Nessun vichingo degno di questo nome avrebbe mai viaggiato su una roba del genere |
Passato l'impero carolingio eccoci quasi subito ai vichinghi, che di solito sono un argomento assai gradito. Come sempre sciorino il mio piccolo archivio di immagini, parlo della vita quotidiana delle popolazioni tuttora note genericamente col nome di vichinghi, spiego che si trattava di popoli che facevano i vichinghi, ovvero i predoni, solo part time ma che erano, a seconda della stagione, contadini e allevatori che integravano col commercio e col saccheggio e disponevano di eccellenti navi che tenevano il mare a meraviglia, che non portavano elmi cornuti eccetera eccetera.
La Prima Litigiosa si mostro decorosamente interessata, ma meno di quanto di solito lo siano le prime, dove i vichinghi sono sempre argomento assai gradito.
E va bene, se i vichinghi non li entusiasmano tireremo un po' via, dopotutto non tutti si appassionano alle stesse cose. Così assegno tre interrogazioni programmate per la lezione successiva, carico un po' di materiale supplementare per chi volesse gradire sulla Classroom e la chiudo lì.
A sorpresa i tre alunni prescelti, che fino a quel momento si erano dimostrati piuttosto brillanti, mi scodellano tre interrogazioni men che decenti.
D'accordo, c'erano appena state le schede del primo quadrimestre, dove la classe aveva riportato votazioni molto rispettabili a Storia e a Geografia, e loro avevano deciso che con le mie materie ormai erano bravi e non importava più studiare. Un insegnante di lungo corso conosce questo fenomeno e dispone di vari tipi di correttivi. Nel caso specifico metto tre insufficienze e spiego che, siccome i vichinghi sono un argomento che non è bene trascurare e che quindi avrei fatto una verifica scritta sull'argomento.
Non ci sono reazioni di grave disappunto né alzate di scudi.
Per la lezione successiva assegno gli esercizi sui vichinghi dal libro di storia e aggiungo un bel gruppetto di domande elaborate da me personalmente di persona; per rispondere dovranno ripassare accuratamente l'argomento (che poi sono sei paginette, due delle quali composte soprattutto da illustrazioni) e dunque con ciò si prepareranno alla verifica.
La volta dopo fissai con loro la data della verifica scritta, stabilendo che l'avremmo fatta il giorno X quando avevamo la prima ora e così loro sarebbero stati freschi e riposati.
Mormorii di vago assenso.
Passiamo poi alla lettura degli esercizi, e va onestamente riconosciuto che li avevano fatti abbastanza con i piedi.
Ribadisco ancora che il giorno X ci sarebbe stata la verifica sui vichinghi, e la sera lo segno anche sul calendario del registro elettronico.
Arriva il giorno X, e alla prima ora gli chiedo di tirare fuori il foglio per il compito. Come gli avevo spiegato, non era indispensabile un foglio protocollo, andava bene anche un normale foglio in A4, a righe o a quadretti. Scopro però che nessuno si era posto il problema, ma comunque tutti raccattano un foglio di grandezza adeguata e ci scrivono nome, cognome, classe e cose del genere.
Gli consegno la mezza dozzina di domande cui devono rispondere. E' chiaro comunque che nessuno era entrato nell'ordine di idee che quel giorno c'era la verifica.
"Ma non ce l'ha scritto!" prova a protestare qualcuno.
"L'ho detto, ridetto e anche segnato sul calendario di Argo" protesto io.
"Ma noi non guardiamo mai il calendario!".
"Credo che invece dovreste. In ogni caso vi ho detto di scriverlo sul diario".
Molti non scrivono quasi niente sul diario (è un problema piuttosto recente e al Collegio Docenti abbiamo convenuto che l'anno prossimo andrà affrontato con decisione).
Segue una serie di ma non credevamo, ma non abbiamo capito, ma non pensavamo.
Il fatto che non pensino mi sembra abbastanza evidente, ma cerco di non infierire.
Viste le premesse, non mi sono molto sorpresa leggendo il risultato - e va pur detto che la correzione ha preso ben poco tempo.
Distribuisco generosamente 4+,quattro e mezzo, 5-, 5+, qualche 6- e 6+ e anche un paio di 7 e un 8. Da notare che, come sempre, mi sono tenuta larga avendo cura di valorizzare quel che avevano scritto. Il punto però è che avevano scritto davvero poco.
Riporto i compiti la volta successiva, e mi soffermo soprattutto sugli errori di italiano - perché sì, qualcuno era anche riuscito a infilarci degli errori di italiano; no, non la solita h mancante (che in quella classe non va molto di moda) ma periodi lasciati in sospeso, frasi senza senso e una singolare quantità di congiuntivi vistosamente cannati.
Comunque, nessuno protesta e tutti ingoiano il rospo (tranne i due 7 e l'unico 8 che non avevano da ingoiare proprio niente).
Come ho già detto, nessuno ha protestato. Al Consiglio di Classe che si svolge pochi giorni dopo sento qualcuno che accenna a un "compito a sorpresa di storia".
Racconto come si è effettivamente svolta la vicenda, facendo molto divertire i colleghi. Va considerato che io non faccio mai "compiti a sorpresa", anche perché li considero sostanzialmente una stupidaggine. Spesso e volentieri li metto a scrivere - anche a Storia, o a Geografia - ma si tratta di esercitazioni - per esempio lavori di estrazione di dati da un testo; ma sono sempre esercizi che non richiedono una preparazione specifica a casa.
Con una certa sorpresa noto che i genitori che si sono presentati a colloquio la settimana successiva non reclamano e non protestano sui voti ma ascoltano pure loro con un certo divertimento la storia del "compito a sorpresa". Non posso naturalmente sapere cosa gli passa per la testa, ma mi viene il vago sospetto che in cuor loro pensino che i ragazzi se la sono andata a cercare.
In conclusione, contrariamente a quanto sono solita fare, per l'estate gli ho dato un bella paccata di compiti sia di storia che di geografia. Tutti esercizi finalizzati al miglioramento del metodo di studio.
Resta da capire se un metodo di studio ce l'hanno e, in caso, se hanno capito che dovrebbero applicarlo anche nel secondo quadrimestre.
Lo scopriremo solo vivendo.
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