sabato 10 aprile 2010

Manuale del perfetto Insegnante - I Genitori (6)


Un Buon Genitore, com'è noto, è del tutto impermeabile ai ricatti morali che la prole tenta di operare nei suoi confronti - cosa in effetti assai semplice, soprattutto per chi non ha figli

Ordunque abbiamo parlato sinora di genitori e di insegnanti. Ma, com'è noto, esistono alcune concatenazioni di circostanze* grazie alle quali un insegnante può diventare genitore. Subentra allora in lui un notevole cambiamento della weltanschauung.

E' noto infatti che mai si vide al mondo migliore allevatore di prole dell'ISF (Insegnante Senza Figli): costui infatti sa sempre benissimo quali sono i principi e le modalità da seguire nell'educare i giovani virgulti e spesso e volentieri tali principi e modalità riprendono (a suo dire) quelli dei suoi genitori. Sovente ne risulta il quadro familiare di una coppia genitoriale di 2GS (ovvero Due Grandissimi Stronzi) cui faceva da riscontro un figlio/a di obbedienza esemplare e assolutamente ligio al suo dovere.
Già qui vi sarebbe abbondante materiale da riflessione: per esempio solo i figli più che esemplari scelgono di diventare insegnanti? In tal caso, niente di strano che abbiano difficoltà ad accettare il comportamento dei loro allievi (in particolare di quelli che non sembrano mostrare alcunissima propensione all'insegnamento) e che non cessino mai di pontificare sulla giovanile indisciplina. Oppure: come si conciliano certi ricordi autobiografici dell'esemplarissimo individuo in questione con altri racconti di amici comuni che lasciano intravedere, per carità, una persona onestissima e più che rispettabile, ma che ogni tanto si concedeva qualche innocua evasione, non tutti i giorni entrava in classe con i compiti completamente svolti e ha rifilato pure lui il suo bravo quantitativo di balle agli autori dei suoi giorni?

Come che sia, l'Insegnante Senza Figli sa sempre indicare a perfezione come e quanto sbagli il GO (Genitore Ordinario), reso da lui oggetto di continue critiche, oltre ad avere ben chiaro che cotale genitore non dovrebbe mai e poi mai trovare da ridire su alcuna scelta di alcun insegnante. Tale atteggiamento, va riconosciuto, non cambia una volta che l'Insegnante Senza Figli si riproduce: il Genitore (degli altri) continua ad essere uno smidollato incapace, privo di fibra morale e di buon senso e assai impertinente quando si permette di criticare un docente.
Tuttavia, una volta che api e uccellini hanno fatto il loro dovere e il docente si è riprodotto, quando infine è passata la fase dei pannolini e dei biberon e giunge il momento di mandare la prole a istruirsi secondo l'usata trafila che inizia con la scuola materna, il Genitore Insegnante subisce una profonda metamorfosi, quasi un rinnovamento interiore - e scopre, improvvisamente, che la classe docente è composta da disgraziati incapaci.
Verrebbe magari da pensare che, memore degli anni passati a combattere con i genitori e dopo le numerose critiche rivolte ai suddetti, da solo o insieme ai colleghi, un insegnante che si ritrovi ad essere anche genitore, consapevole com'è delle numerose difficoltà in cui inevitabilmente si può ritrovare il collega che ha avuto in sorte la gestione della sua prole, si dimostri pieno di comprensione e solidarietà e capace di immedesimarsi nel punto di vista del malcapitato di turno, almeno qualche volta.
Verrebbe magari da pensarlo, ma sarebbe sbagliato: nel momento in cui si riproduce, un Insegnante diventa un Genitore come tutti gli altri ed esibisce il consueto repertorio che ogni docente conosce, a cominciare dai classici "Non lo/la capisce" "Io conosco mio/a figlio/a" "Non si può trattare così un/a bambino/a", senza risparmiarsi i consueti "I bambini/ragazzi vanno saputi interessare alla materia", "Non sa tenere la classe" fino agli stranoti "L'ho interrogato/a ieri sera e sapeva tutto" "Non sa valorizzarla/o".

Subentra inoltre anche un fattore gerarchico: infatti il Genitore Insegnante tollera assai male le rimostranze degli insegnanti di rango "inferiore". Convinto forse dai sistemi informatici, dove di norma "il maggiore legge sempre il minore" (ad esempio Word 8 che legge, o dovrebbe leggere anche Word 7), il Genitore Insegnante dà per scontato che chi insegna alle medie sappia di default come dovrebbero lavorare alle elementari, chi lavora alle superiori sia anche perfettamente in grado di giudicare l'operato degli insegnanti delle medie eccetera. In cima alla piramide ci sono, ovviamente, gli insegnanti universitari - che sono comunque convinti di saperne più di chiunque al mondo su qualsiasi cosa almeno vagamente collegata al loro settore, indipendentemente dal fatto di essere o non essere genitori.
Tuttavia è risaputo che, se pur esistono alcune, specialissime persone capaci di insegnare in qualunque scuola di qualsiasi ordine e grado con adeguate capacità e competenza, la maggior parte dei docenti a malapena impara e con gran fatica ad insegnare ad una determinata fetta di individui, e anche lì non sempre con risultati entusiasmanti. In breve, riuscire ad appassionare le giovani menti alla trigonometria non ti rende automaticamente capace di avviare delle ancor più giovani menti alla scoperta dei numeri da uno a dieci; e tuttavia la maggior parte dei Genitori Insegnanti è convinta di essere perfettamente in grado di valutare l'operato di un collega di grado più basso e di saper criticare a ragion veduta le sue scelte, come si può facilmente sentire in qualsiasi Sala Professori.

I colleghi ascoltano, un po' inquieti.
In cuor loro si domandano se diventeranno (o sono stati) anche loro così.
In cuor loro sanno che la risposta è quasi sempre "sì".


*per un riepilogo delle medesime, basta cercare uno di quei siti che parlano delle api, delle farfalle, delle cicogne e di consimili argomenti
** si tratta di una generalizzazione: si danno infatti molti casi di insegnanti che riescono a mantenere, almeno all'apparenza, un atteggiamento equilibrato e ragionevole verso la propria prole. Tu, che stai leggendo in questo momento, sei ovviamente uno/a di loro.

8 commenti:

  1. Ma... ecco... come genitore devo pur ammettere che i professori dei miei figli sono degli isterici incapaci. E fanno pure le preferenze, toh!

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  2. Io devo dire che inveisco contro gli insegnanti di mia figlia quando vedo che corrono come pazzi per rispettare le scadenze del programma, quando assegnano milioni di compiti (anche dal sabato al lunedì), quando pretendono che mia filgia impari l'analisi logica in tre giorni, passando da ìl predicato nominale al complemento di tempo alla velocità della luce, quando non innovano la didattica... etc etc etc

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  3. la 'povna non ha figli. quindi può esercitarsi al meglio nell'arte di dare consigli non richiesti (ai genitori dei suoi alunni, come a qualunque altro genitore). non sa che cosa farà quando si sarà riprodotta (anche se una vecchia leggenda dice che probabilmente mangerà i suoi bambini - e di secondo nome non si chiama Crono). Sicuramente però è sicura di una cosa (ne parlava giusto ieri sera con Nike - con cui pure si scambiano consigli su che cosa somministrare ai loro rispettivi alunni, pur così distanti di età): lei, di sicuro, negli ordini di scuola diversi dalla sua non ci saprebbe insegnare (e ogni tanto ha pure dei dubbi sulla corretta coabitazione di scuola e altro mondo, mah).

    ps. domanda fuori tema: ma perché sei in ritardo di un mese sulla vita, Murasaki?

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  4. infatti, ho costretto il Metallo ad un patto di ferro: nel caso (improbabile) in cui decidessimo di riprodurci, sarà il caro papino a seguire in toto la vicenda scolastica del pargoletto. io ne ho già abbastanza dei miei alunni.

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  5. @ palmy
    sono sicurissima che hai ragione, prof! ^___^

    @ LaNoisette:
    mi sembra una buona strategia preventiva.
    L'ho visto fare a diversi insegnanti, con eccellenti risultati ^__^

    @ 'povna/Medea
    ma io sono *sempre* in ritardo, tranne che a scuola. Perché non dovrei essere in ritardo anche nel blog?
    (Sono vecchi post che avevo iniziato e lasciato a mezzo. Via via li completo. Ne ho ancora un pacchetto, e magari per quell'epoca ne avrò lasciati altri a mezzo... chissà se mi rimetterò mai davvero in pari?)

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  6. Hai scritto parole sacrosante. E anch'io ho vissuto direttamente il dualismo insegnante-genitore, vivendo a volte momenti contradditori a seconda 'dell'abito' che in quel momento stavo indossando.
    Spero comunque di essere stata, per i miei alunni, un'insegnante migliore di certi colleghi, incontrati dai miei figli...

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  7. @ Cauty:

    ne sono più che sicura, prof! ^___^

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