Il 6 Aprile il tour teatrale di Max Gazzé "Casi ciclici" è approdato a Firenze, con mia grande gioia. La descrizione ufficiale parlava di "uno spettacolo audiovisivo dove le canzoni seguono un ordine preciso e sono accompagnate da immagini che rendono parole e musica visibili, ne dilatano il contenuto, le interpretano e le estendono. Un film sonoro in cui Max coinvolgerà il pubblico nel suo modo eclettico e originale", insomma una di quelle presentazioni che lasciano molto, molto perplessi gli spettatori che, come me, sono convinti che il musicista ha da suonare e basta - anche se poi il mio musicista preferito, Wagner, era quello che teorizzava l'Opera d'Arte Totale.
Comunque sia, l'anno scorso ai primi di Settembre ero stata deprivata all'ultimo momento del mio legittimo Concerto Convenzionale, per motivi mai ben chiariti, e poi in teatro sarebbe stato possibile eseguire certe canzoni dell'ultimo album che in un normale concerto erano piuttosto difficili da proporre (ad esempio la mia adorata Crisalide). Insomma ho preso il biglietto e sono andata, al termine di una giornata decisamente faticosa. Mentre viaggiavo verso la Grande Città mi sentivo assai desiderosa di un bel letto morbido e mi domandavo seriamente se, arrivata in teatro, avrei fatto la per me insolita esperienza di dormire durante uno spettacolo.
No, non mi sono addormentata; al contrario, ho avuto notevoli difficoltà a dormire una volta tornata a casa e l'adrenalina rimasta in circolo è stata tale da garantirmi un pronto risveglio alle prime luci dell'alba del giorno dopo e a mantenermi agevolmente sveglia durante la giornata decisamente complessa che è seguita. E' stato tutto assolutamente splendido, ho goduto fino in fondo ogni singola nota e parola e per le trenta ore successive sono rimasta immersa in una beata nuvola musicale che mi avvolgeva e circondava e attraversava ogni mia fibra. Si sa, una musica può fare.
Sulla scena, oltre a Gazzé al basso c'erano Megahertz (teremin e sintetizzatori) Sergio Carnevale (batteria), Silvia Catasta (flauto traverso e ottavino) e il Quartetto d'Archi EdoDea. L'insieme poteva magari sembrare un po' eterogeneo ma funzionava a meraviglia, e riascoltare una di quelle macchine anni 70 che fanno tutto compreso distorcere la voce (sì, il teremin) è stato un vero piacere per chi, come me, ha tanto amato i Kraftwerk. Però che proprio una canzone dei Kraftwerk (Computer World, che nemmeno conoscevo) potesse infilarsi così agevolmente in uno spettacolo di Gazzé, musicista caldo per eccellenza, e dare l'impressione che quello fosse il contesto a lei più adeguato, no, quello non era previsto. Allo stesso modo quegli strumenti elettronici si sono infilati alla perfezione nelle canzoni più viscerali dando loro una profondità più calda. Mi sono piaciute tutte, ma ho goduto in modo particolare Il mistero della polvere, in un'interpretazione particolarmente...ctonia, quasi misterica, e Camminando piano, brano che rimane ai miei occhi assolutamente misterioso (ma non sono mai stata tra quelli che vogliono chiarire tutti gli enigmi a tutti i costi). L'ultimo cielo ha avuto la sua brava interpretazione sognante (l'unica volta che l'ho sentita dal vivo, al Moontale, dovevano aver sbagliato qualcosa al mixer perché ricordava un volo di bombardieri carichi su una città, che non è esattamente l'impressione che vuol dare). Una musica può fare aveva una volta di più un'arrangiamento tutto nuovo, e non ne ho ancora sentito uno che non mi piacesse - e, a sorpresa, Il solito sesso non solo si inseriva perfettamente in mezzo a tutte quelle canzoni sui massimi sistemi, ma anzi aveva un'arrangiamento che funzionava perfino meglio di quello sanremese. Senza variazioni di apparente rilievo (almeno per quel che ricordo) Raduni ovali e l'Origine del mondo, che si sono incastrate nel migliore dei modi nel tappeto sonoro.
A futura memoria questa era la scaletta (non in quest'ordine):
Il mistero della polvere; L'origine del mondo; Vuoti a rendere; Camminando piano; Il solito sesso; L'ultimo cielo; Raduni ovali; Annina; Una musica può fare; Non era previsto; Favola di Adamo ed Eva; Vento d'estate; Il Timido ubriaco; Cara Valentina; L'uomo più furbo; Computer World (Kraftwerk).
"Mi farà un gran bene un giorno ricordarmene"
Che bello deve essere stato :-)
RispondiEliminaTi invidio :-)