domenica 14 luglio 2024

Manuale della perfetta coordinatrice - L'arte involontaria della moral suasion

Il consiglio di Classe della Terza Sfigata.
Kimono Cats on Cups
è una deliziosa pagina su Facebook che ho scoperto di recente.
Credo che la userò spesso per il blog.
Ho amato follemente la Terza Sfigata sin dal nostro primo giorno di scuola. 

All’inizio era più sindrome di Stoccolma che reale affetto: nonostante la presentazione disastrosa che ci avevano fatto gli insegnanti delle elementari, il ragazzo che ci era stato presentato come assai violento NON mi tirava addosso banchi né sedie gridando frasi inconsulte, il gruppo dei presunti cerebrolesi non sembrava del tutto incapace di una qualche attività cerebrale, la gran mole di dislessici leggeva maluccio (ma non malissimo) e con esitazione e scriveva così-così ma comunque scriveva, e pure volentieri, anzi sembrava molto desiderosa di migliorare; l’atmosfera in classe era nel complesso buona e ascoltavano volentieri  una buona storia - cosa, questa, che ci permise di sbarcare abbastanza onorevolmente la prima quarantena con l’aiuto dei racconti di Kipling.

Di fatto, il presunto Tiratore di Sedie non solo non ha mai tirato addosso proprio niente né a me né ad alcuno dei colleghi, ma nemmeno ha mai usato una sia pur minima violenza verso alcuno dei suoi compagni, nemmeno quando era arrabbiato con loro o con l’universo mondo (il che avveniva abbastanza spesso).  Era talvolta polemico e ombroso, spesso suscettibile e anche permaloso in sommo grado, ma niente che non si potesse risolvere con un po' di pazienza.

Stabilito dunque che in classe non sarebbe scorso il sangue, il mio affetto prese una tinta più spontanea: erano 21 ragazzi casinisti e turbolenti, non particolarmente amanti dello studio, dotati di una certa vena narrativa, piuttosto fisici - non a caso quasi tutti avevano sogni sportivi nel cassetto - ma non privi di una certa vena intellettuale. Insomma in quella classe c’era dentro di tutto e davvero non si rischiava di annoiarsi.


Sul piano didattico tuttavia non ci hanno dato molte soddisfazioni. Sì, c’era un bel gruppetto di bravi e anche un quartetto di molto, molto bravi - ma si trattava di quel tipo di ragazzi che riusciranno sempre ad essere molto bravi, indipendentemente dagli insegnanti che si ritrovano: studiosi e coscienziosi ma all’occorrenza anche creativi, disponibili a far tesoro di qualsiasi spunto o approfondimento, pronti ad appassionarsi a qualsiasi ramo dello scibile universale presente, passato e futuro e anche attenti all'attualità.

C’era poi un gruppetto di quelli a cui abbiamo Aperto Le Porte e che grazie ai nostri accorti interventi han migliorato l’autostima e sviluppato capacità che non sospettavano nemmeno lontanamente di avere - e sono quelli più gratificanti per noi insegnanti. Poi sì, c’era anche un bel gruppo della specie Alunnus Ordinarius, di quelli insomma che navigano a vista, ti stanno talvolta a sentire un po’ per cortesia e un po’ perché quel giorno non han di meglio da fare e tirano a campare come meglio possono puntando strenuamente ad un cinque che la bontà degli insegnanti, unita a un gran desiderio di non avere grane, porta regolarmente a sei.

Avevamo così il Ragazzo Che Non Tirava Le Sedie Addosso Alla Gente che non sapeva l'inglese, e che nonostante gli strenui tentativi della prof. Bipolar, che pure non è di quelle che si arrendono al primo insuccesso continuava imperterrito a non sapere un accidente di inglese, anche se verso la fine dell'anno pare che si fosse notato qualche accenno di vita su Marte; e il Monaco di Monza, che da sempre aveva stabilito che Matematica non faceva per lui e dunque della Matematica se ne era sempre fregato alla grande nonostante avessimo più volte tentato di sensibilizzare i genitori sulla questione suggerendo garbatamente qualche lezione privata o che almeno cominciasse ad ascoltare quel che si diceva a lezione; e la Madrelingua Inglese che parlava e scriveva un inglese ricco e raffinato ma se ne fregava alla grande di Spagnolo e infine Pisola, un caso molto particolare che all'occorrenza, quando il disastro sembrava davvero imminente, si dimostrava in grado di recuperare qualsiasi materia, ma che in generale soffriva di noia acuta per quasi tutto quel che facevamo a scuola - si era anche parlato di fermarla in Seconda, o meglio ne avevano parlato alcuni; io comunque avevo applicato un silenzioso ostruzionismo, nel senso che non avevo mai portato l'argomento in primo piano ai Consigli contando che nessun altro lo avrebbe fatto al posto mio (di fatto nelle mie materie andava abbastanza bene ma soprattutto secondo me quella classe era un organismo complicato, e toglierle un pezzo non mi sembrava una manovra vincente).

D'altra parte non avevo niente in contrario che qualcuno, se al Consiglio pareva il caso, ripetesse la Terza. Ho sempre disapprovato la scuola di pensiero del "Lo bocceranno alle superiori, lì non vanno tanto per il sottile": secondo me, fermo restando che chiunque ha il diritto di bocciare quante volte vuole, quando escono dalle medie i ragazzi dovrebbero essere in grado di raccattare una onesta sufficienza alle superiori senza stressarsi troppo. Ma sono opinioni personali.


Siamo così arrivati al Prescrutinio, dove vengono letti e discussi i giudizi finali. In apertura di consiglio dissi che prima di tutto era il caso di discutere se ammettere tutti all'esame e, laddove ci fossero delle insufficienze (e sapevo che c'erano, perché per tutto l'anno c'erano state grandissime lamentele soprattutto per Matematica, Inglese e Spagnolo dove lo spettro del Quattro era stato evocato più volte aggiungendo che c'erano dei Quattro che avrebbero dovuto essere direttamente degli Zero) era il caso di discutere se lasciarle per l'ammissione, e regolare i giudizi in modo che gli alunni fossero ben consapevoli che almeno all'esame dovevano seriamente impegnarsi.

Mi era sembrato un discorsino equilibrato da scodellare, che immaginavo degna apertura di un franco e aperto confronto sulle singole situazioni; e non sospettavo nemmeno minimamente lo sbalordimento che avrebbe provocato.

Insufficienze? Ma come facevano a dire se c'erano delle insufficienze, a tre settimane dalla fine dell'anno scolastico? Non era una cosa che si potesse ancora valutare, e non pensavano, e non credevano, e non si capacitavano...

Lettere? Lettere per comunicare alle famiglie che c'erano delle insufficienze? Ma, chissà, magari non, magari se, ma forse non era il caso... E poi, via, l'ammissione, per non ammettere un alunno all'esame ci volevano almeno cinque o sei insufficienze gravi...

Ho evocato in cuor mio la famosa Preghiera dell'Insegnante* e ho iniziato a lavorare pazientemente ai fianchi il Consiglio ricordando che la legge autorizza la bocciatura anche con una sola insufficienza. Ellamiseria, da tre anni vi lamentate di metà della classe, e nemmeno a torto, possibile che improvvisamente siano diventati tutti almeno sul cinque e mezzo e chissà che improvvisamente anche quei pochi cinque e mezzo diventino sei? C'erano dei quattro nelle schede del primo quadrimestre, e da Febbraio è stata tutta una lamentela sul fatto che non studiavano e non si impegnavano e non facevano e non dicevano e nemmeno scrivevano lettera o testamento... vogliamo prendere un po' di misure preventive per assicurarci che almeno si impegnino a prepararci un orale decente?

Dopo lunga e paziente opera di scardassamento riesco ad ottenere ben mezza dozzina di insufficienze, con relativa lettera di avviso alle famiglie. Sono uscita però dal Consiglio con una strana sensazione.

L'idea era di far arrivare le lettere alle famiglie prima del ricevimento generale ove si sperava che gli insegnanti delle varie materie chiarissero bene la questione. Misteriosamente però le lettere sono partite solo diversi giorni dopo il ricevimento in questione - dove peraltro le famiglie dei Casi Critici si sono mostrate assai latitanti. Unica eccezione, la madre del Mancato Lanciatore di Sedie, che con me ha sempre parlato più volentieri che con gli altri insegnanti (probabilmente perché nonostante gli abbia dispensato generosamente quattro e cinque ove se ne presentasse necessità, insufficienze sulla scheda per le mie materie non ce n'erano mai state né vi sarebbe stato motivo per metterne); a lei riuscii a fare un discorsetto assai esplicito che in qualche modo deve essere stato recepito quel tanto che bastava per produrre qualche risultato.

Due giorni prima degli scrutini ho esaminato con cura i voti di ammissione, e le sorprese davvero non sono mancate: magicamente i cinque e financo i quattro si erano trasformati quasi tutti in sei e la Terza Sfigata è stata ammessa con solo tre magre insufficienze, di quelle che in tutta onestà non potevano nemmeno lontanamente mettere in discussione l'ammissione visto il quadro complessivo. A quanto pareva, il mio franco e aperto discorsetto ha avuto come unico effetto quello di far manovrare accortamente i miei colleghi in modo da poter alzare i voti.

Ho così scoperto che, contrariamente a quanto ho sempre pensato, sono in realtà una abile diplomatica, soprattutto quando non cerco di esserlo.

E insomma è proprio vero che questo è un lavoro dove non si finisce mai di imparare.


* "Signore, dammi la pazienza. Ti chiedo la pazienza e non la forza perché se mi dai la forza faccio una strage"


7 commenti:

  1. Stima e rispetto per la Terza Sfigata e anche per il corpo insegnante, ma per prima cosa ho verificato la presenza di adorabili gatti in kimono su instagram - unico social che bazzico dopo un'infelice esperienza su threads.
    Ci sono, quindi grazie per questa delizia da Lurkerella

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  2. Wow! Anch'io allora ogni tanto faccio qualcosa di buono 😃🎉🎊🎏

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  3. Bentrovata Murasaki! In questi casi qual è il senso di alzare i voti e cancellare le insufficienze? Forse gli insegnanti, anzi, tutti hanno meno grane da gestire ma non so se si faccia un buon servizio allo studente e alla sua classe più in generale... Sicuramente ci sono tanti pro e contro da valutare

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  4. Molto fieri i gatti in kimono a mio parere

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  5. A queste metamorfosi son ben avvezzo e si sa la causa prima, come evidenzia il commento di Elena. A gennaio tutti asini, poi tutti, o quasi tutti, lievitano come il pane in pasta. Prima dello scrutinio di quest'anno ero orientato a miti decisioni, ma quando ho appurato "lievitazioni" ingiustificabili ho lasciato io. Almeno così costringerò i colleghi-maghi bravissimi a sorbirsi i consigli sotto il sole cocente di agosto.

    Mel

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  6. @ Elena:
    In realtà nel caso di una insufficienza per l'ammissione le grane con una Terza sono ridotte all'osso, perché non dobbiamo nemmeno preparare il piano di recupero per l'estate. Qualche volta, nel caso di un ragazzo molto insicuro o in situazione particolarmente critica per motivi personali QUALCHE VOLTA alzare un voto fino alla sufficienza può avere un suo perché, ma in linea generale, e soprattutto con una Terza che mandiamo alle superiori, secondo me se c'è una reale insufficienza sarebbe il caso di segnalarla, non fosse che per preparare spiritualmente alunni e famiglie ad eventuali problemi per l'anno successivo.
    A St. Mary Mead di tendenza siamo tutti piuttosto laschi, particolarmente in questi anni, probabilmente anche per colpa del Covid e dell'ultima Preside, ma non è l'aspetto che apprezzo di più di quella simpatica scuola - appunto perché non si fa un buon servizio agli studenti.

    @ Mel:
    Alle medie non abbiamo nemmeno l'intralcio degli esami di riparazione, facciamo un piano di recupero ma controlliamo che sia stato eseguito ad anno ormai avviato. Sull'improvvisa lievitazione dei voti una volta Dolcezze postò una vignetta veramente impareggiabile che durante gli scrutini ho evocato più volte in cuor mio ^__^ Però, confesso, il 4 in Matematica improvvisamente lievitato a sei mi ha lasciato davvero perplessa: secondo me esagerare non va mai bene.

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