Per tutto Marzo abbiamo seguito la preoccupante evoluzione dei numeri del Covid in Toscana.
"Secondo me la prossima settimana ci chiudono" era il normale saluto la mattina, al posto dell'ormai desueto "Buongiorno".
E a dirlo non era (solo) la prof. Casini, celebre per le sue lugubri profezie, ma anche persone di tendenza assai ottimista. Perché, per quanto si possa essere ottimisti, via, facciamoci due conti...
Ogni Venerdì seguivamo con ansia le notizie. E ogni Venerdì ci scoprivamo graziati.
"Ancora arancioni" per noi delle medie vuol dire "ancora in presenza, Prime, Seconde e Terze".
"Crifosso è in zona rossa!" annunciava la prof. Casini con visibile soddisfazione (poi si scopriva che tanto zona rossa non era).
"Stanno per mettere zona rossa anche Hobbiton!" e lì ci cominciavamo sul serio a preoccupare, perché il comune di St. Mary Mead appunto con Hobbiton confina.
Ma ogni settimana finiva bene: perfino quando cominciarono a mettere province rosse anche in Toscana, sul nostro vessillo l'arancia splendeva gloriosa.
Lode a te, Arancia, portatrice di vitamina C e di buon succo rinfrescante!
Infine venne l'ultima settimana prima di Pasqua. Ormai era fatta!
Nessuno ci avrebbe chiuso, ovviamente. Chi mai sarebbe stato così sfigato da ritrovarsi a fare la Didattica a Distanza per tre pulciosissimi giorni, giusto prima delle vacanze di Pasqua?
Noi.
A sorpresa, Venerdì 26 Marzo scoprimmo di essere entrati in Zona Rossa. Tutti, anche le prime. Anche le elementari.
TUTTI!
Ma scoprimmo anche un altro dettaglio, che fino a quel momento ci eravamo sforzati di rimuovere: i cosiddetti "alunni fragili" avevano diritto a frequentare, se le famiglie lo chiedevano. Noi coordinatori dovevamo individuarli.
Un rapido consulto mi permise di stabilire che l'Alunno Certificato non voleva venire, e che dei due alunni a vario titolo fragili, uno avrebbe preferito la morte civile al ritrovarsi da solo in classe e l'altra era di famiglia paurosa che la metteva spesso in quarantena cautelativa.
Con ciò la questione mi sembrava risolta.
Riaggiustai un po' la programmazione e mi feci i miei tre pulciosissimi giorni di Didattica a Distanza, tra un moccolo e l'altro.
E poi iniziarono le vacanze.
Ma i numeri della Toscana, con mia grande delusione, continuavano ad essere bruttarelli.
E poi, il Venerdì Santo giustamente detto anche Venerdì di Passione, arrivò la convocazione per una riunione che doveva decidere sulle modalità della Didattica Mista, ovvero...
"Io vengo, ma in classe mia non c'è nessuno che vuol venire in presenza".
"Oh no, in classe tua ce n'è un sacco" mi assicurò la VicePreside.
Mi collegai smoccolando vieppiù.
Scoprii così che durante le vacanze la scuola non aveva dormito, al contrario di me, ma anzi aveva deciso di prender pesci, optando per organizzare una "didattica in presenza a piccoli gruppi, a contorno degli alunni fragili, ché così si sentivano meno soli". Si poteva fare, dice. Così era stato chiesto a tutti gli alunni "ordinari" se erano disposti a venire a in presenza a far compagnia ai loro compagni fragili e, guarda un po', ad essere disponibili erano in parecchi.
Boh, perché no? Un po' in presenza e un po' in assenza.
Evvabbé, facciamo anche questa.
Ma quando mi collegai scoprii che il vero motivo della riunione era decidere le modalità di invito degli alunni.
Che andavano invitati uno per uno in gran segreto per non far capire quali erano gli alunni fragili e...
Spensi la telecamera e il microfono e spiegai a gran voce alle gatte di casa che in tutto il mondo una scuola di rompicazzi come la nostra non s'era ancora vista. Che senso aveva invitare qualcuno in segreto ad entrare pubblicamente alla luce del sole in una scuola dove si sarebbe incontrato con alcuni dei suoi compagni? E dopo aver preso un pubblico pullmino gestito dal Comune, per di più.
"No, è perché alcuni genitori si sono lamentati, anzi dice che alcuni genitori si sono lamentati che così si fanno i gruppi-ghetto e..."
I genitori son bestie strane, e si sa. Potevamo ignorarle, potevamo dirgli apertamente che non scocciassero, grazie, che ne avevamo già fin sopra i capelli anche così, e volendo potevamo pure provare a blandirli con dolci parolette fino a convincerli della saviezza del nostro agire. Ma in tutti i casi non c'era nessuna speranza né possibilità che i partecipanti a una pubblica lezione potessero restare segreti, almeno tra di loro.
Ad ogni modo venne stabilito un protocollo piuttosto astruso in cui i ragazzi andavano invitati uno per uno e gli andavano detti in gran segreto i giorni in cui avrebbero partecipato - perché, per evitare assembramenti, giustamente c'erano i Giorni delle Seconde e i Giorni delle Terze e molte classi avevano due gruppi che si sarebbero alternati. Le Prime no, le Prime tornavano tutte in presenza, come le elementari.
Tutto ciò mi inquietava assai perché, nonostante goda (del tutto immeritatamente) la fama di persona precisa, in casi del genere riesco solitamente a fare dei pasticci incredibili ed ero dunque sicura che avrei invitato i gruppi sbagliati per il giorno sbagliato o li avrei mescolati, o entrambe le cose - perché c'erano un calendario segreto con i gruppi, e una lista dei gruppi, altrettanto segreta, ma mi sembrava impossibile per me riuscire a tenerli separati e ordinati nel modo giusto.
Ad ogni modo il giorno dopo arrivò la circolare, che si limitava a dire che "i coordinatori dovevano avvisare gli alunni" senza specificare niente di assurdo; e così rimediai il tutto mettendo sulla Classroom un bellissimo comunicato pubblico con gli elenchi dei nomi dei due gruppi e le date. Controllai ben tre volte per essere sicura di avere messo tutto giusto, ma essendo una cosa piuttosto semplice non avevo sbagliato nulla, e pubblicai serenamente.
Risultò che la Segreteria aveva mandato la Circolare sbagliata (ma è possibile pure che un occasionale attacco di buon senso avesse alfine soccorso tutti quanti) - ma, sbagliata o no che fosse, la Circolare era il Documento Ufficiale da applicare e io l'avevo applicata.
Ci fu poi una seconda riunione per il Martedì dopo Pasqua, e partecipai anche a quella. Si trattava in quel caso di stabilire le compresenze per tenere a bada i piccoli gruppi mentre l'insegnante faceva lezione (e per certe classi non si trattava affatto di una precauzione inutile, ma dubitavo assai che la Terza Brillante avrebbe dato dei problemi di gestione).
Lavorai con cura per preparare le lezioni - un po' di spiegazione e qualche video accattivante sulla piattaforma, così lo guardavamo noi e lo guardavano a casa.
Sbarcai a scuola Giovedì per scoprire che non c'era il collegamento in rete. Ondata di panico, ma poi il collegamento arrivò e mi feci due ore proprio carine con la Terza Brillante che, essendo scesa dal cielo a miracol mostrare, funziona benissimo sia in presenza che a distanza che in didattica mista.
Molto meno bene andò invece il giorno dopo con la Seconda: non tanto perché il gruppetto in presenza fosse invero un po' effervescente, ma soprattutto perché il computer quella mattina aveva deciso di aggiornarsi e non ne voleva sapere di fare altro, e allora era stato sostituito con un altro computer, che però si limitava ad accendersi e non dava alcun altro segno di vita. Dopo lunghe ricerche il collega della compresenza riuscì finalmente a mettere le mani su un computer che faceva regolarmente il suo lavoro e i ragazzi, sia a casa che a scuola, chiacchierarono variamente leggendomi i loro bei lavori sul Muro di Berlino e si presero un bel po' di voti alti. Una lezione simpatica, nel complesso, peccato che fosse durata mezz'ora a malapena*.
Il giorno dopo la Seconda era tutta a casa, ma la lezione durò ancora meno: il collegamento infatti funzionava più che bene ma il computer all'inizio non aveva audio e quando provai il vecchio rimedio della nonna "esci e poi rientra" scoprii che stavolta loro mi sentivano, ma io non sentivo loro. Fu così che improvvisai una lezioncina sul Patto di Varsavia dove, quando avevano qualcosa da chiedere, alzavano la mano e poi scrivevano la domanda nella chat.
Un modo davvero entusiasmante di fare lezione, non c'è che dire**.
Venerdì rientrai a casa per scoprire che, contro ogni previsione, la Toscana era ritornata di un bel colore arancio. Oh gioia, gaudio e tripudio! Champagne per tutti!
...e poi Sabato mattina scoprii come tutti i mei sventurati colleghi che la Toscana era sì in zona arancione, ma la provincia di Firenze era rimasta rossa.
O tenebra e disperazione!
La settimana successiva comunque fu più leggera, confortata com'era da un piacevole profumo d'arancia. E invero Venerdì sera l'arancione è arrivato, con nostro gran conforto.
(Quanto al Computer Autoaggiornante, dopo essersi aggiornato per un giorno intero e per una notte, ha infine ripreso a funzionare normalmente).
*, **(Nel caso che qualcuno si stia domandando che senso ha preoccuparsi tanto della segretezza degli inviti dei gruppi invece di assicurarsi che ci fosse un adeguato numero di computer funzionanti per fare la Didattica a Distanza, e pure quella Mista, non so cosa rispondergli: all'inizio dell'anno il parco computer era piuttosto vasto, ma durante questi mesi alcuni hanno perso colpi e la Responsabile Digitale era sempre impegnata con qualche indispensabilissima circolare della Preside per poter prestare molta attenzione a queste cose)
L'Italia è un bel paese davvero, dove a quanto pare si gode degli stessi diritti solo sulla carta. In Puglia siamo rossi da ben prima di Pasqua e per diverse settimane tuuutte le scuole son state chiuse tranne che per gli alunni con sostegno.
RispondiEliminaOra, la scuola elementare della figlia piccola ha senz'altro aperto le porte ai bambini con sostegno, i quali dovevano solo recarsi in aula senza neanche avvisare; la scuola media di figlio grande ha invece stabilito che BES e Dsa dovessero fare richiesta alla preside per andare in presenza. La preside avrebbe poi valutato, a suo insindacabile giudizio, chi aveva, per la propria peculiare disabilità, l'effettiva necessità di frequentare in presenza e avrebbe così elargito il suo consenso. Morale della favola, in una scuola di 30 classi neanche un alunno col sostegno ha frequentato in presenza, così la preside ha potuto chiudere la scuola e consentire agli insegnanti di collegarsi da casa.
Ma i ragazzi non sono stupidi. Mio figlio ha un compagno col sostegno che necessita di aiuto per scrivere e usare il PC: ha così notato che durante la Dad casalinga il suo compagno ha accanto qualcuno (che non è la prof di sostegno) e mi ha chiesto "Mamma, ma la prof di sostegno del mio compagno la pagano per non lavorare?". Già, cosa rispondere?
Mi vengono in mente le circolari della Umbridge...
RispondiEliminaBetty
Certo che il mondo della scuola è proprio un microcosmo specchio della realtà circostante. Ma ora state di nuovo tutti in presenza? Speriamo di non pagare caro queste riaperture generalizzate
RispondiEliminaquindi in zona rossa avete le scuole chiuse? anche qui siamo in zona rossa (Sardegna) ma le scuole fino alla prima media sono aperte.
RispondiElimina@ Hermione:
RispondiEliminaLa verità: la prof. di sostegno in questo caso lavora da casa, esattamente com'è stato per tutta la primavera scorsa.
Non è il massimo, sono d'accordo: ma vuolsi colà dove si puote, e insomma il Ministero l'anno scorso e la preside di tuo figlio quest'anno han fatto questa scelta. Con risultati non sempre ottimali.
@ Betty:
Non solo a te!
@ Romolo:
ebbene sì, da stamani siamo di nuovo tutti in presenza! Con grandissimo sollievo generale.
Quanto ai rischi non saprei, alla fine abbiamo quindici milioni di esseri umani vaccinati in giro, spero che qualcosa voglia dire.
Vedremo.
@ Nicoletta:
I primi tre giorni, quelli prima delle vacanze di Pasqua, sono capitati in una specie di interregno in cui, in caso di zona rossa, stavano tutti a casa. ADESSO, cioè da dopo Pasqua in poi (e anche fino a tutto Febbraio) in caso di zona rossa le scuole funzionavano comunque in poresenza, anche in zona rossa. Poi, per un mesetto circa, in caso di zona rossa chiudevano tutte le scuole.
Almeno, ho capito così. Ma confesso che a un certo punto mi ci sono persa anch'io...