Prima di Waterloo, ci fu la disfatta della Beresina |
A Napoleone ho dedicato più cura, ritenendolo argomento più palatabile per una classe che della storia se ne frega alla grande: c'è l'invenzione dell'Italia, l'invenzione dell'egittologia, l'invenzione dello stato moderno e della moderna legislazione, ma soprattutto c'è la Grandiosa Sconfitta in Russia, che anni fa una classe ben più partecipe e interessata sintetitzzò mirabilmente con la formula "è quando Napoleone va in Russia e si frega".
Con un pizzico di cattiveria e molta speranza ho fatto un compito in classe dove dovevano riassumere sia la Rivoluzione che Napoleone in due cronologie di dieci date ciascuna, libro alla mano, dopo avere accortamente diviso la classe in gruppetti.
Mi aspettavo dei gran pasticci con la rivoluzione, dove scegliere solo dieci date è, oggettivamente, impresa complessa, ma anche qualche soddisfazione da Napoleone, dove se non altro due delle date (nascita e morte) erano già occupate e gli eventi da cui estrarre le altre otto risultavano ben sgranati.
A sorpresa, più di un gruppo ha sbarcato la rivoluzione abbastanza bene, ma le cronologie di Napoleone han rappresentato ottimamente il concetto di "Waterloo dell'insegnante".
Nella maggior parte dei casi Napoleone se l'è cavata così-così (spesso saltando a piè pari il colpo di stato di Brumaio) fino all'incoronazione, cui quasi tutti han fatto seguire il secondo matrimonio e la nascita dell'erede. Quest'ultimo particolare, ovvero la nascita dell'erede, è stato ricordato quasi da tutti nonostante il manuale nemmeno lo citasse: gliene avevo parlato io, raccontandogli la breve e grama esistenza del povero Napoleone II, e per qualche misterioso motivo la cosa gli è rimasta impressa. Ma a quel punto, ahimé, le date stavano finendo e così diversi gruppi sono passati dalla nascita dell'erede direttamente alla morte di Napoleone nel 1821.
Campagna di Russia non pervenuta.
E nemmeno Waterloo.
D'accordo, gli ho parlato anche di Napoleone II. Ma non è che mi sono dimenticata di dirgli che ancora oggi la parola Waterloo è sinonimo di sconfitta disastrosa e senza appello. Gli ho persino spiegato che si tratta di una piccola cittadina il cui nome si può pronunciare in almeno tre modi diversi: Vàterlo all'italiana, Vaterlò alla fracese e Uoterlu all'inglese, insomma una volta tanto era davvero impossibile sbagliare la pronuncia.
"E passi per la campagna di Russia, che comunque è forse la disfatta più famosa di tutti i tempi. Ma come si fa a fare una cronologia di Napoleone senza mettere nemmeno Waterloo?" ululo restituendo i compiti "Waterloo è la battaglia più famosa della storia. Ancora oggi è ricordata come la disfatta per eccellenza!".
Mi guardano bonariamente perplessi. Si sa, la prof. Murasaki è così: ogni tanto dà di fuori di matto, assolutamente senza un perché.
"Lo sapete qual è la canzone più famosa uscita dall'Eurofestival?" ululo vieppiù.
Non lo sanno. Sembrano financo ignorare l'esistenza dell'Eurofestival, che pure è improvvisamente diventato di gran moda proprio in questi anni.
"Waterloo è una battaglia talmente famosa che centosessanta anni dopo un celebre gruppo pop le ha dedicato una canzone che ha spopolato in tutta Europa e che non parlava affatto della battaglia, ma usava il suo nome come metafora!".
E niente, carico a tutto volume il video della canzone degli ABBA in cui una fanciulla racconta allegramente di come, nonostante la sua ferma determinazione a non farsi imbrigliare, ha infine ceduto all'amore conoscendo così la sua Waterloo e tutto il corridoio ne risuona. La classe ascolta con una certa indifferenza ma gradisce l'intermezzo in cui, se non altro, me ne sto zitta.
La cosa che mi ha sempre fatto ridere è quanto bene gli insegnanti conoscono i loro studenti e quanto poco questi ultimi se ne rendano conto (se non dopo anni e anni)... commento un po' laterale ma questo post me lo ha fatto tornare in mente!
RispondiEliminaLa cosa più geniale su Waterloo però l'ha detto Luca Luciani. E chi è Luca Luciani, mi dirai tu? Era un Direttore Generale di Telecom, che per motivare i suoi venditori fece questo discorso...
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=3T-z2V9xhgo
Sicuramente alle medie non era stato tuo alunno!
@Elena:
RispondiEliminaLaterale o meno, è un commento consolante per noi insegnanti e dunque ti ringrazio ^__^
@Romolo:
Ebbene no, il video non l'avevo mai visto ma la storia la conoscevo, ed è bellissima soprattutto vista nel contesto: un alunno che ti dice che Napoleone "fece il suo capolavoro a Waterloo" al più è un normale alunno che non ha studiato storia. Magari un giorno la studierà, magari ha un sacco di altre materie dove va benissimo, magari non ha studiato storia perché pensava all'innamorat*. Son storie carine, un giorno lo racconterà ai suoi figli e tutti ne rideranno insieme.
Ma un manager che boriosamente, tirando fuori una serie di cazzi di scarsa pertinenza, spiega che alla Telecom non si devono azzardare a dire che la ditta ha dei punti deboli e come esempio ti cita il capolavoro fatto da Napoleone a Waterloo, quello sì che è un capolavoro! Veramente beato colui che potra dire "quel giorno io c'ero" ^__^