Schema del ciclo mestruale, eccellente per farci su una lezione di Geografia |
Tra le numerose problematiche sorte con la Seconda Capricciosa c'è stato (e forse ci sarà ancora) un uso assai creativo dei bagni riservati al sesso maschile.
Il problema presentava numerose e varie sfaccettature: c'era per esempio la porta d'ingresso che regolarmente veniva tolta dai cardini per poi essere abbandonata in vari punti del corridoio. C'era una forte tendenza all'allagamento (alcuni elementi della classe avevano infatti maturato una certa confidenza con l'idraulica), un uso della carta igienica che molti artisti contemporanei avrebbero apprezzato sul piano decorativo e la curiosa tendenza a usare il gel sanificante per spalmarlo sulle pareti - anche su quelle in muratura. Tutto ciò si andava a sommare ad un uso abbastanza improprio dei sanitari e insomma per i custodi pulire il bagno dei maschi del secondo piano richiedeva sempre un tempo extra - esattamente quello di cui i custodi quest'anno avevano minore disponibilità, impegnati com'erano in continuazione nelle più varie sanificazioni.
Tutti noi avevamo notevoli sospetti sugli autori di quelle gesta, ma in assenza di apparecchiature per l'analisi del DNA non siamo mai riusciti a raccogliere prove sufficienti. Un certo miglioramento della situazione si ebbe istituendo l'uso di mandare i soggetti più sospetti in bagno solo se accompagnati da qualche custode, ma non riuscimmo mai raccattare prove bastanti per inchiodare nessuno alle sue responsabilità.
Altre cose invece vennero, se non inchiodate, comunque attaccate alla porta non del bagno ma della classe, e passo ora a narrare l'insolito caso.
Verso la fine dell'anno scoprimmo poi un uso ancor più insolito e creativo di quei locali.
In un lieto giorno di Maggio sostituii la collega di Arte, quel giorno in malattia, per accompagnare la Prima Sfigata nelle ultime due ore giù in cortile e nei dintorni, dove dovevano fare disegni e rilievi per progettare non so che cosa. Prima di scendere Orlando passò dal bagno e, quando ci raggiunse lungo le scale mi raccontò di aver visto un gruppetto di ragazzi della Seconda Capricciosa pasticciare con un assorbente. Ci scrivevano su, mi spiegò.
Sgranai gli occhioni "Ma, veramente non direi che...".
Sgranai gli occhioni "Ma, veramente non direi che...".
"Infatti. Anch'io quando li ho visti mi sono detto 'Cosa ci fa un assorbente nel bagno dei maschi?'.
Si trattava senza alcun dubbio di una domanda pertinente. Comunque mi appuntai mentalmente la cosa per indagare in seguito.
Le indagini non furono lunghe né complesse: fu sufficiente aprire la casella postale dove subito dopo la fine delle lezioni Spagnolo aveva spedito una mail a tutti i colleghi del Consiglio della Seconda Capricciosa ove raccontava che entrando in classe aveva trovato un assorbente appeso alla porta. Aveva anche saputo a chi apparteneva l'assorbente in questione, ma non era riuscita a farsi dire chi l'aveva appeso, e tantomeno perché. La fortunata proprietaria era Venusia, che da qualche tempo ogni mattina si trovava depredata di un diverso oggettino che teneva nel capace astuccio - il quale oggettino del giorno, qualche volta rispuntava e qualche volta no (di solito rispuntava se minacciavi un rapporto di classe, ma non sempre).
Come ho già scritto, la Seconda Capricciosa, dopo aver dato diversi problemi con la disciplina ai tempi in cui era una Prima Capricciosa, ne ha dati vieppiù in Seconda. Al furto di assorbenti però non eravamo ancora mai arrivati, e all'appenditura del suddetto alla porta della classe nemmeno - in effetti, in quasi 25 anni di onorato servizio, a una roba simile non mi ero ancora ritrovata.
In effetti non ci si era mai ritrovata nemmeno la prof. Therral, che la mattina dopo ci annunciò che aveva chiamato la Preside perché venisse a fare quattro chiacchiere con la classe. L'idea non detta ma assai condivisa era di chiedere una piccola sospensione, ma naturalmente dovevamo prima di tutto chiarire chi sospendere.
A questo punto ripresi da parte Orlando e gli chiesi se era in grado di fare i nomi del gruppo che giocava con l'assorbente.
"I nomi non li so, ma se li vedo li posso indicare" rispose Orlando molto serenamente.
In cuor mio ammirai molto il suo coraggio (anche nella paciosa scuola media si St. Mary Mead ci vuole come minimo il forcipe per estrarre da un primino una testimonianza che accusa ragazzi più grandi, sia pure in privato con adulti e sotto giuramento di segretezza e assicurazione di un programma di protezione).
Dissi a Orlando di aspettare in corridoio e bussai alla porta della Seconda Capricciosa dove la Preside e la prof. Therral erano immersi in una conversazione inconcludente con la classe.
"Scusate, non so se può servire ma avrei un testimone che ha assistito alla scena nel bagno, mentre scrivevano, e può riconoscere i ragazzi".
Seguì un silenzio assai stranito. Poi la Preside uscì con me e raggiunse Orlando, che le narrò la vicenda nei suoi curiosi dettagli.
La Preside mandò via me e Orlando e rientrò in classe, e a quel punto, quando assicurò che i nomi li conosceva (il che non era ancora esatto, ma fa niente) i ladri di assorbenti confessarono.
Misteriosamente la cosa finì senza nemmeno una nota sul registro di classe "per carità di patria", spiegò la preside (e a quel punto risultò chiaro a tutti noi che chiamarla non era stata una buona idea); tantomeno furono avvisati i genitori. Venne però detto ai colpevoli che non dovevano farlo più - un provvedimento utile, insomma, e soprattutto concreto.
Con la Seconda Capricciosa quel giorno facevo l'ultima ora, e decisi di fare una lezione alternativa, di Educazione Civica. Il rapporto no, la sospensione no, la chiama dei genitori no; ma almeno una bella ramanzina se la potevano pur prendere.
Così entrai in classe e proiettai l'immagine che apre questo post. Descrissi in modo chiaro e preciso il meccanismo e la funzione del ciclo mestruale: l'utero prepara una culla calda e accogliente per l'embrione. Dopo qualche settimana, se non si è visto arrivare nessun embrione, occorre fare le pulizie di primavera e avviare la preparazione di una nuova culla calda e confortevole perché magari il mese successivo l'embrione potrebbe arrivare e deve trovarsi subito ben sistemato.
"La cultura mediterranea è maschile, e gli uomini hanno sempre avuto una gran paura del ciclo. Molte religioni sostengono che nei giorni del ciclo la donna è impura e non può avvicinarsi a tutta una serie di cose, per esempio al vino che fermenta perché potrebbe danneggiarlo. Il tabù è molto forte ed è rimasto a lungo: anche per i maschi della mia generazione era ancora molto forte, tanto che andavano nel panico più completo anche solo al sentir nominare le mestruazioni. Naturalmente oggi tutto è cambiato e nessun ragazzo normale trova che le mestruazioni siano strane, impure o spaventose e non ha la minima difficoltà a parlarne o a nominarle, sapendo che si tratta di un procedimento valido attuato dalla natura e che anzi indica che la femmina che le ha è in buona salute. Esiste però una cultura, quella degli indiani d'America, che vede la cosa in una chiave completamente diversa: le considera un processo di purificazione e sostiene che la donna mestruata non è impura ma al contrario particolarmente sacra perché si sta purificando*".
Ho poi ricamato a lungo a punto catenella, punto pieno e punto croce spiegando che al giorno d'oggi, nella cultura occidentale, solo un maschio culturalmente molto arretrato poteva trovare qualcosa di pauroso o di sbagliato nelle mestruazioni, tanto da doverlo esorcizzare con qualche rito scaramantico, ma che stante che in quella classe il problema c'era, tanto valeva avvantaggiarsi col programma di anatomia di Terza per vedere se, visto che in classe molti oggetti venivano regolarmente sottratti ai loro legittimi proprietari, almeno gli assorbenti venissero lasciati in pace.
Ho effettuato dunque un cosiddetto Intervento Didattico**, e non ho la minima idea dei risultati che possa aver sortito, anche se i Ladri di Assorbenti a fine lezione avevano le orecchie vistosamente abbassate. Tuttavia il fatto che l'oggetto del contendere fosse stato un assorbente e non un preservativo mi porta a sospettare che la Seconda Capricciosa sembri a tratti piuttosto infantile soprattutto perché ancora lo è.
* Alce nero La sacra pipa. I sette riti dei Sioux Oglala
** formula usata in didattichese per descrivere una solenne risciacquata.
A me più che la faccenda dell'assorbente lascia perplessa il fatto che spesso viene fatto sparire qualcosa di questa ragazzina... è proprio un accanirsi, non si riesce a fare niente in merito? Cioè, mi domando, come è stato fatto per l'assorbente dare una lavata di testa ai colpevoli. Dev'essere molto pesante non essere lasciata in pace.
RispondiEliminaOvviamente sono mie oziose elucubrazioni che nascono dal racconto di questi episodi...
Elimina@ Filippo:
RispondiEliminaMi hai aperto un mondo nuovo. Cosa diamine sarebbe questa "prova dell'acqua"???
@ Elena:
Ecco, non spariscono solo le cose di Venusia, in quella classe. E se non trovi i colpevoli, per quanto tu sospetti, granché non puoi fare. Ma di lavate di testa in quella classe ne abbiamo fatte tante e poi tante che potremmo aprire un salone da parrucchiere, in difesa di Venusia ma anche degli altri che si trovavano all'improvviso senza più questo o quello :(
(quanto all'accanirsi contro Venusia, il fatto che si tratti di una ragazza molto bella, molto sensibile e molto insicura aiuterà forse a chiarire meglio il quadro :( :( )
Da quando Bloglovin non mi notifica più i post dei blog che seguo perdo tutti i tuoi illuminati racconti. Pazienza!
RispondiEliminaAndando a questo: sì, è segno che sono ragazzi molto piccoli. Dalle mie parti questo non l’ho ancora visto, i preservativi sì. Sarà questione d’età
@ Dolcezze:
RispondiEliminaI preservativi li abbiamo visti anche noi, ma li trovo meno inquietanti. Diciamo che mi sembrano più facili da inserire nel quadro, ecco.