mercoledì 19 maggio 2010

A School for Scandal




Nei giorni della mia radiosa giovinezza Playboy era considerata "una rivista elegante", anche se tutti sapevamo che nel paginone centrale la modella era nuda. Anche nell'atmosfera di perbenismo oppressivo che va tanto di moda ai giorni nostri, comunque, definirla "materiale pornografico" mi sembra un po' eccessivo, checché ne dica la giovane Contaballe.
Ad ogni modo è stato in un'Ottica Altamente Trasgressiva che Lunastorta ne ha comprato un numero all'edicola del suo paese qualche settimana fa. Da allora, per molti giorni, tale rivista ha viaggiato su e giù da scuola, fedelmente custodita nel suo zaino, e ha viaggiato parecchio anche in giro per la classe, durante le ore di lezione e non; o almeno così giura la Contaballe (non sempre il massimo dell'attendibilità, a dire il vero) che si è raccomandata che noi professori serbassimo il segreto perché se no i compagni l'avrebbero picchiata, se avessero saputo che aveva parlato.
I racconti di Contaballe vanno sempre maneggiato con le pinze, ma stavolta quel che dice "se non è vero, è inventato bene".
Ad ogni modo quel numero di quella rivista è stato trovato non da noi ma da Mina Vagante, un ragazzo della classe accanto, ospite casuale un giorno in cui la sua classe era ai Giochi della Gioventù e lui aveva perso il pullmino per andarci e dunque si trascinava per le varie aule, al seguito di professori scarsamente entusiasti della sua compagnia, in qualità di Ospite e di Rompiballe - ruolo, quest'ultimo, che da sempre ricopre con successo all'interno della scuola e di ogni singola classe che l'ha ospitato, vuoi per poche ore, vuoi per un intero anno.
Sta di fatto che per annoiarsi meno è andato (senza essere stato invitato a farlo) a frugare nello zaino di Lunastorta, dove ha pescato la rivista e se l'è portata al suo posto, vicino alla cattedra.
Lunastorta, comprensibilmente, non se l'è sentita di urlargli dietro "Ehi, rendimi il mio numero di Playboy!" e non deve avere passato un bel quarto d'ora mentre Mina Vagante sfogliava la rivista ridacchiando in modo così palese che l'insegnante ha dovuto notarlo, prendere atto della cosa, vedere che rivista era e poi...

Naturalmente Lunastorta ha negato tutto. La rivista non era sua, né sapeva come e in qual modo fosse finita nel suo zaino. Per negare, Lunastorta è bravissimo e, per quanto in ansia, ha sostenuto la sua tesi senza esitazione.
Beh, a quel punto era l'unica cosa da fare. L'altra possibilità era dire con fermezza "Scusate, io nel mio zaino ci tengo quel che mi pare purché non contrario alle norme di legge, e questa rivista è venduta nelle edicole alla luce del sole e regolarmente registrata da un tribunale. A scuola non la usavo e dunque che volete da me?".
Ma era una tattica che ad Hogsmeade (e forse in ogni altra scuola media) non sarebbe stata apprezzata, e non avrebbe tirato noi fuori dagli impicci: che fare col Detentore di Materiale Pornografico? Per fortuna lo spettro dell'Implacabile Madre di Lunastorta che piombava come un falco su di noi accusandoci tutti quanti di mettere sempre in mezzo il suo Povero Bambino Indifeso incombeva minacciosa, e la Preside è stata ben lieta di seguire la mia morbidissima proposta di archiviare la grana limitandosi al sequestro della rivista "che tanto non veniva reclamata come proprietà da nessuno".

Resta tuttavia lo spazio per una serie di riflessioni. La prima è: come mai Mina Vagante si è diretto con tanta sicurezza proprio verso lo zaino di Lunastorta? E' evidente che sapeva che la rivista era lì (naturalmente lui giura di averla presa convinto che fosse una rivista di sport, attratto dalla bella pubblicità di un orologio di lusso che c'era sul retro della copertina; e anzi si è mostrato molto offeso quando gli è stato fatto notare che non è corretto pescare negli zaini altrui e prendere roba senza il permesso del proprietario). E, magari, lo sapeva perché qualcuno glielo aveva detto. Qualcuno che voleva:
ipotesi 1) farsi quattro risate godendosi la scena (che l'insegnante di turno ha contribuito a rendere ridicola assai, prendendo molto sul serio la questione. Forse perché, come ha dichiarato poi fieramente "lei un numero di Playboy non l'aveva mai letto in vita sua". Cosa più che legittima, comunque: nel contratto di assunzione mica c'è scritto che doveva averlo letto)
ipotesi 2) saltare la lezione (come è di fatto avvenuto, tra fibrillazioni varie, convocazioni di colleghi, inclusa la sottoscritta coordinatrice, e processioni dalla Preside)
ipotesi 3) giocare un tiro a Lunastorta, che di fatto non è molto amato e non ama molto, là dentro - e forse ci sono motivi validi per entrambe le cose.
E' possibile naturalmente anche un mix delle tre ipotesi, o di due soltanto.
Chi è questo Qualcuno? Contaballe ci ha dato un nome, ma è possibile che la sua fosse solo un'ipotesi e che l'informatore sia stato tutt'altro. Volendo, può essere anche che la delatrice sia stata lei - se è stata così disponibile a raccontarci la storia, può darsi che lei o altre delle ragazze non abbiano gradito la presenza della rivista e abbiano cercato un modo per eliminarla - nel qual caso hanno tutta la mia solidarietà.

A tutto questo, visto il tipo di classe, non c'è speranza di avere risposta. Dai commenti che hanno avuto cura di farsi sfuggire in mia presenza, tutto il pasticcio è stato combinato solo e soltanto da Lunastorta - di cui, mi par di capire, tutti hanno guardato volentieri la rivista ma che non hanno minimamente provato a difendere. E in effetti là dentro il gusto della trasgressione è molto alto. Ma, per l'appunto, la Grande Domanda che mi frulla in testa in questi giorni è: da quando in qua guardare un numero di Palyboy è realmente un'azione trasgressiva?
E soprattutto: cosa c'è in Playboy che non si possa vedere agevolmente a qualsiasi ora alla televisione, per tacere di Internet dove i ragazzi navigano serenamente a giornate intere (e non a scopo di studio, a giudicare dai risultati)?
E' la potenza del glorioso brand dei coniglietti? Il fascino della tradizione? O la forza della provincia?

4 commenti:

  1. Il fascino retrò del nome...
    Le conigliette di playboy sembrano educande rispetto alle vallette dei quiz-show in fascia pomeridiana ma evocare Playboy sembra che risvegli l'animo puritano che è in "noi"... forse è colpa dell'editore che in sedia a rotelle e passati gli ottanta (mi pare) continua a sposare o "concupire" (non sapendo se si possono usare termini mi diretti...) le conigliette del mese...
    Basta pensare al Calendario Pirelli, roba da collezionisti che nulla invidia al più comune calendario da gommista ma essendo in edizione limitata è roba da pochi eletti...

    RispondiElimina
  2. è guardarlo a scuola la trasgressione.
    almeno, credo...

    RispondiElimina
  3. Beh, io alle medie mi accontentavo dello spettacolo delle gambe della prof di matematica (allora si usavano ancore le giarrettiere ...)

    RispondiElimina
  4. mina vagante sapeva di più di quel che diceva...
    il soprannome non poteva essere più appropriato
    non c'è classe in cui quel giornale non sia entrato.. ma da disapprovare a fare la spia c'è una bella differenza

    RispondiElimina