venerdì 16 luglio 2021

Il libro di tutti i libri - Roberto Calasso (Haeretica, nel vero senso della parola)

Nel 1988 uscì Le nozze di Cadmo e Armonia, che aveva tra l'altro una copertina deliziosa. Gli diedi una scorsa in libreria, me lo feci regalare e lo lessi con grande piacere. Oh che bello, un vero manuale di mitologia greca che non si limita ai raccontini ma prende la cosa sul serio! 
Scoprii in seguito che l'autore, Calasso, era il fondatore della casa editrice Adelphi (ai miei occhi è un gran titolo di merito). Questo mi spiegò il suo atteggiamento di riguardo verso gli dei falsi e bugiardi: era stata proprio Adelphi infatti che aveva pubblicato La sapienza greca di Colli, che in famiglia a suo tempo avevamo tanto apprezzato.

Due anni fa, prima del lockdown, intravidi anche questo libro.
La Bibbia? Un libro sulla Bibbia? Magnifico! Bastava aspettare che arrivasse in biblioteca. Non lo volevo comprare a scatola chiusa perché non ero sicura che l'argomento  i piacesse quanto quello delle Nozze (e poi, con i prezzi che hanno, gli Adelphi van sempre comprati con criterio); quindi prima leggere, in seguito decidere se acquistarlo o no.
Ma poi le biblioteche chiusero e il mondo cambiò. Però Il libro di tutti i libri restava nel quadernetto con i progetti di lettura (sì, ho un quadernetto con i progetti di lettura. Divisi pure per tematiche) e quest'anno, finita la scuola, ho pensato che fosse il momento giusto. Estate, tempo di letture sostanziose. Sono perfette quando non riesci a dormire per il caldo.
Leggendo il risvolto ho anche scoperto che si tratta dell'undicesimo volume di una serie, di cui Le nozze era il secondo, e che si occupa di... mah, non ho capito bene di cosa si occupa, ma credo che assaggerò qualcos'altro.
In più, navigando in rete, ho scoperto anche qualcosa che mi ha molto sorpreso: Calasso per molti è indigesto. Troppo colto, troppo raffinato, non si capisce mai dove va a parare, sembra molto uno sfoggio di erudizione fine a sé stesso, se la tira davvero troppo... il tipo di autore, in teoria, che mi dà l'orticaria solo a sfiorarlo come un dito.
Invece no, come a suo tempo con Le nozze mi sono piacevolmente lasciata trascinare, e forse non è nemmeno vero che non ho capito dove vuole andare a parare ma in tutti i casi mi sembra una questione secondaria.
Quindi: a me è piaciuto moltissimo, ad altri ha fatto venire l'orticaria e dunque non mi attento a suggerirlo ad alcuno. Però ne parlerò molto bene.

Dicevamo, la Bibbia. Anzi, più precisamente, il Vecchio Testamento. Che è una raccolta di libri scritti in varie epoche, raccolti in vari periodi e con vari criteri, con autore ufficiale il dio di Abramo, Isacco e Giacobbe ma con altri autori materiali accreditati ed è uno dei testi sacri per gli ebrei.
Su quando e come sia stato effettivamente scritto e assemblato, Calasso non dà grandi spiegazioni (anche se qua e là qualcosa dice) e di questo non so se essere dispiaciuta o riconoscente - forse prevale la riconoscenza, visto che in tanti anni non sono mai andata a informarmi di persona.
Il Vecchio Testamento lo conosco abbastanza: mi feci regalare una Bibbia dai miei genitori quando facevo le medie, assai meravigliata che in una casa sì piena di libri proprio quello mancasse. Ripensandoci però non era così strano: i miei erano liberi pensatori ma cresciuti nella confessione cattolica preconciliare, e un buon cattolico  all'epoca faceva bene a non impicciarsi troppo nella Bibbia, al massimo poteva tenersi in casa i Vangeli.
Comunque i miei non stettero a discutere: comprarono e basta. Edizione con l'imprimatur, si capisce (e proprio in quell'occasione mia madre mi spiegò cos'era l'imprimatur) perché all'epoca trovare una bibbia di altro tipo non era molto facile.
E io lessi. Lessi parecchio, ricordo, e facendomi un sacco di domande, specie quando arrivai alla lista degli insetti leciti da mangiare e di quelli che non andavano toccati, e in quell'occasione mi trovai a considerare che ci dovevano essere diverse cose che non conoscevo della storia dell'alimentazione. Scansai con cura quasi soltanto i profeti, che mi sembravano un po' troppo lugubri e allucinati. E tutto questo gran leggere mi fu molto utile quando, molti anni dopo, mi incontrai con gli esegeti medievali, ma davvero non potevo prevederlo. Ero solo curiosa.
Per dirla molto in sintesi, trovai grandi motivi di interesse e di riflessione, ma anche parecchie stranezze; solo leggendo Calasso si è però affacciato nella mia anima innocente il dubbio che qua e là ci siano state manipolazioni, omissioni, censure e si sia elegantemente sorvolato su parecchie cose. Niente di strano, per carità, con i testi antichi succede spesso (e anche con quelli moderni, in effetti). Ma sul piano storico la Bibbia è davvero difficile da interpretare perché di riscontri esterni ce ne sono pochini, anche quando hanno scavato per cercarli. In pratica, il Vecchio Testamento ci racconta una storia parallela, diciamo alternativa, del Medio Oriente.

Altra cosa con cui durante la lettura del Libro di tutti i libri per la prima volta mi sono confrontata a livello consapevole è che il dio di Abramo, Isacco e Giacobbe è di una antipatia davvero singolare. D'accordo, gli dei greci erano lunatici, capricciosi, irritabili e piantagrane, ma davvero niente a paragone dell'insopportabile titolare del Vecchio Testamento - un Essere opprimente, oppressivo, colpevolizzante e sempre scontento, il cui scopo principale nella sua eterna esistenza era non lasciare all'umanità mai e poi mai uno spiraglio di luce e speranza che fosse uno. 
Calasso ci ha messo del suo? Mica tanto. Come dicevo, io il Vecchio Testamento l'ho letto, e l'impressione di fondo che dà è proprio quello: "Ricordati che sei colpevole, sempre e comunque. E che io sono molto, molto, molto insoddisfatto di te".
"A quell'epoca gli ebrei erano l'unico popolo monoteista" spiegano sempre nei libri di storia. E ci credo, con quello lì. Niente di strano che il Cristianesimo invece abbia avuto tanto successo.
"Perché noi crediamo in un solo dio che..."
"FUORI DI QUI! Raus! Sparire!"
"Sì, ma il nostro dio è un po' più simpatico, se mi permetteste di spiegare..."
"Mh? Ok, proviamo a sentire. Ma niente scherzi".
Se l'alternativa fosse stata il dio di Abramo, Isacco e Giacobbe i vari goti, burgundi e marcomanni si sarebbero tenuti ben stretti i loro dei, e pazienza se poi arrivava il Ragnarok - tanto di qualcosa si deve morire, giusto?
E stima assoluta a Gesù che fece davvero un gran lavoro di sintesi e di rielaborazione; tra l'altro, questo spiega anche perché i sacerdoti ebrei lo volessero morto (ma non chiarisce perché i romani decidessero di impicciarsi della questione, di cui ben poco gli avrebbe dovuto calere).

Dunque, un dio incontentabile, sempre e comunque. E in effetti è vero che il racconto del peccato originale ce l'ha solo la Bibbia. Il mito dell'età dell'oro è assai diffuso, ma la storia della caduta dell'Uomo sembra un unicum. 
Così giovane, e già così colpevole.
Il Divieto, l'Unico Divieto. Hai settecentomila permessi e un solo divieto. Una bella trama, in effetti, usatissima in tutte le fiabe e gli intrecci e che porta regolarmente a un solo esito: avviare la vicenda. La storia dell'umanità comincia quando Eva allungò la mano e colse il frutto. E siamo d'accordo che la vita è solo infelicità e dispiaceri e che meglio sarebbe non essere mai nati... 
Siamo d'accordo? Boh, insomma.
Dobbiamo guardare con riprovazione alla nostra comune antenata che scelse di conoscere invece di dire "Ah, OK, niente mele. Va bene, mangeremo albicocche" per poi rimettersi a ricamare a punto a croce? Ma sul serio?

Poi c'è il tormentone del popolo eletto, ovvero la più colossale fregatura della storia. Israele è scelta dalla sua arrogante divinità. E' lui che sceglie, mica chiede se a loro va bene. Sono qui, vi ho scelto come mio popolo, vi darò la mia legge e guai a voi se sgarrate - che è un po' la ricetta base dell'educazione tradizionale. 
I fortunati prescelti, in mancanza di una possibile alternativa, sopportano. E' dura essere gli eletti di un dio sempre scontento di te e che continua a rinfacciarti il suo scontento.
Siccome gli Eletti sono sempre colpevoli di qualcosa vengono sempre puniti, ma mai in modo definitivo. Qualche ebreo sopravviverà sempre, gli viene spiegato tra una punizione e l'altra. Del resto, sono intrinsecamente malvagi, cosa si aspettano?
E d'accordo, sono intrinsecamente malvagi. Ma non si sono mica fatti da soli. E poi, questa storia di continuare a punirli facendoli quasi estinguere ogni volta... e qui il lettore del XXI secolo ricorda l'ultima occasione in cui si sono quasi estinti... Cos'avevano fatto di male, quella volta?
Ma il gran tema del genocidio degli anni 40 non viene direttamente affrontato da Calasso. Solo lambito, in un paio di punti.
Li cito, ma non in ordine di comparsa.
La questione dell'olocausto. Il genocidio degli ebrei è oggi comunemente chiamato "l'Olocausto". Oggi si commemora l'Olocausto. Questa settimana facciamo la tradizionale gita al cimitero per ricordare la strage della famiglia X avvenuta nell'ambito dell'Olocausto. Salve ragazzi, eccovi un documentario sull'Olocausto. Eccetera.
L'olocausto, ricorda Galasso, in origine era il sacrificio che veniva fatto per riscattare la vita dei fedeli: ti sacrifichiamo il capretto e confidiamo che in cambio sarai così gentile da non sacrificare noi. Chiamare Olocausto il massacro di milioni di ebrei è un grande travisamento.
Sì, certo, pensa la lettrice. Poi riflette. Dal punto di vista degli ebrei chiamare così l'Olocausto è senz'altro assurdo, visto che... 
Visto che vennero sacrificati, appunto, gli ebrei.
Ma se la guardiamo dal punto di vista nazista?
Un Grande Sacrificio per allontanare le impurità dal mondo, fatto per la salvezza del popolo germanico. Qui gli ebrei hanno fatto la parte delle vittime sacrificali; e i nazisti, dopo aver spiegato che gli ebrei erano il Male incarnato, si sono improvvisati ebrei per l'occasione e hanno eseguito il loro rito più sacro dei tempi andati. Hanno celebrato il sacrificio dei maschi adulti perfetti, dei primogeniti (e anche di un sacco di femmine e figli minori, già che c'erano). Ma se gli ebrei erano il Male, come potevano i loro riti portare a qualcosa di buono?
Inquietante, davvero inquietante.

Ma mai quanto il secondo riferimento, dove entra in campo Freud.
Che era ebreo e nel 1940, dopo essere scappato a Londra, scrive un saggio su Mosé. Un piccolo saggio, non so quanto famoso - personalmente non l'avevo mai sentito nominare, e dubito che lo cercherò perché la notte mi piace dormire tranquilla. Calasso comunque ne riferisce dettagliatamente e racconta che è stato scritto, secondo quanto detto dallo stesso Freud in una lettera, per rispondere a una domanda.
"Di fronte alle nuove persecuzioni ci si chiede ancora una volta che cosa è diventato l'Ebreo e perché si è attirato quest'odio perenne".
Domanda meritevole di attenzione, senza dubbio; ma ancora più meritevole dell'attenzione è la risposta azzardata da Freud: come tutti, gli ebrei hanno ucciso il loro padre primordiale; ma al contrario di tutti gli altri popoli, non hanno coperto le tracce di questo oscuro delitto avendo cura di non lasciare nemmeno un accenno di accenno di questa loro colpa collettiva; al contrario hanno seminato nella Bibbia alcuni indizi che potrebbero riferirsi alla morte di Mosé. Il fatto che loro osino far capire che hanno consapevolezza e ricordanza di questa originaria colpa collettiva li ha resi odiosi all'umanità intera, dunque.
Questo è stato forse il punto più suggestivo per me, anche perché mi ha svelato la teoria del senso di colpa collettivo, di cui non avevo mai sentito parlare ma che ho trovato molto convincente.
E non c'è dubbio che Freud abbia scritto un sacco di cose strane, alcune delle quali davvero inquietanti, quasi sempre parlando di sé; ma sappiamo anche che molte di queste cose strane meritano quanto meno una certa considerazione.
Senso di colpa collettivo? E ci credo, con un dio di quel tipo alle origini della nostra cultura.
Ma il dio in questione si è fatto da solo?
Viviamo sotto l'ombrello del senso di colpa perché siamo stati allevati da un dio colpevolizzante, oppure ci siamo creati un dio colpevolizzante a nostra immagine e somiglianza, magari proprio perché ci sentiamo in colpa per aver ucciso il nostro padre primordiale? O magari non siamo affatto riusciti ad ucciderlo e ci sentiamo in colpa sia per non esserci riusciti sia per aver cercato di farlo?
In tutti i casi dopo aver letto questo libro ho capito come mai la psicanalisi l'ha inventata un ebreo - il quale ebreo ufficialmente non era religioso, ma proprio lui ci ha insegnato che l'inconscio lavora ben al di sotto delle nostre convinzioni razionali. Per un inglese o un turco penso che sarebbe stato più difficile scavare così a fondo nel concetto di colpa.

In questo libro ci sono molte altre cose oltre a quelle di cui ho parlato (e in cui temo che Calasso faticherebbe assai a riconoscere il frutto delle sue fatiche): la complessa questione della  regalità in Israele, i rapporti  ambivalenti con le culture che la circondavano, Gerusalemme e il tempio distrutto due volte e che non si trova più, angeli (creature che nel Vecchio Testamento appaiono molto meno amichevoli di come siamo abituati ad immaginarcele oggi, anche per merito dei pittori italiani), David e Salomone, Abramo Isacco e Giacobbe (pochissimo Abramo, comunque), le molte storie che vengono narrate due o anche tre volte... C'è anche Kafka - citato sempre in modo assai pertinente, poi il mio amato Nachman di Breslav (pubblicato da Adelphi, guarda un po' i casi della vita) e qua e là qualche autore medievale. 
Aggiungo, per chiudere, che tra i molti pregi del libro c'è quello di non dare una risposta che sia una ma di lasciare in sospeso molte domande, alcune delle quali nemmeno espresse.

Con questo post partecipo, in forma autonoma, all'ormai fantomatico al Venerdì del Libro di Homemademamma, che dispero di veder tornare alla luce, e auguro buone letture a chiunque passasse da queste parti.

10 commenti:

  1. Le nozze di Cadmo e Armonia continua a essere il mio libro preferito di Calasso. Questo sembra altrettanto interessante

    RispondiElimina
  2. Facevo le scuole superiori quando chiesi in regalo un libro di mitologia. La libraia consigliò ai miei le Nozze di Cadmo e Armonia. Mi sono sempre chiesta il perché: è uno dei pochi libri che non ho mai portato avanti, scoraggiata da una complessità di cui non comprendevo l'utilità e turbata dal fatto che non capivo dove andasse a parare.

    RispondiElimina
  3. @ Lurkerella:
    Quindi ne hai letti altri.
    Si accettano suggerimenti ^_^

    @ Hermione:
    Dove va a parare... No, quello non so se l'ho capito nemmeno io. Però come manuale di base non funziona, questo è un fatto.
    Anch'io mi ci sono persa, ma perdermici mi piaceva. E poi, in effetti, quando l'ho letto stavo finendo l'università.

    RispondiElimina
  4. La mia vita convulsa di questo periodo mi ha fatto sfuggire molti tuoi post. Cercherò di recuperare.
    Questo libro non lo conosco, ma mi permetto di dissentire con l’analisi dell’antico testamento: se si hanno le chiavi per entrare nella logica e nel tempo in cui è stato composto, le cose assumono un significato ben diverso( e parlo da studiosa)

    RispondiElimina
  5. @Dolcezze:
    Non a caso l'ho messo nella sezione Haeretica!
    Però, cerco di precisare: chiaramente io il Vecchio Testamento lo conosco solo a) come lettrice estemporanea b) come lettrice dell'esegesi biblica medievale. Il meno del meno che si possa dire è che non ho certo una preparazione in merito, e che i padri della chiesa che ho letto andavano in tutt'altra direzione che quella di una vera analisi del Vecchio Testamento in quanto tale. Che poi alla fine ho letto solo un po' di Gregorio Magno, qualcosina di Angelomo di Luxeuil (!), qualcosina di Alano di Lilla... proprio un altro mondo, davvero, e comunque un mondo che comunque conosco poco.
    Nel mio post ho messo non tanto la posizione del povero Calasso (che, pover'uomo, leggendo il mio post proverebbe probabilmente un doloroso stupore) che non so nemmeno se ho capito davvero o se mi interessava capire, ma quel che che io ho tirato fuori dal suo libro: impressioni, meditazioni a latere, pensierini della sera e quant'altro. Per le Nozze di Cadmo e Armonia ero senz'altro molto più sul pezzo.
    Quindi, se caso mai tu avessi tempo e voglia, ora o anche tra molto tempo, sentiti libera di criticare tutto quel che vuoi. Sarebbe anzi una gran bella cosa - se non altro perché vuol dire che avresti più tempo libero a disposizione di quel che hai adesso.
    Intanto, auguri per tutto e grazie del commento ^__^

    RispondiElimina
  6. Me lo segno. Può tornare utile anche per ricostruire l'immaginario che si è costruito su personaggi comunque presenti nella cultura e nell'arte. Ho, invece, ricevuto in regalo "Le nozze di Cadmo e Armonia" da una cara collega.

    RispondiElimina
  7. @ Mel:
    Vero, i biblisti sono pochi ma molti personaggi del Vecchio Testamento sono comunque parte della nostra cultura, e un po' li conosciamo tutti, quin di c'è questa specie di effetto amarcord "Oh, Isacco, che ci fai da queste parti?" ^__^

    RispondiElimina
  8. Ma povero, non posso crederci
    Ho letto il libro su Gilgamesh che mi è piaciuto molto, quello su Tiepolo che invece meh e Come ordinare una biblioteca. Metteva il pergamino sui libri

    RispondiElimina
  9. Ops! Ho appena controllato e il libro su Gilgamesh non è suo, mi sono confusa con Ka di cui però non ricordo niente

    RispondiElimina
  10. Ci sono rimasta male anch'io, stamani :(
    Non sapevo che avesse scritto un libro su come ordinare una biblioteca, credo che me lo metterò in lista, almeno per curiosità ^__^

    RispondiElimina