Tra qualche giorno riaprono le scuole.
Non vi è chi non lo sappia perché è assolutamente impossibile restare distaccati da sì grande evento, e ogni giorno enormi titoli sui giornali annunciano che le cose non vanno, no, assolutamente non vanno. E tutti prendono posizione e si indinniano terribilmente, stracciandosi le vesti (che in Agosto è certo più agevole che in Dicembre) e dando la colpa a tutti dell'immane disastro che si avvicina implacabile.
In principio c'era il test, un piccolo test gratuito che gli insegnanti possono fare, se lo desiderano, e che tutto sommato ha un valore relativo perché non avere il Covid alle cinque del pomeriggio del 29 Agosto non vuol dire che già alle sette dello stesso giorno il malefico virus non si sia accampato nell'organismo dell'insegnante già testato. Ma insomma è meglio di niente (forse) e allora perché non farlo, si son detti in tanti.
Non in Lombardia, a quel che sembra, dove già il 28 Agosto, in base a dichiarazioni fatte non so da chi, risultava che un terzo degli insegnanti contattati per telefono non era interessato.
Segue titolone "Migliaia di insegnanti in Lombardia non vogliono fare il test".
Poi qualcuno ha chiesto con garbo da dove veniva questo generico numero di migliaia. Quanti insegnanti erano stati contattati, e soprattutto trovati, dagli angeli del call-center il 26 e il 27 Agosto?
E torme di insegnanti lombardi imbufaliti mandavano a dire che loro il test lo avevano fatto, oppure che da giorni tentavano di contattare chi di dovere ma non era nemmeno molto chiaro chi dovesse eseguire il test e dove.
Alla fine, a denti stretti, dalle ASL lombarde hanno ammesso che il numero era leggermente approssimativo.
Poi è venuta la saga degli insegnanti fragili, ovvero quelli che per età e malattie debilitanti che abbassano le difese immunitarie correrebbero gran rischi a rientrare in classe. Costoro sono 400.000 e già le scuole sono invase e sepolte da certificati medici con cui detti insegnanti ricusano di tornare a scuola, peggio dei Dursley quando Harry viene chiamato a Hogwarts e loro cercano di far finta di niente. Migliaia e migliaia di certificati medici, certificati medici ovunque.
Fin quando qualcuno osserva che prima del 1 Settembre questi certificati non possono essere presentati. E viene fuori che il numero di 400.000 degli insegnanti fragili è calcolato contando tutti quelli che per età superano i 55 anni - nel cui numero, devo dire, sono inclusa pure io che ci ho pure avuto tempo fa una malattia assai debilitante, ma nessuno mi ha minimamente accennato, fino a questo momento, che non è prudente per me insegnare; e vista la cifra così rotonda, sospetto anche che il numero sia stato calcolato con lo spannometro. Senza contare che, se pur forse è facile raccattare un certificato di pochi giorni per un qualche malessere, i certificati di esonero dal lavoro richiedono un po' di scartoffie e non li vendono a pochi spiccioli all'angolo di strada, e quei poveri insegnanti che per loro sventura hanno malattie debilitanti sono ben noti nelle segreterie e non costituiscono certo una sorpresa che spunta improvvisamente dal nulla.
Ad ogni modo, già in serata il numero degli insegnanti overaged è calato al 40% del corpo docenti, ovvero circa 335.000. Attendiamo con fiducia ulteriori cali.
Dunque siamo ricolmi di insegnanti assenteisti o potenzialmente tali, che sperano che la scuola non riapra (il che, oso dire, è affar loro, visto che ognuno è libero di sperare quel che gli pare e piace) e che rifiutano di fare un test volontario di scarsa utilità e affidabilità (dice, sembra, pare, corre voce che).
Ma anche di genitori snaturati, che insistono affinché le scuole vengano riaperte al più presto perché non vedono l'ora di liberarsi dei loro figli per poter finalmente bagordare lavorando in fabbrica e al cantiere, incuranti dei loro poveri pargoletti esposti così a rischio di cruda morte per malattia.
E di scolari menefreghisti che passano il loro tempo in discoteca contagiandosi senza ritegno e hanno osato andare in vacanza quando tutti li esortavano a muoversi per far girare l'economia.
E tutto ciò è colpa della ministra dell'Istruzione che non ha previsto che gli insegnanti sarebbero stati assenteisti e i giovani sciagurati e festaioli - ma che, quand'anche lo avesse previsto, davvero non so come avrebbe potuto intervenire per prevenire questi incresciosi fatti.
Ma siamo ricolmi anche di genitori inviperiti che prevedono la morte prossima della loro prole e che dichiarano a gran voce che loro, i loro figli, a scuola non ce li manderanno. così come di genitori che protestano vivamente perché tutte queste storie, quando si sa che il Covid non esiste ed è tutta una montatura dei rettiliani per impadronirsi della Terra - e vaglielo a dire a Boris Johnson.
E di anime candide che dicono "Vabbé, non riapriamole, le scuole, ecchessaràmai perdere un anno?", dimentichi del fatto che non siamo affatto sicuri che l'anno prossimo le cose saranno tornate "normali".
E di esperti psicologi che dichiarano che, qualora le scuole non dovessero riaprire, il trauma provato dai giovinetti sarà irreversibile e la loro vita rovinata per sempre e senza speranza.
E di didatticisti che assicurano che gli ultracinquantacinquenni che si ostinano a stare in cattedra sono la vera causa della rovina della scuola in quanto vecchi, decrepiti, antiquati, non informatizzati e spaventosamente fragili di salute.
E di tuttologi che spiegano come gli insegnanti non hanno voglia di lavorare e che basta minacciare di togliergli lo stipendio e a lavorare ci torneranno, eccome.
E di un sacco di gente che prevede un disastro epocale, una totale ecatombe e una tragedia inenarrabile.
Tutte queste sciocchezze e molte altre imperversano allegramente non soltanto sui social - e passi, perché nei social è normale che si dicano grandissime quantità di sciocchezze - ma anche sui giornali (che nessuno compra ma a quanto pare tutti leggono) e in televisione, combattendo a colpi di fake news e notizie distorte o inventate di sana pianta una battaglia che, a quanto pare, ha una portata politica enorme.
In mezzo a tutto questo, la ministra dell'Istruzione continua a parlare di banchi che arrivano, non arrivano, arriveranno - ma che certo non sono il punto centrale del problema stante che almeno loro non dovrebbero ammalarsi.
E l'ex ministro dell'Interno dichiara che la ministra dell'Istruzione è incompetente e incapace e non lavora (mentre lui, notoriamente, quando era ministro ha fatto un lavoro impeccabile e quindi giustamente adesso rivede le bucce agli altri).
E i presidi stanno diventando verdi a righe rosa per venire a capo dei trasporti, organizzazione delle classi e degli orari e via dicendo.
E gran parte degli insegnanti hanno feroci mal di testa che li affliggono, ma il Covid ne è responsabile solo in modo indiretto.
L'anno scolastico sta per cominciare.
Alla faccia di tutti.
Murasaki, oggi hai superato te stessa. La tua disamina è ASSOLUTAMENTE PERFETTA.
RispondiEliminaConsidera che la scuola è argomento sul quale tutti hanno una minima infarinatura e quindi pretendono di parlarne... E, sic stantibus rebus, non so se, quando e come partiremo.
Da genitore che non vede l'ora di lanciare i propri figli a scuola per essere libera di andare a bagordare in ufficio (ti lascio immaginare la piacevolezza di stare in smart working con un figlio adolescente logorroico e l'altro di quarta elementare che sostiene pervicacemente che piccolezze come leggere, scrivere e far di conto siano una perdita di tempo) sono veramente preoccupata. A due settimane dall'inizio nessuno (neanche le scuole, credo) ha ancora capito come/quando/per quanto tempo/con quali servizi le scuole apriranno... Non vorrei essere nei panni di chi decide, davvero.
RispondiEliminaMa quanto sono felice di non essere preside, vicepreside, coordinatrice di plesso!
RispondiEliminaPresa dal panico per tutte le notizie, ho chiamato il mio medico per il test sierologico, aspettandomi disguidi inenarrabili. Risultato, test eseguito 2 ore dopo, in studio, in tre minuti. Certo che se già nella più vicina città (Novara) ne arrivano di difettosi, non arrivano, ci sono tre ore di code, è facile poi fare i titoloni sui giornali. Speriamo in bene e che il Cielo ci aiuti!
Bello perchètutti sembrano aver riscoperto l'importanza e la centralità della scuola. Ma allora qualcuno potrebbe spiegarci che senso ha far ricominciare le scuole e poi fermarle la settimana dopo per il referendum? Era troppo difficile arrivare a capire che sarebbe stato meglio invertire le date? Mah!
RispondiElimina@ Dolcezze:
RispondiEliminaPartiremo "alla sperandio" per citare la povna. La Grande Domanda è "Per quanto partiremo?".
E lì, chi è credente convien che preghi, chi non lo è potrebbe provare a fare un tentativo onorevole...
@ Simona:
Solidarietà a te e a tutti i genitori che han goduto in eccesso le gioie della famiglia!
Incrociamo tutti le dita. Ci sarò qualche problema, naturalmente, ma alla fine la ministra è stata quasi ferma e si sono mossi i Dirigenti, e per quanto le incognite siano parecchie e a tutti noi servirà una pazienza da certosini io non dispero che se ne possa uscire con onore.
@ Tenar:
Oh sì, tutti noi che non siamo ministri vicepresidi, coordinatori di plesso, responsabili digitali e anche custodi siamo felicissimi!
E tutti questi titoloni sospetto che non derivino solo da soverchio amore per la scuola, e ammetto di trovarli irritanti. Siamo un paese un tantino disorganizzato, ogni regione va per conto suo, ma non mi sembra poi questa gran novità!
Incrociamo le dita, accarezziamo gatti neri, tiriamo fuori i cornetti di corallo e tutto il resto perché ci vorrà fortuna.
@ Romolo:
Ah, non dirlo a me, ero rimasta a Giugno quando qualcuno disse che si sarebbe cercata una soluzione alternativa per il referendum e le elezioni, e adesso scopro che la soluzione alternativa non c'è - il che, sinceramente, mi lascia piuttosto dubbiosa. Anche un idea come la tua, invertire le date, sarebbe stata una soluzione molto onorevole. Oppure rimandare a metà Ottobre. Oppure qualsiasi altra cosa. Ma tant'è (segue una lunga fila di imprecazioni).