lunedì 24 agosto 2009

Come NON trattare un argomento



Un tempo costumava portare il giornale in classe e usarlo per insegnare ai fanciulli in fiore come raccontare un fatto o riassumere una questione. Oggi sarebbe forse meglio usare la tecnica ex contrario e far loro leggere un articolo di giornale per mostrargli come NON dovrebbero procedere quando vogliono parlare di qualcosa.

Prendiamo ad esempio un articolo dal confuso titolo Rush finale per le riparazioni - Spese enormi e rebus religione di Salvo Intravaia. L'articolo intreccia la questione della sentenza del TAR sul ruolo degli insegnanti di religione cattolica nei consigli di classe con il tema della spesa delle famiglie per le lezioni private (entrambi gli argomenti si ricollegano con gli esami di riparazione prossimi venturi ma sono accostati in modo piuttosto maldestro).
Ci viene spiegato che gli studenti incappati quest'anno nella "sospensione del giudizio" sono il 28,6 per cento (degli studenti delle superiori, si osa presumere, visto che negli altri ordini di scuola i ragazzi sono stati passati o bocciati senza sospendere alcunché); "si tratta di quasi 613 mila ragazzi e ragazze dei primi quattro anni delle superiori".
Scopriamo poi che, secondo "una recente pubblicazione dell'Istat" non meglio definita, le famiglie italiane spendono in media per "lezioni private" 133 euro l'anno. Questo dato, "moltiplicato per i 24 milioni di famiglie italiane determina un giro vorticoso di denari: più di 3 miliardi di euro".

Premesso che con l'equivalente di 133 euro (260.000 lire circa) non pagavi le ripetizioni di un'estate nemmeno quando rimandavano me, nella seconda metà dei gloriosi anni 70, e figurarsi ora (salvo casi particolari, i ragazzi rimandati dovranno pur farsi almeno una ventina di ore di lezione, se vogliono saldare i loro debiti. Di meno la vedo difficile);
dicevo, premesso questo, sorge spontanea una domanda, ovvero "Da dove saltano fuori 'sti 3 miliardi abbondanti di euro, che sembrano una cifra decisamente spropositata"?
Effettivamente, se proviamo a moltiplicare i 133 euro per i 24 milioni di famiglie italiane si arriva a 3.192.000.000; in questi 24 milioni di famiglie ci stanno tutti, ma proprio tutti: vecchietti quasi centenari, coppie che non hanno alcuna intenzione di figliare, anziani coniugi che si barcamenano tra nipoti di varie età e giovani coppie che cercano di gestire gruppi di pargoletti scalcianti e in perenne richiesta di un biberon pieno - nonché molti genitori di ragazzi studiosi e accorti che mai si sono indebitati né hanno alcuna intenzione di farlo in futuro.
Tutti costoro non spendono un centesimo per le lezioni private, a meno che non decidano di imparare a suonare il violino o esercitarsi nella conversazione in lingua spagnola; ma in quel caso non dovrebbero rientrare nella statistica di cui sopra.
D'altra parte, se davvero la media di ogni famiglia, da chiunque sia composta, è di 133 euro per lezioni di recupero, questo porta, dividendo i fantomatici 3.192.000.000 per i 613.000 ragazzi indebitati (le famiglie potrebbero essere forse un po' meno perché il caso di due o più fratelli ognuno con i suoi bravi debiti non è impossibile) a una spesa di 5.200 euro per ogni ragazzo. Certo, se una famiglia si impunta a pretendere un professore universitario di chiara fama per 50 ore, tecnicamente la cosa è possibile; ma solo in quel caso.

Tentiamo un'altra strada: i 613.000 indebitati sono, sempre secondo l'articolo, il 28,6% degli studenti (delle superiori, si spera) che dunque nel complesso dovrebbero essere 2.143.000, per un po' meno di famiglie. Moltiplicando i misteriosi 133 euro che le famiglie spendono in lezioni private per questi 2.143.000 abbiamo 285.000.000 milioni di euro, che sono meno di un decimo di 3 miliardi e passa e che, divisi per i 613.000 studenti indebitati fanno circa 465 euro cadauno - che a levarseli di tasca certo non sono pochi, ma comunque meglio di 5. 200 euro, e un 20/25 ore di lezione ad uno studente universitario di scarse pretese ce le paghi.

La morale di questa vicenda (assolutamente conforme alla legge del Menga) è che i giornali, tutti i giornali, anche quelli che avrebbero qualche pretesa (l'articolo citato viene da Repubblica che un tempo, a quel che ricordo, era un giornale abbastanza affidabile, e non da La Gazzetta di Monculi di Sotto, composta riciclando malamente qualche testata nazionale) sono pieni zeppi di cifre, citano cifre, ci riempiono e ci ingozzano di cifre che magari, in origine, erano valide, ma che piazzate così a casaccio possono al più contribuire alla creazione di un grazioso universo alternativo che vive di vita propria ma che ha scarsa attinenza con quello in cui ci muoviamo e viviamo ogni giorno noi comuni mortali.

9 commenti:

  1. Hai scoperto il vermetto anche dentro la notizia? Eh, eh, eh ....

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  2. oddio com'è vero.
    E in questi giorni si discute proprio di questo, della verità delle notizie che danno i quotidiani

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  3. Ho cercato un po' e ho trovato questo, da cui sembrerebbe che i 133 euro siano la spesa media annuale delle famiglie. Mica solo l'estate, o solo per la riparazione a settembre.
    Credo solo delle famiglie che sostengono spese per l'istruzione: il povero vecchietto ottuagenario può continuare a fregarsene.
    Resta il fatto che dall'articolo non si capisce. Ergo, è materiale ottimo per la lezione su come NON trattare l'argomento ;)

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  4. 133 euro sono suppergiù la cifra che ho guadagnato con le rpetizioni di storia e geografia al poverello di prima media che mi ha allietato alcuni pomeriggi della scorsa primavera.
    Ma, non essendo lui uno studente delle superiori, è fuori statistica.
    Tanto più che la di lui madre, forse conscia delle fatiche della sottoscritta, ha voluto a tutti i costi che di "euri" ne accettassi ben 150!
    Comunque concordo sul fatto che anche Repubblica, ahimé, a volte presenta delle cadute di tono... giornalistico.

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  5. !!!!
    Cauty, ma che razza di prezzi fai? Perfino peggio della mia sarta!
    E d'accordo che da voi tutto costa meno, però non puoi rovinare la piazza in questo modo ai poveri universitari squattrinati!
    O gli hai fatto tre ore, al poverello (non certo poverello per colpa tua, comunque)
    Ci credo che la madre ti ha almeno arrotondato la cifra!

    Murasaki (che, npta bene, si è ritirata dal giro un anno dopo la laurea e anche all'epoca pigliava pochino)

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  6. C'è un post qui: http://dirittoallarete.ning.com/profiles/blogs/la-scuola-come-fa-comodo-ai
    (per dire che sei citata anche lì :-)

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  7. Eh, ma oggi quel che conta e' "colpire". Che siano cifre spropositate, foto indecenti o titoli roboanti, poco importa :)

    E immagino il fastidio quando poi qualcuno chiede da dove saltano fuori quei numeri! ;D

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  8. ricordo che qualche anno fa il Sole24ore pubblicò una statistica con i prezzi delle lezioni private nelle varie città d'Italia. con i 133euro di cui parla l'articolo, a palermo ci sarebbero sacappate sì e no un paio d'ore di greco o di latino...

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  9. @ Annalisa

    Grazie della segnalazione ^__^

    @ Wolf

    Ah, si infastidiscono sempre. In questi giorni a base di presunte informative e improbabili estratti del casellario giudiziario son tutti lì a lamentarsi per certa gente che sta a guardare il capello...
    Non è un periodo in cui la precisione vada molto di moda.

    @La Noisette

    Però, devi ammettere, con i tre miliardi sempre citati nell'articolo gli possiamo dare una bella preparazione, a questi ragazzi.

    Bentornata!

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