venerdì 27 dicembre 2024

Natale a St. Mary Mead 1 - Complottando con le custodi


Due anni fa, mentre ero in una di quelle lussuose erboristerie-profumerie e dispensatrici di aromi in cui si sono trasformate le un tempo scialbe farmacie, cercando un po' di regalini-toppa per amici e parenti, intravidi una graziosa confezioncella che conteneva tre raffinati tubetti di crema per mani impreziosite da tre raffinate profumazioni. Il pensiero mi corse alle Tre Custodi di St. Mary Mead.
Ci sono cose che quasi nessuno dice sulla scuola - per esempio che la qualità del servizio è strettamente legata alla qualità dei custodi, prima di tutto come esseri umani: ogni giorno anche nella più paciosa delle scuolette di provincia si producono non meno di trenta emergenze di misura ed entità del tutto imprevedibili, e i primi ad affrontarle sono appunto i custodi. La loro importanza è vieppiù testimoniata dalla banale constatazione che  pochi custodi che fanno sciopero riescono a bloccare facilmente una scuola semplicemente non andando ad aprire il portone.
A St. Mary Mead le custodi delle medie sono ormai da anni un terzetto mirabilmente assortito che moltiplica pani e pesci, divide le acque e le riunisce, striglia i funzionari del comune non di rado conseguendo lusinghieri risultati, placa gli inquieti, racconforta gli afflitti, soccorre i feriti, veste gli ignudi e insomma rientra nella celebre formula il possibile lo stiamo  già facendo, per l'impossibile c'è da aspettare un po' di tempo ma facciamo anche quello, e per miracoli ci stiamo attrezzando.
Insomma mi dissi  "e perché no?" mi feci confezionare un bel pacchettino sbrilluccicoso e l'ultimo giorno di scuola passai nel loro gabbiotto e lasciai il minuscolo regalino condito con qualche paroletta gentile. 
Fui ringraziata molto al di là di quel che il simbolico gesto richiedeva e per tutto l'anno scolastico fui oggetto di un trattamento davvero lusinghiero - ancora più lusinghiero del solito, intendo, perché sempre e comunque le tre signore erano caratterizzate da una notevole gentilezza a chiunque si rivolgessero, preside, insegnante o alunno che fosse (un po' meno con i funzionari del Comune,specie alla quinta chiamata che non aveva portato frutti).
L'anno scorso quindi mi attrezzai meglio e alla Profumeria Inglese provvidi tre pacchetti separati e un pochino più impegnativi, ma davvero niente di che. Dimostrarono vieppiù sorpresa e perfino una certa dose di confusione dicendomi che però loro non mi avevano preparato nulla. Le rimbrottai con bel garbo spiegando che un regalino di quel tipo si fa per il piacere di farlo, non per averne in cambio qualcosa e in cuor mio cominciai a pensare che forse la faccenda si stava spingendo troppo in là, nemmeno le avessi omaggiate con bracciali d'oro e perle.
La faccenda, in effetti, non era affatto finita perché al ritorno a scuola dopo le vacanze di Natale fui omaggiata a mia volta di una mantellina molto leggera a scacchi bianchi e neri - un dono che si rivelò molto pratico, soprattutto quando in Aprile il riscaldamento fu spento e la pioggia imperversava: piumini e soprabiti sono ingombranti ma una mantellina leggera bianca e nera non crea intralcio alcuno e, va anche aggiunto, sta bene su qualsiasi colore.
Ma veniamo al terzo e ultimo atto: dieci giorni prima delle vacanze le custodi mi chiamano, che venga da loro in gran segreto durante una delle mie ore buche perché hanno una cosa da darmi ma non vogliono farlo davanti a tutti perché altrimenti le chiacchiere sarebbero arrivate fino in cielo. 
Naturalmente proprio appena sono scesa - nel momento che avevo accuratamente scelto come quello potenzialmente più tranquillo ovvero un buon quarto d'ora dopo la fine dell'intervallo, a lezioni ormai ben avviate - non meno di cinque o sei inderogabili questioni si sono affollate intorno alle malcapitate: alunni malandati che chiedevano di telefonare a casa o provarsi la febbre, fotocopie inderogabili eccetera. Alla fine siamo sgusciate con fare furtivo nel cosiddetto Ambulatorio, che contiene sì una barella e una vetrinetta per i medicinali ma anche un bel frigo e una dispensa oltre al secondo forno a microonde della scuola.
"Sentite, se mi avete portato fin qui per cercare di associarmi alll'attentato per far esplodere il ponte di St. Mary Mead, ci tengo ad avvisarmi che disapprovo per principio ogni forma di lotta armata" ho preferito avvisarle.
"Peccato, prof, ci speravamo tanto".
In realtà si sono limitata a consegnarmi una busta rossa precisando che "se non andava bene potevo cambiarlo, ma comunque era una cosa che andava consegnato un po' prima di Natale".
Il ragionamento era molto sensato: infatti un maglione rosso scarlatto con sopra una sagoma di pelo bianco a forma di gatto (con tanto di corna da renna di strass rosso) che sconfina in un albero di Natale con tanto di lucine colorate è senz'altro una roba che si può portare soltanto, a voler stare molto larghi, dal primo Dicembre al 7 Gennaio e dunque, consegnandomelo l'ultimo giorno di scuola, mi avrebbero tagliato fuori da una buona metà di questa ristretta forbice.
Molto commossa ho ringraziato e tosto ho infilato il regalo - che in verità si è rivelato molto utile stante che quella mattina a scuola faceva un gran freddo perché quasi tutti i termosifoni erano spenti, in spregio al fatto che le colline e dietro ancora i monti che circondavano la valle ove la nostra scuoletta fa bella mostra di sé erano innevate - evento decisamente insolito nel nostro microclima. 
Il maglione mi andava come un guanto ed era anche piuttosto caldo.
Sin dal primo giorno il maglione ha raccolto vasti consensi da chiunque lo vedesse, commessi del supermercato inclusi; del resto è molto natalizio, è allegro, ma soprattutto è assolutamente demenziale in ogni suo dettaglio: dove mai si è visto un gatto bianco a forma di albero di Natale con cornette rosse da renna e ornato di lumini colorati che dorme beatamente?
Da nessuna parte, si spera, e forse è meglio non indagare su cosa avevano fumato e bevuto gli stilisti di Piazza Italia che han confezionato quella roba del tutto priva di gusto che porto con tanta soddisfazione e che fa tanto squittire di entusiasmo chiunque lo veda.
E d'altra parte una roba simile, se non la regalavano a me, a chi avrebbero potuto darla? Mi sembra di vedere la scena "Sono qui a Piazza Italia, c'è una roba che secondo me sta chiamando a gran voce la prof. Murasaki. Vi mando la foto, ditemi cosa ne pensate" "Non c'è dubbio che questo è il regalo giusto, prendilo subito e domani ti daremo la nostra quota".
Caso mai qualcuno si stesse domandando se la spilla a forma di albero di Natale che sta tra le corna rosse di renna fosse inclusa nel pezzo no, quella è una mia aggiunta personale. Trovo che dia un tocco di classe a tutto l'insieme, e poi si intona bene con gli orecchini a forma di palline di Natale che uso in questi giorni.

7 commenti:

  1. Ma le lucine si accendono? Lode alle custodi, spina dorsale di ogni scuola. Queste in più mostrano un gusto ineccepibile - sì anch'io ho gli orecchini natalizi, un paio con i babbi natali e l'altro con le palline rosse. Avevo anche le renne ma li ho regalati
    Lurkerella

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    1. Le lucine purtroppo non si accendono, ma proviamo a vedere il lato positivo: la batteria, seppur con micro pile, avrebbe rischiato di appesantire l'insieme, così sobrio ed essenziale, direi quasi un po' spartano 😁

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  2. Maglione superlativo, mi ha subito colpito l' immagine di apertura anche prima di aver letto il post. Da neofita della scuola statale non capirò mai come sia possibile che senza il custode non si apra la scuola... possibile che non ci sia un insegnante con le chiavi di scorta? In caso di sciopero ma anche banalmente se il custode ha un imprevisto e una mattina non riesce a presentarsi al lavoro... Mi sembra una cosa folle...

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    1. Molto semplicemente, perché il custode è obbligatorio per, per l'appunto, tra le altre cose, fare sorveglianza. Dunque non è che non si possa avere una copia in più delle chiavi, si ha, se è per quello, e le segreterie che non hanno fatto sciopero entrano regolarmente. Ma poiché per legge condizione necessaria, anche se non sufficiente perché vi possano essere attività didattiche è la presenza di un congruo numero di "collaboratori scolastici" (i.e.: i custodi) per piano (l'altra condizione, anch'essa necessaria ma non sufficiente, è che vi siano alunn* e insegnanti), se quel numero salta, salta la giornata di scuola. Il numero di custodi necessari è stabilito all'inizio dell'anno dal DSGA (il cosiddetto "segretario") quando dirama il "piano ATA", cioè il piano delle mansioni di tutto il personale non docente (di cui è responsabile, sulla base della direttiva a lui rivolta dal preside) per quell'anno scolastico.
      Fare entrare alunni e far fare lezione in assenza di queste condizioni si configura a tutti gli effetti come lesione al diritto di sciopero e (per fortuna) ancora questo non è concesso in presenza di un Contratto Collettivo Nazionale, nemmeno nell'Italia del 2024.

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    2. Ben ritrovata, Elena, e auguri anche a te e ai tuoi cari.
      Alla domanda ti ha risposto l'informatissimo anonimo. Lo sciopero è un diritto sancito dalla legge e come tale va tutelato - per esempio se io non sciopero, anche se sono libera come l'aria non posso sostituire un collega MA sono tenuta a fare un po' di sorveglianza a una classe scoperta, senza però importunarli con un qualche tipo di lezione.

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  3. Maglione spettacolare, il pensiero ancora di più

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  4. Sì, sono quei casi che andava bene qualunque cosa, ma è molto carino che abbiano trovato qualcosa in grado di contentarmi così bene 😁

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