Personaggio assai spocchioso, Thranduil era interpretato da Lee Pace, attore non troppo propenso a prendersi eccessivamente sul serio
A torto o a ragione, sono sempre stata convinta di essere una tolkieniana con un curriculum molto rispettabile e soprattutto lungo: ho letto una delle prime ristampe della prima edizione integrale in italiano del Signore degli Anelli, pasticciavo con l'edizione inglese quando i librai mi chiedevano ancora "Tolkien chi?", ho in casa la primissima edizione italiana del Silmarillion, conosco i nomi dei personaggi e di molti luoghi in più lingue (lingue della Terra di Mezzo, intendo), ricordo senza difficoltà i capitoli dove si trovano le singole scene e le singole conversazioni dei due romanzi, non devo preoccuparmi se l'edizione italiana delle Lettere di Tolkien è esaurita perché tanto io ci ho quella in inglese e qui la pianto per pietà verso chi legge, anche perché a tutto ciò ho dedicato già un post.
Ma con i tolkieniani non mi sono mai trovata molto bene; non solo ora, anche quando incontrai all'università il primo tolkieniano della mia vita, che mi diede un paio di fanzine fotocopiate ai tempi in cui le fotocopie erano una roba pesantissima su carta chimica. Me le lessi con santa religione, ma non ci trovai traccia di quel che Tolkien era stato per me: era tutta roba molto seriosa sulla filosofia di Tolkien, il cristianesimo di Tolkien (un lato su cui ho sempre cercato di sorvolare, anche se in verità nelle sue lettere, quando a parlarne era lui, non mi aveva affatto infastidito), la Grazia in Tolkien... boh.
Molti anni dopo, quando ero ormai entrata in rete, aprirono un newsgroup dedicato a Tolkien. Lì non mi trovavo male, ma alla fine non postavo quasi mai: era tutta gente specializzatissima che conosceva tutte le stirpi elfiche elencate nel Silmarillion e faceva un sacco di domande su come tradurre in elfico questo e quello. Tolkien li avrebbe apprezzati molto, ma io non sono una linguista e le lingue immaginarie mi interessano il giusto anche se ho tentato di studiare un po' di quelle vere (con scarsi risultati) e due esami di filologia romanza mi permettono di leggere un po' di francese - o almeno me lo permettevano ai tempi della tesi
Poi arrivarono i film.
Chi non c'era non può nemmeno lontanamente immaginare lo starnazzìo e il gran volar di piume. Mancava questo, non c'era quello, quell'altro non andava bene... cominciarono sin dai primi trailer e non lasciarono pietra su pietra. I tolkieniani della mia età per lo più diventano idrofobi, se gli parli dei film.
Io facevo parte dell'ala moderata alcune cose mi piacquero, altre no, ma vedere quei luoghi che avevo sempre e solo immaginati trasformati in realtà (beh, diciamo in reali scenografie) mi lasciò una impressione fortissima. Ci misi dei giorni a riprendermi dalla visione della Compagnia, nonostante tutta la mia disapprovazione per l'interminabile lotta nei sotterranei di Moria con un insulso mostriciattolo e l'rritazione per come erano stati trattati alcuni personaggi. C'era tanto che non mi piaceva, ma anche tanto che mi aveva colpito e tuttora disapprovo che, nonostante tutte le statuine date a Jackson si siano dimenticate di dargli la più meritata, quella "Complimenti per il coraggio"; perché, oggettivamente, aveva fatto un lavoro immane, oltre che non privo di buoni risultati.
Con gli anni, ma questo non lo sapevo, crebbe la generazione che considerava la trilogia dei film come Sacra e Inviolabile. Li incrocia su Facebook e - sorpresa! - li trovai altrettanto esasperanti. Nel frattempo avevano cominciato a pubblicare libri su Tolkien, e ogni tanto riuscivo a mettere le mani su qualcosa, tramite biblioteca: gli elfi in Tolkien, la Grazia in Tolkien, il Cattolicesimo in Tolkien, morte e resurrezione in Tolkien... tutti temi molto rispettabili, ma non mi piaceva come venivano trattati. A dirla tutta, mi annoiavano.
Ammettiamolo: quando si parla di Tolkien divento un vero impiastro.
Il problema per me era ed è che nessuno vedeva Tolkien a modo mio, e il mio è l'unico modo giusto di vederlo - e credo sia il problema di ogni drogato da Tolkien, nonché di tutti i nerd.
Poi uscì la trilogia dello Hobbit, che mi è piaciuta moltissimo. Mi dissi che, forse, nel frattempo il mio gusto era cambiato, e andai a guardarmi un po' della vecchia trilogia; ma, niente, continuavo a trovarla irritante... tranne quando mi piaceva. Così mi trovavo in completo e viscerale disaccordo sia con chi la esaltava che con chi la denigrava - e naturalmente ero ancor più in disaccordo con chi la trovava migliore della seconda. E si sa che il cuore ha le sue ragioni eccetera eccetera.
Il problema, compresi alla fine, era ancora più raffinato: c'era una intera generazione di Tolkieniani che era cresciuta con l'imprinting della prima trilogia e ormai vedeva la Terra di Mezzo e tutta la storia dell'Anello solo come Jackson gliel'aveva mostrata; ed erano perfino più impiastri di me. Il punto era che io avevo avuto un imprinting molto diverso - ma naturalmente il mio era quello giusto.
Con l'aiuto di qualche barlume di ritegno imparai a tenermi per me il mio giustissimo punto di vista. Lo trovavo qua e là espresso nei forum stranieri - ma vacci a intervenire, in un forum straniero. Proprio non ci avevo il coraggio, col mio povero inglese pasticciato (e non sanno, nei forum stranieri, che fortuna hanno avuto!).
Scoprii poi che esisteva un blog dedicato alla trilogia dello Hobbit e, pur disapprovando in cuor mio quasi tutto quello che ci trovavo scritto, non mancavo mai di visitarlo (per disapprovarlo meglio, si capisce).
Per molto tempo mi limitai a leggerlo con profonda disapprovazione, poi cominciai a intervenire - e fu così che incrociai per la prima volta Eva e Acquaforte. Era, dobbiamo ammetterlo, un vero forum di discussione, e quanto a discutere nessuno si faceva mancare nulla. C'erano un po' di ragazzini - vabbé, arrivata a questa età per me sono quasi sempre ragazzini - e anche un po' di ragazzine che venivano costantemente massacrate per la gravissima colpa di apprezzare Fili e Kili (cosa che mi irritava perché piacevano moltissimo anche a me, e infatti intervenivo a difenderle). C'era un sacco di gente che odiava la povera Tauriel, qualcuno arrivò perfino a definirla un'elfa di facili costumi perché, molto opportunisticamente, si dedicava a Kili solo dopo che Thranduil le aveva fatto capire che non voleva che sposasse Legolas (un punto molto discusso, e anche piuttosto antitolkieniano a mio avviso: quando mai nel canone a una ragazza, per di più elfica, era importato qualcosa che papi non volesse?).
Ogni tanto postavo. Beh, probabilmente ogni poco, anche se a me sembrava di essere assai parca e morigerata nei miei interventi (probabilmente lo ero, dal mio punto di vista, perché a volte avrei preso volentieri un bel lanciafiamme per fare pulito, specie con quelli che postavano per la settecentesima volta qualche osservazione sulla computer grafica che nella prima trilogia era fatta meglio, o su come sarebbe venuto meglio il film in due parti invece che in tre - e volevano sempre tagliare quelle parti che mi erano piaciute di più).
Borbottavo e sobbollivo come una pentola di stufato, ogni tanto traboccavo ma ripulivo velocissimamente il piano di cottura e nessuno si accorgeva di niente. Per fortuna c'era Eva, che aveva sempre una buona parola per tutti, altrimenti quel blog sarebbe finito in autocombustione già ai tempi della Desolazione di Smaug, e non solo per colpa mia.
Finirono i film e, ahimé e doppio e triplo ahimé, finì anche il blog.
In seguito Linda mi iscrisse al gruppo tolkieniano per eccellenza su Facebook, quello gestito nientemeno che dalla Associazione Italiana Studi Tolkieniani, dove si entra solo su invito.
Lì sono in mezzo a gente seria, preparata e informatissima: gente che fa domande profondissime sulla Grazia in Tolkien, il Cattolicesimo in Tolkien, la Spiritualità di Tolkien, il Bene, il Male, l'Amore e la Morte in Tolkien, la traduzione del sesto rigo della quinta pagina del terzo capitolo... roba seria, insomma, talvolta un po' esasperante.
Scherzano poco. Una domanda sulla possibilità di un coinvolgimento omoerotico tra Sam e Frodo provoca una pioggia di frecce che gli orchetti se la sognano, al grido di "A queste sozzerie Tolkien non ci pensava nemmeno!" (il che è anche vero, tuttavia tra i due hobbit c'è un legame che meriterebbe una analisi più accurata, perché non è dei più consueti, e non scordiamo che a tratti abbiamo perfino un triangolo dove Gollum ha la sua bella parte).
Il sesso è visto male, anche quando ne parlano altri autori. No, non altri autori che vogliono parlare di sesso riguardo ai libri di Tolkien, bensì autori che mettono i protagonisti dei loro romanzi a accoppiarsi variamente. Martin, per esempio. Oh, il cattivissimo Martin! E guai se il maledetto si azzarda a dire che nei due romanzi di Tolkien ci sono delle consistenti zone d'ombra sulla parte economica e politica. Come osa criticare, quell'infimo esserucolo?
Come dicevo, nel gruppo ci sta gente seria, che scrive testi e articoli su Tolkien, la regalità in Tolkien, le fonti norrene in Tolkien, la filosofia tomistica in Tolkien. Qualche volta qualcuno sembra anzi convinto di avere scritto parole definitive e incontestabili sulle varie questioni, ma ho notato che chi insiste troppo sul fatto che lui ha ragione e gli altri hanno torto perché lo dice lui finisce di solito per essere allontanato dal gruppo in quanto rompiballe (i moderatori si esprimono naturalmente in modo più compunto, ma il succo è questo).
Ad ogni modo, per quanto si tratti in gran parte di persone serie e preparate (e di solito anche molto cortesi) spesso mi accorgo che la mia opinione su qualsiasi tema di discussione circoli è diversissima da quella degli altri, e dunque finisco per starmene zitta.
Insomma, non mi trovo bene nemmeno lì. Ma sono tutti troppo colti e preparati perché abbia voglia di usare il lanciafiamme, o almeno di ammettere con me stessa che a volte vorrei tanto usarlo
Qualche giorno fa sulle pagine tolkieniane di Facebook è piombata come un fulmine una Grande (o forse ferale?) Notizia: sembrava, pare, correva voce, si raccontava, che stessero per fare una serie televisiva dal Signore degli Anelli.
"Magari è la volta che riusciremo finalmente a vedere anche Tom Bombadil e gli spettri dei Tumuli" commentai giuliva & festosa; di fatto c'erano altre cose che mi sarebbe assai interessato vedere - un vero Gimli, per esempio, o un Aragorn e un Frodo che avessero qualche rapporto con i personaggi descritti nel libro; o addirittura una Eowyn che non preparava lo stufato - ma soprattutto una storia meno frenetica dove la gente all'occorrenza si mettesse anche a chiacchierare e soprattutto a riflettere sui tempi passati, con più boschi e un po' meno combattimenti con gli orchetti, o anche dove il lato horror sia gestito in modo più inquietante e il rapporto tra Frodo e Sam sia centrato meglio e lo spettatore non sia tentato di risolvere tutto pensando che sia una storia d'amore con Gollum che fa da terzo incomodo... insomma, qualcosa fatto più a modo mio (che, come mi sembra di avere già delicatamente accennato qua e là in questo post, è l'unico valido).
Intorno a me si scatenava la furia dello scontento - non già rivolta al mio piccolo e innocuo commento, che nessuno si è filato né tanto né poco, bensì tesa a deprecare la catastrofe incombente.
Ma come, a che serviva un nuovo lavoro preso dal Signore degli Anelli? Non esisteva ormai l'Unica e Veridica Trilogia, specchio di tutte le perfezioni? Oppure, a scelta: non erano bastate quelle due infami trilogie, specchio di ogni perversione? Del resto era noto che Tolkien odiava i film tratti dalle sue opere; e c'era pure il precedente della serie di Shannara che era venuta malissimo, l'orribile Trono di Spade (quello tratto dai romanzi dell'immondo Martin), e come poteva lo spettatore ormai figurarsi un Aragorn diverso da quello della Trilogia e che diamine potevamo farcene di un lavoro fatto male e inutile? Davvero non se ne vedeva la necessità, e l'unico effetto che avrebbe sortito sarebbe stato quello di commercializzare ulteriormente Tolkien*.
Giuro che per giorni e giorni tutti gli italici tolkieniani presenti su Facebook si sono stracciati le vesti deprecando l'orrore di una nuova interpretazione del loro romanzo preferito (in seguito è emerso che può darsi che non sarà una serie televisiva, e forse nemmeno tratta dal Signore degli Anelli, o comunque non solo dal Signore degli Anelli, ma a tutto questo ho rifiutato di interessarmi in attesa di notizie più concrete).
Tutto ciò, invero, mi ha lasciata piuttosto perplessa: siamo sicuri che la prima reazione alla notizia di una nuova, ennesima, riduzione per lo schermo di Orgoglio e Pregiudizio porterebbe tanto sconforto e disperazione tra i cultori di Jane Austen? O non si aprirebbe piuttosto nel giro di trenta secondi un totoDarcy e un totoElizabeth e un totoOgniAltroPersonaggio con accanitissime discussioni?
Io con i tolkieniani non mi ci trovo molto bene. Li trovo strani.
E li guardo molto dall'alto in basso, con grandissima spocchia
Dopotutto, sono o non sono la Custode dell'Unico Valido Modo di Interpretare Tolkien?
*beh, non so se è questo l'effetto che sortirebbe questa fantomatica serie, ma sono sicura che è l'effetto che i produttori cercheranno di ottenere. Va riconosciuto onestamente però che sarebbe strano il contrario, perché raramente si fa una serie televisiva (o un film) allo scopo precipuo di rendere più ignota e meno diffusa una storia.
E per concludere, un bel poster di Jim Cauty, che lo disegnò a 19 anni, nel 1976 - il che vuol dire che due anni dopo mi misi in camera in pianta stabile un poster disegnato da un quasi coetaneo. Si possono discutere alcune cose ma... quello è Gandalf, senza alcun dubbio.
Molti anni dopo, quando ero ormai entrata in rete, aprirono un newsgroup dedicato a Tolkien. Lì non mi trovavo male, ma alla fine non postavo quasi mai: era tutta gente specializzatissima che conosceva tutte le stirpi elfiche elencate nel Silmarillion e faceva un sacco di domande su come tradurre in elfico questo e quello. Tolkien li avrebbe apprezzati molto, ma io non sono una linguista e le lingue immaginarie mi interessano il giusto anche se ho tentato di studiare un po' di quelle vere (con scarsi risultati) e due esami di filologia romanza mi permettono di leggere un po' di francese - o almeno me lo permettevano ai tempi della tesi
Poi arrivarono i film.
Chi non c'era non può nemmeno lontanamente immaginare lo starnazzìo e il gran volar di piume. Mancava questo, non c'era quello, quell'altro non andava bene... cominciarono sin dai primi trailer e non lasciarono pietra su pietra. I tolkieniani della mia età per lo più diventano idrofobi, se gli parli dei film.
Io facevo parte dell'ala moderata alcune cose mi piacquero, altre no, ma vedere quei luoghi che avevo sempre e solo immaginati trasformati in realtà (beh, diciamo in reali scenografie) mi lasciò una impressione fortissima. Ci misi dei giorni a riprendermi dalla visione della Compagnia, nonostante tutta la mia disapprovazione per l'interminabile lotta nei sotterranei di Moria con un insulso mostriciattolo e l'rritazione per come erano stati trattati alcuni personaggi. C'era tanto che non mi piaceva, ma anche tanto che mi aveva colpito e tuttora disapprovo che, nonostante tutte le statuine date a Jackson si siano dimenticate di dargli la più meritata, quella "Complimenti per il coraggio"; perché, oggettivamente, aveva fatto un lavoro immane, oltre che non privo di buoni risultati.
Con gli anni, ma questo non lo sapevo, crebbe la generazione che considerava la trilogia dei film come Sacra e Inviolabile. Li incrocia su Facebook e - sorpresa! - li trovai altrettanto esasperanti. Nel frattempo avevano cominciato a pubblicare libri su Tolkien, e ogni tanto riuscivo a mettere le mani su qualcosa, tramite biblioteca: gli elfi in Tolkien, la Grazia in Tolkien, il Cattolicesimo in Tolkien, morte e resurrezione in Tolkien... tutti temi molto rispettabili, ma non mi piaceva come venivano trattati. A dirla tutta, mi annoiavano.
Ammettiamolo: quando si parla di Tolkien divento un vero impiastro.
Il problema per me era ed è che nessuno vedeva Tolkien a modo mio, e il mio è l'unico modo giusto di vederlo - e credo sia il problema di ogni drogato da Tolkien, nonché di tutti i nerd.
Poi uscì la trilogia dello Hobbit, che mi è piaciuta moltissimo. Mi dissi che, forse, nel frattempo il mio gusto era cambiato, e andai a guardarmi un po' della vecchia trilogia; ma, niente, continuavo a trovarla irritante... tranne quando mi piaceva. Così mi trovavo in completo e viscerale disaccordo sia con chi la esaltava che con chi la denigrava - e naturalmente ero ancor più in disaccordo con chi la trovava migliore della seconda. E si sa che il cuore ha le sue ragioni eccetera eccetera.
Il problema, compresi alla fine, era ancora più raffinato: c'era una intera generazione di Tolkieniani che era cresciuta con l'imprinting della prima trilogia e ormai vedeva la Terra di Mezzo e tutta la storia dell'Anello solo come Jackson gliel'aveva mostrata; ed erano perfino più impiastri di me. Il punto era che io avevo avuto un imprinting molto diverso - ma naturalmente il mio era quello giusto.
Con l'aiuto di qualche barlume di ritegno imparai a tenermi per me il mio giustissimo punto di vista. Lo trovavo qua e là espresso nei forum stranieri - ma vacci a intervenire, in un forum straniero. Proprio non ci avevo il coraggio, col mio povero inglese pasticciato (e non sanno, nei forum stranieri, che fortuna hanno avuto!).
Scoprii poi che esisteva un blog dedicato alla trilogia dello Hobbit e, pur disapprovando in cuor mio quasi tutto quello che ci trovavo scritto, non mancavo mai di visitarlo (per disapprovarlo meglio, si capisce).
Per molto tempo mi limitai a leggerlo con profonda disapprovazione, poi cominciai a intervenire - e fu così che incrociai per la prima volta Eva e Acquaforte. Era, dobbiamo ammetterlo, un vero forum di discussione, e quanto a discutere nessuno si faceva mancare nulla. C'erano un po' di ragazzini - vabbé, arrivata a questa età per me sono quasi sempre ragazzini - e anche un po' di ragazzine che venivano costantemente massacrate per la gravissima colpa di apprezzare Fili e Kili (cosa che mi irritava perché piacevano moltissimo anche a me, e infatti intervenivo a difenderle). C'era un sacco di gente che odiava la povera Tauriel, qualcuno arrivò perfino a definirla un'elfa di facili costumi perché, molto opportunisticamente, si dedicava a Kili solo dopo che Thranduil le aveva fatto capire che non voleva che sposasse Legolas (un punto molto discusso, e anche piuttosto antitolkieniano a mio avviso: quando mai nel canone a una ragazza, per di più elfica, era importato qualcosa che papi non volesse?).
Poi c'erano quelli che si lamentavano che Lo Hobbir non fosse abbastanza epico e la carica dei Rohirrim lo era di più, ma a me la carica dei Rohirrim della prima trilogia non era piaciuta molto e soprattutto avevo un concetto più esteso del termine "epico".
Insomma, seghe su seghe che nemmeno in una falegnameria canadese che lavorasse a pieno regime.
Ogni tanto postavo. Beh, probabilmente ogni poco, anche se a me sembrava di essere assai parca e morigerata nei miei interventi (probabilmente lo ero, dal mio punto di vista, perché a volte avrei preso volentieri un bel lanciafiamme per fare pulito, specie con quelli che postavano per la settecentesima volta qualche osservazione sulla computer grafica che nella prima trilogia era fatta meglio, o su come sarebbe venuto meglio il film in due parti invece che in tre - e volevano sempre tagliare quelle parti che mi erano piaciute di più).
Borbottavo e sobbollivo come una pentola di stufato, ogni tanto traboccavo ma ripulivo velocissimamente il piano di cottura e nessuno si accorgeva di niente. Per fortuna c'era Eva, che aveva sempre una buona parola per tutti, altrimenti quel blog sarebbe finito in autocombustione già ai tempi della Desolazione di Smaug, e non solo per colpa mia.
Finirono i film e, ahimé e doppio e triplo ahimé, finì anche il blog.
In seguito Linda mi iscrisse al gruppo tolkieniano per eccellenza su Facebook, quello gestito nientemeno che dalla Associazione Italiana Studi Tolkieniani, dove si entra solo su invito.
Lì sono in mezzo a gente seria, preparata e informatissima: gente che fa domande profondissime sulla Grazia in Tolkien, il Cattolicesimo in Tolkien, la Spiritualità di Tolkien, il Bene, il Male, l'Amore e la Morte in Tolkien, la traduzione del sesto rigo della quinta pagina del terzo capitolo... roba seria, insomma, talvolta un po' esasperante.
Scherzano poco. Una domanda sulla possibilità di un coinvolgimento omoerotico tra Sam e Frodo provoca una pioggia di frecce che gli orchetti se la sognano, al grido di "A queste sozzerie Tolkien non ci pensava nemmeno!" (il che è anche vero, tuttavia tra i due hobbit c'è un legame che meriterebbe una analisi più accurata, perché non è dei più consueti, e non scordiamo che a tratti abbiamo perfino un triangolo dove Gollum ha la sua bella parte).
Il sesso è visto male, anche quando ne parlano altri autori. No, non altri autori che vogliono parlare di sesso riguardo ai libri di Tolkien, bensì autori che mettono i protagonisti dei loro romanzi a accoppiarsi variamente. Martin, per esempio. Oh, il cattivissimo Martin! E guai se il maledetto si azzarda a dire che nei due romanzi di Tolkien ci sono delle consistenti zone d'ombra sulla parte economica e politica. Come osa criticare, quell'infimo esserucolo?
Come dicevo, nel gruppo ci sta gente seria, che scrive testi e articoli su Tolkien, la regalità in Tolkien, le fonti norrene in Tolkien, la filosofia tomistica in Tolkien. Qualche volta qualcuno sembra anzi convinto di avere scritto parole definitive e incontestabili sulle varie questioni, ma ho notato che chi insiste troppo sul fatto che lui ha ragione e gli altri hanno torto perché lo dice lui finisce di solito per essere allontanato dal gruppo in quanto rompiballe (i moderatori si esprimono naturalmente in modo più compunto, ma il succo è questo).
Ad ogni modo, per quanto si tratti in gran parte di persone serie e preparate (e di solito anche molto cortesi) spesso mi accorgo che la mia opinione su qualsiasi tema di discussione circoli è diversissima da quella degli altri, e dunque finisco per starmene zitta.
Insomma, non mi trovo bene nemmeno lì. Ma sono tutti troppo colti e preparati perché abbia voglia di usare il lanciafiamme, o almeno di ammettere con me stessa che a volte vorrei tanto usarlo
Qualche giorno fa sulle pagine tolkieniane di Facebook è piombata come un fulmine una Grande (o forse ferale?) Notizia: sembrava, pare, correva voce, si raccontava, che stessero per fare una serie televisiva dal Signore degli Anelli.
"Magari è la volta che riusciremo finalmente a vedere anche Tom Bombadil e gli spettri dei Tumuli" commentai giuliva & festosa; di fatto c'erano altre cose che mi sarebbe assai interessato vedere - un vero Gimli, per esempio, o un Aragorn e un Frodo che avessero qualche rapporto con i personaggi descritti nel libro; o addirittura una Eowyn che non preparava lo stufato - ma soprattutto una storia meno frenetica dove la gente all'occorrenza si mettesse anche a chiacchierare e soprattutto a riflettere sui tempi passati, con più boschi e un po' meno combattimenti con gli orchetti, o anche dove il lato horror sia gestito in modo più inquietante e il rapporto tra Frodo e Sam sia centrato meglio e lo spettatore non sia tentato di risolvere tutto pensando che sia una storia d'amore con Gollum che fa da terzo incomodo... insomma, qualcosa fatto più a modo mio (che, come mi sembra di avere già delicatamente accennato qua e là in questo post, è l'unico valido).
Intorno a me si scatenava la furia dello scontento - non già rivolta al mio piccolo e innocuo commento, che nessuno si è filato né tanto né poco, bensì tesa a deprecare la catastrofe incombente.
Ma come, a che serviva un nuovo lavoro preso dal Signore degli Anelli? Non esisteva ormai l'Unica e Veridica Trilogia, specchio di tutte le perfezioni? Oppure, a scelta: non erano bastate quelle due infami trilogie, specchio di ogni perversione? Del resto era noto che Tolkien odiava i film tratti dalle sue opere; e c'era pure il precedente della serie di Shannara che era venuta malissimo, l'orribile Trono di Spade (quello tratto dai romanzi dell'immondo Martin), e come poteva lo spettatore ormai figurarsi un Aragorn diverso da quello della Trilogia e che diamine potevamo farcene di un lavoro fatto male e inutile? Davvero non se ne vedeva la necessità, e l'unico effetto che avrebbe sortito sarebbe stato quello di commercializzare ulteriormente Tolkien*.
Giuro che per giorni e giorni tutti gli italici tolkieniani presenti su Facebook si sono stracciati le vesti deprecando l'orrore di una nuova interpretazione del loro romanzo preferito (in seguito è emerso che può darsi che non sarà una serie televisiva, e forse nemmeno tratta dal Signore degli Anelli, o comunque non solo dal Signore degli Anelli, ma a tutto questo ho rifiutato di interessarmi in attesa di notizie più concrete).
Tutto ciò, invero, mi ha lasciata piuttosto perplessa: siamo sicuri che la prima reazione alla notizia di una nuova, ennesima, riduzione per lo schermo di Orgoglio e Pregiudizio porterebbe tanto sconforto e disperazione tra i cultori di Jane Austen? O non si aprirebbe piuttosto nel giro di trenta secondi un totoDarcy e un totoElizabeth e un totoOgniAltroPersonaggio con accanitissime discussioni?
Io con i tolkieniani non mi ci trovo molto bene. Li trovo strani.
E li guardo molto dall'alto in basso, con grandissima spocchia
Dopotutto, sono o non sono la Custode dell'Unico Valido Modo di Interpretare Tolkien?
*beh, non so se è questo l'effetto che sortirebbe questa fantomatica serie, ma sono sicura che è l'effetto che i produttori cercheranno di ottenere. Va riconosciuto onestamente però che sarebbe strano il contrario, perché raramente si fa una serie televisiva (o un film) allo scopo precipuo di rendere più ignota e meno diffusa una storia.
E per concludere, un bel poster di Jim Cauty, che lo disegnò a 19 anni, nel 1976 - il che vuol dire che due anni dopo mi misi in camera in pianta stabile un poster disegnato da un quasi coetaneo. Si possono discutere alcune cose ma... quello è Gandalf, senza alcun dubbio.
Carissima!Che bel post!!
RispondiEliminaSai che ti dico?Che io Sir Tolkien lo Amo e Venero e mi piace tantissimo leggere i suoi Capolavori.Punto.
L'Esalogia,che amo altrettanto,la considero un utilissimo strumento per visualizzare meglio ciò che leggo e questo mi basta.
Rispetto i tolkieniani ma soprattutto coloro che preservano l'Opera del Professore e la divulgano.
🎵🎶Tutto il resto è noiaaa🎶🎵
....e grazie per averci citate, è stata una grande Fortuna per me conoscere entrambe.Vi voglio bene e vi sono molto grata...Ciao😊
P.S.
RispondiElimina"tutto il resto è noia" era riferito ai "polemici-a-prescindere" ed ai "gladiatori da tastiera"(il termine leoni sarebbe un insulto per gli splendidi felini)
Parliamo di cose serie... Toto Aragon? Perché a me in quel ruolo Viggo era proprio perfetto!
RispondiEliminaInvece per la prima visione del film ero stra delusa da Gandalf ... per me doveva essere Sean Connery o un altro vecchietto charmant .
La cosa che più ho apprezzato dei film anyway è stata scoprire la Nuova Zelanda: ma che montagne ci sono??
Notte!!
V
Ebbene sì, lo ammetto : amo alla follia questi tuoi post(oni) kilometrici sui Sacri Libri e I Custodi della Giusta e Unica Esegesi.
RispondiEliminaOgni tanto rileggo le tue recensioni tolkeniano-jacksoniane e ogni volta ti immagino al tuo tablet ridere sorniona mentre scrivi. Nonostante la dura fatica, ovviamente ☺.
Io spero vivamente che facciano questa serie televisiva. Ritroveremo alcuni vecchi amici del blog defunto e anche quelli che hanno capito subito che è tutto sbagliato e che il Jackson di turno non ha capito una mazza. Tu continuerai a contare fino a mille prima di rispondere a certe testa di c...apra (con rispetto per le capre di cui adoro il formaggio, sia fresco che stagionato); io posterò ingenuità e sciocchiezzuole, indignandomi alla bisogna e parlando di varie ed eventuali; Eva farà da paciere cercando di sedare le inevitabili risse.
Che bello..... mi sembrerà di ritornare giovane ....
Riflessione della sera:
RispondiEliminaViggo il Supremo.
Ian e tutto il cast PERFETTI proprio perché volti poco noti...
Ma è la mia opinione...opinabilissima,come scrivevo du "hobbitfilm-il.blog"😊
Non sopporto il correttore "analfabetico".....
RispondiEliminaP.S.
@acquaforte:
Ma NOI SIAMO GIOVANI!!!!
Buona notte care
@Eva:
RispondiEliminaSssssantobcielo, Ian Kellen non era abbastanza charmsnt per te?!?!?
Sta di fatto che per me Gandalf fu quasi routine, esattamente come l'avevo sempre immaginato.... e visto: ho in casa un poster credo di fine anni '70, me lo portò una cara amica dal suo viaggio in Inghilterra, Galdalf in mezzo e gli hobbit accanto a lui, e Gandalf è proprio con quella tenuta, quell'espressione e insomma Ian McKellem l'ha soltanto animato.
Aragorn invece l'ho sempre immaginato molto diverso: più regale, diciamo di una regalità "interiore", facilmente copribile con una coperta... niente contro Viggo, che ha fatto quel che gli chiedvano, ma per me Aragorn e' un'altra cosa 😊
No mi hai capita male: per me TUTTI QUEGLI ATTORI hanno il volto ADATTO.Ian Mckellen per primo,Viggo per secondo.
RispondiEliminaEd ecco un'altra tolkeniana, questa volta però si tratta di una cineseria. Non ho tutta la competenza, passione e professionalità vostra. Diciamo che amo alcune cose di Tolkien anche al di fuori di Lotr e Lo hobbit, ad esempio La piccola casa del gioco perduto, che ho ammmannito ai miei utenti come poesia del mese, nel passato. Però Il Silmarillion, nonostante tutti i miei tentativi, non lo reggo proprio (un po' come il seggio vacante, di altro autore ed altro spessore). Per cui abbiate pietà di me che son la Pia. In compenso mi trovi, cara Murasaki, parecchio d'accordo con la tua visione, in genere, ed adoro i tuoi post tolkeniani. Amo la prima trilogia, perché per alcune cose io e mio fratello, nel buio del cinema, ci guardavamo di sottecchi davanti a Lothlorien, ammettendo che era rappresentato esattamente come lo avevamo immaginato. L'occhio della mente di Jackson assomiglia al mio. Per la seconda trilogia invece fatico a sentirmi coinvolta, si discosta troppo dalla storia originale (le divagazioni della prima trilogia mi hanno turbata ed infastidita, ma ne capivo l'utilità,) e scrive troppe pagine in più rispetto al Libro. Sulla visione di Aragorn, io l'ho sempre immaginato stropicciato, non particolarmente regale, un re che arriva alla corona che gli spetta dopo lunghissimi anni ed altrettante sofferenze, che gli si leggono addosso nonostante la regalità, per cui Viggo non mi è affatto dispiaciuto (oltre al fatto che ha un suo perché comunque).Ian McKellan mi è piaciuto, trovavo Elajah Wood troppo piattola per il ruolo di Frodo, mi sarebbe piaciuto più stile Sam dal punto di vista del
RispondiEliminaFisique du Role, però ormai per me ha quella faccia slavata lì.
Premesso che mi sono innamorata di Viggo-Aragon fin dalla sua apparizione al Puledro Impennato di Brea, ho sempre avuto però una sensazione di fragilità che emanava dall'attore. Non sono in grado di sapere se è così che Tolkien vedeva Aragon, un uomo che si portava dietro la consapevolezza che era stata la sua stirpe, cioè Isildur, a combinare il gran casino, non distruggendo l'anello. Ma era anche un uomo che per decenni aveva protetto la Terra di Mezzo in gran segreto, senza ringraziamenti e senza rivendicare regni che gli spettavano per nascita, conducendo una vita difficile e dura, misconosciuto e disprezzato. Un eroe a tutto tondo.
RispondiEliminaNel film mi sembra di ricordare un Aragon più fragile; mi ricordo una scena in cui Elrond esprime la sua sfiducia negli uomini, paragonando Aragon a Isildur. Ma forse è stata una scelta di Jackson.
Ciao Murasaki! Ogni tanto mi rifaccio viva... ; )
RispondiEliminaAspettavo un tuo post sull'annuncio della serie e vedo che come al solito l'argomento ha suscitato diversi commenti.
Devo ammettere che la notizia da te citata ha lasciato perplessa anche me: non sono così sicura che riproporranno tutta la vicenda del Signore degli Anelli, magari con quei passaggi che la prima trilogia jacksoniana aveva tagliato, perché penso che lo spettatore medio - cioè non per forza un fan di Tolkien - si annoierebbe a morte. Se penso alla Vecchia Foresta, a Tom Bombadil o agli spettri dei Tumuli ho davvero qualche dubbio sul fatto che potrebbero piacere, perché non sono parte del Jackson-canon su cui la maggioranza si è "formata" sulla Terra di Mezzo. E poi c'è la questione dei personaggi: i volti di Frodo, Bilbo, Aragon e compagnia bella sono quelli degli attori che li hanno interpretati, non sono così sicura che sia così facile sostituirli.
Quindi, boh, non so proprio su che cosa si baserà questa serie, ma ovviamente sono molto curiosa. Spero solo che non lo facciano diventare una sorta di " Trono di spade", non perché io sia contraria a quest'ultima (Martin mi piace assai), bensì perché Tolkien è un'altra cosa e non mi piacerebbe vederlo svilito solo per incontrare i gusti (sex&blood) del pubblico.
Quel che è invece mi aspetto, come hai tu ben giustamente predetto, è che si tornerà a scannarsi sul web, come ai cari, bei vecchi tempi!
Che bello risentirti Beth.....😊😊😊
RispondiEliminaMolto felice anch'io di rileggerti, Beth ^_^ Ma stasera non risponderò a tutti perché il letto mi chiama ormai sempre più presto, e anche perché devo un po' digerire tutto quel che avete scritto e di cui vi ringrazio assai..
RispondiEliminaPrima di tutto, cenere sul capo e doverose scuse:
@Eva e @Vanessa:
Siccome la mattina è già tanto se mi ricordo di infilarmi le scarpe, non dovrei MAI rispondere a un commento.
Sta di fatto che ho attribuito quello di Vanessa a Eva. Era Vanessa che avrebbe voluto un attore charmant per fare Gandalf. Ma il mio Gandalf, da sempre è quello del poster di Jim Cauty - e credo che quel poster non abbia influenzato soltanto me, perché diventò subito molto famoso. Potete ammirarlo anche voi alla fine del post :)
@Eva (quella vera):
"Gladiatori da tastiera" è una bellissima definizione, con il pregio tra l'altro di non recare offesa a quei nobili felini dal maestoso portamento (e che assai di rado scrivono al computer).
L'esalogia è un retaggio da valutare seriamente, per certi aspetti. Certamente ormai mi immagino Galdalf come Ian McKellen, ma in fondo lo immaginavo così anche prima. Qualcosa di simile vale per la Contea, ma in fondo anche lì c'era una tradizione iconografica che somiglia molto alla Contea di Jackson. Altri personaggi mi sono scivolati addosso con grande tranquillità - mi è piaciuto molto il Legolas di Bloom, ma non si sovrappone in nessun modo al mio Legolas personale, che tra l'altro è bruno. Invece per altri personaggi il marchio è molto più forte: Bilbo, prima di tutto, ma anche Thorin. Certo, riuleggendo lo Hobbit non mi viene in mente il prode Armitage perché Thorin lì è descritto come un canuto e un po' stizzoso ragioniere, ma il mio primo Thorin è stato quello delle Appendici di LOTR, e lì è proprio come Armitage l'ha fatto, così come Freeman ha fatto il Bilbo di LOTR, dandogli uno spessore che lo porterà lì.
Ma Gollum, soprattutto... Gollum non me l'ero mai immaginato in modo specifico, certo non lo riconosco in quello strano essere del poster di Cauty, anche se la sua è senz'altro una raffigurazione possibile. Tuttavia sono sicura che anch'io avrò problemi a staccarmi dal Gollum di Jackson, quando Gollum sarà qualcun altro perché è stato fatto davvero bene e... insomma, è proprio lui. Avremo altri attori alti e dignitosi e un po' solenni e anche scherzosi per fare degli ottimi Gandalf, ma un altro Gollum come faranno a farlo?
Beh, di sicuro ci riusciranno, ma certo non sarà facile abituarsi, né per loro né per noi. Dico "loro" perché Gollum richiede comunque, credo, degli effetti speciali con tanto di squadra alle spalle. Ma naturalmente staremo a vedere.
E sì, @Vanessa, la Nuova Zelanda è stata una scoperta per tanti di noi, e da allora sogno spesso di andarci in pellegrinaggio. Di sicuro ha dei paesaggi che recitano benissimo!
Buona notte a tutti.
Intendevo "il marchio PER ME è molto più forte", non metto in dubbio che un sacco di gente si adatterà facilmente ad altri Bilbo ed altri Thorin. Per me però sarà piuttosto difficile, credo.
RispondiEliminaDama Murasaki NON SCUSARTI MAI😊
RispondiElimina....e comunque concordo su tutto...😊
Buona notte da una che ama troppo dormire 😴
Concordo con Eva, non devi scusarti! La mattina capita :-)
EliminaLa sera in cui ti ho scritto ho iniziato a guardare meme di aragorn e di Legolas e il giorno dopo ero uno zombie (però mi sono fatta grasse risate).
Visto il tuo poster capisco perché trovassi perfetto Gandalf ... è identico !
Ah, anche a me è mancato tom bombadill, mi era sembrata una delle parti più fresche del libro
Notte
P.S.
RispondiElimina"io non sono un robot" è pazzo....quindi NON È un robot😂😂😂
Oggi,nel 1874 nasceva Lucy Maus Montgomery😍
RispondiEliminaLo scrivo qui perché non riesco ad accedere al post su Anne di Green Gables....
MAUD....dannato T9....A questo punto scrivo CIAO MIAO BAU
EliminaE riprendiamo il fluviale commento, dopo aver stabilito (una volta di più, ahimé) che "io non sono un robot" non è un robot, perché di INTELLIGENZA, artificiale o naturale, non mostra la benché minima traccia.
RispondiEliminaVeniamo ad Aragorn. Una volta ho beccato un thread che esprimeva molto bene la questione: nel libro Aragorn è pronto per la regalità, anche se non si affretta, aspetta di essere proclamato dal suo libero popolo eccetera - il conservatorissimo Tolkien sembrava assai convinto che il re, per quanto di puro lignaggio, dovesse guadagnarsi la regalità col consenso, come fa Bard, ed è un aspetto che Jackson sembra aver capito molto bene: nessun potere ti appartiene per grazia divina, te lo devi guadagnare. Invece nel film Aragorn è molto insicuro, dubitoso, c'è sempre Arwen che gli fa coraggio eccetera. Pare aver paura della corona, e sentirsi assai inadeguato, e si convince un po' per volta. Anche l'atteggiamento di Elrond è molto diverso, e nel libro non mostra mai di opporsi alla sua unione con Arwen, tanto meno cerca di portarla via dalla Terra di Mezzo. Lui ama entrambi, molto, ma prende le cose come stanno, e addirittura dice a Aragorn "Se vuoi mia figlia vdevi darti da fare, perché lei non accetterà di unirsi a una potenzialità" (poi scopriamo che Arwen accetta, immagino dopo aver capito che la potenzialità è comunque consistente e Aragorn è qualcosa di più di un trovatello con un lignaggio famoso). Nel libro non ha nulla di "fragile", anzi è forse l'unico che non sembra aver paura del potere anche se non è minimamente disposto a prenderlo con la forza (un'accoppiata vincente, in Tolkien). Questo aspetto (non aver paura del potere ma non volerlo con la forza) ne fa un personaggio molto raro, e direi anche piuttosto medievale, e diciamo che mi è mancato nei film mentre mi sarebbe molto piaciuto vederlo.
@Beth:
RispondiEliminatutta la parte con Tom Bombadil e gli Spettri mi è mancata molto, nei film, anche se ho trovato molto sennata la scelta di Jackson di tagliarli via visto che si potevano tagliare. In effetti non influiscono sulla trama... se non nel formare lettore e hobbit, che imparano che la storia della Terra di Mezzo ha uno spessore e una serie di misteri davvero notevoli. Gli Spettri sono uno splendido racconto dell'orrore che rimanda ai Cavalieri Neri, e Tom Bombadil... è Tom Bombadil, ma in qualche modo secondo me è indispensabile. Non so perché dovrebbero annoiare lo spettatore, sinceramente, e ho sempre desiderato vederli.
Per quanto riguarda Frodo, per me è sempre stato un personaggio molto forte e molto centrato, un vero hobbit capace di utilizzare sia la sua forza che la sua debolezza, anche qualche gradino sopra Bilbo. Mi rendo conto che è un ruolo micidiale, ma aver ridotto Frodo a un tenero giovinetto perennemente spaventato e con grandi occhioni inorriditi per me è sempre stato un grosso difetto nella trilogia. Frodo non arriva preparato a quel che deve subire (nessuno potrebbe farlo) ma sin dall'inizio è almeno capace di affrontare la preparazione che deve subire, e per esempio mi è piaciuto moltissimo come affronta e come vive la prima ferita, quella che lo porta subito "al di là". Ai miei occhi non ha il volto di Elijah Wood, e anzi al momento non ha il volto di nessuno e non ho mai visto una rappresentazione grafica di Frodo che mi convincesse, ma è un personaggio che avrebbe parecchio da dare se interpretato in modo diverso; e aggiungo che non sono rimasta molto contenta nemmeno di Sam. Il fatto di non aver avuto Frodo (dal mio punto di vista) nella prima trilogia e avere invece avuto Bilbo nella seconda incide moltissimo sul mio giudizio di entrambe, perché ai miei occhi la parte più importante della vicenda non è quella "epica", ma proprio quella legata agli hobbit.
Il mio immaginario è stato segnato da due eventi pre-lettura che si sono collocati entrambi quando avevo sei anni, e cioè la visione del film a cartoni animati, prima, e subito dopo il racconto in forma di epica orale del Signore degli anelli da parte della mia mamma, visto che io volevo avere i sequel del film. Dunque per me i primi collegamenti personaggi-aspetto derivano da lì. E, per esempio per Gollum, secondo me Jackson ha preso non poco da quel cartone. Tutti i personaggi che non erano presenti nel cartone animato per me sono legati al racconto orale della mia mamma, invece. In entrambi i casi, Elrond e Aragorn furono quelli che meno rispondevano alle mie aspettative. Aragorn perché con l'Amico Scrittore (con i quali vidi la prima volta le tre puntate) concordammo che rispetto a quanto pensavamo era troppo "yeah-yeah" e Elrond perché non riuscivo proprio a immaginare l'Agente Smith di Matrix nei panni di uno dei miei personaggi favoriti.
RispondiEliminaPoi mi sono abituata, ma ho continuato a considerare nel mio immaginario i due testi (letterario e filmico) come due opere differenti, che è il motivo per il quale di solito riesco a non farmi mai condizionare quando vedo una sceneggiatura non originale: semplicemente, non faccio il confronto, li prendo come due testi diversi e come tali li giudico. In questo contesto, nella prima Trilogia l'unica cosa che veramente mi diede fastidio fu il personaggio di Faramir, che non è mai cattivo né ambiguo come è nella prima versione in sala del film (va detto che la extended version in DVD lo riscattò parzialmente).
Sulle associazioni tolkieniane, con me sfondi una porta aperta: sono stata invitata alcune volte a parlare come relatore ai loro convegni, e da tutte sono uscita davvero perplessa, a dire poco.
ps. Ho visto solo dopo il tuo ultimo commento a Beth. Aggiungo che a 7 anni, quando oramai il racconto orale del Signore degli Anelli era terminato, ricevetti il regalo colui che era destinato a diventare il Mio Orsacchiotto. Volevo dargli un nome preso da Tolkien, e pensai di chiamarlo Frodo. E per la prima e unica volta la mia mamma (che non aveva mosso pince quando chiamai la mia amica immaginaria Toppa, alcuni anni prima) intervenne su me che volevo chiamarlo Frodo dicendomi che "Nessuno poteva portare quel nome". Questo a specchio di quanto dicevi su Frodo che non ha un volto. E infatti non lo ebbe, quel nome, e fu battezzato Fredegario detto Grassotto, un nome molto hobbit che ancora porta con molta fierezza e attitudine.
RispondiElimina...Non avevo guardato il poster di Gandalf che hai inserito nel post fino a poco fa....quando l'ho visto...mi sono ricordata che lo avevo già visto, tantissimissimi anni fa appeso al muro d'un negozio di lavorazione artigiana del cuoio....Non ho mai avuto il coraggio di chiedere al negoziante dove avesse trovato quel bellissimo disegno...ma dopo 10 anni l'ho trovato ad una fiera!!!...altra cosa strana e bella è che da quell'artigiano mi feci realizzare un librone di fogli bianchi, con rilegatura in cuoio uguale a quella di Bilbo...che regalai a Stefano,affinché ci scrivesse i suoi sogni😍
RispondiEliminaGrazie per avermi fatto ripensare a questo bel ricordo.
@la 'povna:
RispondiEliminaCon i libri "normali" di solito neanch'io faccio tante storie, anche se quando ero più giovane ne facevo moltissime. Proprio leggendo le critiche fatte al film ho imparato a riflettere sulle differenze necessarie, e sulle varie letture possibili di un libro. Probabilmente mi ha aiutato molto anche vedere le opere dal vivo: quando hai visto il Macbeth con le pecorelle, e la Tetralogia con le valchirie che portano cadaveri al cimitero, o l'Otello con una scena basata su tre triangoli (e che funzionava benissimo, al contrario delle pecorelle e delle valchirie al cimitero) o altre amenità finisci per adattarti, e per qualche strano prodigio della musica finisce a volte che un Barbiere a cartoni animati o una Traviata moderna ti restano più impressi di tante regie ortodosse e anzi ti aprono nuove visuali della storia. Ronconi era molto bravo in questi giochetti (non solo nelle opere). Per molti di noi però tutto diventa più difficile quando entra in scena Tolkien - anche perché, onestamente, molti di noi sono piuttosto invasati... Io per esempio uscii dalla visione del cartone animato ruggendo, come la fida amica che mi aveva accompagnato, e mai ho desiderato guardarlo nuovamente; e tuttavia penso che prima o poi dovrei decidermi a farlo, perché a detta di molti aveva delle cose interessanti.
Quanto a quel che dici delle società tolkieniane non mi sorprende: anch'io, le uniche volte che ho lambito ai margini più marginosi quel mondo, sono rimasta assai perplessa ^_^
Un saluto al Fredegario detto Grassotto - personaggio trascurato dallo stesso Tolkien e non parliamo dei registi, ma invero assai onorevole!
@Vanessa:
RispondiEliminaAmmettiamolo: una parte davvero imperdibile delle trilogie sono i meravigliosi meme che imperversano in rete (per non parlare dei fantastici Diari della Compagnia dell'Anello): roba nient'affatto seria e di solito assai schifata dai tolkieniani seri ma che ho sempre guardato con gran piacere ^_^
@Eva:
Avevi fatto un bellissimo regalo a Stefano, e sono contenta di averti riportato quel ricordo (e qui ci vorrebbero i cuoricini ma con questa tastiera non vengono. Uff!)
Grande Dama Murasaki i miei rispetti😊
RispondiEliminaBuona notte e grazie a te di nuovo