Come ho raccontato qualche tempo fa, un bel mattino di primavera Teodora e Rachele, due fanciulle dell'allora Seconda Sfigata mi chiesero di essere da me unite in legittimo matrimonio e furono da me accontentate con gran tripudio delle compagne. Classificai la cosa tra le tante stranezze della vita e non ci pensai più fin quando Eola non mi portò un racconto da leggere.
In cotal racconto si leggeva appunto la storia, assai romanzata, dell'amore tra Rachele e Teodora, con l'accorata richiesta di non parlare di cotal racconto ai genitori delle due innamorate. Promisi senza porre alcuna difficoltà o convinzione: davvero non esista che vada a spiattellare in giro i fatti personali dei miei alunni, tanto più se li conosco per speculum in aenigmate; e una volta letto il racconto commentai qualcosa su un paio di buchi della trama ma osservai che l'autrice aveva qualche incertezza nell'uso di certi pronomi, che risolsi con un piccolo approfondimento grammaticale in classe qualche tempo dopo. Tuttavia, nel corso del tempo, da circa seicento e passa piccoli accenni captati qua e là ho finito per convincermi che tra le due c'è* effettivamente un legame sentimentale in corso.
Di nuovo, racchiusi questa convinzione in cuor mio e mi cucinai dei grandiosi sformati di cavoli miei, come ho sempre fatto: è noto che questi legami vanno e vengono, meno ci si intromette meglio è - tanto più che la Seconda Sfigata, adesso Terza, sembra avere una vita sentimentale tanto fiammeggiante quanto mutevole.
Qualche giorno fa, mentre preparavo lo schema per la nuova disposizione dei posti, mi dissi tuttavia "ma in effetti non ho mai messo vicino le due colombelle di classe. Ormai è passato un anno, e la relazione sembra piuttosto stabile: Mettiamole vicine, così Teodora aiuta un po' Rachele per Storia".
E così feci.
I nuovi posti sono in vigore da questo Lunedì. Stamani, durante l'intervallo e prima che si mettessero a sedere è arrivata Eola, con le due sposine al seguito.
"Prof, potrebbe separare Rachele e Teodora? Si sono lasciate ieri sera e forse sarebbe meglio se...".
Le guardo. Male. Le guardo ancora.
"Cioè. Proprio ieri sera dovevate lasciarvi? Con i posti appena assegnati?".
Le due colombelle mi guardano vagamente contrite e accennano un mezzo sorriso di scusa.
Spostare qualcuno in quella classe è sempre un problema, perché ci sono infiniti paletti: e quello non ci vede bene, e quell'altro sta sempre a questionare, e così no, e così nemmeno...
Prendo il pennarello e sposto non meno di cinque persone.
"Sappiate che vi odio. Profondamente" proclamo.
Di nuovo un vago sorrisetto di scusa.
Ciò che una donna giura all'amante / scrivilo sul vento, o sull'acqua che scorre.
Non l'ho detto. L'ho soltanto pensato.
Magari più avanti potrebbero riconciliarsi.
Chissà.
* o meglio dovrei scrivere c'era
Anche Alle Medie Piangono
RispondiEliminaE sono Chiara
RispondiEliminaBe' facile che ora, dopo aver chiesto la celebrazione del matrimonio, rivolgano alla prof istanza di divorzio.
RispondiEliminaMa il vero ammmore non era diverso e più vero e duraturo di quello banale tra persone di genere diverso???
@ Chiara:
RispondiEliminaOh sì che piangono, e come fontane!
Ma speriamo che si tratti solo di acquazzoni di primavera. Aiutano la crescita, dice ^__^
@ Anonimo:
A quanto pare han divorziato senza dirmelo - probabilmente hanno scelto la strada del divorzio breve.
E quanto all'ammore... ecco, è sempre vero ammore fin quando non finisce.
Il punto però è che a quell'età quasi sempre finisce. E direi che possiamo già rallegrarci della garbata discrezione mostrata dalle due colombe in rotta: l'anno scorso, a un certo pu nto, in classe si girava con la barca a remi...