domenica 2 novembre 2008

Profe, che cos'è un sabba?

















Alla fine della lezione del 31 Ottobre saluto i ragazzi augurandogli un buon fine settimana e raccomandando alle fanciulle di divertirsi al sabba.
"Sabba?" mi chiedono interdetti.
"Beh, è la notte delle streghe. Ci metteremo tutte l'abito nero, il cappello a punta e a cavallo delle nostre scope andremo tutte a qualche sabba, immagino" rispondo serenamente.
Mi guardano sempre più perplessi. Il cappello a punta, l'abito nero e la scopa come mezzo di trasporto gli sembrano perfettamente congrui alla serata che ci aspetta, ma...
"Che cos'è un sabba?".
Casco dalle nuvole, pardon, dalla scopa.
"Non sapete cos'è un sabba?" chiedo, vagamente indignata.
No, non lo sanno. Ma via, mi dico, possibile che questa generazione cresciuta a pane e Harry Potter...
Un momento, mi ricordo, in Harry Potter le streghe abbondano, Halloween è praticamente una festa comandata, ma non ci sono sabba.
In effetti nella letteratura moderna le streghe sono assai presenti, ma di sabba si parla relativamente poco. Certamente non ci vanno le streghe della Rowlings, né quelle di Pullman della Bussola d'oro, men che meno quelle del Mondo Disco di Pratchett...
"Ehm, un sabba è... una riunione di streghe e di demoni" improvviso. E chi la sa una definizione precisa di sabba? Non è una cosa che ai miei tempi si imparava, si assorbiva un po' per volta, e certamente a tredici anni si aveva ben chiara. Forse per merito della Notte sul Monte Calvo in Fantasia? Poi io avevo letto anche Il maestro e Magherita, con il più bel sabba della storia della letteratura.
"E cosa si fa a un sabba?"
Ossignori, accidenti a me e a quando apro bocca.
"Ehm, incantesimi. E' una notte molto potente, sapete. Ci si va a cavallo della scopa. Avete presente la classica immagine della strega sulla scopa contro la silhouette della luna?"
Assentono. L'hanno presente.
"Sta andando a un sabba".
Di nuovo i ragazzi assentono, poi riprendono a preparare gli zaini. L'idea di una riunione di streghe, ovviamente, non ha nulla di strano ai loro occhi.
Quanto a me, mi sento vagamente ipocrita ma mi sono rifiutata di spiegargli che nei sabba le streghe si accoppiano col diavolo. Mi è sembrata una cosa terribilmente sconveniente da dirsi.
Accoppiarsi col demonio in segno di sottomissione. No, non è roba da raccontarsi a giovani creature in formazione. Ormai le streghe sono viste soprattutto come donne rispettabili, un po' più potenti delle altre, qualche volta anziane. Non è il caso di scombinargli le idee con strane perversioni.
La prof. McGranitt che si accoppia col demonio? Assurdo. Serafina Pekkam che si accoppia col demonio? Inconcepibile. Le Weyrd Sister di Pratchett che... No, nemmeno da pensarci.
E in fondo anche la prima vera strega della mia vita, la Margherita di Bulgakov, partecipa al sabba, anzi ne è la regina, e non solo non le viene richiesto alcunché di licenzioso, ma anzi si sobbarca tutta quella fatica per liberare il suo innamorato.
Per trovare una strega sottomessa al demonio ormai occorre cercare nei romanzi storici dove, almeno nei processi, almeno sotto tortura, almeno nella mente più che malata degli inquisitori, il gran sogno di quelle povere donne era riunirsi per avere commercio carnale con lui: quanto alle streghe di concezione moderna, hanno sì la loro vita privata, ma di solito non ha niente a che vedere col lavoro...

Tanto per ricordare che non sempre i buoni valori dei tempi andati sono così buoni.


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