venerdì 25 luglio 2025

L'arrivo delle missive - Aliya Whiteley

Si tratta di un cosiddetto racconto lungo, che volendo e a seconda dei gusti potrebbe essere anche definito romanzo breve: 150 pagine, ma sono 150 pagine reali, belle fitte e nemmeno divise in capitoli. Scorre molto bene e si può tranquillamente consumare in un giorno o due serate, nemmeno troppo lunghe; pubblicato in Inghilterra (dove è ambientato) nel 2016 e pubblicato in Italia nel 2018 dalla casa editrice Carbonio, di cui fino a due giorni fa ignoravo financo l'esistenza ma che sembra gestita da persone di buon gusto. La copertina non c'entra alcunché con il contenuto (a parte essere ambientato nella campagna inglese) ma, nonostante quelle strane sagome nere non è sgradevole, che è più di quanto si possa dire delle copertine che normalmente circolano. L'autrice sembra promettere bene ma non hanno tradotto altro di lei, in italiano. Peccato perché mi sembra che meriterebbe, però è giovane e quindi magari col tempo arriveranno altre cose.
Visto che, per vari motivi che proverò dopo a esporre, della trama non posso dire granché proverò a dire a chi potrebbe piacere. A me, prima di tutto, ma non è molto indicativo perché sono abbastanza onnivora. Non ha avuto un gran risalto ma cercando si trovano diverse recensioni, per lo più favorevoli. Insomma, a quei pochi eletti che in qualche modo sono riusciti a metterci le mani è piaciuto abbastanza. Io l'ho pescato in biblioteca, ma credo che lo comprerò - col prossimo bonus, però, perché quello di quest'anno ormai l'ho spolpato tutto.
Viene di solito classificato come "fantascienza", oppure "distopia", che è una di quelle parole onnicomprensive di recente acquisizione che viene usata per indicare la descrizione di una società futura e piuttosto schifida. Questo libro però non descrive una società futura e quella che presenta non solo non ha nulla di schifido, ma è una normale ambientazione inglese agli inizi del secolo scorso. Personalmente, non ci ho trovato nulla di spaventoso e per certe cose sono di viscere piuttosto sensibili.
C'è, effettivamente, qualche elemento fantascientifico, ma proiettato molto avanti nel tempo.
Torniamo alla domanda iniziale: a chi potrebbe piacere? Cosa c'è dentro?
E' un racconto di formazione, a ispirazione femminista - ma, anche se la protagonista è femmina, i temi principali sono l'autodeterminazione, la realizzazione personale e soprattutto il libero arbitrio, ma anche la volontà di non farsi troppo guidare da chi ha già deciso cosa sarebbe bene per te o per tutti - e sono tutti temi che riguardano anche gli uomini, in effetti.
Non esito a definirlo una storia a lieto fine. Certo, il futuro si apre su delle incognite - ma ditemi voi quale futuro non contiene delle incognite. 
L'ho pescato tra i suggerimenti di un blog letterario dove la tenutaria aveva deciso di elencare cinque titoli "disturbanti" che le erano piaciuti molto. Davvero non so perché ho aperto un video che mi prometteva delle letture disturbanti: io non amo affatto essere disturbata e riempita di inquietudini, e non è certo quello il criterio con cui mi sceglierei una lettura. 
Sta di fatto che il primo libro presentato era questo, che mi sembrava rientrare nella categoria interessante; il secondo e il terzo dalla descrizione mi sono sembrati due pugni nello stomaco e gli ultimi due non saprò mai quali sono perché ho chiuso il video stabilito che quella roba aveva buone possibilità di disturbarmi assai.
Dunque non sono molto d'accordo col fatto che sia fantascienza, e volendo potrebbe tranquillamente rientrare nel fantasy, o più esattamente nella letteratura fantastica - non che ci siano streghe o folletti, ma sappiamo tutti che ormai con l'etichetta fantasy circola davvero un po' di tutto, compresa molta roba pubblicata da Urania.
C'è una buona traccia di romance, volendo - ma anche sotto l'etichetta romance circola ormai un po' di tutto.

Ma veniamo alla trama. Anzi, non veniamo alla trama perché non si può raccontare. Non tutta, almeno. Personalmente non ho nulla contro gli spoiler, ma la trama presenta un buon numero di svolte e presentarne solo una o due non mi sembra abbia molto senso.
Così proverò a... ehm... dire qualcosa. Solo qualcosa.
Siamo, e sia chiaro che ci resteremo fino alla fine, in una bella campagna inglese, a primavera avanzata. La storia si snoda nell'arco di due-tre mesi. La prima guerra mondiale è finita da un paio di anni e la gioventù inglese è ancora lì che si lecca le ferite dopo l'abominevole salasso cui è stata sottoposta. Nei flashback avremo anche un piccolo, piccolo pezzettino di una battaglia della guerra in questione. Poca roba, ma molto coinvolgente e realistica.
La protagonista è una fanciulla di diciassette anni, considerata già in età matrimoniabile. Nonostante la fascetta ci informi che Shirley sembra già avere un destino stabilito per lei e che i genitori abbiano già deciso chi deve sposarla la cosa non è affatto così dichiarata e inevitabile, e Shirley ha i suoi bravi progetti. Inoltre è innamorata del suo professore - che ha 24 anni, e quindi non sembra affatto improponibile. Poi, certo, la famiglia ha altri progetti, ma chi non ne ha? E dopotutto, la madre è scappata a suo tempo col suo attuale marito: le ragazze inglesi hanno sempre avuto una certa determinazione nello scegliersi un destino su misura.
Il suo amato professore, all'inizio della storia, per quanto oggetto di ardenti fantasticherie e di ben precisi progetti, al momento è del tutto ignaro della questione. Tuttavia la vita funziona a modo suo, la ragazza ha degli amici, o comunque dei compagni di scuola... insomma, qualche imprevisto si acquatta nell'ombra. Ma non è un imprevisto spaventoso. 
Le missive del titolo sono quattro, credo, e le tre lettere del professore sono consegnate a mano. La quarta invece arriverà per posta e offre a Shirley un colloquio per l'ammissione a una scuola per insegnanti. E poi ce n'è anche una quinta, che comunque influisce ben poco nella trama.
La quale trama si snoda tra passeggiate campagnole in una natura assai piacevole, incontri romantici, preparativi per la gran festa del Calendimaggio, che in paese è molto importante, altri preparativi per... va bene, lasciamo perdere. Niente di disturbante, comunque.
E ci sono anche altre cose, forse, magari, un pochino più disturbanti, ma che Shirley affronta con molto buon senso.
E la storia finisce, affacciata sul futuro.
Potrebbe andare bene d'estate, sotto l'ombrellone o sotto un albero pieno di uccellini cinguettanti?
Sì, potrebbe. In effetti io l'ho letto appunto sotto un albero eccetera -ma anche a casa in poltrona, quando il caldo mi ha suggerito di rientrare. Secondo me però è perfetto anche in autunno, con la tradizionale tisana ai fiori e la fetta di torta sul piattino. E credo che nessuno ne uscirà disturbato.

1 commento:

  1. L'ho prontamente preso in prestito alla biblioteca online. Apprezzo sempre qualche passeggiata nella campagna inglese, infatti ho appena finito con grande piacere Jane e Prudence di Barbara Pym dove si passeggia e si bevono numerose tazze di tè
    Lurkerella

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