La crescita del PIL nel periodo 2002-2011 in alcuni paesi europei. Da notare la posizione di rilievo occupata da Spagna, Grecia e Portogallo. Il grafico è stato preso qui.
L'anno scorso la prof. Casini non faceva che lamentarsi (tra le altre cose) del suo manuale di Geografia, Marco Polo della DeAgostini, sostenendo che testi e dati statistici erano arretrati in modo patetico. A prova di ciò riferiva che ivi erano presentate come economie in espansione Spagna, Grecia e Portogallo (ma dava anche altri esempi).
E' cosa cognita che la prof. Casini si lamenta sempre e comunque di tutto e di tutti. Nel caso presente però ero portata a darle assolutamente ragione, anche perché pure io avevo trovato un po' troppo drastiche le descrizioni di certe economie asiatiche (le uniche su cui avessi un qualche tipo di conoscenza, a parte quelle americane). Insieme cercammo un modo per aggirare il vincolo dell'adozione per sei anni, e come grande concessione il rappresentante della casa editrice accettò di farcelo cambiare con un manuale dello stesso gruppo editoriale - il problema è che gli altri, ad un primo e superficiale esame, si rivelarono pure peggiori. Così ci tenemmo il Marco Polo, maledicendo una volta in più la Gelmini (che tanto, alla faccia nostra, continuava a godere di ottima salute nonostante i nostri pii auguri) e le sue riforme cinofalliche.
Avvisai i ragazzi di non prendere per oro colato i dati statistici del libro perché l'editore, che pur si preoccupava assai di ritoccare il prezzo del volume ogni anno, assai meno si preoccupava di controllare i suddetti dati statistici, che rischiavano quindi di risalire abbastanza indietro nel tempo (ad occhio, almeno di sei anni). Tuttavia in cuor mio considerai che, se pure era noto ormai da tempo che la situazione economica della Grecia presentava numerose incognite, ancora un paio di anni fa l'economia spagnola passava per godere buona salute. Insomma, ero convinta che si trattasse di trascuratezza recente.
Un anno è passato da allora, e non invano: il prezzo del Marco Polo è infatti nuovamente aumentato. Di ritoccare il testo, però, manco a parlarne: durante la tarda primavera e l'estate del 2011, mentre una settimana sì e l'altra pure la Grecia sembrava a rischio di default e di uscita forzata (o di cacciata) dalla zona Euro, l'editore provvedeva a mandare in rotativa lo stesso identico testo dove si spiega che l'economia greca è in netta espansione, trainata soprattutto da un brillante terziario. Naturalmente anche la Spagna continua ad avere un'avanzata crescita, così come Portogallo e Irlanda - del che siamo sinceramente lieti per loro; del resto, anche noi dell'Italia ce la passiamo tutt'altro che male.
Per un suo criterio interno, Marco Polo inizia, come tutti i manuali di geografia europea, dalla Spagna, per poi passare non al Portogallo bensì a Italia, Grecia, Turchia, Cipro e Malta. Archiviate le prime due, qualche sera fa stavo piluccando la Turchia, cui intendevo dare un certo rilievo, e nel farlo scopro che l'economia turca, poverella, stenta a decollare nonostante i turcheschi sforzi, per tutta una serie di motivi strutturali.
Il manuale che avevo due anni prima, ad Hogsmeade, non mi pareva che presentasse un caso tanto triste, anzi. Poi c'era qualcosa che mi pareva vagamente di ricordare...
Un piccolo controllo con Google mi ha permesso in pochi secondi di scoprire che, lungi dallo stagnare, nel 2011 la Turchia è stata seconda solo alla Cina per l'indice di crescita del PIL (ma in verità nel primo trimestre aveva superato financo la Cina), che è la sedicesima economia mondiale, che il reddito pro capite è passato in pochi anni da 3500 a 10.000 dollari e via dicendo. Tale progresso, seppur recente, non è proprio recentissimo ed è comunque iniziato prima della crisi spagnola. E siamo d'accordo che ancora non è un paese ricco, come non lo è la Cina, ma insomma parlarne come di un'economia stagnante, proprio noi che da una decina d'anni abbiamo una crescita del PIL inferiore al tasso di inflazione, e da un paio di anni nessuna crescita del tutto, anzi una diminuzione, beh...
Sarebbe interessante a questo punto scoprire quando è stato scritto il testo di quel disgraziato libro, e a che era geologica risalgono i suoi dati statistici, e ancor più interessante capire con che coraggio l'editore manda in giro un testo così datato, senza nemmeno preoccuparsi di dargli una rinfrescatina ogni tre anni per smorzare gli anacronismi più vistosi.
Anzi, potrei mandargli due righe per chiederglielo...
Il bello di insegnare fisica (con un programma che stenta ad abbandonare l'ottocento) è che nei libri di testo se ti limiti a guardare le equazioni e ignori il contorno non ci sono più di tante inesattezze. Solo, una noia mortale...Comunque, il Marco Polo ce lo ricorderemo (povero Marco Polo!).
RispondiEliminaMolti manuali di geografia spesso presentano aspetti di... immutabilità. Tranne nel prezzo, ovviamente.
RispondiEliminaCredo che tu debba inviare questo scritto alle più importanti (ma anche a quelle meno) testate giornalistiche di questo Paese. Perché qui c'è in ballo il niente spacciato per conoscenza, l'approssimazione e la superficialità spacciate per verità, e poi somministrate a ragazzi che hanno già un futuro compromesso. Non è giusto, no, non è giusto.
RispondiEliminaOra mia figlia sta studiando le carte geografiche, ma quando arriverà agli Stati, vigilerò, puoi starne certa.
Grazie, un saluto affettuoso.
Ah, andiam bene. Un altro testo di geo da buttare nel cesso...
RispondiElimina(e della de Agostini, poi!)
@Ellegio
RispondiEliminaIn effetti non ho capito perché tirare in ballo il celebre viaggiatore... anche se, a ben guardare, anche le notizie che portava dall'Oriente, quando arrivò a casa non erano più molto fresche. Forse ci si riferì a questo, nella scelta del titolo?
Il fatto è che le leggi della fisica permangono nel tempo: una leva funziona adesso come funzionava quando ero ragazzina. Geografia invece cambia, perfino a livello fisico: i continenti navigano, le montagne franano, i vulcani si risvegliano, le calotte polari si restringono... e figurarsi le economie e i confini.
@Cauty
Già. Tranne nel prezzo. QUELLO non si scordano mai di cambiarlo.
@Linda
Bene, non ci avevo proprio pensato ma è un'idea...
@LaProf:
Ma, guarda, probabilmente dieci anni fa era un buon testo. Per certi versi è tuttora accettabile (chessà, i fiumi...). E ci credi se ti dico che il fatto che sia della DeAgostini è la cosa che più mi irrita? Tutti noi, quando vediamo il simbolo della DeAgostini in basso sulla costolina di un libro di geografia, partiamo favorevolmente prevenuti... Ma immagino che la vecchia DeAgostini non esista più e che sia rimasta solo la sigla.
Almeno SPERO:
cara, uno dei peggiori libri di geografia con cui ho avuto a che fare è stato proprio uno della DeAgostini, "Terra!".
RispondiEliminaL'impostazione, soprattutto per quanto riguarda lo studio dei singoli stati, non era affatto male, ed era ricchissimo di informazioni, carte e grafici e dati. peccato fossero SBAGLIATI (ricordo ancora una carta tematica dei climi europei da brividi puri), talmente sbagliati che feci la relazione al Preside per modificare l'adozione prima dello scadere del triennio.
Sì, di Terra! avevo già sentito dire peste e corna, ma non avevo realizzato che era della DeAgostini.
RispondiEliminaBene, archiviamo un altro mito.