venerdì 31 maggio 2013

Il libro delle storie di fantasmi - (raccolte da) Roald Dahl


Tanti anni fa Dahl ricevette e volentieri si sobbarcò l'incarico di selezionare un cospicuo gruppo di buoni racconti di fantasmi per trarne una serie televisiva. Convinto che sarebbe stato come pescare paglia da un pagliaio, scoprì che i racconti di fantasmi erano in effetti merce assai comune, ma i buoni racconti di fantasmi erano invece assai rari. Si formò comunque una vasta competenza in materia e, visto che la serie televisiva non andò mai in porto, finì per ricavare dalle sue letture un'antologia con 14 delle storie di fantasmi che più gli erano piaciute e che venne pubblicata nel 1983 (da qualche tempo c'è anche in edizione economica).

Tra i tanti generi letterari la storia di fantasmi è particolarmente scivolosa da definire, e anche se molti dei grandi nomi della letteratura non solo inglese vi si sono cimentati, spesso non sono stati loro a sortire gli effetti migliori.
Un fantasma, nel caso più consueto, è un morto che continua a interagire con i vivi perché ha ancora qualche conto in sospeso: a volte vuole vendicarsi, a volte aspetta la redenzione, a volte vuole ringraziare o proteggere qualcuno oppure non riesce ancora ad andarsene, e queste sono solo alcune delle possibilità. Una storia di fantasmi non è necessariamente paurosa, più spesso è solo molto, molto inquietante, ma può anche essere consolatoria o perfino divertente. Inoltre, come osserva Dahl nell'introduzione, spesso nelle storie di fantasmi il fantasma non c'è e, come teorizza un altra autorità in materia (M.R. James, che non è presente nell'antologia) non è bene che al lettore sia spiegato tutto; insomma si tratta di parlare di qualcosa che non compare ma c'è, raccontando una storia che deve essere capita, ma non del tutto: comprensibile che non tutti gli autori siano riusciti a venirne a capo in maniera soddisfacente.

I 14 racconti scelti da Dahl sono tutti ottimi e offrono una panoramica molto variegata del genere e un vasto campionario di fantasmi. Le omissioni non vengono spiegate (oltre a M.R. James ad esempio mancano anche il fantasma di Canterville ed Henry James) ma tra gli autori ci sono scrittori famosi la cui fama non è legata esclusivamente a questo tipo di storie. Viene coperto tutto l'arco cronologico che va dal periodo vittoriano agli anni 80 del secolo scorso e naturalmente non ci sono solo racconti inglesi. Abbiamo fantasmi al telefono, fantasmi di bambini, fantasmi di gruppo, fantasmi che sembrano persone normalissime, insomma di ogni indole e genere e con ogni tipo di retroterra.
E' un libro perfetto da tenere sul comodino per leggersi una storia ogni tanto, con l'unico difetto che purtroppo dopo quattordici di questi ognitanto il volume sarà finito.
Interessante anche l'introduzione, in cui Dahl racconta la nascita dell'antologia ma soprattutto parla di letteratura, non solo fantasmatica.
Consigliato per tutti, dai dodici anni in su (anche se un paio delle storie possono restare un po' ostiche a un adolescente).

Con questo libro partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma, con l'augurio che questo fine settimana offra qualche scorcio di primavera onde potersi dare alla lettura anche sotto gli alberi o in un parco, e non solo a casa, con accanto la solita tisana per cercare di mettere in fuga i sintomi del raffreddore che in questa primavera assai anomala perseguitano tanti di noi.



9 commenti:

  1. Intanto questo pomeriggio copertina e tè. Ma suvvia, domani è giugno!!!!!!!

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  2. Quel signore lì è stato geniale, no?

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  3. @Alice
    Perché, a Giugno quando fa freddo non si usano le copertine e il té?

    @LaProf
    Sempre, come autore e come curatore di antologie ^__^

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  4. Questo mi mancava! Eh, ho avuto anch'io il mio periodo fantasmoso, quando ero giuovine :-) Ma l'accoppiata con Dahl mi attira (forse ho solo bisogno di risentirmi dodicenne).

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  5. La scelta delle storie (per chi avesse voglia, per esempio, si legge qui: http://books.secretary.it/scheda-ebook/roald-dahl/il-libro-delle-storie-di-fantasmi-9788867153275-124105.html) è sicuramente interessante e (perché) irrituale. A parte James&James, visto che la raccolta non è esclusivamente britannica, mi pare di capire, mancano, oltre a Wilde (spiegabile, probabilmente, con la difficoltà di ascrivere al genere fantastico il parodico-lirico di cui fa parte), anche i grandi classici come Maupassant, come Dickens, come Cortazar, come Gautier, come Hoffmann, come lo stesso nostro Tarchetti, autore di una riscrittura del "Piede della mummia" di Gautier davvero godibile. Ma anche tra i Britannici manca Jerome, manca Wells (e non parliamo delle versioni postmoderne di Durrell o, ancora fuori confine, Nabokov!). Proprio per questo mi incuriosisce molto, e mi chiedo (e ti chiedo!) se non sia dovuto anche ad esigenze di (abortita) sceneggiatura. Sul genere (meglio: modo letterario) di riferimento però è facile etichettarli, a mio avviso. Perché (seguendo Todorov, Ceserani, Caillois, Orlando e tanti altri) come accennavo fanno parte di uno dei pochi generi storicamente e teoricamente circoscritti e individuati, e cioè quello della cosiddetta "letteratura fantastica", sviluppatasi nell'Ottocento come controcanto notturno, irrazionale e perturbante al diurno e rassicurante romanzo di formazione (borghese). Da questo punto di vista, poche cose nella storia dei modi letterari sono altrettanto connotate e i racconti di fantasmi (con relative parodie [Jane Austen, Verne, lo stesso Wilde] o ri-scritture [Charlotte Bronte]) rientrano a buon diritto nel filone. Grazie mille per la dritta, non lo conoscevo e mi sa che - previa lettura estiva - l'anno prossimo finirà in lettura a qualche classe (presumibilmente: Anatri o nuovo Primini)!

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  6. Non ho capito se si tratta di storie di fantasia, diciamo romanzi, o di racconti di presunte apparizioni di fantasmi... :-|
    Comunque certamente l'argomento è affascinante :-)
    La teoria più accreditata sui fantasmi è che siano defunti che non sanno ancora di essere morti. Avevo fatto anche un "articolo" tempo fa' (http://www.wolfghost.com/2008/07/16/fantasmi/), purtroppo nel tempo i video di youtube spariscono i e miei post che pescavano da lì diventano... fantasmi :-(
    eheheh simpatico il lavasbianca :-D Peccato che mia moglie ha notato che non la fanno più quella pubblicità: è diventato un fantasma anche il fantasma :-( :-P
    www.wolfghost.com
    www.wolfghost.com

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  7. @LGO
    Anch'io ho iniziato il periodo fantasmoso da ragazzina... ma dura tuttora ^__^

    @la povna
    Non saprei, non saprei... col suo bel tono aperto e allegro Dahl glissa su un sacco di cose, in quell'introduzione, e non dà una parola di spiegazione sugli esclusi. Lascia capire però che molti nomi eccellenti sono di fatto un disastro... o almeno SEMBRA lasciarlo capire.
    La selezione originale era di 24 racconti (ma non dice perché ne ha messi solo 14, e quali sono i 10 esclusi e perché - a volte intervengono questioni di diritti d'autore e simili, e forse, come dici tu, è stato tenuto conto che dovevano essere sceneggiati). Poi ci sono un sacco di bei racconti-con-fantasma che non sono veri racconti di fantasmi, e altri che non sanno di molto - ad esempio ne ho letti diversi di Dickens e di Jerone, magari ho avuto sfortuna ma sinceramente mi sono sembrati uno spreco di inchiostro (e devo dire che da Dickens non me lo aspettavo). Quanto al fantasma di Canterville, ho sempre dato per scontato che non lo abbia incluso perché era lungo e straconosciuto, insomma uno spreco - perché è una VERA storia di fantasmi, in tutto e per tutto - ma magari sono intervenute altre considerazioni, non so.
    Anch'io penso di prenderlo come libro di narrativa, l'anno prossimo ^__^

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  8. @Wolf
    Sono racconti, anche se non è escluso che qualcuno si basi su qualcosa di realmente accaduto: gli inglesi amano molto le storie di fantasmi e nel periodo vittoriano ne vedevano un po' dappertutto.
    Il post me lo ricordo, naturalmente; per me ormai è difficile distinguere tra fantasmi "veri" e fantasmi "letterari" - anche perché in vita mia ho incrociato soltanto quelli su carta, ma è un tema che mi ha sempre molto affascinato: io li vedo come morti che magari sanno di essere morti ma hanno, o credno di avere, ancra qualcosa da fare tra i vivi, che è un po' la concezione di fantasma per i giapponesi - tra l'altro Dahl non ha preso in considerazione i fantasmi giapponesi, che sono veramente un'infinità.
    La pubblicità del Lavasbianca purtroppo è scomparsa, come la sua deliziosa canzoncina... ma io ogni tanto la canticchio ancora ^__^

    @Alessandra
    Benritrovata, carissima! :)

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