lunedì 9 marzo 2020

Lezione frontale; chi sarebbe costei?

Sì, le lezioni frontali possono conciliare il sonno.
Che a volte è un pregio, giusto?
Su certe cose la didattica moderna non transige: la lezione frontale è il male assoluto, il demonio, l'anticristo dei canoni di apprendimento. 
Vade retro, Satana! Anathema sit!
E poi è una roba da antiquariato. Andava forse bene per Carducci, forse per i nostri bisnonni. Ma ai giovani d'oggi non vorrai mica rifilare la lezione frontale?
Come raccontava la povna tempo addietro in un commento su questo blog lo spiegarono anche a lei, in una compatta serie di lezioni frontali. E anche a me lo hanno spiegato, alla SSIS, in un paio di lezioni frontali.
Sempre alla SSIS, mi spiegarono anche che la didattica moderna si basava sui moduli - che sono, in pratica, un gruppo di lezioni frontali seguite da una verifica.
D'accordo, la SSIS non è una roba di cui far conto - almeno quella che ho fatto io, in Toscana. E posso anche essere d'accordo che in certi casi possa sembrare una roba un po' antiquata; ma forse sarebbe il caso di mettersi prima d'accordo su cosa si intende esattamente per lezione frontale.
La definizione più o meno ufficiale sarebbe esposizione continuata fino alla conclusione del discorso, con spazio finale riservato alle domande di chiarimento dei partecipanti.

In realtà una roba così non si vede spesso, in una scuola per ragazzi. Io stessa che scrivo, e che la scuola l'ho frequentata diversi decenni fa, prima dell'università l'ho vista solo ai tempi della prof. Picchia, che faceva la sua lezione e poi accettava domande; e alle Settimane di Studio sull'Alto Medioevo di Spoleto, anche, dove le conferenze infatti sono chiamate "lezioni" - nel senso, suppongo, di lectio magistralis.
Però anche sull'università, calma e intendiamoci: il mio primo seminario, quello su Francesco d'Assisi, è stato quasi tutto una gran chiacchierata, noi decina di allievi e le due insegnanti, mancava solo il tè con i pasticcini - e tutti a rivoltare Francesco come un guanto nemmeno ci avessimo giocato insieme da piccoli; ma anche alle altre lezioni chi aveva una domanda bastava che alzasse la manina e lo facevano subito parlare. L'unica differenza era che su Francesco d'Assisi tutti avevamo qualche idea avendolo già fatto a storia, a letteratura e magari avendo pure visto un film su di lui, mentre quando parlava l'insegnante di filologia romanza per spiegarci la spirantizzazione parlava soprattutto lui. Cosa mai avremmo potuto dire per intervenire sulla spirantizzazione, visto che eravamo lì appunto per farcela spiegare? (in realtà anche lì c'era qualcuno che interveniva, nemmeno a sproposito: quelli, appunto, che la spirantizzazione l'avevano giù studiata, magari per qualche altro esame, e portavano esempi da stranissimi testi di stranissimi autori altomedievali).
Quanto al liceo, alla prima lezione di letteratura italiana la prof. De Divinis ci dettò una poesia di Ungaretti e ci chiese di spiegargliela (mandandoci discretamente nel pallone, va detto, anche se poi ci abituammo). Non proprio una classica lezione frontale, ammettiamolo.
Non so come funziona con le lezioni di estimo - a occhio, immagino che parli soprattutto l'insegnante, almeno agli inizi del corso. Con la grammatica, di qualsiasi lingua, conviene giocarsela in altro modo se vogliamo che gli alunni imparino davvero ad applicare le varie regole. A grafica e a informatica puoi chiedergli di progettare una casa, un logo, una campagna pubblicitaria, un programma per gestire gli incassi di un bordello. A geografia si fanno facilmente e senza sforzo magnifiche lezioni interattive e laboratoriali e le idee zampillano senza nemmeno cercarle. Ma a storia cosa fai, gli chiedi di progettare una guerra dei Seicento o una eresia del Trecento? Se non sono a un livello abbastanza avanzato da consultarsi e gestirsi le fonti per conto loro non vedo come possano venirne a capo (per tacere del rischio abbastanza consistente di scatenare le ire delle famiglie, nel non improbabile caso che ti ritrovi dei figli di fondamentalisti in classe). E allora gli racconti la rivoluzione francese, poi gli fai studiare la rivoluzione francese, poi gli risenti la rivoluzione francese e al massimo gli fai leggere qualche documento e ascoltare la Marsigliese, mi sembra. E se sei alle medie e non gli fai più che bene la lezione frontale non è affatto detto che vengano a capo da soli del libro di storia, che ogni tanto anche quando è buono ha la deplorevole tendenza ad avvitarsi su sé stesso al grido di "Intendami chi può, che m'intend'io".

E dunque, adesso che ho difeso a spada tratta le lezioni frontali sostenendo che
1) non ci sono, non le fanno mai e anzi non sono mai esistite e
2) che esistono eccome, anzi a volte non è possibile far senza
dove sto cercando di andare a parare?

Alla grandissima frustrazione dei poveri insegnanti di tutta Italia che 
- non hanno alcun modo di fare lezione perché non dispongono di adeguate strutture, e perciò sono frustratissimi, oppure
- hanno tutte le attrezzature e si ritrovano a far lezione al vuoto e sono frustratissimi perché gli manca qualsiasi forma di ritorno oppure
- riescono a insegnare in videoconferenza e gli alunni scappano per ogni dove esattamente come quando erano a scuola e quindi i poveri docenti sono vieppiù frustratissimi oppure
- hanno le attrezzature, fanno la lezione in videoconferenza, la classe li segue con attenzione e viva partecipazione ma tutti quanti sono comunque frustratissimi perché "non è la stessa cosa".
A tutti loro va il mio più caldo saluto e la mia più completa solidarietà, specie considerando che le notizie si fanno sempre più lugubri ad ogni giorno che passa*.

*(sì, ovviamente io sono nella prima fascia, con un improbabile futura speranza di lavoro su GoogleSuite, sul quale al momento non punterei nemmeno il tradizionale centesimo bucato e pure falso).

6 commenti:

  1. Insomma, in qualsiasi scenario, la frustrazione domina sovrana. Non se ne esce. Sto ancora ridendo per il programma per la gestione degli incassi di un bordello.

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  2. Ho frequentato la scuola ai tempi delle esclusive lezioni frontali. Ho imparato a legegre e a scrivere un corretto italiano, mi sono interessato di filosofia e storia, ero bravissimo in geografia e avevo voti stellari in lingua italiana. I ragazzi che vedo oggi da quale tipo di lezioni vengono? Perchè o sono frontali fatte male, o sono dei somari senza speranza, oppure non so.

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  3. Cominciavo a sentirmi una specie in via di estinzione, se non completamente estinta, prima di leggere questo post...particolarmente azzeccata ed illuminante la parte in cui dici che "chiunque" ci spiega da anni e anni che la lezione frontale è il diavolo, utilizzando la lezione frontale LOL
    Io tra una lezione on line a l'altra ho trovato l'ispirazione a scrivere un post...vedi che si può sempre cercare di far qualcosa di buono anche nei periodi più bui
    Io sono in zona rossa...resistiamo e stiamo a casa!

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  4. Io appartengo alla quarta categoria. Facciamo le videolezioni, molto partecipate, a dire il vero, ma decisamente non è la stessa cosa. Il Cucciolo è decisamente schiacciato dalla mole di compiti inoltrati via Argo, via WA e via telefono... Non so se mi spiego...

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  5. @ Kuku;
    Sì, siamo tutti frustrati, ma io più di tutti: è probabile che non abbia nemmeno una telecamera per mettermi in videochiamata!

    @Nihil:
    Siamo coetanee, più o meno, e forse abbiamo perfino frequentato le stesse scuole. Certamente hai avuto insegnanti diversi, questo sì. Quanto ai ragazzi che vedi oggi, e che vedo anch'io, ovviamente sono la disperazione e il disastro incombente di tutto il mondo a venire., come è sempre stato e sempre sarà per tutte le nuove generazioni sin dai tempi in cui dormivamo nelle caverne e sulle palafitte^_^

    @ Alice:
    Sì', il commento della povna era davvero azzeccato, tanto più che adesso, a chi come noi è troppo imbranato per organizzare le videoconferenze suggeriscono... di fare dei file audio. Questo sì che sarebbe il trionfo della moderna didattica!
    E che dire, c'è chi si è laureato nelle università per corrispondenza, e la situazione è davvero particolare.
    Detto anche "in mancanza di meglio si va a letto col marito".

    @ Dolcezze:
    Capisco la frustrazione, ma tieni conto che già siete una categoria di privilegiati ai miei occhi.
    Solidarietà al cucciolo, quando si tratta di assegnare compiti "per le vacanze" molti insegnanti perdono letteralmente il lume degli occhi. Molti di NOI insegnanti, intendo, non sto cercando di defilarmi dalle mie responsabilità

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