giovedì 10 maggio 2018

Nuova gita nelle Case di Guarigione (...solo per qualche analisi, signora...)


Dopo l'operazione e la lunga convalescenza tornai a scuola ricolma di entusiasmo e rutilante di iniziative, anche se un po' arrancando. La fine dell'anno andò piuttosto bene, l'estate si rivelò meno vivace del previsto e all'arrivo dell'autunno tutto diventò molto faticoso. Troppo. Siam d'accordo (almeno tra noi insegnanti) che questo è un lavoro che di fatica ne richiede tanta, ma infine non stiamo né a tagliare tavole di marmo né a colare l'acciaio; io di fondo (e anche di cima) ho un fisico piuttosto forte, anche se sono pigra e adoro rimandare tutto, e quando c'è da fare qualcosa da fare normalmente lo faccio, condizioni avverse o meno. Come mai ero diventata una miserabile frittella lamentosa sempre stanca e sempre stressata che non aveva più energia nemmeno per andare al cinema?
Strascina che ti strascina, virus dopo virus, una mattina mi sono svegliata con i piedi doloranti e similissimi nella forma e nella compattezza a due meloni di scarsa maturazione. Difficile anche camminarci, e per giunta mi sentivo molto, molto suonata. 
Soltanto la sera, una volta constatato che i meloni non accennavano minimamente a sgonfiarsi e che se possibile ero ancor piú rintronata del mattino, mi è venuto il sospetto che forse, un po' di febbre... 
In effetti avevo più di 38, così ho esortato il medico a venirmi a vedere. Con mia grande sorpresa la risposta è stata un quieto "Va bene". È seguita una visita piuttosto accurata, una chiacchierata su svariate tematiche e infine l'ingiunzione di   ricoverarmi per qualche giorno all'ospedale per analisi, ché se mi fossi ricoverata sarebbe stato tutto molto più rapido che fare le analisi da casa una per una, specie in questi giorni di ponti e festività varie. 
Come sempre ho gniaulato un po' all'idea di fare l'ennesima assenza, ma l'idea di accelerare i tempi mi allettava* e insomma ho accettato e, una volta preparato uno zainetto ben fornito di letture leggere (ovvero tipiche letture "da ospedale", dove il livello di concentrazione che puoi raggiungere non sarà mai altissimo ma un intreccio avvincente può essere di grande aiuto e conforto) ma che comprendeva anche due libri di un certo spessore più altri generi di prima necessità, mi sono diretta verso l'ospedale debitamente armata di pazienza&rassegnazione per i miei quattro-cinque giorni di analisi intra-festività.
Che si sono trasformati un un esilio di venti giorni.

Se qualche lettore si aspettasse adesso una tirata contro l'inefficienza e le lungaggini del Servizio Nazionale Italiano sappia che non la troverà qui: non sono stati venti giorni in cui il personale medico e paramedico si laccava le unghie mentre io imploravo che, per pietà, si decidessero infine a farmi un qualche tipo di analisi, no, essi non lo sono stati. L'ospedale di Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri è considerato (a buon diritto, mi sembra) una eccellenza della Sanità della Toscana e in quei venti giorni non ha lesinato sforzi, impegno ed energia per venire a capo del mio grave ma anche complesso caso bucandomi come un colabrodo, prelevandomi immani quantità di sangue per le più varie analisi, rifilandomi infinite flebo, cospargendomi ovunque di chili e chili di gel per le più varie ecografie, imbottendomi di disgustosi beveroni per seguire cosa succedeva nelle mie budella eccetera eccetera. Mi hanno rimesso in piedi, sgonfiato le caviglie, risistemato una serie di valori... e infine rimandato a casa per una ulteriore convalescenza in attesa di conoscere i risultati di tutte le infinite analisi che mi avevano fatto e di formulare infine una diagnosi ben precisa.
Così adesso sono praticamente in vacanza, con l'obbligo di aver cura di me come fossi un fiore di serra e di non fare niente che possa stancarmi, circondata dai più cari affetti, diventati per l'occasione molto ansiosi. Tutto molto bello e gratificante per il mio ego e anche per il mio povero fisico stremato. 

Ma, lo ammetto, un po' mi girano e vorrei tanto tornare a scuola.
Nel frattempo leggo, faccio cose, vedo gente e mi interesso pure di fotografia.
E un pochino mi sfavo, se proprio devo essere sincera.

*un verbo molto adatto, considerando le circostanze - perché appunto assai a letto sono stata

8 commenti:

  1. È superfluo che ti dica quanto siamo felici del tuo ritorno su queste lunghezze d'onda. E siccome hai passato BEN 20 giorni da nullafacente (!!!), in totale relax (insomma. ..), lontana da internet, avrai letto cose nuove, magari avvincenti anche se da ospedale. Magari nuovi gialli eh ?
    In libreria ho trovato l'ultimo romanzo della Vargas "Il morso della reclusa".
    Ho letto quasi tutto della Vargas, medievalista e zooarcheologa. Mi ha sempre affascinato moltissimo. Intelligente, ironica, coltissima. Ora la sto rileggendo, e trovo che in quasi ogni romanzo c'è uno spunto, un'idea che appartiene, nasce nel medioevo. E per me Medioevo=Murasaki.
    Bentornata.

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  2. E io che speravo fossi sparita per una lunga vacanza ai Tropici! Scherzavo...veramente temevo qualche problema, ma non volevo essere invadente. Come che sia...intanto bentornata e poi rimettiti presto. Un abbraccio!

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  3. In bocca al lupo per i risultati degli esami!

    ( :D )

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  4. Un abbraccio e un in bocca al lupo!!

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  5. E difatti lo zio che è pigro mi aveva chiesto: ma tu che giri per la rete l'hai vista la nostra amica?
    Augurissimi, bentornata e grazie per i tuoi commenti alle nostre cavolate quotidiane
    Un abbraccionissimo
    Dani

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  6. Carissima, ho sperato tantissimo che fossi sparita per qualcosa di più piacevole (tipo una crociera che fa il giro del mondo in 180 giorni: ho scoperto che la Cunard Line ne organizza, e che costa solo 16.000 sacchi circa!), ma ahimé subodoravo una cosa del genere. L'importante è che adesso tu stia meglio, e ti stia godendo un po' di riposo. Ti abbraccio (piano, per non farti male) e ti auguro pronta guarigione!!!

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  7. @Acquaforte:
    Della Vargas ho letto diverse cose, a cominciare dalla Cavalcata dei morti, e quel mescolare passato e presente mi piace molto. In questo momento però mi ritrovo a navigare in altre direzioni, e all'ospedale non sempre le letture si possono scegliere o si può leggere di tutto. Io ero partita con una buona scorta, ma venti giorni sono lunghi, così ho implorato rinforzi e pescato alla biblioteca circolante (sì, avevano anche quella), ma naturalmente ognuno può dare solo quel che ha. Ho così ripescato diversi libri che "mi ero sempre ripromessa di leggere" e ho fatto un paio di salti nel buio. Qualche Bassotto della Polillo, anche, con i gialli dell'epoca d'oro, dove ti rendi conto del perché alcuni autori ebbero un grande successo tra gli anni '20 e i '40 e la Christie ce l'ha ancora.
    In realtà ero diventata la favola del corridoio. Tutti i giorni qualcuno mi chiedeva, guardando la piletta di libri sul tavolino "Questi sono i libri che ha letto?" "No, sono i libri che devo leggere. Quelli già letti li tengo nello zaino nell'armadio" spiegavo paziente.
    Il punto è che, oltre a leggere e fare analisi non avevo letteralmente NULLA da fare, al contrario di molti non ero imbottita di antidolorifici vari, non ero davvero ammalata ma solo spaventosamente esaurita, di notte si dormiva il giusto... insomma, non credo di avere mai letto tanto!

    @ Dolcezze:
    Ormai lo sappiamo: quando un blog tenuto con una certa regolarità improvvisamente si silenzia vuol dire che è intervenuto un problema serio. Beh, il mio sarebbe stato anche un problema serio, ma ammetto che se avessi avuto un po' di wi-fi lo avrei aggiornato parecchio, perché davvero il tempo non mi mancava...

    @Minty, Vanessa e Ilaria:
    Grazie! Per certi risultati stiamo ancora aspettando... e un paio di esami forse verranno fatti e forse no, ci devono ancora pensare. Insomma la situazione è ancora fluida. Ma non pensate a lugubri spettri, solo a... un problema di assorbimento del cibo - che non è comunque affare di poco conto, visto come mi sono ridotta.



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