martedì 24 luglio 2012

La scuola ai tempi della Net Generation - 1 - Una scuola come si deve



Compito di artistica (di buon livello) eseguito da un alunno delle medie. Per realizzarlo il ragazzo si è avvalso dei più moderni ritrovati a disposizione della scuola, ovvero la parete di una caverna, un carboncino e colori a base naturale.

Nell'Anno di Grazia 2012, quando le dichiarazioni dei redditi sono ormai informatizzate e le operazioni bancarie si eseguono da casa e un cellulare poco più spesso di una carta da gioco basta a tenerti in contatto con l'universo mondo anche se sei in un ritiro per monaci trappisti e rivoluzioni e colpi di stato si seguono on line in tempo reale, sarebbe magari gradito all'insegnante (nonché ai suoi alunni)  per somministrare le sue pregiate lezioni, poter usufruire di strumenti che vadano un minimo al di là della voce, il foglio di quaderno, il foglio di libro e la lavagna di ardesia - non tanto in nome di un soverchio entusiasmo per l'innovazione fine a sé stessa, quanto per desiderio di impartire decorose lezioni agli allievi in questione; perché se è vero che né Socrate né Maria Montessori avevano la LIM né facevano vedere film in classe, nessuno può garantirci con sicurezza che l'uno e l'altro, avendo a disposizione cotali possibilità, le avrebbero rifiutate con sdegno (di fatto, non so proprio perché avrebbero dovuto).

Ambiente conservatore per eccellenza, la scuola si è trincerata dietro una serie di alibi: prima di tutto la mancanza di fondi (che non è affatto un alibi bensì una deplorevole realtà), la mancanza di personale tecnico specializzato (che non è più del tutto indispensabile), la mancanza di banda larga (e nemmeno questo è un alibi), la "paura che i ragazzi se ne approfittino per non studiare" (ma sappiamo tutti che un giovinetto risoluto a non studiare può farlo senza incomodo e con eccellenti risultati anche usando i metodi più tradizionali) e, soprattutto, una certa resistenza di fondo che non viene solo dalla scuola in sé ma anche da quella gran corte dei miracoli che la scuola da sempre si trascina dietro, prima tra tutti l'editoria scolastica.


Di fatto, la mancanza di fondi può persino essere stata utile, per certi aspetti, perché ha finito con l'evitare spese che sarebbero risultate obsolete in pochi anni - o almeno, possiamo provare a consolarci così. Ma sarebbe ormai tempo di darsi una mossa, perché non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo starcene seduti con le mani in mano in attesa che il Grande Fiume dei cambiamenti rallenti la sua portata. In fondo lo sappiamo tutti, che il Meglio è nemico del Bene.


Veniamo dunque a quel che si potrebbe fare con spese modeste.

La banda larga sarebbe gradita, naturalmente, ma anche un onesto collegamento in ADSL in tutte le aule per il momento sarebbe bastevole. E un buon computer regolarmente funzionante, con delle buone casse e una stampante a colori in ogni aula con proiettore e schermo touch screen. Ormai i personal computer te li tirano dietro per due spiccioli, sono fuori tendenza, praticamente antiquati: è davvero tempo che entrino in classe, che lì sappiamo cosa farcene.
Delle spesse tende scure, anche, da tirare quando si vuole utilizzare il proiettore di cui sopra. Per ogni banco (e anche per la cattedra, già che ci siamo), secondo l'accorto consiglio che Cuorcontento diede al MIUR quattro anni fa, "banchi attrezzati con dizionari e calcolatrici incorporate", magari aggiungendo anche una videoscrittura e un programma per la lettura delle immagini (e uno per fare le slide, se proprio proprio vogliamo sdarci). Due o tre chiavette USB per ogni alunno, una chiavetta o due per classe ad ogni insegnante. Per proiezioni da fare con più classi, una convenzionale postazione video in un'aula provvista di tende, computer, buone casse e buon proiettore.
Fine.

E le leggendarie LIM, le miracolose LIM, le rutilanti e costosissime (neanche più tanto, a dire il vero) LIM?

In realtà le LIM sono principalmente dei grandi schermi, di qualità variabile. I ragazzi possono scriverci sopra con i simil-pennarelloni... ma con l'aiuto di una tastiera senza fili possono scriverci lo stesso, con la videoscrittura. E fare le correzioni in diretta.
E' vero, esistono programmi per LIM con cui puoi fare l'esercizio che si autocorregge o ti segnala che è sbagliato, ma ci sono programmi dello stesso tipo per computer. E comunque è controproducente che la LIM faccia tutto da sola, in una classe dove ci sono venti compagni che a guardare solo la LIM si annoiano e un insegnante stipendiato. La correzione degli esercizi si fa comodamente anche a voce.
E se si vuole provare il brivido dello scrivere a mano, ci sono anche quei programmi per dipingere con cui puoi farlo. Il tutto senza pagare costosi corsi per insegnare ai docenti a usare la LIM.

E veniamo al proiettore e al collegamento in Internet. E scriviamo la parola magica: YouTube. Ci sono video di tutti i tipi, su YouTube: video per la scuola, video di storia, video storici, video geografici, video di astronomia, video che descrivono e analizzano quadri, video di musica, di architettura, di sociologia applicata, di bocciofilia... basta cercare. Se poi proprio qualcosa non c'è, si può fare e poi caricare: è pieno di video fatti da insegnanti e scolaresche. Fine dei sussidi didattici, fine della caccia ai documentari e ai filmati, fine dell'acquisto di tonnellate di videocassette e CD-ROM e diapositive. L'insegnante fa una navigatina la sera prima della lezione, trova quel che gli serve e lo fa vedere il giorno dopo in classe.

"Ragazzi, oggi esamineremo nel dettaglio come funziona un'eruzione vulcanica. Prima di tutto eccovi lo schema del vulcano. Questa è la canna centrale...".
Seconda parola magica: Google. Con Google si trovano immagini e testi di tutti i tipi. Il diavolo di Tasmania, l'Europa del congresso di Yalta, la Polonia nel XII secolo, disegni esplicativi dei monsoni, primi piani dell'Himalaya, ritratti di Elisabetta I (molti meno ritratti si trovano per Agilulfo, ahimé. Però ci sono delle belle miniature).  Fine dell'Atlante Storico, fine dell'Atlante di Geografia, fine delle carte microscopiche da visionare tenendosi un occhio in mano alla caccia della Vistola o di Aix-la-Chapelle che nel libro segnano come Aquisgrana.
E tanti tanti tanti brani di letteratura. Da stampare e, volendo, fotocopiare. Oppure da stampare in più copie. Con tanti cari saluti all'antologia. Certo, spesso mancano le impagabili illustrazioni che decorano le nostre antologie. E' una perdita dolorosa, certo, ma una classe dotata di stoicismo e forza d'animo può probabilmente sopravvivere alla  delusione di vedersi deprivata delle impagabili illustrazioni con cui le antologie tanto spesso ci allietano. Tanto più che oltre ai brani si trovano facilmente schemi, carte tematiche (alcune anche ben fatte), percorsi guidati, esercizi... Il segreto sta nel non cercare sui siti per le scuole, ma cercare e basta (possibilmente, per le immagini, con una stringa in inglese, così  esce molta più roba). Perché anche il materiale didattico non sempre è nei siti specializzati per la scuola: spesso è a giro, qua e là, nei luoghi più impensati. Libero, a disposizione di tutti. Freeload, come si dice. Chiedete, e vi sarà dato.

Un computer non sostituisce tutto, in una scuola; ma è un buon aiuto per sostituire i manuali fatti male (che al momento sono davvero un buon numero) come a suo tempo (un tempo non molto lontano, in verità) è stato un notevole aiuto per abbassare i prezzi della musica.

Io, in verità, mi sono sempre fatta un sacco di scrupoli per la musica e scarico solo musica regolarmente pagata. Ma nei confronti dell'editoria scolastica non riesco a farmi particolari problemi - anche perché non lavoro mica col loro materiale...
(D'altra parte, per esempio, un piccolo contributo a Wikipedia non sarebbe affatto fuor di luogo. Piccolo, ma se moltiplicato per ogni studente e per ogni scuola potrebbe non risultare poi tanto piccolo, senza svenare nessuno).

4 commenti:

  1. Ah. Come sono d'accordo. Io ho avuto quasi solo libri pessimi, negli ultimi cinque anni. E dunque ho fatto da me tutto, in pratica (e in specie tutto ciò che riguarda antologia; più una buona fetta di storia). E posso assicurare che si vive benissimo anche senza immagini. Mentre viceversa le schede le adatti alle esigenze delle classi e puoi variare gli esercizi in modo che non se li passino di anno in anno, come i libri. Oltre tutto, cercando bene, si trovano persino siti di scuola (spesso non italiani) che hanno degli ottimi materiali.
    Aggiungo che, se proprio si vuole scrivere sopra la lavagna proiettata con il pennarello, basta proiettare sulle lavagne bianche come schermo, et vois la, senza particolari problemi.
    L'esperimento che faremo noi quest'anno sui libri dovrebbe portare in quella direzione. Materiale e dispense autoprodotte in un network italiano, e fondi richiesti (molto meno) per comprare attrezzature. Vedremo.

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  2. Verissimo e giustissimo. Con un collegamento ADSL. una rete wi-fi, un portatile e un semplice televisore puoi fare miracolo. Non serve molto. Ho ancora in archivio tutte le mie UD e ricordo ancora lo stupore dei ragazzi le prime volte che vedevano le costruzioni geometriche o le dimostrazioni di teoremi in animazione. Sì, basta davvero poco ...

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  3. Cinque o sei anni fa sono tornata da un convegno sugli ebook dove avevo imparato una cosa che con gli ebook non c'entrava nulla: avevo visto unragazzino con un computer e un proiettore disegnare sul muro grazie a un pennarello grinta svuotata del suo solito contenuto e riempito con due pile mignon (o forse una sola) e una lucetta in punta. Grazie a programma apposito, si usava il muro come una LIM. Corsi dal capo a dirglielo, e due anni dopo la scuola comprò tre Lim.
    Ricorsi dal capo a dirgli che ormai esistevano proiettori che (senza la lim) ci avrebbero permesso di usare il muro, il lenzuolo, la fronte di un alunno come una Lim.
    L'anno dopo ci regalarono altre due Lim.
    L'anno scorso hanno regalato un'altra Lim, e l'han messa nella mia futura prima. Senza computer. Senza proiettore.

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  4. @ ' povna
    e infatti aspetto con una certa curiosità l'esito del vostro progetto. Magari, se progetti del genere si diffondono, forse gli editori scolastici cominciano a fare mente locale al fattore "qualitò", che non consiste solo in gadget decorativi...

    @ Grigio
    Sì, serve davvero poco. Molti insegnanti si spaventano davanti al Totem Computer, ma non importa saperci fare chissacché per usarlo a scuola - così come non importa saper impaginare un libro per usarlo...

    @LaProf
    Che dirti? A quel che sembra la scuola ha principalmente due problemi: quello di non avere soldi e quello di avere soldi.
    Comunque una LIM senza computer ha pur sempre la sua utilità: se per esempio i tuoi ragazzi fanno una raccolta di figurine possono attaccarci i post-it con quelle che vogliono scambiare o gli mancano. E anche in primavera, se qualcuno ha dei gattini da piazzare...

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