lunedì 14 gennaio 2019

Passatempi all'ospedale, ovvero "Qual è la vostra perversione?"

L'ospedale di Careggi è considerato una eccellenza a livello nazionale.
Tuttavia la biblioteca per i pazienti non è a questo livello.

Come tanti altri reparti ospedalieri, anche quello che mi ospita ha un paio di scaffali dedicati ai libri che i degenti o i loro amici lasciano in libera lettura. Sono lì, disposti alla rinfusa e  senza etichettatura: chi vuole va e lascia, chi vuole va e prende per leggere. 
Sono capitata per caso in quella stanza uno dei primi giorni, durante un giretto casuale fatto al solo scopo di muovermi un po'. Ci sono ritornata qualche giorno dopo, ho scorso distrattamente i titoli e ho arraffato un paio di titoli (tra i quali un Nero Wolfe che non avevo e che tornerà a casa con me).
Poi ci sono ritornata tre giorni fa in cerca di nuove letture e mi sono soffermata a guardare quel groviglio libresco in doppia fila. Senza che nemmeno me ne rendessi conto le mie mani hanno raggruppato la decina di libri di Danielle Steel e l'hanno riposti in un palchetto a parte.
Ho continuato a guardare.
Basterebbe fare una rozza divisione per argomenti, mi  dico: gialli, sport, umoristica, narrativa italiana e straniera.... spostando ciò che non era narrativa nello scaffale vicino, che era già strutturato in quel senso...
La mattina dopo, armata di guanti di lattice, mi sono fatta staccare la flebo e sono tornata là dentro.
Ho iniziato così quello che senz'altro potrà essere contato come il lavoro più inutile della mia vita; ma che ci posso fare se riordinare libri mi rilassa? È sempre stato così e sempre così sarà.
Appunto la cosa per rallegrare chi passa di qua - infatti, davvero non so perché, chiunque me lo sente raccontare scoppia a ridere pazzamente e non la smette più.
Aggiungo che i medici l'hanno trovato un buon segno: secondo loro, se mi occupo di qualcosa che va oltre la stretta sopravvivenza e ritorno alle mie consuete perversioni* è segno che il mio quadro clinico è in netto miglioramento. 
Personalmente sono d'accordo, e se da una parte mentre traffico con i libri mi sento decisamente idiota, dall'altra c'è il senso di conforto che mi dà il rientrare finalmente nella mia pelle.

*naturalmente non si sono espressi così, è solo una mia libera traduzione delle loro parole

7 commenti:

  1. Tempo fa ci hai raccontato che hai messo in ordine i libri e le scartoffie nella sala insegnanti, dev'essere proprio un modo tutto tuo per rilassarti :-) Ti potrei invitare a casa mia, le cose da riordinare sono tante...

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  2. Riordinare è invece una cosa che mi agita!
    Non ci avevo mai pensato alle biblioteche negli ospedali nè mai ne ho sentito parlare, a dire il vero.
    E a qualche paziente ti piacerebbe leggere qualche libro?

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  3. @Pens:
    Si può fare, si può fare. Certo, dipende anche da dove abiti 😃

    @Kuku:
    Mi piacerebbe moltissimo! Ti dirò di più: alla biblioteca di Lungacque cercano voci per leggere a domicilio. Appena mi sono rimessa in sesto vado a offrirmi. Non leggo male, e mi diverto a farlo quando sono in classe.

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  4. E non possiamo che gioirne tutti noi tuoi lettori . 😊 Questa è anche opera di “carità “ civica e civile. Fossero queste le perversioni!
    La mia è, o sarebbe. mettere ordine anche in contesti per lo più inediti.

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  5. riordinare libri mi rilassa

    Oh, quanto è vero, anche per me! ^__^

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  6. Ti capisco benissimo. Anche a me i libri fanno uno strano effetto estraniante. Non parliamo poi dei fumetti! Penso che dentro una fumetteria sarei capace di perdermi per giorni, dimenticando anche di mangiare o dormire

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  7. @ Anonimo:
    "Effetto estraniante" rende bene l'idea, e in fumetteria è amplificato dai colori, dai disegni vivaci, dalle linee cinetiche...
    "Guardo ancora quest'albo e poi basta... oh guarda, è già ora di cena..."

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