specie alle medie:-)
Non ha senso fare iniziare la prima a bambini nati da gennaio ad aprile dell'anno successivo a quello "regolare". Non oso immaginare uno che è nato in aprile...a quell'età è una differenza molto grande. La mia compagna di banco in prima elementare era del 7 gennaio...mi sembrava grandissima;-)))
Simona
@ Mel:
RispondiEliminaAlle superiori che succede? So che circola una teoria che dice che l'anno viene quasi sempre perso nel triennio, ma per quel che ricordo non è così, anzi mi sembra che gli anni più critici siano la prima media e la prima superiore.
@Agrimonia
"Ha tutta una vita per studiare" mi sembra un concetto molto, molto saggio (e, poniamo che non gli venga troppo difficile, ci sta pure caso che voglia studiare più a lungo).
"Cosa vi hanno insegnato a" è un must irrinunciabile, e sono convinta che nessun insegnante saprebbe farne a meno, per quanto ben preparati risultino i suoi alunni. Beh, forse *quasi* nessuno... ^__^
@La Prof:
(Un anno ho avuto anch'io due fratelli insieme in classe (in qual caso non c'erano stati anticipi, la sorella maggiore era stata bocciata). E mi sono sempre domandata se era proprio proprio così indispensabile ficcarli in classe insieme)
Se ci fai caso, quando siamo in seconda spesso le femmine vanno in eclisse temporanea, solo che ci si fa meno caso perché di solito in qualche modo si sintonizzano e vanno in crisi tutte insieme. Tra le altre cose per i poveri anticipatari è difficile anche mescolarsi nella folla...
@Sor Pampurio
Ciò che è stato ormai non si può più cambiare, quindi evidenziarne i lati positivi mi sembra una scelta molto saggia ^__^
Per quel che riguarda tua figlia, se non ho contato male è nata in Ottobre, quindi quasi perfettamente allineata con l'età media. Assolutamente non anticipataria, oso dire.
@la Povna
Già, non avevo considerato che la Moratti è una signora bene, e direi che questo spiega diverse cose di questa strana legge. La moda però c'era anche prima, ed è vecchia e non soltanto del Sud, purtroppo.
Per quanto riguarda la sventurata L., avevo scritto che non avevo notizia di anticipatari che non fossero Figli UNigeniti, e tu mi hai prontamente smentito. Dunque si può essere anticipatari anche per non gettare ombra sull'Unigenito/a - e se possibile mi sembra una storia perfino più deprimente!
@Simona Silente
Ben trovata, prima di tutto ^__^
Giusto due anni fa avevo una ragazzina nata proprio il 31 Dicembre. Si vedeva benissimo dal modo di fare che era una potenziale Prima della Classe ma che questo essere più piccola degli altri la penalizzava - tra l'altro studiare le piaceva moltissimo, specie certe materie. Più avanti ho scoperto che in teoria la creatura era programmata per nascere intorno alla metà di Gennaio, ma qualcosa era andato storto verso la fine della gravidanza e quindi erano ricorsi a un cesareo d'emergenza il 31 Dicembre a tarda sera. Beh, certo, meglio così che orfana o morta...
Anch'io condivido pienamente, oltre ad essermi divertita parecchio a leggere questo post!
RispondiElimina:-D
Perso no, non è automatico, però i voti scendono assai e alcune lacune rimangono non colmate.
RispondiEliminaposto che questo post dovrebbe essere stampato in carat pergamena ed inviato a tutti i Genitori di Possibili Anticipatari,
RispondiEliminaio sono di gennaio, e sono stata ben felice di giocare unanno in più, benchè sapessi leggere già fluentemente (e infatti sono andata come un treno dopo).
l'anticipo si sconta anche tra 4^ e 5^ superiore, quando tutti i tuoi compagni sono maggiorenni, studiano per la patente e si firmano le giustificazioni, e tu no...
@LaNoisette:
RispondiEliminaVerissimo, è molto irritante non potersi firmare le giustificazioni quando tutti intorno a te lo fanno. Ricordo ancora gli sguardi vagamente famelici delle mie due compagne anticipatarie, l'ultimo anno... (per la patente, quando andavo a scuola io non era una cosa così sincronizzata, a fine liceo non guidava quasi nessuno di noi. Adesso è diverso, mi sembra).
Vedo solo adesso questo interessantissimo post.
RispondiEliminaQuello che mi ha sempre colpito di questa bizzarra abitudine è proprio la mancanza assoluta di riflessioni sulla valutazione a lungo termine: ossia, nessuno si pone il problema che la condizione di anticipatario (ossia, di ragazzo che ha un anno in meno degli altri) non vale solo per l'inserimento al primo anno, ma ce la si porta dietro per tutta la carriera scolastica.
E che quindi, anche se uno sembra precocissimo a 5 anni, non è detto che lo rimarrà anche a 10, a 12 o a 15!
Io insegno alle superiori... e a mia volta sono stata vittima della moda diffusa negli anni settanta, quando chiunque avesse imparato a leggere in anticipo "doveva" essere mandato un anno avanti.
Ovviamente, chi era che "imparava in anticipo"? I figli di genitori colti, abituati ad avere la casa piena di libri, e a essere stimolati intellettualmente fin da piccolissimi. Non c'entrava niente con l'effettiva precocità del bambino. Gli capitava per puro caso di imparare "prima"... ma non è che poi fosse destinato a imparare "di più" o imparare "meglio" per tutti gli anni successivi!
Ricordo anche che all'epoca l'anticipo non era strutturato come adesso, cioè non ci si limitava a mandare il bambino in prima a cinque anni, ma gli si faceva proprio SALTARE la prima e lo si mandava direttamente in seconda a sei, dopo un esamino di idoneità.
Ad alcuni, si faceva frequentare la famigerata "primina" a 5 anni in una scuola privata, per poi trasferirli un anno dopo... ma per la maggior parte, si continuava ad andare alla materna, mentre si veniva preparati ufficiosamente in casa, di solito dalla mamma stessa, o dalla nonna-maestra-in-pensione.
L' idea di base era che la prima elementare servisse solo per imparare a leggere e a scrivere per chi partiva da zero, e che quindi, se uno aveva già imparato precocemente, lo scopo era già raggiunto, e non aveva senso mandarlo in prima perché altrimenti "si sarebbe annoiato".
Non c'era nemmeno il limite di legge che c'è adesso sul mese di nascita, e non c'era la minima attenzione alle sfumature di età effettiva: si ragionava solo a scaglioni annuali interi, come per la leva militare. Se si riteneva che un bambino fosse pronto per andare a scuola con quelli "di un anno di più"... allora, che fosse nato a gennaio, a giugno, o a novembre, era la stessa cosa.
E soprattutto, non c'era la minima attenzione alla maturità emotiva e relazionale del ragazzino, ma solo alle sue conoscenze scolastiche: se a sei anni era valutato capace di fare gli stessi compiti di quelli di 7, allora era a posto, si considerava "identico" agli altri, e si pensava che il problema del divario di maturità non si ponesse più, e che non si sarebbe mai più posto per tutta la vita successiva! Che potesse poi ritrovarsi a pagare scotti emotivi durissimi avendo 13 anni in una classe in cui tutti ne avevano 14, non passava per la testa a nessuno. Bastava che continuasse a incassare voti buoni(e quasi sempre avveniva), e il problema veniva considerato inesistente.
Però c'è una curiosità che mi è sempre rimasta: al tempo mio, ad essere spediti a fare questo giochino, erano in maggioranza i figli di insegnanti. Oggi gli insegnanti sono quasi tutti contrari, mentre all'epoca erano i primi a farlo automaticamente!
Perfino le maestre elementari, che pure avrebbero dovuto avere ben presente la difficoltà di trovarsi gli anticipatari in classe, mandavano TUTTE i figli un anno avanti. Il figlio della maestra, per definizione, doveva aver avuto a che fare con penne e quaderni fin dalla culla, quindi era automatico che andasse a scuola prima.
Come si spiega 'sta cosa?
saluti
L.
Bella analisi, dettagliata e molto interessante. Sì, sembra che nessuno prenda sul serio il "dopo", quando si tratta di anticipare un bambino - e invece la maggior parte dei problemi vengono fuori proprio dopo la prima elementare, che spesso passa abbastanza liscia. Addirittura ho sentito genitori dire, quando più avanti perdeva un anno "Meno male che l'abbiamo messo un anno avanti, così non resta indietro". Da strozzarli.
RispondiEliminaSono figlia di una maestra, che non ha mosso un dito per insegnarmi a leggere prima del tempo e non ha mai preso in considerazione la possibilità di mettermi a scuola un anno avanti. I figli che conosco delle sue colleghe sono tutti andati a scuola al momento stabilito dalla legge e non prima, e non ho mai sentito una maestra favorevole all'anticipo, quando ero bambina. Adesso ho diverse colleghe (e, ahimé, perfino un paio di amiche) che hanno messo il figlio un anno avanti. Anche colleghe contrarie agli anticipatari, ma si sa che i genitori, quando ci sono di mezzo i figli, spesso e volentieri si bevono il cervello, indipendentemente dal lavoro che fanno e dalle loro convinzioni. Insomma non so se davvero i figli degli insegnanti venivano mandati a scuola in anticipo prima e adesso no, ci vorrebbero delle statistiche precise sulla questione, da osservare nel tempo, e non so se sono mai state fatte.
La questione dell'anticipo l'ho sempre vista come una questione sociale, nel senso che di solito le vittime crescevano, come osservi tu, in ambiente colto e socialmente piuttosto elevato - e un tempo da quello stesso ambiente venivano le insegnanti, che erano cresciute in una famiglia della media o alta borghesia che le aveva fatte studiare, mentre ora vengono facilmente da uno zoccolo sociale più modesto. Anche qui però sono discorsi fatti con lo spannometro, senza dati precisi.
Devo precisare che all'epoca vivevo a Roma, può darsi che le consuetudini locali fossero diverse da quelle toscane. Può darsi che l'effetto-latitudine cominci a sentirsi già da quelle parti, se è vero (come tutti sostengono) che il fenomeno è sempre stato molto più pronunciato al sud, e e che lo sia ancora!
RispondiEliminaIn effetti, da quando vivo in Toscana, mi è sempre sembrato che la cosa fosse meno comune, e di coetanei miei che fossero andati a scuola un anno avanti ne ho conosciuti pochi.
Però sono sicura dell'associazione quasi automatica tra anticipo scolastico e livello culturale dei genitori, quello sì.
Non ricordo di aver mai avuto compagni di scuola provenienti da famiglie poco scolarizzate che fossero stati mandati un anno avanti "solo perché nati a gennaio" o roba del genere...
...mentre la motivazione più diffusa era sempre quella che "il bambino sa già leggere e scrivere, quindi mandiamolo direttamente in seconda, perché in prima si annoierebbe".
Inutile dire che i miei genitori, quattro anni fa, ci hanno provato di nuovo, a tirare fuori lo stesso argomento anche per la nipotina.
E' stata una delle poche volte in vita mia che mi sono permessa di troncare il discorso guardandoli con il classico *sguardo che non ammette repliche* :)
Lisa
Scusate se riporto NUOVAMENTE in auge questa vecchia discussione, ma il fatto è che mi è personalmente capitato un aggiornamento eloquente...
RispondiEliminahttp://paniscus.org/2013/09/30/fenomenologia-dellanticipatario-2/
A parte alcuni piccoli ovvi accorgimenti narrativi per evitare riferimenti personali troppo evidenti, tutta la scena è sostanzialmente autentica :)
Lisa
LISES ha detto: Sono anticipataria non figlia unica e non ho MAI avuto problemi..laureata in scienze statistiche ed economiche a 23 anni con il massimo dei voti (ovviamente parliamo di vecchiorordinamento) ... grazie alla mia giovane età e ai miei opttimi voti non ho dovuto MAI mandare un CVma le aziende mi hanno chimata...ho fatto carriera a lavoro e in famiglia sono realizzata e ho due splendidi figli!Mia sorella stessa cosa ... anticipataria di marzo e non ha mai avuto problemi ... laureata in scienze politiche con il massimo di voti e ha subito trovato lavoro.
RispondiEliminaQuesto è per dire che non esiste una cosa giusta o sbagliata...forse bisognerebbe essere più oggettivi sia da una parte che dall'altra ;-)
P.S. Mio figlio è di febbraio e a settembre inizierà la "primina"
Lises, non stiamo parlando di cose giuste e cose sbagliate in assoluto, stiamo parlando di esiti assai incerti. Tu e tua sorella non avete mai avuto problemi, e ne sono contenta (ma immagino che i due bellissimi figli sarebbero arrivati anche senza iscrizione anticipata ^__^ ); solo, ti sei dimenticata di dirmi in cosa essere antcipataria ti ha favorito, o ha favorito tua sorella. D'accordo, sottolinei i vantaggi della tua giovane età quando le aziende ti hanno chiamato ma, forse, viene da pensare, la tua età non sarebbe stata comunque molto vecchia anche se tu avessi seguito il regolare corso previsto dalla legge.
RispondiEliminaCosì come mi sfiugge il vantaggio che può avere tuo figlio da un iscrizione anticipataria, mentre da insegnante conosco piuttosto bene gli svantaggi. Stiamo parlando di qualcosa che è rischioso e nel migliore dei casi non fa danni.
In questo caso, mi sembra, la cosa giusta è quella che rischia meno di far danni, e, personalmente, prima di giocare a fare esperimenti sulla pelle dei miei figli ci penserei un attimo.
Vabbe' che figli non ne ho e non posso capire, e vabbe' che i figli degli altri sono oche mentre i nostri son cigni, però...
Bella l'ironia ma non mi risulta niente di ciò che è stato scritto nell'articolo. Ho una figlia anticipataria di un anno che ora è al 4 anno del liceo scientifico e quest'anno farà anche la maturità anticipata usufruendo dell'abbreviazione del merito. La maturità fisica non è stato mai un problema poichè è sempre stata la più alta della classe. Ogni figlio è un caso a sè non bisogna generalizzare anche se dal rapporto Invalsi è risultato che gli anticipatari hanno riportato risultati migliori degli studenti regolari. ( vedasi articolo: http://www.tuttoscuola.com/portali/iscrizioniscolastiche/il-rendimento-degli-alunni-anticipatari-nel-rapporto-invalsi-21554.html
RispondiEliminaL'importante è non stressare i figli ma nemmeno essere ciechi davanti all'evidente potenzialità degli stessi. Cordialmente...
@Anonimo:
RispondiEliminaIl link che hai messo non funge. Ho cercato un po' in rete e ho trovato un articolo che dice che i risultati degli anticipatari sono altalenanti. Confesso però che, per quel che so delle prove Invalsi e soprattutto della precisione con cui vengono ricavati e poi elaborati i dati, ai risultati della prova Invalsi li prenderei con le molle in tutto e per tutto.
Tornando all'argomento principale: sì, ogni figlio è un caso a sé, e qualche volta va bene, o almeno non va male. Ma personalmente non avrei tanta fretta di far fare ai miei figli qualcosa che non presenta vantaggi ma al più la possibilità di "non andare male". Se per tua figlia è andata bene, meglio così, visto che cosa fatta capo ha.
Tutto questo essere contrari all'anticipo mi sembra pretestuoso: soprattutto per le docenti, cui gli anticipatari danno fastidio per chissa' quali presupposti didattici. Non ci scordiamo che la didattica italiana e' fatta di molti (troppi) presupposti teorici e di poco (troppo poco) buon senso pratico. Per esempio d'inglese s'insegna grammatica e funzioni comunicative poi pero' I'll docente non parla in inglese, I ragazzi non vengono fatti interagire fra loro, o lo fanno troppo tardi quando ormai I'll danno e' stato fatto. Se un genitore gioca d'anticipo magari ha I suoi buoni motivi, e magari l'aria infantile rispetto agli altri del figlio (o figlia) e' un tratto caratteriale, non legato a quei 4 mesi in meno. Comunque sono I voti e la condotta che cantano chiaro non le chiacchiere: se nonostante tutto I voti sono buoni e la socializzazione altrettanto vuol dire che problemi non ce ne sono. Viceversa se il/la bambino/a va male e a scuola subisce qualcuno allora I'll discorso cambia. Magari pero' I problemi sono altro e ben piu' gravi...
RispondiEliminaCaro Anonimo 2, confesso di non sapere molto di didattica dell'inglese ma mi risulta che le insegnanti di inglese all'occorrenza parlino in inglese, talvolta perfino in classe mentre fanno lezione.
RispondiEliminaDetto questo gli anticipatari non "mi danno noia", né mi risulta che "diano noia" ai colleghi, ma spesso e volentieri vedo che hanno le loro brave difficoltà e mi dispiace per loro.
Ogni tanto qualcuno passa da qui e mi spiega che essere anticipatari non è necessariamente svantaggioso. Nessuno mi ha ancora spiegato però quali VANTAGGI ci siano ad essere anticipatari - e ammetto che, se fossi genitore, prima di azzardare una mossa arrischiata come quella di mandare a scuola un bambino un anno prima del tempo stabilito dalla legge, vorrei qualche concreta indicazione appunto dei VANTAGGI che possano compensare il rischio. E mi riesce difficile, tra i VANTAGGI, inserire quello di giocare un anno in meno alla materna.
Tra i vantaggi metterei quello di entrare nel mercato del lavoro (forse che non si studia anche per questo?) un anno prima, in linea con le medie di età degli altri paesi europei, o di potersi concedere un anno sabbatico per studiare le lingue e viaggiare.
RispondiEliminaHo esperienza concreta di due non anticipi di gennaio e febbraio-su consiglio delle maestre- con carriera scolastica assai stentata e bocciature e di un anticipo-di un anno intero- con carriera scolastica ottima, due lauree e lavoro tra Comunità Europea e USA.
Posto che secondo i principi fondamentali della pedagogia ogni bambino è a sè (e di questo il fronte anti-anticipo dovrebbe tenerne conto), a me sembra che l'insegnante faccia più fatica con gli anticipatari...
Temo di essermi spiegata male nel post: è L'ALUNNO anticipatario che fa più fatica, di solito; quanto all'insegnante, qualche volta fa più fatica a trattare con i GENITORI dell'anticipatario. Tuttavia le mie sono solo osservazioni empiriche, basate sull'esperienza mia e di qualche collega, e magari una serie di disgraziate circostanze ha concentrato in una certa zona della provincia fiorentina una percentuale alta di anticipatari che hanno fatto più fatica della media. Come osserva giustamente, ogni bambino è un caso a sé e qualche volta ci sono difficoltà consistenti anche seguendo il curricolo normale e non anticipando un bel nulla, come nei casi che cita.
RispondiEliminaIl vantaggio di entrare un anno prima sul mercato del lavoro, sinceramente, non mi sembra dei più entusiasmanti; molto più attraente quello dell'anno sabbatico da passare in viaggio. Tuttavia, l'anno sabbatico potrebbe arrivare anche saltando un anno alle scuole superiori - una pratica che va molto meno di moda dell'anticipo, ma che secondo me presenta due aspetti piuttosto positivi: viene fatta col consenso attivo del giovinetto o della giovinetta coinvolti, e ad occhi aperti. Inoltre, se la creatura non ha dovuto affaticarsi anche fisicamente nei primi anni di scuola, ha accumulato una notevole autostima e ha imparato a considerare lo studio come un attività non stressante - cosa che gli rende relativamente facile il salto. Quelli che conosco e l'hanno fatto se ne sono trovati molto bene - ma, anche qui, non si tratta certo di un campione rilevante statisticamente.
Io sono nata in gennaio e ho sempre rimproverato mia mamma di non avermi mandato a scuola da anticipataria. A scuola mi annoiavo, attivavo prima degli altri, finivo prima, dovevo attendere i tempi degli altri. Mia figlia, nata in Gennaio, l'ho mandata alla materna da anticipataria e per ora proseguirà così. Ben venga finire la scuola un anno prima! Ormai tra superiori, università, master e casini vari che uno è costretto a seguire per essere un minimo competitivo e trovare un posto decente di lavoro, se si può finire il tutto un anno prima, è sempre un anno in meno in un iter lunghissimo. Io ho compagne di università (Matematica) anticipatarie che non hanno mai avuto problemi nella loro carriera scolastica e addirittura una era anticipataria di Giugno e ora, dopo il dottorato, insegna all'Università. Smettiamola con queste generalizzazioni. Ogni bambino è a sè. Io sono insegnante e ho alunni nati in dicembre maturi e bravissimi e alunni nati in gennaio (non anticipatari) sempre in difficoltà e immaturi.
RispondiEliminaLa scuola discrimina chi è più intelligente della media
RispondiEliminaNon c'è niente di peggio degli insegnanti con pregiudizi. Siccome nella sua testa ha deciso che "anticipo no" ….poi fa di tutto per avvalorare la sua tesi. Penalizzando il bambino.
RispondiEliminaSi evolvessero anche gli insegnanti!!!!!