domenica 25 ottobre 2020

Under my cover

Per strano che possa sembrare, in casa ho alcune coperte a gatti

 Come mi sembra di aver detto, in questi giorni a scuola oltre ad essere molto, molto umido fa pure un gran freddo, tanto che spesso i ragazzi rumoreggiano e protestano quando apriamo le finestre per cambiare l'aria come previsto da regolamento Covid.
E una bella mattina, entrando in classe, trovo Perceval che mi dice "Prof, oggi ho la coperta a gatti".
Lo guardo, con una sensazione indefinibile di familiarità perché...
"Ehi, ho anch'io quella coperta. Nel senso che in questo momento ce l'ho nel salotto, su una poltrona. E quando sono uscita di casa su quella medesima coperta c'era un bel gatto nero molto acciambellato".
Seguono mirallegri di tutti i tipi. Perceval si drappeggia la coperta addosso con eleganza, annodandola intorno al collo.
"Qualcuno di voi tiri fuori un cellulare e faccia una bella foto, se Perceval è d'accordo. Poi la mettiamo sulla piattaforma".
Perceval naturalmente è d'accordo.
"Se non inquadrate la testa non corriamo nessun rischio sulla privacy" suggerisce l'accorta insegnante di sostegno.
Segue defilé di Perceval, con foto. Mi fanno vedere le foto, approvo.
Arrivano i ragazzi dei pulmini. Tutti festeggiano e ammirano la coperta.
Alla fine la lezione comincia, con Perceval ben ravvolto nella sua elegante coperta a gatti.
Che sfoggia anche durante l'intervallo. Un paio di colleghi guardano interessati.
"Un ragazzo intelligente. Forse dovremmo fare anche noi come lui".
Il giorno dopo, per fortuna, la temperatura si è alzata e di coperte non se ne sono viste più.

4 commenti:

  1. Mi ero persa questo post. Nella mia scuola la copertina è comune, laddove non c'è la pompa di calore. Per dire... io vado a scuola con mega sciarpe e poncho che alle copertine fanno un baffo.

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  2. Da frreddolosa patologica quando sto ferma e calorosissima appena mi muovo sono TOTALMENTE solidale con il bozzolo sottocoperta.
    Le influenze e i raffreddori che ho preso in ambienti sotto i 22° non si contano più. Che poi a me finiscono SEMPRE con sovrinfezioni batteriche che richiedono antibiotici, qualunque prevenzione prenda, con antipatiche conseguenze collaterali.
    Per questo capisco benissimo quando per fermare il virus si è proposto di tenere fuori gli alunni con temperatura sopra i 37, 1. Siccome siamo tutti fissati con l’idea che sotto i 37,5 non si sia malati e sotto i 38 non si danno antibiotici, dimentichiamo che quei parametri si riferiscono ainfezioni batteriche. I virus sono più insidiosi ma fanno danno lo stesso.
    E per questo non amo affatto che chi sa di stare male e essere raffreddato se ne vada in giro esponendo altre persone di cui non può sapere condizioni e reattività a beccarsi quei microbi che discrezione imporrebbe di tenere per sé.

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  3. @ Dolcezze:
    Da noi abbiamo avuto una diversa perversione: qualcuno che si lamentava che tenendo le finestre aperte faceva freddo.
    E' stato detto che le finestre sarebbero rimaste aperte, PUNTO. E che portassero pure la copertina - o, al limite, un bel maglione pesante.

    @ Pellegrina:
    In realtà, non so perché, ma la moda non ha attecchito e la coperta non si è vista più. Ma certo non è stato perché noi insegnanti ci abbiamo trovato da ridire!
    (Sul resto mi taccio perché noi insegnanti, afflitti dal grave morbo di voler salvare il mondo a tutti i costi, di venire a scuola ammalati ce l'abbiamo per abitudine. E sì, lo so benissimo che non è una abitudine sana. Per quest'anno, comunque, l'abbiamo accantonata tutti e io ho comprato in reteb un grosso flacone di 300 pasticche di vitamina C, che pare funzioni bene come prevenzione)

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  4. Oh, non pensavo certo che voi trovaste da ridire alla coperta!
    Buona vitamina C, anche io la uso, oltre a molto altro...
    Per il resto, salvare il mondo contempla ahimé anche dettagli insospettati, come appunto la reattività altrui alle proprie malattie, a volte. Per dire al momento sono sotto trattamento da un mese e mezzo, preventivo.

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