Più sobriamente, io mi limitavo ad evocare quelle belle collane di ciucci a caramella che vendono a collane negli autogrill
ripromettendomi ad alta voce di comprarne qualcuna - e di solito la menzione della collana di ciucci otteneva un qualche effetto placante perché a undici anni non si ama molto essere accusati di eccesso di infantilismo.
La Prima Asserpentata invece non si placava affatto, ma è rimasta molto colpita dall'idea, e in parecchi hanno promesso di procurarmi una di cotali collane.
E non si sono limitati a promettermela: una bella mattina Rama è arrivato non proprio con una collana, ma comunque con un bel sacchetto di caramelle-ciuccio, di quelle gommose e un po' frizzanti:
e si è anche rifiutato di farsele rimborsare.
Alla vista delle caramelle-ciuccio la classe è letteralmente impazzita e continuare a spiegare la struttura del ghiacciaio non è stato affatto semplice.
Ricordando il vecchio adagio di mia nonna "non siamo puniti per i nostri peccati, ma dai nostri peccati" li ho messi in una graziosa borsetta di tulle rosa e ho cominciato a portarmeli dietro quando andavo a lezione nella Prima Asserpentata.
Cosa farne non mi era affatto chiaro. La prima pensata, cioè assegnarne uno ogni volta che qualche alunno faceva qualcosa di particolarmente infantile e querulo, non si rivelò affatto una buona idea: il vincitore della caramella infatti, lungi dal mostrare cenno alcuno di pentimento o ravvedimento, la ciucciava ostentatamente traendone gran motivo di vanto.
Dopo aver maledetto più volte la deplorevole stupidità che mi aveva portato a ficcarmi in un simile pasticcio sono stata infine assistita da una piccola ispirazione il giorno in cui una fanciulla mi ha chiesto apertamente una distribuzione di ciucci perché "quel giorno erano stati bravi".
Distribuire caramelle in premio per la buona condotta non mi sembrava esattamente il tipo di messaggio didattico più adatto ad estirpare l'infantilismo da una classe.
Tuttavia, nelle ultime settimane c'erano stati dei modesti segni di ravvedimento: nella Prima Asserpentata si strillava meno, si dava meno in smanie e avevano perfino smesso di azzuffarsi. Addirittura, stavano imparando a organizzarsi in modo abbastanza silenzioso la coda per il bagno e la giovane Tornado aveva avviato una specie di scommessa con una compagna dove si impegnava a regalarle venti euro se lei, Tornado, avesse preso un rapporto - me lo raccontò molto soddisfatta alla fine di Venerdì, quando ormai i suoi venti euro erano salvi, e davanti ai miei occhi grandi come tazze da te mi spiegò che si era autoinflitta questa possibile penale per avere un motivo per frenarsi. Per quanto contorto, l'insieme denotava una lodevole intenzione di frenare un carattere decisamente impetuoso e anche un certo livello di autoconsapevolezza che indicava un principio di ingresso nell'età adolescenziale - che poi era quello a cui puntavo perché una classe di adolescenti in qualche modo riesco a gestirla, mentre con i bambini non so mai come comportarmi.
Alla fine promisi che se avessero evitato di mimmeggiare per una intera settimana (che nel mio caso equivaleva a solo due unità orarie, insomma ci si poteva anche arrivare) i ciucci sarebbero stati distribuiti - e mi rendo conto che si trattava di una pretesa molto modesta, ma insomma io ero desiderosa di liberarmi di quei ciucci quanto loro di ciucciarseli.
Così, dopo una prima e una seconda settimana in cui avevo aspramente rampognato un paio dei Serpentelli perché per colpa loro la classe, che pure si era comportata in modo non troppo infantile, non avrebbe ricevuto i ciucci che gli spettavano, mentre i compagni li guardavano con aria torva, alla terza settimana ho potuto distribuire i ciucci con gran gioia collettiva - ed era l'ultimo giorno in cui li vedevo prima dell'Ultimo di Carnevale, quindi era anche un giorno molto appropriato.
Distribuiti i ciucci ci avviamo all'uscita in una confusione tutto sommato accettabile quando uno dei principali aspiranti al Gran Premio del Ciuccio d'Oro mi accosta per spiegarmi che il suo principale contendente a questo ricco premio di ciucci ne aveva presi due.
Ho sospirato.
"Capisci perché in questa classe si distribuiscono ciucci? Lui che ne prende due, e tu che vieni pure a raccontarmelo".
È rimasto dolorosamente colpito dal mio commento - o almeno spero.
Quanto a me, mi sono finalmente liberata dai ciucci, e spero di non ritrovarmi mai più in un pasticcio del genere.