"Di questo cibo avrete caro!" ammonisce una voce dentro l'albero al quale i penitenti colpevoli di gola del Purgatorio dantesco porgono invano le scarne mani consumate dalla fame (sapendo per di più di porgerle invano, e dunque porgendole solo per amore di penitenza), in un'epoca ancora priva dei vantaggi offerti dall'estratto di carne Liebig.
A orecchie moderne la frase ha un doppio significato: infatti al "caro" che vuol dire "carenza" si è affiancato l'attuale significato di "caro", ovvero "di alto prezzo".
Entrambe le interpretazioni descrivono perfettamente il perverso meccanismo che sta alla base delle macchinette distributrici di cibo e bevande all'interno delle scuole, dove sia il cibo che le bevande si distinguono in particolar modo sia per la carenza (quando la macchinetta si inceppa) sia per la carezza (le rare volte che tali macchinette funzionano); tali macchinette inoltre sono regolarmente circondate da una folla di giovani creature che tendono verso di loro le mani come se, in assenza di ciò che le macchinette contengono, non aspettasse loro altra sorte che la morte per inedia.
In un angolo, accigliato, il personale docente e non docente deplora le pessime abitudini alimentari dei ggiovani d'oggi.
Ma andiamo per ordine.
In ogni scuola media di mia conoscenza (con la misteriosa e lodevole eccezione di Hogsmeade) esistono una macchinetta che distribuisce merendine e una che distribuisce bevande fresche e spesso gassate, oltre a un erogatore di bevande calde che di solito (ma non sempre) si trova in sala professori.
La primaria funzione di questi aggeggi è spillare soldi ad insegnanti e alunni in cambio di pochi bocconi di cibo o di pochi sorsi di bevande che al di fuori della scuola costano meno della metà (per "fuori della scuola" si intende qualche metro oltre il cancello della suddetta, visto che la maggior parte delle scuole medie non sono situate in mezzo ad altipiani deserti spazzati dai venti) oltre che far incassare alla scuola un qualche canone dalla ditta che installa le macchinette.
La seconda ma non meno importante funzione di cotali distributori è insegnare agli alunni della scuola i basilari concetti di Divieto, Infrazione e Trasgressione.
Infatti tali macchinette erogatrici sono sempre fatte oggetto di un qualche divieto per gli alunni. Non tutte le scuole arrivano al virtuosismo di piazzare il distributore di cioccolata e caffé nel bel mezzo dell'ingresso della scuola, senza cartello e con il divieto fantasma per i ragazzi di servirsene che diventa esplicito solo dopo un mese e passa che è iniziato l'anno scolastico (lasciando così gli alunni, comprensibilmente, un po' irritati e con la spiacevole quanto veritiera sensazione di essere presi in giro) ma ogni scuola che conosco ha regole stranissime e vagamente bizantine sugli orari in cui i ragazzi possono servirsi di Coca-Cola, KitKat e Kinder Brioss: prima dell'intervallo ma non durante il suddetto, prima dell'inizio delle lezioni, al termine delle lezioni, al cambio delle ore, in tutti i momenti tranne al cambio delle ore, dalle 9,47 alle 10.01 e dalle 12.16 alle 12.32, solo durante l'intervallo, solo durante l'intervallo dopo la mensa... ognuna di queste regole è palesemente dissennata e gli alunni danno l'impressione di vivere solo per infrangerle. Del resto, possono farlo senza pericoli... diciamo per quattordici quindicesimi dell'anno scolastico, violandole apertamente anche in presenza di custodi, insegnanti e genitori che non li degnano di uno sguardo; ma in un gruppetto di giorni disseminati un po' a casaccio durante l'anno scolastico, anche il semplice avvicinarsi all'Albero del Bene e Del Male in un momento che sfori di un solo capellesimo di secondo i Momenti Vietati vuol dire tirarsi addosso orribili ramanzine e perfino note sul diario.
Come può un normale studente resistere alla tentazione del Rischio e del Proibito?
L'insulsa merendina, la lattina di Fanta che può procurarsi a casa o fuori a semplice richiesta, qui può costargli un Pubblico Rimprovero dai professori o un paio di urlacci dai custodi, oppure niente di niente (a parte i soldi), a seconda dei capricci imperscrutabili del destino.
Ovviamente nessuno resiste - nessuno nemmeno ci prova, a resistere, e tutti si affollano rapidi e presti intorno al distributore, godendosi le emozioni della roulette russa senza buona parte degli svantaggi che di solito tale gioco comporta.
Nel frattempo, la stessa Dirigenza che ha fatto installare l'Albero del Bene e del Male prepara circolari che deplorano le risse alle macchinette e il linguaggio alquanto rozzo usato dagli studenti nel caso - frequentissimo - che la macchinetta ingoi i soldi senza volerne sapere né di restituirli né di offrire alcunché in cambio, ed esorta gli insegnanti a preparare lezioni di educazione alimentare in cui venga detto peste e corna delle bevande gassate, degli snack confezionati e delle patatine fritte industriali, criticando nel contempo, insieme ai suddetti insegnanti la sconsiderata tendenza delle giovani generazioni a sprecare soldi per imbottirsi di snack e aggeggi fritti ignorando le buone verdure lesse e la pasta scotta della mensa (beatamente dimentichi, sia la Dirigenza che gli insegnanti, che quando loro facevano le scuole medie, l'unica cosa che gli interessava fare con la verdura lessa era sbatterla nel muro).
Al di là dell'ovvio, ovvero del motivo economico che spinge all'installazione di tali macchinette, trovo che in fondo ci sia più senso a insegnare l'educazione e la responsabilità quando esiste la tentazione, no? :D E' come fare una dieta avendo la possibilità di svuotare il frigo (magari perché si vive da soli) piuttosto che... resistere a frigo pieno ;)
RispondiEliminaIl secondo caso è molto più virtuoso, no? :)))))
Sì, in effetti...
RispondiElimina(confesso che questo aspetto della questione etica mi era sfuggito ^___^)
Siete avanzatissimi! Noi abbiamo solo le macchinette di bevande, sono in una rientranza del corridoio tra le porte dei gabinetti del pian terreno. Lì non ci sono aule, e agli alunni è proibito scndere per avvicinarsi alle macchinette, finanche di guardarle, le macchinette. Cioè, possono dar loro un'occhiata mentre passano di lì, ma siccome di solito passano di lì solo quando sono portati in presidenza, in genere hanno altre preoccupazioni :-)
RispondiElimina@ LaProf
RispondiEliminaStrana storia. Se sono rimpiattate, come fanno gli alunni a farsi spennare? E se gli alunni non si fanno spennare, a cosa servono le macchinette?
Si direbbe che il tuo abile DS abbia trovato un buon sistema per intascare il canone senza danneggiare la salute dei suoi alunni...