Con gli anni ho assistito a molte di queste struggenti lamentele incrociate: i blog erano in crisi per colpa di Facebook, i blog di foto erano in crisi per colpa di Instagram, tutti quelli che scrivevano aprivano un blog, anche quelli che non avevano nessuna voglia di tenerne uno; tutti aprivano blog letterari per recensirci libri, tutti aprivano blog di cucina - e qui la smetto per pietà verso chi legge. E ci fu naturalmente la falcidia quando si estinse da un giorno all'altro la piattaforma di Splinder, e molti che si stavano stufando di avere un blog ne approfittarono per tagliare la corda e sparire senza lasciare recapito.
La mia personale impressione è che i blog siano sempre stati in contrazione e nello stesso tempo in espansione, contrariamente alle galassie o all'universo che ci dicono limitarsi ad espandersi - per quanto, anche sulle galassie corre voce che ci siano dei momenti di crisi anche piuttosto seria, e a quel punto arrivano i buchi neri a sostituirle. Sembra. Pare. Ci dicono.
Poi per i blog ci sono le mode, com'è giusto molti blog, e così abbiamo assistito alla migrazione periodica di molti grossi stormi di blog diretti verso terre più calde, ad esempio YouTube, dove proseguono come vlog (ovvero video blog), oppure verso Facebook, dove la lunghezza media dei post va allungandosi come l'età media dei partecipanti.
Perché molti blog si estinguono? Ahem, la risposta è piuttosto semplice: perché sono organismi viventi e come tali una volta nati possono crescere, agonizzare e morire, a volte piuttosto bruscamente.
Essendo organismi viventi poi, quasi tutti cambiano pelle periodicamente nel corso della loro esistenza. La cosa ha senz'altro un senso: se apro un blog perché sto attraversando un particolare momento di crisi, intesa come "nuova fase della mia vita" - mi sto separando, per esempio, oppure mi sono sposata, ho cambiato lavoro, ho fatto un figlio - a un certo punto intervengono nuovi cambiamenti: il nuovo lavoro mi ha stufato, ho smesso di scrivere, i figli sono cresciuti, il matrimonio è finito, la passione per un certo tipo di letture è sparita... i blog sono organismi viventi, i loro tenutari anche e a volte si stufano oppure cambiano vita, e nella loro nuova vita il posto per il blog non c'è più.
A volte ci si stufa anche del contorno di un blog: frequentatori, commentatori, troll, rompiscatole che ti si attaccano peggio dei gattini alle sottane, persone che per un certo periodo sentivi vicine come fratellini di latte e che improvvisamente ti risultano estranei...
Sono tutti motivi validi e chi pianta il suo blog quasi fosse un carciofo (ma senza tornare al momento del raccolto) fa bene, anzi benissimo - e quand'anche qualcuno pensasse che fa male, i tenutari dei blog hanno comunque il sacro diritto di levare le tende quando più gli sembra opportuno. Perfino le amicizie più lunghe e solide si rompono, perfino i migliori matrimoni, figurarsi se non puoi piantare un blog, magari perché sei emigrato in Bessarabia o sei entrato nell'ordine dei Camaldolesi Penitenti di Bressanone.
Lasciare un blog è semplice, basta smettere di scriverci - tanto, se vuoi, puoi tornarci quando vuoi. E lo stesso succedeva prima dei blog, con i forum e i gruppi di conversazione, e lo stesso succede anche con i social.
E a un certo punto chi ti stava intorno si guarda indietro e si accorge che l'autore di uno dei blog che seguiva è scomparso, magari dopo aver diradato i post con i più vari e validi motivi. Oppure proprio scomparso non è, ma il blog è diventato "privato" e ci accedi solo attraverso invito - che può arrivare o non arrivare, dipende; ma se non arriva, viene da pensare, forse è meglio lasciar perdere e non approfondire la questione.
Sono in rete da più di vent'anni ormai (se non ricordo male saranno ventuno tra una settimana) e di cari amici di rete scomparsi ormai ho un bel carnet - gente sparita e mai più tornata, gente ritrovata in qualche zona imprevista della rete, perfino gente con cui i contatti sono continuati nella cosiddetta Real Life.
Quando ho cominciato a tenere questo blog sembrava che tutti gli insegnanti che mai avessero occupato una cattedra, fosse pur per poche ore, non avessero altro desiderio che quello di raccontare dettagliatamente le loro impressioni, emozioni e vicissitudini.
Siccome il mio era un blog monotematico e parlava quasi esclusivamente di scuola, invece del blogroll consueto mi costruii una Sala Insegnanti, che era piuttosto nutrita. Quando dico che non era un blogroll intendo dire che non comprendeva tutti i blog che seguivo: era solo una lista di insegnanti. Gli altri blog che frequentavo erano in uno schedario a parte, nel mio computer - qualcuno ci è rimasto per breve tempo, qualcuno è emigrato verso altri lidi abbandonando il suo blog, qualcuno lo seguo fedelmente dalla notte dei tempi.
Passarono gli anni e la Sala Insegnanti andò spopolandosi. In particolare, cominciò a latitare il comparto della scuola media, che a ben vedere era quella che mi interessava di gran lunga di più. Così presi atto dello sfoltimento e aggiunsi una sezione "Intorno alla Sala Insegnanti" di blog che ritenevo in qualche modo collegati alla scuola: gli sbufalatori, per esempio.
A un certo punto gli insegnanti sono quasi andati in estinzione, perché anche quelli che continuavano a scrivere spesso e volentieri parlavano soprattutto di cose che con la scuola non avevano molto a che fare. Del resto quest'anno anch'io mi sono pericolosamente avviata su questa china, anche se conto di redimermi presto: la vita a volte ha il sopravvento anche sulle migliori intenzioni e quando gli insegnanti che frequenti con te parlano soprattutto della tua salute o delle commissioni che hanno fatto, fanno e faranno per te, la scuola appare un mondo sempre più lontano, evocato tutt'al più da qualche pettegolezzo che ti riferiscono al solo e dichiarato scopo di farti fare due risate.
Insomma, dopo lunga riflessione degna senz'altro di miglior causa ho deciso di fare un normalissimo blogroll dedicato ai miei blog preferiti - gente che magari seguo da anni ma che non avevo mai inserito solo perché non stavano in cattedra, oppure ci stavano ma di scuola parlavano solo in rarissime occasioni.
E gli altri? Gli scomparsi? L'infinita collezione di scomparsi accumulata in vent'anni, che fine hanno fatto?
Una fine ottima, credo. Ognuno di loro aveva senz'altro i suoi buoni motivi per andarsene, e chissà che la vita o la rete un giorno non ci rimetta in contatto. Ma se anche non succederà, gli auguro ogni bene e felicità.
Talk Talk - Renee
E mentre stavo a ricordare i bei tempi andati e le mezze stagioni e tutto questo genere di cose, in quel preciso arco di tempo, la cattedrale più bella d'Europa stava bruciando. Alla faccia del post struggente e malinconico!
RispondiEliminaSono una di quelle che. Volevo solo precisare che nel mio caso il blog è diventato privato non perché 'a invito', che nel caso sarebbe stato mandato a te e a altri, ma perché è al momento chiuso e non ho voglia che sia raggiungibile mentre non penso a lui. Leggo lo stesso, pur se non spesso, in giretto per la rete. E ti leggo, inter alia, molto contenta sempre e in specie ora che ti leggo sulla via della ripresa.
RispondiEliminaCondivido molto la tua riflessione sugli organismi. Nel mio caso, sono cambiati i narratari, e sono cambiata io. Il mio blog era, e resta, legato a Città della Scuola e ai suoi personaggi. Il resto, ora, è troppo poco altrove per consentire una mia messa in forma scritta sub specie fictionis. Almeno per ora.
Mai post sulla blogosfera fu(ed è)più esaustivo del tuo. Hai proprio ragione ed è saggio farsene una ragione. 👏🏻👏🏻👏🏻 Tuttavia mi rattrista il fatto che i blog dei docenti siano morti e quelli in vita stazionino in sala di rianimazione.
RispondiEliminaoh, Murasaki cara. Oggi, per un caso fortuitissimo, rientro nel mio account quasi per caso, e nel blogroll trovo questo tuo post. Vita&destino blogghico.
RispondiEliminaNoisette (che si firma così perché si vede che, dopo anni di latitanza, Blogger è offeso e non mi fa loggare nei commenti)
Questo post continua a portare una sfortuna micidiale. Mentre lo scrivevo bruciava la cattedrale di Notre Dame, oggi è morto Massimo Bordin, il mio amato Massimo Bordin che teneva la migliore delle rassegne stampa possibili. Il mio cuore sanguina e guardo con sempre maggiore inquietudine al mio futuro informativo. Mi rendo conto che dopo il colpo di fortuna di aver recuperato la salute e pure una certa dose di vitalità non dovrei osare lamentarmi - ma il mio cuore sanguina ugualmente. La terra gli sarà senz'altro lieve e lo ritroverò sul ponte dell'arcobaleno, accanto a mia madre, alle mie gatte e al mio amico medievista, ma il mio cuore sanguina ugualmente, come quando morì Freddie Mercury, perché ci sono persone che non hai mai conosciuto nella vita ma che lo stesso possono mancarti terribilmente - e lui mi mancherà ogni mattina, cinque mattine a settimana.
RispondiEliminaPresto, una magia da grande strega perché questo post cessi di essere sfortunato!!!
RispondiEliminaCara Murasaki, mi dispiace sentirti cosi’ affranta per la perdita di qualcosa e di qualcuno che avevano accompagnato la tua vita fin nei minimi passi della quotidianità.
La persona in questione era per me l’antitesi del giornalismo, della politica, delle mie idee di riferimento e soprattutto dei miei interessi economici, né mi piacevano la sua voce o il suo tono. Insomma, out (:. Pero’ so che aveva molti estimatori, tra cui qualcuno che mi girava assai vicino.
Poco importa, ti abbraccio.
Bello pensare al blog come un organismo vivente (Mi sa più di pianta che di animale), che in qualche modo è altro da noi e che noi curiamo e facciamo crescere (o anche lasciamo morire). Io l'ho sempre visto come una scatola, dentro cui vado a mettere pensieri, emozioni o ricordi. Ma forse davvero è qualcosa di più!
RispondiElimina@ la povna:
RispondiEliminaSpero che tu non abbia visto nel mio post una richiesta di giustificazione, perché non lo era - e tra l'altro quello che dici qui l'avevi già detto nei mesi scorsi proprio nel tuo blog. "Il blog è mio e lo gestisco io" recitava un vecchio slogan femminista (o forse non era proprio il blog? Comunque è il concetto in sé che è giusto). Il concetto di base è: chi parte ha certamente le sue ottime ragioni, chi resta a volte ripensa a tante cose - e a tante entità scomparse.
@ Mel:
sì, questo è un altro aspetto della questione: il mondo trabocca di blog, ma quelli dei docenti sono quasi scomparsi, e mi dispiace perché lo scambio con i colleghi in rete mi manca: come tutti gli scambi mi ha insegnato tante cose e fatto cambiare idea su parecchie questioni, o almeno mi ha aiutato a vederle in luce diversa.
D'altra parte forse c'è un motivo specifico per questa moria, ma forse, anche, un docente è ANCHE, nei ritagli di tempo, un essere umano con la sua storia personale e non c'è una causa collettiva, ma tante singole cause che fanno parte di tante singole storie.
E comunque se ci sta bene è così, ma se non ci sta bene è così lo stesso!
@ Noisette:
Carissima, non farci caso: durante la tua assenza blogger è diventato spaventosamente lunatico. Ci sono blog che riesco a commentare solo dal tablet, il cielo sa perché, e a volte PERFINO A ME viene chiesto di dimostrare che non sono un robot per farmi commentare. Per farmi commentare sul mio proprio blog, intendo. Mah?
@ Pellegrina:
grazie della solidarietà, ancor più preziosa proprio perché a te Bordin non piaceva affatto!
Quanto a esorcizzare la sfortuna, ho fatto del mio meglio: ho messo due post nuovi e uno ha proprio la funzione di aiutarmi a elaborare il lutto. E da ieri sera non ci sono state disgrazie, a parte piccole cose irrilevanti come la guerra in Libia, i morti in Irlanda del Nord e simili... ah, dimenticavo, c'è anche la morte dell'Agnello di Dio. Per fortuna non sono credente, e poi tanto si sa che lì finisce in gloria tra poche ore.
@ Romolo:
'Spetta: il blog non è soltanto quel che ci mette dentro il tenutario, c'è anche la parte dei commenti, che vengono messi da altri. E poi il blog ti aiuta a cambiare e favorisce la crescita, come le vitamine: la scrittura autobiografica (e in qualche modo qualsiasi forma narrativa lo è, fosse pure l'Iliade) ha una funzione curativa, oltre che descrittiva. Inoltre, come tutte le cose create da noi e poi mandate in giro per il mondo, secondo me vive di vita propria.
E dopo aver scritto questo ti prego caldamente di NON chiamare la neurodeliri ^_^
No no, non lo avevo sentito come una esigenza di giustificazione, diciamo che ho colto la palla al balzo sulla questione del "metterlo privato" per spiegare come mai è privato (perché dopo tanto che non ci scrivevo ho deciso che non mi piaceva pensarlo aperto, in realtà non avevo testa di pensarlo proprio), che è poi un portato di quello che dicevi dell'organismo a Romolo, cosa in cui credo molto anche io. Anche per me è stato un momento di grande confronto, e di grande dialettica assai utile a me per prima; alcuni elementi di come sono come insegnante e come persona, cambiata, vengono da lì. Una delle cose che per me ha sicuramente segnato il tempo è stato che, per vie talora parallele e talora convergenti, il rientro da Città della Scuola ha determinato una apertura di confronto assai reale con molti colleghi con i quali ci vediamo e discutiamo, non solo della piccola città, tra l'altro, e dunque in qualche modo molte volte mi trovavo a riflettere sullo scrivere un post che era già, alle mie orecchie, minestra riscaldata perché frutto di un ampio didattico che si era consumato già prima in altre sedi. Nello stesso tempo, è chiaro, questo comporta la rinuncia a dibattere con le persone che tramite il blog uno sente (e di qui talora, specie durante le vacanze, il fare un po' il cuculo e approfittare per dibattere degli spazi blog altrui). Alla fine, forse, per quanto mi riguarda, si può riassumere nel fatto che non avevo abbastanza voglia di scrivere sul blog da scriverci, basico e referenziale come suona. Ma non è detto, eh. La vita è strana, e sorprende. Chissà.
RispondiElimina@Murasaki: eh, anche le streghe talvolta hanno un raggio d’azione :-).
RispondiEliminaSi sì gli agnelli risorgono: del resto li han fatti apposta!
Lo scherzo di non farmi commentare sul MIO blog blogger lo fa anche a me. A ulteriore testimonianza, se mai ce ne fosse bisogno, che una piattaforma privata rimane del privato, non nostra...
Mica solo gli agnelli in realtà, ho il sospetto che tutta la faccenda sia stata organizzata per questo: si mangia la primavera per assicurarsi la rinascita come agnelli appena venuti al mondo, siccome pero’ dopo un pochino ci si accorge che questa magia non funziona per tutti, si sposta la rinascita al mondo del futuro che nessuno vedrà e quindi nessuno potrà smentire.
RispondiEliminaGrazie mille per avermi inserito nel blogroll.
RispondiElimina@ Pellegrina: promettere una rinascita futura in un momento indefinito (che però potrebbe essere anche domani, chissà) è un vecchio trucco del mestiere , e di sicuro la prima storia raccontata nel mondo parlava proprio di questo!
RispondiElimina@Kuku:
Ma grazie a te del bel blog che fai. Non commento quasi mai vista la mia sconfinata ignkranzia cinematografica, ma leggo sempre molto volentieri ^_^
Mi hai fatto un complimento molto bello e per questo te ne sarò eternamente grata!
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