lunedì 12 novembre 2018
All'armi, siam fascisti?
Una cara amica commenta un giallo di autore italiano che ha letto da poco. E' piuttosto sdegnata per il comportamento del protagonista, che fa parte della polizia e rispetta le regole in modo assai personale - ad esempio sequestrando una partita di droga che provvederà poi a rivendere (tenendone un po' per sé, si capisce) intascandosi gioiosamente i soldi "Se fossi un poliziotto, io all'autore farei una bella causa. Ma ti pare il caso, presentare un personaggio così?".
"Ma, veramente..." trasecolo interdetta; del resto, c'è una tal tradizione di antieroi corrotti o corrompibili nella narrativa poliziesca, non solo italiana, che il personaggio non i risulta poi così insolito.
"Tu, come insegnante, come prenderesti un romanzo che presenta per esempio un insegnante che abusa dei bambini? Non ti girerebbero le scatole?".
"Magari sì, non saprei. Ma ogni autore usa i personaggi che gli pare, mi sembra".
"Io non sono per niente d'accordo!",
"Ma è la libertà di stampa!" insorgo alla fine "E' un diritto sancito dalla nostra Costituzione! C''è gente che si è fatta sparare sulle montagne perché potessimo avere il diritto di scrivere quel che ci pare, e non solo nei romanzi!".
"Mah, io continuo a non essere per niente d'accordo".
Cambio argomento a tutta velocità, un po' sconvolta: la mia amica non è giustizialista, in teoria, e politicamente è schierata a sinistra praticamente da quando è nata - non proprio una rifondina d'acciaio, ma insomma a sinistra sì, e pure con forti con venature radicali.
Qualche giorno dopo sento una vecchia amica di famiglia, lei sì rifondina dalla notte dei tempi, che invoca una legge che vieti l'acquisto di più di un tot di merendine per volta "perché fanno male e creano dipendenza".
"Anche le carote possono far male, se ne mangi troppe" tenta di ribattere qualcuno "Si suppone che uno sia in grado di autoregolarsi. Gente morta per essersi mangiata tre merendine di fila non mi risulta. Perché dovrebbero farci addirittura una legge?".
Ma, niente, secondo la rifondina una legge ci tutelerebbe in tal senso.
Episodi del genere stanno diventando piuttosto frequenti, e li trovo inquietanti.
Durante il ventennio fascista c'era una censura sulla narrativa dove, in contesto internazionale, gli italiani non dovevano mai essere oggetto di ludibrio e di censura, non ci dovevano essere suicidi eccetera (ed ecco perché per decenni in Italia non abbiamo mai saputo che alla fine di Poirot sul Nilo i due assassini, una volta scoperti, si suicidavano e nella Traccia del serpente, il primo romanzo con Nero Wolfe, gli italiani coinvolti con la mafia cambiavano nazionalità o si ritrovavano improvvisamente un passato assai più rispettabile.
Francamente, non mi sembra un sistema da rimpiangere.
Quanto alle merendine, sono sempre stata antiproibizionista anche per le droghe, figurarsi per le merendine (anche se disapprovo che a scuola vengano vendute al distributore; ma è più un discorso legato al prezzo che alla paura dei loro effetti negativi, che alla fine non credo siano così deleteri se il fanciullo non ne ingoia quantità abnormi).
Questa fame di leggi e di divieti è cresciuta a dismisura negli ultimi anni, e sta assumendo connotazioni un po' folli - giusto qualche settimana fa a Firenze è scattato il divieto in alcune strade di sedersi per mangiare panini, il tutto nelle vicinanze di una panineria e mescita che è praticamente una istituzione da più di un secolo. Troppi divieti, specie in Italia, equivalgono a nessun divieto, specie se nessuno provvede poi a farle rispettare - del resto, se la polizia deve passare il suo tempo a sorvegliare i venditori di merendine e i mangiatori di panini come possiamo sperare che avanzi tempo da dedicare alla lotta contro la criminalità organizzata su vasta scala?
D'accordo, il mondo è pieno di gente strana. Il problema è che questa gente strana da qualche tempo sta anche nelle file dei nostri, quelli che si battono contro il cosiddetto ritorno del fascismo e si preoccupano assai di qualsiasi aperta dichiarazione di fascismo che venga da qualsivoglia gruppo o formazione politica.
Quali sono state le caratteristiche del fascismo?
Sì, certo, il manifesto per la razza, l'autarchia, la conquista dell'impero, l'entrata in guerra a fianco della Germania nazista. Ma è roba che arriva piuttosto avanti nel Ventennio.
Le caratteristiche di partenza del nostro italico fascismo e di tutti i regimi fascisti e autoritari sono state una spiccata tendenza alla repressione violenta del dissenso e una deplorevole tendenza dello Stato ad immischiarsi nelle faccende private dei cittadini: come passare il Sabato sera, quanti figli fare, a che età sposarsi, con chi andare a letto, cosa studiare a scuola (in certi casi parola per parola, come nei libri di testo per le scuole elementari) - e una decisa manipolazione delle fonti di informazioni - sì, insomma, quella che è chiamata anche "censura".
Il nostro fascismo, quello italiano DOC, prese il potere in parte con la violenza e reprimendo il dissenso. Ma in molti casi il dissenso non era poi così vivo, e non venne messo a tacere solo dai manganelli: la base popolare offrì una notevole collaborazione. Il consenso di cui ha goduto il regime è stato piuttosto diffuso e sincero, anche se probabilmente non intenso come quello tedesco per il nazismo. L'arrivo del fascismo fu salutato da molti con gran sollievo perché "Oh, finalmente un po' d'ordine!": dall'alto qualcuno che si preoccupa di te e ti spiega cosa dire, cosa fare e cosa pensare - un rilassante antidoto al dilagare della "licenza", che è poi il nome che abitualmente diamo alle cose che non approviamo ma che gli altri intorno a noi fanno volentieri.
Il fascismo, in sintesi, arriva quando c'è paura della libertà: troppe donne che vanno in giro per la strada, troppi bambini che si permettono di avere opinioni in proprio, troppi poveri che si credono chissà chi, troppa gente che va a letto con chi gli pare eccetera. E troppa gente che mangia merendine, a quel che sembra.
Ecco, che i fascisti vogliano essere irreggimentati lo capisco anche: la libertà non gli piace e quindi la disapprovano. Ma che faccia paura anche a noi sinistri mi inquieta parecchio, e mi dà come l'impressione che anche tra gli antifascisti dichiarati e blasonati da tutta una vita di antifascismo ci sia questa richiesta di un Grande Padre che ci instradi, attraverso un cammino disseminato da divieti che ci tolga tutta la fatica delle scelte, appunto verso qualcosa che magari non è fascismo, ma che ci assomiglia parecchio.
Di questi tempi, quello che mi angoscia di più è l'odio, che si spande a tutti i livelli. Sembra di essere in guerra. Non ci sono bombe, sparatorie, rastrellamenti, non ancora... è il clima che è lo stesso.
RispondiEliminaUn assessore di una cittadina di media grandezza, un'autorità (!) scrive, riferendosi ai rom: ....siete zingari di merda, zecche,....dovrebbero tagliarvi le mani......
Si giustifica dicendo che ha scritto questo mesi fa, uno sfogo dopo un furto subito. Il suo partito l'ha scelta a ricoprire l'incarico di assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità.
Chi è che ha scritto:
" Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti e io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare "
Possiamo scrivere tutte le varianti possibili, neri, radicali, pensatori, giornalisti, utopisti, ecc. ecc.
...e con la paura si diffonde l'egoismo e dall'egoismo all'odio il passo è brevissimo. Il tutto nella passività delle masse, che cominciano a desiderare l'uomo forte al comando. C'è da tremare.
RispondiEliminadivieti che ci tolgaNO tutta la fatica delle scelte
RispondiEliminaCredo che molto stia qui. Scegliere è faticoso, a pensare non siamo più capaci, fiducia nelle scelte del nostro vicino non ne abbiamo più... In tanti vagheggiano un regime che li deresponsabilizzi completamente e si faccia carico di ogni cosa, decisioni in primis. In tanti, magari inconsciamente, guardano con nostalgia a un certo periodo storico durante il quale i treni arrivavano in orario...
Boh. Merendine o televisione o iPad: almeno fino a una certa età se vuoi che non li usino non farli girare per casa e non passarci il tempo incollato sopra. Proponi altro, offri un modello differente ma non opprimente, e se durante l’adolescenza giustamente sperimenteranno anche cio’ che non ti piace troppo, il sostrato trasmesso prima o poi ritornerà.
RispondiEliminaCerto se rimproveri tuo figlio perché fuma mentre tu stesso tieni la pipa in bocca, come raccontava Alexander Neil, non si va lontano e ti sta pure bene che sia cosi’.
La capacità di scegliere in questi casi c’entra relativamente.