Quando si fa l'Austria (che succede in Seconda, quando le classi sono ormai abbastanza sveglie e predisposte verso i doppi sensi) capita spesso di parlare di Salisburgo e di Mozart. A quel punto, quasi sempre, faccio un garbato accenno ai Mozartkugeln, squisitissimi cioccolatini che imperversano per tutta l'Austria ma che a Salisburgo sono davvero onnipresenti in tutte le loro infinite versioni e intasano le vetrine delle pasticcerie. E' un tocco gastronomico che non manca mai di essere apprezzato, ma l'apprezzamento tocca invero punte altissime quando spiego con grande nonchalance che la traduzione del nome è "palle di Mozart". A quel punto la classe trova la cosa molto divertente e si lancia in vari commenti, che io seguo con un finto cipiglio che non inganna nessuno, poi la spiegazione continua - di solito dopo che qualcuno ha raccontato che ha avuto il gran piacere di mangiarne e sono invero assai gustosi.
Stavolta eravamo alla sesta ora, quando le barriere inibitorie sono andate a farsi friggere da un bel po', e la Seconda Non Più Tanto Asserpentata ha gradito particolarmente l'intermezzo - o per meglio dire c'è voluto del bello e del buono per riportarla ad un pur minimale grado di interesse verso i monumenti e l'economia austriaca, visto che continuavano a ridere a più non posso.
Le lezioni della sesta ora, si sa, sono quello che sono. L'altra ora di Geografia della Seconda però è la mattina dopo, alla prima ora - e di solito la classe si presenta molto attenta & disponibile.
Per l'Austria si era offerta una graziosa fanciulla finora all'apparenza un po' smortina (e secondo me abbastanza sottovalutata dal Consiglio) ma che negli ultimi tempi ha avuto un buon risveglio.
Costei ha diligentemente elencato confini, forma istituzionale, capitale, moneta, entrata nell'Unione Europea, storia, ed è passata a parlare delle città. Prima Vienna, poi Linz, infine Salisburgo, città dov'è nato il grande compositore Mozart e dove la cosa è grandemente segnalata per ogni dove, tanto che anche le vetrine delle pasticcerie sono piene zeppe (la classe drizza le orecchie e si pone in ascolto) dei cioccolatini dedicati a Mozart - e mentre pronuncia molto compiaciuta l'impeccabile frase una grande aureola dorata le spunta tutto intorno.
Davanti a frase sì ineccepibile, la classe ride anche più del giorno prima mentre io (che rido come tutti) proclamo "Bravissima! Mezzo punto in più!".
E in cuor mi sovviene la compagna di liceo che, ritrovandosi a raccontare la trama della Lisistrata di Aristofane, spiegò compunta e con la stessa aureola dorata intorno alla testa che i mariti delle donne ateniesi "sentivano profondamente la mancanza della compagnia delle loro spose" laddove in tanti si erano intorcigliati nelle più strane frasi per descrivere la situazione tradendo a ogni parola un vistosissimo imbarazzo. La mia compagna, però, era al quarto anno delle superiori, dove si dovrebbe ben avere imparato a far capire senza chiamare troppo le cose col loro nome, mentre a tredici anni la capacità nel develop solution non sempre è avanzatissima.
Per concludere, una nota dolciaria: i Mozartkugeln originari sono artigianali, e tuttora fatti a mano dalla pasticceria salisburghese che li ha inventati ma che non ha mai brevettato la ricetta. In seguito altre ditte ne hanno fatta una produzione industriale. Caratteristica comune, naturalmente, è avere sull'involucro di stagnola un ritratto di Mozart - e come si può vedere dalla tabella a lato, i cioccolatini originali, del 1890, e le sue prime imitazioni hanno un profilino abbastanza stilizzato del grande compositore mentre le versioni più moderne riproducono ritratti a colori e sono anche quelle più facili da trovare in commercio e con le scatole più belle. Comunque è un classico caso di recentiores non deteriores: vanno benissimo tutti, gli originali come le imitazioni.
Brava la fanciulla, grande soddisfazione per la sua prof, immagino!
RispondiEliminaAssolutamente sì!
RispondiEliminaUn mio compagno tradusse che “i Romani non si sollazzavano con le pelli” perché gli sembrava brutto tradurre con l’altro significato di scortum, cioè prostituta. Altri tempi.
RispondiEliminaUna volta con Zanza andammo in una trattoria nelle campagne fra Livorno e Cecina e mi colpì un cartello "chi vole mangia le palle si deve prenotà perché un nascano ne campi come carciofi". Non capivo e Zanza mi spiegò che si trattava dell' orrendo (per me) uso di servire testicoli fritti di toro. Rimasi così turbata da quell' idea che non finii neppure di mangiare ma di queste stupende palle di Mozart, Ti assicuro, farei indigestione.
RispondiEliminaAvevi chiesto il Tè e oggi trovi anche il caffè in una storiella dello zio ambientata tra le tue terre e Roma. Fammi sapere se col sistema dei film formato testo ti trovi bene. Eventualmente scrivimi via mail e segnalami in un commento che mi hai scritto.
Un abbraccio
Dani
@ Dolcezze:
RispondiEliminaAh, le traduzioni impossibili... quel torneo ha lasciato tracce in tutti noi che l'abbiamo seguito.
Mi ricordo ancora di un Giove Indigeno che venne reso come indigens, ovvero "bisognoso". La professoressa è ancora lì che ride...
@ FateviiGattiVostri versione Dani:
Ho già risposto sul vostro blog. Ma secondo me, se ti capita, le palle fritte varrebbero un assaggino. Io, almeno, le proverei. Se non avessi in torno le mie amate gatte che me le mangerebbero tutte prima ancora di farmi preparare la pastella, intendo ^__^
@ Filippo:
Oh, se ti capita prova ad assaggiare. L'ideale sarebbe, credo, averne sottomano una bella scatola con il Flauto Magico in sottofondo (CHOMP!) Renderebbero proprio bene.
Ho sempre pensato a queste palle mozartiane come palle e basta, nel senso di oggetti sferici. L'altro aspetto pallesco non mi ha mai suggestionato, nemmeno oggi ci penso in tal senso.
RispondiElimina@ Kuku:
RispondiEliminaperché non hai dodici anni? No, non è la risposta giusta, perché le battute sulle palle di Mozart si sprecano anche tra adulti.
E allora: perché sei una persona sennata e ragionevole. Che mi sembra un'ottima cosa ^__^
@Murasaki Grazie :D
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