lunedì 23 ottobre 2017

Calava sempre il sole con lentezza e precisione (parte seconda)

Qualche tempo fa, nel suo blog, Pellegrina (cui auguro una pronta guarigione) raccontava di come avesse un giorno proposto in lettura una bella poesia di Majakovskij dove il poeta raccontava una straordinaria avventura occorsagli in campagna, ovvero di come avesse invitato il sole a prendere il tè da lui... e il sole fosse venuto, con tutte le conseguenze del caso compreso un curioso sodalizio tra lui e l'astro che avevano abolito la notte impegnandosi a splendere sempre con gran fervore.
E' noto che di poesia non capisco nulla, nonostante ne abbia frequentata parecchia, e figurarsi di poesia russa che non ho praticamente mai nemmeno sfiorato. Questa però mi era proprio piaciuta e mi aveva fatto risuonare una corda particolare: quella dell'insegnante perennemente a caccia di testi adatti alle sue classi.
Certo, la poesia va fatta in lingua originale sennò si perde la magia del suono, tuttavia... dopotutto, anche nelle antologie si trova spesso poesia tradotta... e insomma questa mi sembrava davvero adatta a degli adolescenti: risplendere sempre, risplendere ovunque, risplendere e nient'altro! 
E comunque i testi da leggere in classe li scelgo io, e chi vuole qualcosa di diverso se lo cerchi pure da solo.
Insomma me la sono stampata e fotocopiata e ho passato un buon paio d'ore a decidere come leggerla, provando e riprovando e incespicando più volte un po' in tutti i versi. Altro che risplendere sempre.
E una bella mattina ho fatto sfoggio delle mie (modeste) capacità di lettura e l'ho scodellata ai miei pazienti alunni.
E dopo tanti sforzi contavo almeno su qualche parere positivo.
Invece i primi commenti sono stati decisamente seccati "Che brutta!" "Ma non si capisce niente" "Non ci sono nemmeno le rime!"
Oh?
Il lamento sulla mancanza di rime mi ha fatto suonare un bel campanello. Eddài, hanno letto Omero e Virgilio, lo sanno benissimo che in poesia non ci sono sempre le rime.
"Bene, proviamo a vedere cosa avete capito" chiedo, invece di spiegarla senz'altro, come mi ero proposta di fare.
"Mh... c'è questo qui che fa una partaccia al sole..."
A quanto pare, qualcosina hanno capito.
"E perché gli fa una partaccia?"
"Perché lui, il sole, sta sempre a poltrire mentre lui deve lavorare..."
Pian piano, col gioco delle domande e delle risposte, me la spiegano tutta, dall'inizio alla fine. L'unica cosa che sono costretta a spiegare io è il samovar. Comprensibile, visto che oggi non usa leggere romanzi russi in tenerissima età.
Si lamentano che è una storia impossibile. Beh, su questo hanno ragione: qualsiasi tentativo di ospitare il sole nel proprio salotto avrebbe conseguenze disastrose per l'intero pianeta.
Non chiedo il significato: se lo vogliono capire lo capiscono, e comunque il "significato" di una poesia è una bestia di cui ho imparato a diffidare da tempo immemorabile: se hai in mente un significato preciso non scrivi una poesia, scrivi un saggio. E poi la poesia è di chi l'ascolta, il significato che vuol dargli l'autore sono fatti suoi.
Ricostruita in tutti i suoi dettagli la curiosa vicenda, li metto a fare una piccola esercitazione scritta: prima mi devono, appunto, raccontare la storia che la poesia racconta, poi farmi una lista delle parole che non conoscevano (tra cui, misteriosamente, ciarpame ha un posto d'onore) e infine dare un voto da uno a dieci motivandolo.
Così han passato qualche decina di minuti a rileggersi e riguardarsi quella strana roba russa, e qualcuno gli ha dato pure un bel voto. Tutti, comunque, han dovuto confrontarsi con un modo abbastanza nuovo di presentare la realtà. Perché la poesia di Majakovskij ha quasi cent'anni, ma a molti di loro è risultata una roba praticamente... rivoluzionaria.
Ebbene sì, la Terza Amichevole è una classe di adolescenti conformisti, molto amanti del conosciuto e molto spaventati dalle novità - una roba degna di essere presentata al Centro Studi Antropologici per essere studiata. E secondo me leggere quella poesia è stata una scelta davvero felice e mi ha fatto capire tante cose su di loro.
Compreso il fatto che sono pigri in modo abominevole e che trovano molto più comodo non capire anche quando capiscono benissimo (o forse, più che pigri, parecchio impauriti).

14 commenti:

  1. Ma che bel post, mi avete commossa prof.Murasaki & fanciulli.Io adoravo Majakowsky alle medie,mi commosse tanto la poesia "per che cosa combattiamo" ma questa del Sole la vorrei proprio leggere...
    Grazie come sempre per ciò che scrivi e per le storie di cui ci rendi partecipi. Hai tirato su un blog superbo,zeppo di Belle Menti e Pure Anime.Buona notte

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  2. Carina assai la poesia del sole in salotto. Non la conoscevo fino a qualche minuto fa. E simpatici anche i terzini per le reazioni. Per la serie pigramente risplendere.😁

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  3. @Eva:
    "Per cosa combattiamo" non la conoscevo ma sono andata a cercarla, e mi è piaciuta molto. Una perfetta poesia comunista sulla guerra, direi.

    @Mel:
    "Pigramente risplendere" è bellissimo! (e descrive perfettamente la classe, devo dire) ^_^

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  4. Eh si purtroppo comunista......ma era un Poeta...aveva la Bellezza Morale dentro in sé...

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  5. Ah, ma io non lo vedo come un difetto: intendevo dire che rispecchia la teoria comunista che le guerre sono fatte nell'interesse dei ricchi tra popoli che non hanno motivo di odiarsi - teoria che non riesce a spiegare sempre tutto, ma che ha un suo bel fondamento di verità secondo me.

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  6. Si si sono d'accordissimo...infatti dicevo che era un poeta quindi un puro che vedeva,provava e diceva la verità....gli sbagliati sono gli uomini normali che non capiscono mai l'anima delle cose....

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  7. ...nemmeno questo "iononsonounrobot"che ce l'ha con me....Basta mi fermo che mi fa pure sbagliare a scrivere😂😂😂

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  8. I poeti veri sono al di sopra delle ideologie e al di là del tempo. Non conosco nulla della poesia russa, ma questa l'incontrata per caso, forse in una rivista scolastica quando ancora insegnavo e mi piacque tanto che me la copiai tutta ( è lunghissima) nell'agenda dove raccoglievo testi da proporre agli alunni. Poi non ricordo se lo feci davvero. Ma l'agenda ce l'ho ancora e ogni tanto la sfoglio.

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  9. Non conoscevo neanch'io questa poesia e la trovo bellissima. Intanto me la copio e la metto da parte...vediamo a chi toccherà 😜

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  10. Come fai a capirlo? Intendo: come fai a sapere che capiscono e fanno finta di no, o che sono impauriti? Mi insegni? Non scherzo, dico sul serio. Io mi limito a chiedere, se hanno capito, e ad indagare gli sguardi, ma non ci riesco molto, perchè i miei mi fanno l'aria convinta e poi magari, dalle verifiche, constato che avevano capito poco o nulla. :-(

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  11. Naturalmente abbocco anch'io come una carpa, per poi scoprire che hanno capito poco o nulla. Appunto per questo quando dichiarano francamente di non aver capito provo una controverifica ^_^
    (...e poi, dopo più di due anni, un pochino li conosco...)

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  12. Bellissima storia grazie :).
    Mettere le persone davanti all'inconcepibile è ancora e sempre rivoluzionario, ancor più obbligarle a spiegarlo.
    A presto e grazie per gli auguri: un fisioterapista mi ha spostato le vertebre con una manovra sbagliata e tanto di tremiti per 40' mentre lo supplicavo di fermarsi. In ospedale pubblico (detto da sostenitrice del ssn)! Per fortuna ce ne sono altri che stanno tentando di rimettermi in sesto mattina e sera (ahimé privati). fine ot a presto.

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  13. A presto, e auguri. Purtroppo il tuo è un caso relativamente comune - evidentemente la fisioterapia non è una scienza esatta...
    Comunque incrociamo le dita per te!

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