domenica 12 ottobre 2008

Io e la SSIS (coming out)


Sono una persona non usa a rinnegare il mio passato o il mio presente (per il futuro, mi dicono, c'è sempre tempo). Gli armadi di casa mia contengono biancheria, abiti e altre amenità ma sono del tutto sprovvisti di scheletri.
Tranne la SSIS.

Quando si tratta della SSIS divento un essere impacciato e farfugliante, striscio sotto i tavolini, dichiaro di non essere in casa, spiego che quel giorno ero a Parigi in viaggio di nozze, faccio finta di non aver sentito, parlo del tempo, parlo del governo ladro che fa piovere, mi giustifico accampando come scusanti un'infanzia infelice, traumi adolescenziali e cattive compagnie, racconto che ero lì per caso e mi hanno coinvolto.
Resta il fatto che la SSIS l'ho fatta. Non ne sono mai stata fiera.
La prima, primissima frase che farfuglio quando lo scheletro salta fuori, con tanto di tradizionali palle in mano* è "però mi ero già abilitata col concorso del 1990" cui segue, ancor più farfugliata, la seconda precisazione "e poi non ho pagato. Anzi, sono stati loro che mi han dato una borsa di studio di 900 euro l'anno".

Ed ecco tutta la storia, visto che sono a fare outing:
correva (puff... pant...) l'anno 2001 quando cominciarono a chiamarmi per supplenze. In quel momento non avevo archivi tra le mani, accettai un po' per caso e un po' per incoscienza, e scoprii che insegnare mi piaceva e non mi veniva malaccio, anche se ero sempre stata convinta del contrario.
Per due anni continuarono a chiamarmi come se la scuola non potesse sopravvivere senza di me. L'insegnamento continuava a piacermi, gli archivi continuavano a latitare (anche perché avevo pure smesso di cercarli). Stabilii che l'insegnamento sarebbe stato il mio lavoro.
Arrivò la prima ondata di abilitati SSIS, con inserimento a pettine nella graduatoria. Mi scavalcarono a decine. Mi ritrovai a fare le supplenze mignon, tre settimane di qua e due di là. Mica sempre, eh, ogni tanto. Guadagnavo poco, ma in compenso ero frustratissima perché la scuola mi mancava.
Qualcuno (che ogni tanto legge questo blog...) mi prese metaforicamente per il collo e stabilì che dovevo fare la SSIS.
Guaiolai, squittii, mi dimenai, spiegai che dovevo andare a Parigi in viaggio di nozze e fare le pulizie di Pasqua in casa - ma alla fine mi iscrissi al test, sperando di non passarlo, ed evitai con cura di studiare.
Il test era idiota (no, non era facile, per niente. Era idiota, cioè fatto male) e lo passai trionfalmente: non avevo studiato un bel niente ma avevo una variegata formazione culturale che non c'entrava nulla con la scuola. Appunto.
Siccome il mio reddito era calato a picco, dato che lavoravo poco, ottenni l'esenzione dalle tasse e in più una borsetta di studio. A quel punto non avevo più scuse e feci la SSIS, odiandone ogni minuto, azzuffandomi con buona parte degli insegnanti, sputando veleno che nemmeno un cobra nei più radiosi anni della sua giovinezza, maledicendo tutto e tutti e sfoderando un carattere decisamente acido.
Ovviamente, appena iniziarono i corsi qualcosa si sbloccò (anche grazie a una serie di ricorsi contro l'universo mondo) e ricominciai a lavorare regolarmente. Ma ormai c'ero e feci la SSIS.
La superai con il massimo dei voti, ottenendo così una pingue abilitazione da dodici punti invece di quella striminzita del concorso, che me ne dava (mi sembra) sette.
Nè prima, né durante, né dopo cessai per un solo istante di dire tutto il mal che in bocca mi venia della SSIS e di chi la organizzava (MAI, però, ci tengo a precisarlo, di chi con la SSIS si era abilitato usufruendo di una legge regolarmente votata dal parlamento). Però intascai i punti e salii in graduatoria.

Si deve pur sopravvivere.

*cfr. la nota canzone goliardica "Palle, Palle" che recita
Il professor di scienze
spiegando il corpo umano
si accorse che lo scheletro
ci avea le palle in mano
La canterellavo sempre durante le lezioni dell'Area Trasversale, che si svolgeva in un'aula di scienze dove un bello scheletro faceva ricca mostra di sé (senza alcuna palla in mano, devo ammettere)

3 commenti:

  1. Io invece l'ho fatta perchè ai tempi dell'ultimo concorso ero al III anno di università e quindi non c'erano santi: o SSIS o morte!
    E LO RIVENDICO CON ORGOGLIO.
    (invece a me m'hanno scavalcato quelli che il concorso del '99 non l'hanno passato e non hanno passato nemmeno il test alla SSIS, però hanno sempre fatto qualche supplenzian qua e là e hanno totalizzato i 365giorni necessari per il corso speciale abilitante che gli ha servito l'abilitazione con molto meno di un anno di corso, altro che i miei due anni con obbligo di frequenza cinque giorni su cinque!)

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  2. Se per te è stata un'esperienza positiva potresti parlarne: è stata un esperimento della durata complessiva di dieci anni, che ha avuto il suo bravo impatto sulla scuola, ma nessuno ne ha tentato un'analisi complessiva. Potrebbe essere interessante farla partendo dal basso, ovvero da chi frequentava...

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  3. Ho tre sissine che fanno tirocinio durante le mie ore. Anche loro non sono entusiaste del corso che seguono,preferiscono stare in classe e vivere l'esperienza diretta.

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