Incredibile ma vero, il più complicato, imprevedibile e faticoso anno scolastico della storia della scuola italiana si sta avviando alla fine. Nessuno di noi ci avrebbe sperato, quando riemergevamo dai collegi docenti a distanza dove appositi esperti rispondevano alle nostre tremolanti domande:
"Posso fare questo?"
"NO"
"Posso fare questo?"
"NO"
"E quest'altro?"
"E' altamente sconsigliabile"
"Ma non è che forse potremmo...?"
"NO"
E ci guardavamo spaventati domandandoci che cavolo di anno scolastico sarebbe stato.
E infatti è stato, appunto, un vero anno scolastico del cavolo
dove ogni settimana spuntava fuori un nuovo decreto, una nuova circolare, un nuovo positivo, una nuova quarantena.
Ma adesso sta finendo, e lo si vede da una generale tendenza alla deboscia.
Sì, certo, tutti gli anni nell'ultima settimana la disciplina si allenta assai, ma quest'anno è diverso. Un po' di sole dopo infinita pioggia è infine arrivato a scaldarci, una nuova speranza arriva dai nuovi decreti, i numeri sono in netto calo.
Dopo un anno passato a ripetere come registratori rotti "Alzate la mascherina, ché deve coprire anche il naso, allontanatevi e non fate assembramenti, non accostatevi troppo, non toccatevi, non passatevi penne, fogli, merendine, evitate financo di guardarvi con troppa intensità" sentendosi ogni volta più noiosi, pedanti e puritani, c'è una certa voluttà nel consentire a cose normalissime soprattutto in questo periodo dell'anno.
Pare quasi, a tratti, che l'anno del cavolo finisca con una qualche parvenza di normalità.
"Prof, ci porta fuori?"
"Sì".
"Prof, posso usare il cellulare per fare una foto ai compagni?"
"Sì".
"Prof, ci lascia quest'ora per lavorare alle tesine?"
"Sì"
"Prof, e se invece di lavorare alle tesine prendessimo i giuochi dell'aula di Sostegno e..."
"Ottima idea, vai".
Piacevoli notizie arrivano da ogni dove.
"Ragazzi, da stasera il coprifuoco finisce a mezzanotte. Ricordatevi tutti di mettere le scarpette di vetro quando uscite"
"Non mancheremo, prof"
"Ma che ci faccio io, con le scarpe di vetro?"
"Non ti preoccupare, corre voce che le scarpette di vetro nascessero da un errore di trascrizione e che in realtà fossero di vitello".
I corridoi sono popolati di torme di ragazzi urlanti e nessuno esce più a rimproverarli. Il cortile di scuola si riempie di classi. Stiamo sfiorando l'assembramento.
"Prof, possiamo andare a cercare una palla?"
"Ma certo"
Il Bravo Insegnante deve essere assertivo, giusto? E noi asseriamo, con forza e convinzione.
"Ma non era vietato giocare a palla?" prova a intervenire una collega.
"Forse. Me ne sono dimenticata. Non lo so"
"Giusto, non lo so neanch'io".
"Prof, possiamo andare a prendere i banchi nel ripostiglio e fare lezione fuori?"
"Ottima idea, andiamo tutti a prenderli".
Deboscia, deboscia completa.
"Ricordate che per ogni professore colpito dai palloni sono due punti, a cinque punti si rientra in classe".
Una palla vola in mezzo a due insegnanti che chiacchierano.
"Ops, scusateci. Quanti punti sono?"
"Niente punti per stavolta, non ci avete colpite. Anzi, è stato un tiro molto elegante".
L'anno scolastico sta finendo. Evviva l'anno scolastico.
Ma il prossimo, per favore, lo vorremmo meno tormentato.
Nel liceo di mia figlia ad aprile hanno comprato tavoli e panchine (tipo quelli della Sagra della Luganega) e li hanno sparsi nel cortile/giardino dell'Istututo(deboscia istituzionalizzata) : detti tavoli sono divenuti prede ambite e quindi sempre occupati,so per certo di classi sedute in cerchio sull'erba a fare lezione con la profe che girava in tondo facendo lezione; il piccolo problema è che qui sulle Prealpi Orobiche il caldo ha latitato e la pioggia abbondato ma gli alunni non si sono arresi, tutti fuori con il piumino sotto nuvoloni minacciosi...
RispondiEliminaciao
Betty
Il vitello è indubbiamente più adatto del vetro per scarpette da ballo, e le pantofoline foderate di vaio ancora meglio. Qua ha piovuto sempre o quasi quindi poche uscite. Bella l'idea delle panche "istituzionali"
RispondiEliminaBellissima sì! Anche qua il tempo è stato decisamente avverso sino a qualche giorno fa - quando, appunto, è scoppiata la deboscia.
RispondiEliminaOggi alle prime ore si stava proprio bene ^__^