Non è il mio disco preferito dei Pooh (lo sono un po' tutti)
ma è quello con la copertina che mi piace di più
Il primo post di questo blog (dopo i doverosi saluti agli eventuali lettori, si capisce) era dedicato ai Pooh, e per un crudele caso della vita più esattamente al fatto che, secondo me, i Pooh avrebbero dovuto smettere di cantare perché ormai stavano stonando - che per un gruppo che per gran tempo si era segnalato per le ottime voci e i mirabili impasti vocali dei suoi componenti, davvero non mi sembrava cosa.
Era il 21 Agosto del 2008. Qualche mese dopo, con una lettera che fece assai scalpore, Stefano D'Orazio, il batterista, che tra l'altro non stonava affatto, lasciò il complesso con una celebre lettera in cui diceva, in pratica, che aveva già dato. Gli altri non la presero benissimo ma non scorse sangue né ci furono grandi polemiche pubbliche e l'amicizia rimase.
I Pooh si presero un altro batterista e continuarono, ma da allora non li ho più seguiti. Di fatto, non ho nemmeno capito se dopo si sono sciolti o no.
Il 6 Novembre 2020 Stefano D'Orazio è morto di Covid, o forse più esattamente per colpa del Covid: a 72 anni non rientrava nella fascia più a rischio, ma aveva la leucemia e stava quindi seguendo delle cure piuttosto debilitanti - insomma, in circostanze normali probabilmente il Covid gli sarebbe passato accanto senza fare grossi danni, ma purtroppo le circostanze tanto normali non erano.
E così proprio lui, che ha scritto un pezzo piuttosto lungo della storia della musica italiana, ha avuto un funerale ristrettissimo (se pure l'ha avuto, non so nemmeno quello) e dopo aver passato decenni a riempire palasport, stadi e teatri vari è morto da solo, senza nemmeno i familiari vicino. Una cosa molto ingiusta, ma alla fine la vita è piena di ingiustizie, e figurarsi la morte.
Nel panorama musicale i Pooh sono stati una presenza piuttosto anomala perché non hanno fatto all'apparenza quasi niente di particolare se non una quantità immane di canzoni di successo, alcune delle quali molto belle.
Non facevano tendenza, nonostante un successo continuativo che è durato per decenni. Non avviarono grandiose sperimentazioni musicali: un gruppo pop, melodico, che confezionava bene i suoi prodotti, in apparenza tradizionali (anche se mai troppo tradizionali).
Ufficialmente non impegnati in politica, oppure verso destra (ma mi convince di più la teoria che li vuole cattocomunisti, fermo restando che in mezzo secolo si fa in tempo a cambiare idea svariate volte) si tolsero comunque la soddisfazione di avere una canzone censurata (Brennero 66, che parlava dei morti negli attentati altoatesini) e dedicarono canzoni ai
detenuti, ai trans, agli immigrati, al femminismo, alle fanciulle di buona famiglia soffocate per troppo amore e troppa protezione, ad Attila, alle invasioni dei conquistadores, ai nativi americani, al muro di Berlino e a svariate tematiche ambientali, con una lunga collaborazione col WWF - ma sono sicura che ho dimenticato un sacco di cose.
detenuti, ai trans, agli immigrati, al femminismo, alle fanciulle di buona famiglia soffocate per troppo amore e troppa protezione, ad Attila, alle invasioni dei conquistadores, ai nativi americani, al muro di Berlino e a svariate tematiche ambientali, con una lunga collaborazione col WWF - ma sono sicura che ho dimenticato un sacco di cose.
Nonostante un grandioso e costante successo commerciale soffrivano il peso delle intromissioni dei discografici nelle loro scelte (e nei loro incassi) e così, a quanto ho capito per primi in Italia, cominciarono ad autoprodursi per poter fare le cose a modo loro - che poi non era un modo particolarmente rivoluzionario, ma era il loro. E per primi han portato in Italia fumi e raggi laser e i microfoni senza filo, perché tutti gli anni andavano all'estero ad appositi saloni per musicisti e tornavano con i loro pacchetti di novità, così come per primi si sono attrezzati un bel furgone con tanto di cucina per quando andavano in tournée perché erano stufi di mangiare male alla fine dei concerti. Gente dotata di senso pratico, gentile con tutti alle interviste, paziente, e che non litigava mai in pubblico.
Collezionarono matrimoni, figli e famiglie allargate senza farne grande mistero e senza raccontare mai granché. La maggior parte delle loro canzoni parlava appunto d'amore e di rapporti di coppia, tradimenti inclusi, visti da angolature a volte anche un po' inusuali: il punto di vista di chi, dopo l'avventura di una notte, torna a casa per scaldare la sua amata compagna o di chi mette sottosopra la sua vita per un colpo di fulmine, o si ritrova improvvisamente la ragazza incinta, l'esasperante individuo che non lascerà mai la moglie ma continua a prometterlo in buona fede all'amante, chi scappa via stufo e arcistufo, chi scopre che, oops, lei si è stufata, chi si ritrova nella deplorevole situazione di dover dire "no, grazie", chi si prende una piccola vacanza dalla vita di tutti i giorni, chi è stato piantato e ha la discutibilissima fortuna di avere amici premurosi che lo consolano, chi ha la ex che ogni tanto ritorna a bussare alla sua porta per poi sparire di nuovo,
Le feste finiscono e si rompono gli incantesimi.
Ma si può restare comunque amici per sempre, anche quando uno di noi è andato dietro al muro. O dietro al Velo, direbbero al Ministero della Magia.
A me piace molto Dammi un minuto e poche altre. Mai amati, però riconosco che forse sono stati il gruppo pop più importante della musica italiana
RispondiEliminaNel 1971 ci mancò poco che nei Pooh c'entrasse Ampelio perché Valerio Negrini voleva smètte e dedicassi a scrive e ci fu un momento che si guardarono intorno per batterista. Riccardo che era di Pontedera, suggerì de nomi di giovani promettentissimi tra i quali Ampelio che era un mezzo fenomeno ma era troppo piccino doveva fa il militare e nzomma ala fine pigliarono Stefano che era già affermato a Roma. Scrivo io ma su mandato dele donne che Ti domandano: quali erano i filmi cola elle che volevi? Un gli riesce di ritrovà r commento a lorolì. Scriviglieli in fondo al poste di domattina ciao un abbraccione
RispondiEliminaDante
@ Romolo:
RispondiEliminaPer alcune generazioni sono stati una colonna sonora da cui non si poteva scampare, un po' come Baglioni. D'altra parte, io a scansarli non ci pensavo nemmeno, ma quand'anche avessi voluto la mia compagna di banco non l'avrebbe permesso. Ecco, per me sono anche il ricordo del liceo - anche se ho continuato ad ascoltarli molto anche dopo.
@ Fatevi i Gatti Vostri versione Dante:
Ma non mi dire!
Chissà se Ampelio si è perso qualcosa - un po' di soldi senz'altro, perché erano comunque un gruppo che andava molto. Stefano D'Orazio però era anche un eccellente manager, a quanto ho capito è stato soprattutto lui a guidarli verso l'etichetta indipendente e certe scelte gestionali che li hanno messi in grado di fare quel che volevano, e quando arrivò nel gruppo era già adulto. Probabilmente sul piano "batteristico" Ampelio sarebbe stato meglio, ma la buonanima era anche un ottimo compositore...
Comunque con i se e con i ma non si fa la storia, però è divertente pensare cosa sarebbe successo se il militare l'avesse già fatto...