La moderna Cina è ai miei occhi quanto di più sconosciuto possa esserci, nonostante i molti scolari cinesi da me incrociati nei miei primi anni di insegnamento, quando abitavo ancora a Firenze, e la mia abituale frequentazione di ristoranti e rosticcerie cinesi. Non che conosca qualcosa nemmeno della Cina antica, intendiamoci.
Così, desiderosa di farmi una pur minima idea di che pianeta sia adesso la Cina ho colto il suggerimento di Acquaforte di provare con i gialli di tal Qiu Xiaolong; e siccome non c'era nessunissima speranza che riuscissi a ricordarmi il suo nome me lo sono appuntato sul mio fedele taccuino-da-libri, insieme ad un po' di titoli e a un appunto sulla biblioteca dov'era reperibile.
Proprio nei giorni in cui sono andata a cercarlo, nella biblioteca stavano facendo grandi lavori di riordino a scaffali aperti, così mi sono dovuta arrangiare da sola, e ho preso il primo che sono riuscita a trovare, piuttosto corto e con un titolo attraente: un giallo ambientato in un vicolo, con tutti gli intrighi relativi, poteva perfino avere un tono un po' inglese.
Arrivata a casa ho scoperto che non si trattava affatto di un giallo: ad un certo punto della sua vita, nel 2005, l'autore, riparato negli USA dopo l'affaire di Tiennanmen, ha deciso di scrivere una serie di brevi racconti che seguivano la storia della Cina dal 1949 al 2003, tutti ambientati appunto in questo vicolo detto della Polvere Rossa, situato in un angolo di Shangai molto vicino alla zona centrale ma anche molto ben riparato.
A sera gli abitanti si ritrovano fuori di casa, nel vicolo, per raccontarsi storie, spettegolare e parlare del più e del meno. Su una grossa lavagna regolarmente aggiornata vengono scritti gli avvenimenti principali degli ultimi tempi, sempre con le formule che il Partito chiede.
Com'è noto perfino a me, negli ultimi 60 anni la Cina ha subito una bella serie di cambiamenti di indirizzo politico, e più volte quello che era fino a quel momento giusto e ortodosso diventava all'improvviso antiquato e rigorosamente contrario a quanto il Partito stabiliva che si dovesse pensare. La cosa ha creato più volte notevoli grattacapi ai poveri cinesi, che non sempre venivano avvisati per tempo del cambiamento di rotta.
Ogni racconto si apre appunto con il notiziario della lavagna, ed è molto divertente (specie per noi che non ci siamo passati in mezzo) osservare come, nel giro di pochi anni, quel che era bianco diventasse improvvisamente nero e viceversa, e la naturalezza con cui questi notiziari cambiavano di tono, mentre l'indirizzo comunista del partito rivestiva di sfumature assai comuniste anche ciò che di comunista, ai nostri occhi occidentali, aveva ben poco - e del resto nessuno può negare che il glorioso Partito Comunista Italiano non si è mai distinto per la sua spaventosa velocità di evoluzione e quindi le nostre idee sul comunismo hanno avuto tutto il tempo di solidificarsi, cristallizzarsi e anche un po' di fossilizzarsi.
Dopo il notiziario della lavagna arriva il racconto, che solo occasionalmente sfiora davvero la politica: e si narra di come i comuni mortali si arrangiassero nella loro vita di tutti i giorni per scansare i molti guai che potevano venire loro dal non osservare con sufficiente fervore la linea prescritta dal Partito, il tutto mentre si ingegnavano a viverla, la loro vita, secondo le tappe consuete: nascita, studi, lavoro, matrimonio, morte eccetera.
Certe storie sono autoconclusive, altre sembrano concludersi ma anni dopo vengono osservate in una luce diversa (alcune hanno anche tre o quattro tappe). Alcune sono garbate, altre divertenti, qualcuna è profondamente drammatica - perché la vita è così.
Tutti i protagonisti abitano o hanno abitato nel vicolo della Polvere Rossa, naturalmente, e tutti sono stati osservati dall'implacabile occhio dei vicini; e anche le case hanno le loro storie da raccontare - perché uno dei passaggi chiave è il modo in cui le casette del vicolo finiscono per ospitare una popolazione sempre più numerosa fino a somigliare parecchio ad un formicaio - e questo spiega anche perché in tanti siano più che disponibili, la sera, a stare fuori a chiacchierare, allentando così la densità demografica dei vari appartamenti.
Non c'è un personaggio principale, salvo forse quello del narratore che però spesso si limita a riferire quel che si diceva nel vicolo, o a raccontare le vicende dei suoi vicini - alla fine del libro comunque di lui sappiamo ancora molto poco.
Il libro non è lungo - poco più di duecento pagine per 23 racconti. Naturalmente tutti i personaggi hanno degli incomprensibili nomi cinesi, ma l'accorto autore sa come riportarci alla mente quelli che abbiamo già conosciuto, e dunque non rischiamo mai di fare confusione.
I racconti scorrono bene e sono costruiti con grande arte, permettendoci di seguire i tanti gesti della vita quotidiana insieme ai grandi cambiamenti che attraversano il paese. E' una lettura gradevole e istruttiva, adattissima per chi, come me, vuole avvicinarsi un po' a quel grande pianeta sconosciuto che sembra destinato ad avere un gran peso nella nostra vita negli anni che verranno.
Di recente Qiu Xiaolong ha anche pubblicato una nuova serie di storie del Vicolo della Polvere Rossa, che coprono gli anni dal 1953 al 2008, intitolata appunto Nuove storie dal Vicolo della Polvere Rossa, e me le procurerò al più presto - non prima, però, di avere assaggiato almeno uno dei suoi gialli, di cui continuo a sentir dire meraviglie.
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Homemademamma e auguro felici letture e buon fine settimana a chiunque passi di qua. Quanto a me, visto che nella nuova casa non dispongo di un impianto di riscaldamento singolo, conto di passare questi due giorni a letto o in poltrona, ben avvolta in molti strati di pile, a leggere con grande intensità.
Non ho ancora letto "Il vicolo della Polvere Rossa". Ordinato alla mia Libreria.
RispondiEliminaMi piacciono i romanzi di Qiu Xiaolong, anche per le informazioni spicciole ma importanti su quel mondo sterminato che è la Cina. Abitudini alimentari (alcune spaventose), nuovi ricchi, povertà e superstizione, corruzione sempre e ovunque legata alla ricchezza, storia antica e recente, religioni e Mao. Mao che è ancora lì, come un grande fantasma del quale è quasi impossibile liberarsi.
Ne ho letti 2: Di seta e di sangue, e La ragazza che danzava per Mao.
Mi piacciono anche perché il personaggio chiave, l'ispettore capo Chen Cao, è un poeta, come l'ispettore Dalgliesh dei romanzi della P.D.James. È laureato in letteratura inglese, con master in letteratura cinese antica. La poesia (e la letteratura in generale) per lui è una sorta di armatura, una protezione in un lavoro a stretto contatto con il male. Un salvagente, come spesso lo è per noi.
Me lo appunto. Interessante.
RispondiEliminaSì, credo che la Cina sia un paese per noi davvero poco conosciuto.
RispondiEliminaRicordo un esempio di pochi anni fa. All'epoca delle olimpiadi di Pechino, un gruppo di attivisti andò nella città per manifestare a favore del Tibet libero aspettandosi l'appoggio degli abitanti locali (i cinesi della capitale, appunto). Peccato che non andò affatto così, l'ostilità dei cittadini fu manifesta al punto di preoccupare seriamente i manifestanti. Fu una sorpresa in quanto tutti in occidente si immaginavano un popolo vessato da regime, pronto a far sentire la sua voce. Ma non è così. In realtà la maggior parte del popolo cinese è col regime. Se poi questo sia frutto del condizionamento che subiscono, non lo so, fatto sta che la situazione è certamente diversa da come normalmente ci immaginiamo.
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@Acquaforte:
RispondiEliminaper adesso mi sono presa "La strana morte della compagna Guam", e mi è sembrato di capire che è il primo della serie- ma per ora hanno solo trovato il cadavere; e, naturalmente, non sanno ancora che è della compagna Guam.
@Wolf:
Se i tuoi amici hanno manifestato a Lhasa la cosa è sorprendente, ma se hanno manifestato a Pechino... beh, temo che l'interesse per la questione sia davvero minimo, più o meno come quello dei romani a favore del Tirolo (con la diofferenza che noi abbiamo ottenuto il Tirolo in malo modo e l'abbiamo trattato male per un ventennio, ma dopo ci siamo comportati abbastanza bene, nel complesso)
Questo me lo segno. Ma sei riuscita a seguire tutti i nomi? (Io son pessima - zero memoria).
RispondiEliminaSe hai voglia di leggere libri cinesi io avevo adorato questo http://archivio.internazionale.it/recensioni/libri/archivio.internazionale.it/recensioni/libri/2012/10/19/il-demone-della-prosperità
E
Jung Chang - cigni selvatici.
Il primo è un signor romanzo, una distopia sulla Cina contemporanea
Il secondo me lo aveva consigliato un collega per avere un po una visione della Cina negli ultimi Trenta anni. Un librone che mi ero scolata. A distanza di più di dieci anni ti direi solo: se ti è piaciuto La casa degli spiriti questo ti può piacere (che non c'entra niente, i cigni è autobiografico).
Buone letture! E grazie per i tuoi consigli!
Probabilmente ne sei già a conoscenza, ma mi piace assai condividere:
RispondiElimina1. Letto su BBC News, "JK Rowling hints at Dumbledore return" in una serie di 5 films, relative a "The fantastic beasts and where to find them". Il primo film è già girato e uscirà presto, come prequel alla serie di H.P., 70 anni prima degli eventi che noi conosciamo. Sembra che gli scripts sono già pronti. Parleranno soprattutto di Silente e Grindelwald. È l'occasione per saperne di più di personaggi conosciuti, come gli insegnanti di Hogwarts o famiglie di maghi.
2. Ho visto che YouTube ha messo in streaming Norma (The Royal Opera). 1h e 23m, è completa?
In effetti, mi sembra interessante, come per me lo è stato la lettura de "La piccola sarta cinese", di cui ho parlato sul blog qualche venerdì del libro fa.
RispondiEliminaSegno, anche se preferirei un giallo dell'autore che indichi, visto che non mi piacciono i racconti, usualmente.
Bé, più che di interesse minimo parlerei di vero e proprio fastidio. Ai cinesi non piace sentirsi dire che sono... invasori :-)
RispondiEliminawww.wolfghost.com
@Vanessa:
RispondiEliminaCon i nomi non ci saranno problemi, vai tranquilla.
Il demone della prosperità sembra davvero interessante, e non ne avevo mai sentito parlare.
Comunque ho appuntato entrambe le segnalazioni. Grazie ^__^
@Acquaforte:
Oh sì, sto aspettando a gloria, anche perché la parte sugli animali magici ha davvero tantissimo da dire ^__^
(Norma dura circa due ore e mezzo. Quello su You Tube è un affascinante documentario, SENZA SOTTOTITOLI, che racconta come è nato lo spettacolo, come cantanti si sono accostati ai ruoli eccetera. Tutta roba che mi interesserebbe moltissimo, se avessi la speranza di capirci qualcosa...)
@Mamma Avvocato:
I gialli di Xiaolong si trovano facilmente, e godono di un ottima reputazione. Perché non prendertene uno, lasciando da parte i racconti? ^__^
@Wolfghost:
A nessuno piace, mi sembra. Anche noi abbiamo un modo particolarissimo di descrivere i nostri rapporti storici con Libia, Eritrea, Etiopia, Somalia, Albania e perfino Grecia!