Gli alberi di Natale comunque possono portare frutti davvero insoliti.
Riunione di fine Ottobre con le famiglie, dove il coordinatore può anche esprimere qualche considerazione in libertà sulle classi.
"La Terza Amichevole è una classe di bravissimi figlioli" spiego "Più o meno tutti sono almeno in zona sufficienza in tutte le materie, magari con qualche aiuto; e dunque immagino che, salvo grosse sorprese, l'ammissione all'esame e l'esame stesso avverranno tranquillamente. Tuttavia alle superiori potrebbero presentarsi dei problemi, perché gran parte della classe presenta una tendenza di fondo ad ignorare le difficoltà: quando si presenta qualcosa che richiede un certo impegno o sforzo di ragionamento, insomma qualsiasi cosa somigli anche lontanamente a una sfida, buona parte dei ragazzi si siedono e aspettano che il problema passi da solo invece di provarsi a venirne a capo". Brusio.
"Eh, è vero, ce lo dice sin dalla prima".
"Perché dalla prima la situazione non è cambiata. Sospetto che la cosa nasca da una mancanza di autostima: siccome non si ritengono all'altezza di risolvere il problema, i ragazzi si siedono a fare la calza e aspettano che l'insegnante si rassegni. Purtroppo, e soprattutto col programma si terza, l'insegnante molto spesso non può permettersi di passare ad altro se certi procedimenti o concetti non sono chiari. Tenete conto però che i programmi delle medie, nella loro parte essenziale, non contengono niente di cui un ragazzo provvisto di intelligenza medio-bassa non possa venire agevolmente a capo, e i vostri figli sono ben al di là di questo livello; però hanno un rifiuto totale a mettersi in gioco. Provate a spiegargli che la maggior parte delle cose, nella vita, si ottiene dopo un certo impegno e a nessuno riesce mai tutto facile"; poi infilo il solito discorsetto sull'importanza di non stancarsi a ritentare, con tanto di esempio di J.K. Rowling che si era vista rifiutare il primo libro di Harry Potter da un sacco di editori (ci sarebbe anche la storia di Verdi bocciato al conservatorio, ma Rowling è più famosa). Ricamo un po' a sopraggitto sul concetto, con genitori che annuiscono pensierosi...
Alla fine una madre mi chiede se posso indicarle un modo per sviluppare l'autostima - che funzioni per loro, prima ancora che per i figli. E già questa è una richiesta illuminante.
"Temo di non conoscerlo, e se sapessimo come fare l'avremmo già fatto noi, senza venire a incomodarvi. Vi suggerisco solo di tentare, con i fatti prima ancora che con le parole, dimostrandogli di aver fiducia in loro; perché altrimenti molti di loro rischiano di avere delle serie difficoltà qualsiasi tipo di percorso scelgano, anche se vanno a fare un corso della regione per fare il pane. E' un bellissimo lavoro, fare il pane, ma come tutti i lavori presenta le sue difficoltà e nessuno nasce sapendolo fare per ispirazione divina. Non esistono lavori o studi facili, ma esistono lavori fatti male o fatti bene e tutti hanno il loro osso, che va affrontato e risolto".
Del mirabile concetto che ogni lavoro ha il suo osso sono debitrice per l'appunto a una fornaia che, richiesta in un Luglio particolarmente caldo di come facesse a sopportare di star vicino al forno, rispose appunto così, aggiungendo che chi sceglie di lavorare nella panificazione sa sin dall'inizio che il pane si fa nel forno.
Sguardi perplessi, assensi dubbiosi, comunque (al solo scopo di chetarmi, sono più che sicura) alla fine promettono che ci proveranno. E si passa a illustrare il percorso dell'anno, con tanto di uscite, attività e menate varie compreso il progetto di fare un corso sull'affettività: anche perché, durante le abituali lezioni che si fanno in terza sulla riproduzione umana, l'insegnante di Scienze si è accorta che i ragazzi sembrano avere idee particolarmente confuse in materia - anche rispetto al livello di normale ignoranza mostrato usualmente da un tredicenne dei nostri tempi.
Tutti annuiscono soddisfatti, convengono che il problema effettivamente c'è, e che sono molto contenti che la scuola provveda, finché una madre aggiunge "Noi, certo, quando ci fanno delle domande non rispondiamo" e intorno a lei qualcuno annuisce.
In cuor mio sgrano due occhi grandi come tazze da té.
Noi di certo se ci fanno delle domande non rispondiamo? E che cazzo ci fate, con questi figlioli, li tenete in un cassetto e li lucidate ogni mese come si fa con l'argenteria?
"Beh, magari potreste comprare qualche libretto, ce ne sono di fatti molto bene" mormoro. Ma è chiaro che l'idea di andare in una libreria a chiedere un manuale di educazione sessuale per ragazzi li sconvolge. In effetti anche i ragazzi sono rimasti sconvolti quando hanno scoperto che il Kamasutra è un libro venduto comunemente e dato in porestito dalle biblioteche pubbliche senza dover andare al mercato nero per impossessarsene, e che si inserisce in una tradizione non solo letteraria ma anche informativa che comprende un numero incommensurabile di pubblicazioni (come ho potuto facilmente dimostrare digitando la stringa "libri sul sesso" su Google).
Va bene, lasciamo perdere i libri.
Ma se gli sembra così normale e addirittura scontato "non rispondere" a qualche domanda spinosa (tuttavia, se hanno fatto dei figli, qualche nozione rudimentale sul sesso dovranno pur averla) può essere che non sia un puro caso se la loro prole, davanti a una qualsiasi difficoltà o inciampo, si metta a sedere ignorando il problema con ostinazione davvero degna di miglior causa?
Le querce non danno limoni, sostiene un proverbio, e ce n'è un altro che sostiene che dall'albero puoi riconoscere il seme. In realtà non sempre è vero, ci sono ottimi limoni metaforici nati da querce altrettanto metaforiche - ma è indubbio che una sapiente combinazione di DNA ed educazione possa portare a risultati davvero notevoli.
E vabbe' la miseria sessuale del nostro paese non ha confini. O la smania di tenere i figli nello stato perenne di pargoli debitamente "innocenti", quindi ignoranti, quindi sottomessi. Il che quadra con la classe che descrivi.
RispondiEliminaMa che avranno mai di spinoso domande del genere, poi?
A me i libretti li hanno messi in mano ancora prima che mi ricordassi di avere chiesto, contraccezione (il folle tabu dei nostri tempi) inclusa. Boh, verrò da una famiglia di perversi.
Anche a me questo atteggiamento pare abbastanza strano ma evidentemente diffuso. La mia primogenita in quinta elementare (eh, sì) veniva ritenuta sapiente e molto consultata perché ha una mamma che risponde alle sue domande (a volte ho rischiato di cadere dal letto perché le domande venivano prima di dormire) ma sì, ho sempre risposto. E, al di là del fatto che mi sembra giusto, l'alternativa è che chieda a qualcun'altro oppure che magari guardi su internet. Non si può delegare. Bisogna rispondere.
RispondiEliminaCiao!
Paola
In effetti io ultimamente ho rivalutato mia mamma che, pur cattolica fervente, pur avendo ricevuto un'educazione molto rigida, tutte le volte che le ho fatto delle domande sul tema sessuale mi ha sempre risposto tranquillamente e senza svicolare. Ricordo che proprio in terza media le feci un vero e proprio interrogatorio (insomma, domande più mature di quelle fantasiose che potevo averle fatto a 4 anni) e lei si mise lì, un po' imbarazzata ma fedele al compito, e mi fece un corso di educazione sessuale completo e non moralistico, che in effetti mi fu molto utile. E stiamo parlando dell'inizio anni '90. Non so perché sotto questo aspetto pare perfino che siamo regrediti.
RispondiElimina@Pellegrina:
RispondiEliminaNel mio caso il librino me lo scelsi io, dopo aver visto che mia madre, per quanto rispondesse, era un po' a disagio. Pagò senza fiatare.
Ma erano altri tempi: negli anni 70, misteriosamente, gli adulti erano molto più disponibili a dare informazioni e anche i coetanei ne avevano di miglior qualità. Oggi, a parte il caso della mia classe che è veramente sbalorditivo anche rispetto alla media, i ragazzi mostrano delle lacune davvero notevoli e l'argomento è molto più circondato dall'aura del Proibito. Personalmente rispondo sempre alle domande (pur raccomandandomi che chiedano a Scienze quando si arriva a quei punti dove non sono sicura di quel che dico) con un bel tono asettico, esattamente come quando mi chiedono di bombardamenti o carestie o piattaforme petrolifere; ma a volte resto con la sconcertante impressione che, anche se la risposta è valida, gli manchino le basi per capirla.
@Paola:
In realtà negli ultimi anni è cambiato l'atteggiamento: un tempo i genitori ritenevano loro dovere rispondere, oggi... mah, sembrano convinti di non doverlo fare.
Mi permetto di citare un post di qualche tempo fa:
https://ildiariodimurasaki.blogspot.it/2016/07/di-rapporti-sessuali-precoci-gravidanze.html
@Ilaria:
Siamo regrediti, eccome. Tanto che al consiglio di classe-con-genitori l'insegnante di Scienze disse, in tono di blando rimprovero "Io, quando i miei figli mi facevano domande, ho sempre risposto, magari in cuor mio facendo il viso rosso" che mi sembra una descrizione deliziosa di come si sente il Bravo Genitore in quei momenti - e di come si deve essere sentita la tua brava mamma ^_^
@Murasaki: quel post me lor icordavo ed è allucinante... penso che rispetto agli anni'70 stiamo vivendo un arretramento culturale semplicemente spaventoso, non solo sul piano sessuale, come passare dall'alta pasticceria ai marshmallow industriali, visto che siamo in giorni candy.
RispondiEliminaLa cosa assurda è che ciò avvenga di pari passo con una (fin troppo tardiva) accettazione della sessualità e delle relazioni non eterosessuali: eppure a questa apparente apertura pare corrispondere un'ansia sempre più forte verso la sessualità in sé (da cui probabilmente i deliri sul gender ecc.).
Ricordo una discussione tra studenti universitari dei primi anni che ho ascoltato per caso: non sapevano come funzionasse il ciclo della fertilità femminile, né i maschi né le femmine. Alla fine ho dovuto intervenire per chiarire che le donne non avevano tutte le mestruazioni nello stesso momento! Gesù che bestie!!! Persino usare la parola "mestruazioni" in contesti adulti e medici può provocare degli imbarazzi... (assurdo ma mi è successo). E se per caso oggi nomini la parola "anticoncezionali" in pubblico, be' hai l'impressione che raccontare le prodezze della sera prima spogliandosi man mano farebbe meno effetto! Mah! Quando sono le informazioni essenziali di base nella vita, come il verde e il rosso del semaforo.
Non cesserò mai di stupirmi della repressione (o analfabetismo) sessuale di ritorno in questo paese. Perché sentirsi a disagio davanti a un figlio che chiede manifesta un disagio davanti al desiderio e alla propria vita sessuale innanzitutto. Mah.
Mia madre non ha mai esitato a rispondermi, anche se le mie domande erano dopotutto assai caste. In Francia i genitori sono decisamente più espliciti e tranquilli in proposito.
A volte sembra che gli anni '70 abbiamo gettato un assai sottile strato di vernice su una ignoranza e arretratezza culturale di fondo le cui basi non sono mai state davvero scalfite. Finito il vento di quel periodo, passati a questioni tutto sommato molto più di superfice, fatalmente tutto si è riassorbito.
Ma i genitori di oggi sono figli di coloro che negli anni'70 avevano vent'anni. Qualcosa dev'essersi inceppato nella trasmissione tra generazioni. Peccato.
Sì, qualcosa sembra essersi inceppato nelle comunicazioni tra generazioni. Poi c'è il ritorno del tema del Vero Uomo e della Vera Donna, qualcosa che viene vissuto come molto importante e trattato a livelli patetici di superficialità. Non capisco perché non risolvere molto tranquillamente la questione stabilendo che ognuno possa essere un/a vero/a Quelcheglipare come più gli sembra opportuno - ammetto che mi sembra tutto un modo per perdere tempo che così non si dedica a questioni più serie, tipo la gestione delle risorse idriche o simili. Mi associo al tuo "Mah".
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