Ho scelto questa trilogia per l'8 Marzo perché uno dei temi centrali dei libri è la violenza, soprattutto ma non solo sessuale, che gli uomini usano contro le donne. Non tutti gli uomini, certamente: solo una piccola parte, che viene però per questo aspramente criticata e punita non solo dalle donne, ma anche da molti uomini che vivono con autentica ribellione i torti che scoprono essere inflitti all'altro sesso. Sotto questo aspetto i libri riprendono, talvolta con accenni espliciti, certe strutture da romanzo cavalleresco, con la variante che le principesse da aiutare si mostrano tutt'altro che prive di iniziativa o di capacità di farsi valere e che ai cavalieri si affiancano anche alcune agguerrite cavalleresse.
Qualche anno fa questa trilogia è stata un caso editoriale, con milioni di copie vendute ovunque; io però l'ho letta soltanto quest'inverno, non tanto per diffidenza verso i best seller (che di solito apprezzo moltissimo) quanto perché, essendo appunto un grande successo, in biblioteca non si riusciva mai a raccattarne una copia.
Sono romanzi lunghi ma scorrono molto bene; inoltre Larsson ha il dono di tenere il lettore incollato alla pagina e anche quello, molto più prezioso, di non lasciarlo deluso quando i libri sono finiti. Nel terzo (pubblicato subito dopo la sua morte, quindi forse a revisione non del tutto completa) si sente in certi punti la mancanza di qualche colpo di forbici, nei punti dove ci si occupa delle sottotrame.
La vicenda è ambientata in Svezia, intorno al 2005. Attraverso il racconto si intravede un ricco affresco della società svedese: vita quotidiana, politica, giornalismo, arredamento, cucina, carceri... Per chi, come me, ha sempre visto la Svezia come una specie di Eldorado, è una lettura agrodolce dove enormi ondate della più verde invidia si alternano a struggenti lamentazioni del tipo "perché da noi invece è tutto così disperatamente opaco, limaccioso e scomodo?".
C'è dentro molta politica (anche se ufficialmente il protagonista non ha interessi politici e nemmeno va a votare), un pizzico di storia e una bella struttura a base di oscuri complotti di servizi segreti deviati, spionaggio e malavita internazionale. Perché una storia del genere sia venuta in mente ad uno scrittore svedese, che se l'è dovuta costruire pazientemente pezzo per pezzo, quando noi italiani in intrighi di questo tipo di intrecci ci viviamo a colazione, pranzo, cena e pure all'ora di merenda davvero non so. Comunque è andata così.
Nel primo romanzo Mikael Blomqvist, che sta attraversando un momento professionale piuttosto critico, accetta la proposta di un anziano industriale di rifugiarsi per un anno a casa sua, ben retribuito, per indagare su un delitto di qualche decennio prima. L' l'impresa sembra disperata, e lo stesso Mikael cerca più volte di convincere l'anziano industriale a lasciar perdere; e invece il delitto verrà risolto e la soluzione si rivelerà davvero molto, molto particolare.
Per una serie di complesse circostanze Mikael riesce a farsi aiutare da un'abilissima hacker, Lizbeth Salander - personaggio affascinante e inconsueto, di quelli con più strati di un millefoglie e più pieghe di un bull-dog.
Nel secondo e terzo volume il personaggio centrale è proprio Lizbeth, che si ritrova invischiata a morte in un complicato mistero dove intrighi politici internazionali e servizi segreti deviati formano una trama delle più complesse. La hacker ha in apparenza un carattere impossibile, ma le pochissime persone cui ha dato un minimo di relazione personale - tra le quali Mikael, che ha un eccezionale talento nel farsi benvolere dalle donne - muovono cielo e terra per aiutarla, con notevoli risultati.
A parte Lizbeth e Mikael, il terzo grande protagonista della trilogia è la Grande Rete: i collegamenti informatici, a volte ottenuti in modo decisamente avventuroso, sono le strade su cui si irradia tutta la vicenda e la chiave per la soluzione di molti dei misteri, tanto che la trilogia diventa anche un grande inno a Internet e alle sue infinite possibilità.
L'architettura della vicenda è complessa ma molto ben gestita, ed è narrata con molta chiarezza. C'è una grande abbondanza di personaggi simpatici e il messaggio di fondo è ottimista.
Inconvenienti: dal momento che staccarsi dalle pagine è veramente difficile, si sconsiglia di iniziare la lettura in un momento in cui non si dispone di un po' di tempo libero, a meno di non disporre invece di un'adeguata carriola per le occhiaie. Sono invece romanzi perfetti se per caso ci si ritrova costretti a passare qualche giorno a letto.
Con questo post partecipo ai Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro un felice fine settimana e ottime letture a tutti i partecipanti.
Anch'io ho adorato questa trilogia, sono d'accordo con te in tutto e per tutto, persino nel fatto di averli letti tardi perché sempre in prestito in biblioteca :-D
RispondiEliminaIo non ho resistito, li comprai, e fui felice di averlo fatto :-)
RispondiEliminaHo persino visto i film e il remake del film :-D
Io l'ho trovata complessivamente media. Carino il primo, il più limato, anche con dei beni riferimenti intertestuali (Jonathan Coe e Astrid Lindgren). Implausibile il secondo, con lo spostamento del fuoco su Lisbeth, e con schemi narrativi che diventano secondo me assai superficiali (la stessa Lisbeth da personaggio abbastanza tondo diventa del tutto piatto e prevedibile, a mio avviso). Accettabile il terzo, nonostante la mancanza di revisione. Però complessivamente secondo un po' più di disciplina narrativa avrebbe giovato all'intera serie. Complessivamente una lettura secondo me che non vale l'acquisto autonomo e un (bel) po' sopravvalutata.
RispondiEliminaNon ce l'ho fatta. E non per la difficoltà o la lunghezza (anzi, la prosa fluida mi è sembrata anche gradevole e la lunghezza molto rassicurante), ma per la crudeltà, necessaria alla storia, ma al limite della sopportazione per me. Forse ho perso una bella occasione di conoscenza, ma tant'è. :)
RispondiEliminaun saluto.
@Alice eProf
RispondiEliminaCon l'arrivo di una buona rete di biblioteche nella mia provincia il furor aquisendi si è molto ridotto e riesco a rimandare senza sforzo qualsiasi lettura e a non comprare niente che non abbia già letto e giudicato valido (a che mi serve comprare se ho già letto? Che domande, mi serve per rileggere in futuro). L'unica eccezione, negli ultimi quindici anni, è stata Harry Potter. Millenium penso proprio che lo comprerò.
Piuttosto: sapevo dell'esistenza dei film, ma... il remake del film quando l'hanno fatto?!?
@la povna
Oh sì, un po' di disciplina narrativa avrebbe giovato assai agli ultimi due. Invece non ho trovato niente da ridire su Lizbeth in nessuno dei tre libri, anche se so che qualcuno si è lamentato a questo proposito del terzo, soprattutto nella parte finale.
@Linda
Ti capisco, perché anche per me spesso è un ostacolo insormontabile alla lettura. Per mia buona sorte però la scrittura di Larsson era in perfetta sintonia con le mie possibilità di sopportazione.
"il remake del film quando l'hanno fatto?!?"
RispondiEliminaIl remake l'hanno fatto in Ammèriga e il giornalista lo interpreta quel ficone di Daniel Craig.
I film non li ho visti, e penso che non li reggerei perché già solo in letura alcuni passaggi erano troppo disturbanti.
Saluti, Mimì
Nemmeno io vorrei vedere i film, credo, e per lo stesso motivo. E grazie per le informazioni, Mimì ^__^
RispondiEliminaIo di solito rifuggo dai libri troppo pubblicizzati e con questa trilogia ho avuto la sensazione che la sovraesposizione mediatica attorno ad esso potesse essere motivo di eccessive aspettative da parte mia... Però non escludo di leggerli, prima o poi. Il genere non mi dispiace.
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