lunedì 4 marzo 2013
I piaceri dello scrutinio informatizzato
I primi scrutini informatizzati li ho visti all'alba del terzo millennio, quando avevo appena avviato i primi e timidi passi nel rutilante mondo dell'insegnamento: dall'alto del suo portatile il Dirigente dirigeva (era un tipo dirigista assai), formando i giudizi da un'apposita griglia; le schede erano però scritte a mano, prova ne sia che le sbagliai non avendo nessuno pensato a darmi le formule che usavano in quella scuola per le valutazioni. Al mio primo "Sufficiente da consolidare" mi spiegarono che no, lì in quella scuola si usava "Sufficiente con lacune". Gli risposi di attaccarsi al treno perché io non ero un'indovina (testuale), e la prossima volta che avessero avuto una supplente a scrivere le valutazioni glielo facessero avere un po' prima, il formulario. Da allora, prima di compilare le schede ebbi sempre cura di informarmi sugli usi e costumi locali - e naturalmente, dopo di allora, trovai sempre scuole dove gli usi e costumi locali erano "fai te, qui non abbiamo un formulario, ognuno si regola come meglio crede".
Negli anni ho alternato scrutini manuali a scrutini semi-informatizzati e ho finito col farmi l'idea che lo scrutinio manuale sia più rapido, sicuro ed efficiente, anche perché le penne a sfera sono molto meno umorali e dispettose di stampanti e programmi vari.
Tuttavia i programmi con cui mi ero ritrovata a combattere erano sempre interni alla scuola, e se non altro non c'era da fare i conti con le alzate di ingegno di Sua Maestà la Rete. Ogni volta comunque, al termine della seduta, qualcuno ricordava con nostalgia il tempo dei calamai, dei pennini, del succo di more usato come inchiostro e delle belle oche bianche da spennare, e assai raramente quel qualcuno non aveva il mio aperto appoggio.
Quest'anno l'Istituto Comprensivo ha deciso di fare il Grande Passo e di portarci in rete. E' venuto un tecnico, che ci ha fatto alcune domande assai strane, poi sono arrivate le istruzioni e, naturalmente, la chiave per cambiare e personalizzare la password.
Le istruzioni erano assai farraginose e, come sempre con questi programmi, non c'era niente di intuibile - ad esempio non ho proprio capito perché dovessi entrare nell'area "Curriculum". Curriculum de che? Non certo il mio, ma non mi sembra molto sensato attribuire alla classe un generico "curriculum" per il suo insieme: i voti sono individuali, in teoria potrebbe esserlo anche la programmazione...
Comunque, una volta seguite le istruzioni bizantine, sono infine arrivata nelle mie materie e ho trovato un foglio in tre colonne. Su una c'era scritto ASS, e se non altro si intuiva abbastanza facilmente che era quella dove andavano inserite le ore di assenza. Poi c'erano due colonne, chiamate Valutazioni e Giudizi sintetici.
Chiaramente, è troppo complicato scrivere la banale parola voti, che tra l'altro suona molto più scialba dei rutilanti Valutazioni e Giudizi sintetici; e in verità, la prima volta che mi sono trovata davanti a questa triplice colonna, il mio giudizio sull'ideatore di quella demenziale interfaccia, che in effetti somigliava più che altro ad un interculo, non aveva nulla di sintetico ma anzi si estendeva in molte e belle parole e in raffinate e ardite costruzioni sintattiche in cui esponevo con fare un po' barocco le mete turistiche che costui avrebbe dovuto a mio avviso frequentare e le attività ricreative cui avrebbe potuto dedicarsi con profitto, da solo o in numerosa compagnia.
Ma, una volta esauriti questi piacevoli giochetti retorici, restava il fatto che era mezzanotte passata e io ero sola davanti a queste due colonne senza uno straccio di istruzione. Alla fine ho scelto una delle due colonne e ho scritto i voti in lettere. Uscita dal programma, guardando la tabella riepilogativa ho scoperto di avere sbagliato entrambe le scelte perché nello schema di riepilogo compaiono solo le assenze.
Grazie a un paio di tentativi, al terzo finalmente scopro che i voti andavano messi in numeri nella colonna delle valutazioni (caso mai i giudizi non fossero valutazioni, bensì tanti Stanislao Moulinskj in qualche loro riuscitissimo travestimento). Così ho cancellato i voti scritti in lettere, risistemato tutto e, dopo quaranta minuti di lavoro del tutto superfluo sono infine andata a dormire cullata dalla serena tranquillità del dovere compiuto e albergando nel mio cuore l'assoluta sicurezza che il progettatore dell'interculo grafico è senz'altro un parente degli ideatori del software Anagrafe con cui, in tempi lontani, assai faticosamente schedavo archivi per il Ministero dei Beni Culturali; e infatti proprio per il software Anagrafe un mio amico, dopo averlo esaminato, aveva elaborato la teoria che cotal programma non disponesse di un interfaccia, tutt'al più di un interculo.
Il giorno dopo ci ritroviamo in sede per lo scrutinio. Comincia la Seconda e tutto procede bene fino al momento della Stampa Finale di verbale e cartellone dei voti... quando la stampante si rifiuta di stampare e il programma si rifiuta di sigillare le operazioni dopo il via libera della Preside.
Dopo tre o quattro tentativi la Preside scompare nei meandri della Segreteria, tentando invano di contattare il centro elaborazione dati.
Restiamo soli soletti a guardare il tabellone della Seconda sullo schermo. Artistica passa con un vassoio di dolcetti con i pinoli, molto buoni ma che vengono mangiati con un certo nervosismo: abbiamo ancora cinque classi da scrutinare, e molti di noi ambirebbero a rivedere le loro case per l'ora di cena.
Dopo mezz'ora appare la Segretaria che riferisce che hanno provato a chiamare la sede centrale, su nel Nord Italia, dove alla fine qualcuno ha confessato che il programma era andato in tilt su scala nazionale, perché quel giorno mezza Italia era a fare scrutini (cosa tutto sommato prevedibile, conoscendo i calendari dell'anno scolastico italiano). Ma naturalmente avrebbero sistemato tutto al più presto - e grazie tante, s'è mai visto un centro dati che promette di risistemare tutto con comodo, se e quando gliene pungerà vaghezza?
"Vuol dire che faremo a mano, come si è sempre fatto" sospira qualcuno. Peccato che, quando gli scrutini vengono fatti a mano, di solito si arriva con tutta una serie di documenti già preparati e che, a quel punto, avremmp dovuto rifarci dallo scrivere i voti uno per uno.
I pasticcini con i pinoli vengono accantonati, perché tutti conveniamo che è meglio lasciarne un po' per chi farà tardi. Dopo le solite evocazioni di penne d'oca, inchiostro fatto col succo di more eccetera eccetera eccetera finalmente riappare la Preside con i moduli stampati: il santo programma in qualche modo è ripartito.
Con un'ora di ritardo ripartiamo anche noi, e meno male che la Prima è una classe che scorre veloce (peccato che la Terza e l'altra sezione di veloce non avranno un bel nulla, per quanto ne sappiamo).
Firmo quel che devo firmare e abbandono la nave con malcelato sollievo.
Non parlo di oche perché, in cuor mio, sospetto che il vero nodo della questione non siano le penne d'oca, ma le oche addette alla programmazione informatica (senza offesa per quei nobili volatili, si capisce).
Noi siamo informatizzati dal 2008/2009, dunque oramai si può dire che io abbia fatto un numero pari di scrutini old style e new style. E devondire che, all in all, penso che siano più comodi, pratici e utili quelli informatizzati. Sia perché trovo molto pratico poter compilare la tabella generale in contempranea senza far la fila al librone in Vicepresidenza, sia perché a me pare che il numero di imprevisti sia assolutamente uguale, anche in termini di 'tempo perso'. Secondo me la vera differenza è che se l'imprevisto accade a mano ci pare più gestibile, ma poi alla fin fine che la collega sbagli a copiare sul librone alla lettera A e se ne accorga alla T o che Argo si pianti, in termini di lavoro da attendere e/o rifare è uguale. E la seconda a me è successa molto meno della prima. Ciò che non cambia davvero è l'interculo dei colleghi, che possono rendere uno scrutinio serio e piacevole o una buffonata imbarazzante sia in web 2.0 sia in penna d'oca.
RispondiEliminaConsidera che non ho mai trovato una scuola dove ci fosse alcunché da fare con il librone (anzi, non ho la più pallida idea di cosa sia il librone!) e comprenderai che gli inconvenienti fuori rete ERANO in effetti più gestibili di quelli in rete, dove più che guardare male la stampante non potevamo fare :)
RispondiEliminaE buon viaggio a te e ai Marry Man, naturalmente ^__^
RispondiEliminaio ho fatto di tutto un po', dai giudizi con le frasi da scegliere nelle tendine all'amanuense puro alla stampante ad aghi alla stampa-taglia-incolla dei foglietti al sistema online da casa.
RispondiEliminache, alla fine, mi è parso il mejo di tutto.
Io ho avuto la fortuna (?) di incontrare nella mia carriera tutta una serie di modalità di giudizio, a partire dal classico simbolo nimerico, ai giudizi, analitici e globali, 'discorsivi' (e lì sì che si poteva sbizzarrire tutta la fantasia della classe insegnante!!), alle 'lettere' da A ad E per gli analitici, più globali 'discorsivi' e, last but not least, il ritorno a giudizi 'monovoce' per gli analitici, con tutte le aggiunte, più o meno fantasiose, dal 'sufficiente da consolidare' al 'buono in progressione' e altre amenità. Per i globali, invece, un'apposita commissione aveva stilato una lunga e varia griglia, con piccole differenze 'verbali' tra primo e secondo quadrimestre, che veniva compilata, una per ciascun alunno, in sede di prescrutinio. Il coordinatore, poi, si recava da un'applicata della segreteria, previa appuntamento ovviamente, e dettava le varie combinazioni A3, B4, C2, und so weiter, con le debite aggiunte, variazioni, correzioni. Il giudizio risultante, una volta stampato, veniva poi letto allo scrutinio, dove poteva subire qualche altra variazione, quindi, nuovo ritorno in segreteria, correzione e stampa sulla scheda da parte della povera addetta. La quale, ogni anno, poteva raggiungere momenti di totale isteria, per cui le coordinatrici di buon cuore usavano farle piccoli omaggi, dalla piantina fiorita al sacchettino di thè o tisana, per dimostrarle la loro gratitudine... (ché, se avessi dovuto stampare by myself i globali sulla scheda, avrei corso il rischio di trovarmene diversi...a gambe in su!!).
RispondiEliminaComunque, il superamento della modalità 'amanuense', con applicazione, tra la scheda per la famiglia e quella per la scuola della carta copiativa, era stato salutato con alte grida di giubilo, da me, almeno... *_^
Ah, i ricordi della griglia dei giudizi... quando il Consiglio esaminava col bilancino una serie di raffinatissime sfumature che centellinavano una scala di "adeguato", "non sempre", "talvolta", "nel complesso"... mi sono sempre domandata se poi i genitori riuscissero davvero a decifrare le raffinate sfumature che distinguevano un metodo di studio "autunomo" da un "abbastanza autonomo" e da un "nel complesso autonomo". Per noi era tutto chiaro perché avevamo presente l'intera scala musicale, ma per i genitori che leggevano UN SOLO GIUDIZIO, quello del figlio... quanto sarà risultata evidente la differenza?
RispondiEliminaComunque non abbiamo mai cercato di blandire la segreteria con offerte in natura perché mai nessuna segretaria ha mostrato una sia pur minima disponibilità ad impicciarsi della redazione delle schede: penne e computer erano completamente in mano nostra, o più esattamente nelle mani del coordinatore che, con la sua brava mandata di penne d'oca (o il suo bravo portatile) continuava a scrivere e riscrivere.
Comunque
Il cosiddetto "librone" indicava due cose: 1) il tabellone dei voti che stava in vicepresidenza o in segreteria sul quale ciascun insegnante riportava la sua proposta di voto entro un giorno prima dello scrutinio. Considerato che non poteva essere spostato dalla segreteria e/o vicepresidenza (misura precauzionale stante la grandezza della scuola) e che non è che proprio in entrambi i luoghi si potesse entrare in 27, né compilarlo in più di uno alla volta, obbligava i ligi a inutili attese per poter ottemperare ai propri doveri. 2) Il libro su cui veniva copiata a verbale una copia della pagella.
RispondiEliminaPer quanto riguarda gli inconvenienti di rete, no, non sono più gestibili, nella mia esperienza, né più brevi. Lo sembrano e basta. Perché, per esempio, se sbagli a copiare il librone e lo devi rifare, e ritimbrare, e il timbro tondo non c'è, e devi chiamare la responsabile del timbro tondo, che magari è andata legittimamente a casa perché non era tenuta a prevedere che l'insegnante addetto alla copiatura sbagliasse, e dunque delle due l'una, o aspetti che arrivi da casa o ti lasci mandare a quel paese, a casa ci vai tu e di fatto chiudi uno scrutinio senza poterlo davvero chiudere, ché se muori senza timbro tondo poi sono cazzi veri. No, non l'ho mai trovato più gestibile. Lo sembra perché la segretaria, mentre le parli al telefono, la conosci di faccia. Ma il tempo e la non dipendenza da te stesso della risoluzione del problema è analogo. Anzi, mediamente più alto, almeno nella mia esperienza.
pps. Gita meravigliosa, e Merry Men come sempre dei tesori! :-)
RispondiEliminaMi rallieto che la gita sia andata bene, prima di tutto.
RispondiEliminaE, sì, dopo che mi hai spiegato cos'è il Librone, immagino che al confronto di avere a che fare con sì raffinato strumento di tortura anche stare a guardar male una stampante che non stampa sia un'attività piacevole e anzi ricreativa.
Considera che noi non compilavamo niete di particolare: a volte una griglia con i numeri, a volte nemmeno quella, scrivere il voto sulle schede, fotocopia delle schede (fatte dalla segreteria), verbale standard degli scrutini (oppure verbale fluviale, a seconda dei casi). La penna faceva facilmente ciò che la stampante rifiutava di fare.
Comunque, si spera che per Giugno la macchina organizzativa riesca a limare i dettagli...