Come ho già scritto da qualche parte di questo demenziale diario, ci sono i film che escono per Natale e i film su Natale.
I primi sono di solito grossi kolossal costati cifre abominevoli ai loro produttori, pubblicizzati con mesi di anticipo e fatti uscire sotto le feste, quando il mondo intero decide di andare al cinema - film che costano infiniti infarti ai produttori e contengono enormi quote di rischio, perché se non piacciono alla follia rischiano di far fallire intere case di produzione. Di solito sono estremamente godibili, fatti per piacere a tutti - il che contiene però in nuce l'enorme rischio di non piacere quasi a nessuno - e vengono ricordati per generazioni.
I secondi sono una roba melensa e sentimentale e fanno cascare i denti (e spesso anche le palle, a chi ne ha) solo a leggere la trama. Un tempo erano rivolti soprattutto ai bambini, ma ormai da decenni c'è un filone di storie d'amore che risponde perfettamente alla descrizione scritta due righe fa, ma hanno anche la pretesa di avere sprazzi comici. Si racconta che a volte in effetti questa pretesa sia fondata, ma non saprei dire se è vero o meno perché mi sono sempre ben guardata dal vederne uno, per quanto ami molto sia il Natale che le storie d'amore.
Mi sono sempre ben guardata dal vederne uno, scrivevo, ma non è del tutto esatto perché alla fine uno l'ho visto e non me ne sono troppo pentita - vabbé, diciamola tutta: in effetti mi è anche piaciuto. Sto perfino meditando di rivederlo quest'anno.
Uscito nel 2003, Love Actually - L'amore davvero è una specie di quintessenza del film d'amore di Natale: rigorosamente ambientato a Natale (inizia cinque settimane prima, ovvero in un periodo che è a un passo dall'albero di Natale e dalle renne) il film contiene 10 storie 10, nove delle quali d'amore, e pure un po' di sottotrame. Non solo, inizia con la memorabile sessione di registrazione di un brano per Natale che in realtà è una quasi-cover: si tratta infatti nientemeno che di un rifacimento in chiave natalizia del celebre brano dei Wet Wet Wet Love is all around
colonna sonora del famoso Quattro matrimoni e un funerale (1995) nonché a sua volta cover di un brano inciso da The Troggs nel 1967.
La session di registrazione è memorabile perché il cantante, vagamente schifato di quel che sta facendo, si ritrova a cantare il testo rimaneggiato in chiave natalizia e sbaglia continuamente perché, come tutti, nelle orecchie ha la versione precedente:
Il film parte così, per poi avviare le varie storie, non tutte originali, non tutte liete, ma tutte con un tocco molto particolare. Del resto, è un film inglese e gli inglesi hanno una capacità davvero notevole nel fermare la colata di zucchero un attimo prima che travolga ogni barlume di decenza.E, a proposito di decenza: la canzone in realtà ottiene un grande successo anche perché il testo, molto zuccherino, viene poi presentato in televisione in una versione... vogliamo dire garbatamente allusiva?
Anche se, ripensandoci, forse questo è solo il video originale e non la scena del film dove la canzone viene effettivamente cantata.
Comunque sia il personaggio del cantante disilluso e rovinato da una serie di trascorsi con la droga in cerca di un rilancio (che puntualmente ottiene) con una canzone di Natale riadattata è la spezia magica che tiene insieme tutto il film e gli evita l'eccesso di zucchero; le nove storie nove invece seguono quasi tutte le regole del filone e quaglieranno rigorosamente nella notte di Natale.
Sono storie ben assortite: c'è il giovane premier che il giorno del suo insediamento a Downing Street viene preso in pieno da un colpo di fulmine, la coppia perfetta che si sfascia improvvisamente ma lui, innocente come una colomba, troverà ben presto una nuova felicità, la coppia perfetta con l'innamorato in incognito al seguito, il vedovo inconsolabile che si consolerà aiutando anche il suo giovanissimo figlio ad avviare il suo primo legame, la coppia sfiorata dalla nera ala del tradimento (ma lei saprà perdonare), la coppia che si conosce lavorando sui set di fil porno (no, non come tecnici delle luci)... ecco, sì, non tutte le storie sono perfettamente ortodosse, forse, e qua e là emergono alcune decine di tocchi di stravaganza che tengono molto bene l'insieme.
E c'è anche la famosissima scena della dichiarazione mediante cartelli
che io, nella mia suprema e assoluta ignoranza cinematografica, ho conosciuto solo dalla pubblicità di una qualche compagnia telefonica che la evocava senza alcun pudore.
C'è anche un grande cast di attori, naturalmente. Personalmente conosco solo Alan Rickman, Hugh Grant, Colin Firth e Emma Thompson, anche perché sono quelli che hanno recitato in Ragione e sentimento (e, alcuni, anche nei film di Harry Potter) oltre a Martin Freeman, ma sospetto che ci sia diversa altra gente piuttosto famosa.
Bene, dovendo (dovendo? E quando mai qualcuno mi ci ha obbligato?) dedicare un post di questo Blogmas al cinema, questo è l'unico film a sfondo natalizio che non consiglierei solo al mio peggior nemico ma anche a qualche amico - o meglio, solo a loro perché nemici non credo di averne. Oltre, naturalmente, alla Carica dei 101 che comunque, anche se si svolge in gran parte nei giorni appena precedenti a Natale, di Natale non parla molto, e forse anche per questo è un film eccellente.
Esiste poi un filone italiano del film di Natale - no, non sto parlando dei cinepanettoni, opere meritorie anche se forse non sempre di gusto finissimo - ma del classico film di Natale dove famiglie e amici si accoltellano, non sempre e non solo in senso metaforico.
Personalmente non li gradisco, ma nel 1990 uscì
un film (tratto da un lavoro teatrale di Benvenuti di grande e meritato successo) che accomuna i due generi e in più offre una ricostruzione antropologicamente mirabile dei pranzi di Natale in famiglia in area fiorentina. Il trailer mi convinse ad andare in sala (a quei tempi, pensate, si andava al cinema senza limitazioni di posti né prenotazioni. Addirittura a volte c'era chi i film se li guardava in piedi perché non trovava posto) e non me ne pentii, anche perché mi permise di prendere atto che i pranzi di Natale della mia famiglia si inserivano nel ramo di una illustre tradizione artistica e culturale, piazzate e litigi inclusi, anzi soprattutto quelli.
Di questo mirabile capolavoro, dove tutta la scuola dei comici e caratteristi toscani di quegli anni offre mirabile prova di sé, pellicola più agra che dolce, con una vena di humor nero che serpeggia al suo interno ma che tutto sommato si può definire a lieto fine, si possono trovare ampie tracce su YouTube:ma il singolo pezzetto non gli rende giustizia perché tutto è troppo ben intrecciato per poterlo dividere a clip - e anzi sotto questo aspetto rappresenta l'antitesi di Love, actually; conviene dunque cercarlo in qualche biblioteca o chiederlo a un amico cinefilo e guardarlo tutto intero, approfittandone per riflettere su come sono strani gli usi e costumi delle tribù umane, e tenendo conto che è un film che dice molto sui pranzi in famiglia ma, pur svolgendosi a Natale, non aiuta molto a entrare nello Spirito di Natale, qualunque cosa sia:
Un film che noi guardiamo con divertimento è "La banda dei Babbi Natale" di Aldo Giovanni e Giacomo, visto tante volte che sappiamo le battute ("Dottore, dottore, cosa fanno quattro maiali sul divano ...? I porci comodi, ah ah ah!!"),con la canzone natalizia "Mele Kalikimaka" cantata da Mina..
RispondiEliminaciao
Betty
@ Betty:
RispondiEliminaBenritrovata!
Nemmeno ricordavo che quei tre avevano fatto un film di Natale, e invece all'epoca fu molto famoso.
Penso sia tempo di rimediare.
E una poltrona per due? E mamma ho perso l'aereo? Murasaki non può non averli visti, non ci credo! a me piacciono molto i film di Natale e apprezzo molto l'iniziativa di TV8 che per tutto il mese di dicembre li trasmette a raffica tutti i giorni, peccato dover lavorare...il mio film di Natale preferito è fuga dal Natale con Tim Allen e Jamie Lee Curtis che interpretano due coniugi in procinto di fuggire dagli obblighi natalizi per fare una vacanza al caldo, ma qualcosa va storto...
RispondiEliminaVorrei rendere il merito a questo blog di aver battuto sul tempo la testata de Il Post, che ha pubblicato un articolo sui filme di Natale il 21 dicembre!
@ Elena:
RispondiEliminaEbbene sì, non ho MAI visto una poltrona per due, e nemmeno Mamma ho perso l'aereo. Addirittura, nemmeno sapevo che quest'ultimo fosse un film di Natale.
Però, ripensandoci, ho visto "Natale in casa Gori" che è un vero studio antropologico sul Natale toscano, in ogni minimo dettaglio litigi compresi. Chissà perché l'avevo rimosso, invece è fatto molto bene ed è molto natalizio. Soprattutto per un toscano.