Una fresca e dissetante riunione di genitori, pronti per essere spremuti
Quest'anno #ioleggoperché, la campagna promossa dall'Associazione Italiana Editori per diffondere la lettura, è indirizzata (anche) alle biblioteche scolastiche.
Siccome l'iniziativa godeva dell'appoggio delle Alte Sfere della scuola la nostra disastrata segreteria, in un poderoso sforzo di efficienza, è riuscita a mettermene al corrente con un rispettabile anticipo invece di avvisarmi due giorni dopo la scadenza definitiva come è solita fare; e il fatto che una volta tanto fossi già informatissima sulla faccenda per vie private è un dettaglio del tutto secondario.
In effetti mi ha fatto piacere vedere che, lentamente ma in modo continuativo, nelle viscere della scuola si va diffondendo la consapevolezza che nella scuola media di St. Mary Mead esiste una biblioteca che vive e lotta insieme a noi.
In verità la biblioteca esiste, ma l'anno per lei è iniziato proprio male: solo poche, fortunate classi sono riuscite a farci almeno una visita per prendere libri, perché la poverina era perennemente invasa da tecnici che cercavano di far funzionare una rete che a tutt'oggi si rifiuta ostinatamente di fare il suo dovere per tempi più lunghi di due giorni.
E assolutamente nessuno tranne me ha potuto vedere le due scatole di nuovi libri che la scuola ha alfine acquistato dopo lunghe insistenze, più qualche regalo sparso arrivato alla spicciolata più la nuova serie del Giralibro, perché ancora non sono riuscita a catalogarli.
E tutto ciò è assai irritante, ma non cancella il fatto che la biblioteca stia effettivamente prendendo forma e garbo: addirittura, quest'anno, una volta conclusa definitivamente l'invasione dei tecnici, dovrebbe partire un pingue orario di apertura di ben due ore a settimana, in virtù del mio indefesso stakanovismo e soprattutto di un ora del mitico potenziamento della Buona Scuola, che si è infine degnata di fornirci almeno un ritaglio di ore di Lettere (oltre alla cattedra aggiuntiva di Arte che è stata subito fagocitata da un Grandioso Progetto assai artistico).
Ma torniamo a #ioleggoperché.
L'iniziativa si presenta con l'assai eroico titolo di Pronti a tutto per donare un libro ed ha anche il suo bravo banner:
Prima di tutto la scuola si iscrive all'iniziativa.
Poi, sempre la scuola, sceglie tre librerie con cui gemellarsi, dall'elenco di quelle che hanno accettato di partecipare.
E qui cominciano i problemi, per le piccole scuole di paese.
Mi rendo conto che in città tutto è più semplice, specie se la città è Firenze, dove notoriamente le librerie non mancano (anche se, ahimé, sono meno di un tempo e quelle più belle e storiche sono quasi tutte scomparse). Ma, per l'appunto, St. Mary Mead è un paesello, e librerie non ne ha. Ci sono sì un paio di cartolibrerie, una delle quali tiene sempre in vetrina una mezza dozzina di titoli che rivelano un certo gusto nella scelta - ma, naturalmente, a gemellarsi non ci avevano nemmeno pensato, anche perché probabilmente del tutto ignare dell'evento in corso.
A Lungacque, il paese dove abito e che dista pochi chilometri da St. Mary Mead, di librerie ce ne sono invece ben tre, piuttosto fornite, e all'apparenza sembrano godere di una discreta salute. Una sola di loro però era gemellabile. Nei due grandi paesi più vicini le librerie non erano gemellabili, e insomma, per le altre due toccava rivolgersi a Firenze.
Così ne ho scelte un paio vicino alla stazione ferroviaria, con molti dubbi; i quali dubbi, sia chiaro, non erano rivolti alla qualità delle librerie, entrambe assai note e degne di ogni stima, bensì alla effettiva possibilità che qualche genitore fosse disposto a farsi il viaggio necessario al solo scopo di andare a comprare libri da regalare alla nostra biblioteca scolastica.
Perché, in sintesi, l'iniziativa consisteva appunto in questo: si potevano comprare libri da regalare alla biblioteca scolastica, in un arco di tempo di circa dieci giorni, con il vantaggio che gli editori, per ogni libro acquistato dai munifici genitori, ne avrebbero donato un altro alla biblioteca.
Ho cercato invano indicazioni su come sarebbero stati questi ipotetici libri in omaggio: scelti dalla scuola? Dai librai? Dall'Associazione Italiana Editori? Proporzionati al prezzo dei libri acquistati? Non è specificato in nessun modo.
#ioleggoperché ha messo a disposizione in rete un certo numero di banner, e una locandina in A3 - e già lì si andava oltre alle modeste possibilità della nostra scuola, che non ha una stampante per fogli A3. In A4 comunque sia i banner che il volantino rifiutavano ostinatamente di farsi stampare.
Forse perché consapevoli di non essere un granché?
Magari un giorno qualcuno mi spiegherà perché nelle campagne pubblicitarie pro-lettura il lettore debba sempre apparire come un perfetto deficiente, ma se lo farà gli serviranno un bel po' di argomenti per convincermi che questo sia materiale pubblicitario valido.
Bello o brutto che sia (e a me pare decisamente brutto) non si capisce comunque perché fosse così complicato da stampare. Non sono una grafica né un fulmine di guerra informatico, ma non sono nemmeno più imbranata della media: quel che non riesce a me lascia a piedi anche molti altri, senza contare che al momento nelle scuole quasi tutti si arrangiano con il personale che hanno, il che obbliga a limitare molto le pretese sui requisiti necessari (e anche sulle attrezzature necessarie).
La propaganda vera e propria comunque dovevano farla le scuole, col passaparola e simili. E solo le scuole potevano farla, perché l'iniziativa non ha fatto molto parlare di sé in giro.
Giusto perché ormai ero in ballo e per onor di bandiera ho stampato uno dei banner orizzontali, a prezzo di eroici sforzi e di molte imprecazioni, e l'ho usato come intestazione per un volantino che ho fatto fotocopiare e distribuire nelle classi, giusto perché a quel punto tanto valeva provarci e se l'esperimento avrà un futuro (cosa di cui personalmente dubito) in questo modo ho aperto il solco di una tradizione.
E poi è tutta esperienza, immagino.
Tuttavia secondo me l'iniziativa ha un problema di base: poggia sul consueto assunto dei genitori visti come agrumi da spremere.
Vediamola dal punto di vista dell'agrume, voglio dire del genitore.
E supponiamo, per amor di dialettica, che l'agrume in questione sia un genitore, o anche un alunno, molto amante della lettura: grazie a questa grandiosa iniziativa egli, o ella, gode del mirabile privilegio di comprare dei libri per regalarli a una biblioteca scolastica - una cosa, peraltro, che può fare esattamente allo stesso prezzo ogni mese dell'anno e ogni qual volta gliene punga vaghezza.
In cambio cosa ne ricava?
Il piacere di fare un regalo alla biblioteca in questione, e nient'altro - niente sconti, o facilitazioni su futuri acquisti, o punti su eventuali tessere fedeltà legate all'iniziativa, o omaggi di un qualsiasi tipo. Niente di niente di niente.
Quindi la scuola di turno, dopo avere sfinito il genitore con gli acquisti dei libri di scuola, di attrezzature varie e pure del famoso contributo volontario (che da qualche tempo, mi dicono, i genitori stanno prendendo l'abitudine di scegliere volontariamente di non pagare) ad anno scolastico appena iniziato, richiedere altri soldi per i libri della biblioteca.
Lasciamo perdere il fatto che in Italia la maggior parte delle famiglie legge poco; ma anche quelle famiglie dove si legge molto e che in libreria ci vanno spesso e volentieri, se devono spendere soldi per dei libri, non preferiranno forse spenderli per comprare qualcosa per la libreria dei loro figli invece che per la biblioteca scolastica che, infine, è la biblioteca di una scuola pubblica e dunque dovrebbe essere sovvenzionata dallo Stato, come tutto ciò che riguarda la scuola pubblica?
Oso dire che è possibile. Sì, ritengo possibile ciò.
Aggiungo che io stessa, se fossi un genitore, probabilmente mi comporterei così.
Per questo di solito le Mostre del Libro a scuola funzionano bene: i ragazzi si scelgono per proprio diporto dei libri che li ispirano (e che i genitori pagano) e una parte dell'incasso si trasforma in omaggi per la biblioteca della scuola. E' un meccanismo virtuoso, dove tutti ricavano qualcosa e nessuno ci rimette. Le famiglie, ad esempio, ci mettono dei soldi ma ne ricavano un po' di libri e un figlio almeno temporaneamente di buon umore - una cosa, quest'ultima, che corre voce i genitori apprezzino moltissimo e per la quale spendono sempre volentieri avendone la possibilità.
Non so se un acquisto per la biblioteca di scuola innescherebbe lo stesso circolo psicologico virtuoso, anche perché la biblioteca della scuola è costruita con criteri diversi dalla libreria di casa - e in effetti serve anche scopi che vanno oltre al "prendiamo un buon libro per rilassarci o smaltire questa giornata che è andata proprio storta". La famiglia compra un libri a tastoni, su indicazione della scuola o dei librai, non ha nessuna certezza che il figlio ne beneficerà in qualche modo e l'unica, modesta soddisfazione che ne ricava è di aver tappato una falla dello stato.
Mah.
Naturalmente una scuola con grossi numeri, uno zoccolo duro di studenti abituati ad andare per librerie e una biblioteca ben organizzata e perfettamente funzionante potrebbe ricavarne qualcosa, o anche più di qualcosa, con un accorta opera di propaganda; in effetti dalla classifica dei risultati risulta che una manciata di queste scuole c'è, e ha tratto buon frutto da questa campagna acquisti.
Tuttavia la gran parte delle biblioteche scolastiche non se la passa molto meglio di quella di St. Mary Mead ed è parimenti gestita in modo assai acrobatico da insegnanti che se ne occupano nei ritagli di tempo e con gran sfoggio di volontariato, spesso senza tempo o competenza da dedicare ad operazioni di marketing e con bacini di utenza decisamente ridotti.
E infatti a un giorno dalla scadenza la classifica nazionale comprende 108 biblioteche scolastiche, di cui le ultime 8 hanno nel carniere un libro, e le ultime 21 hanno ottenuto dai cinque libri in giù. Non mi sembrano esattamente grandi numeri. E sospetto che di questa iniziativa abbiano beneficato le biblioteche che già funzionano, più che quelle che si arrangiano alla meno peggio.
Come usa dire in questi casi, l'idea di fondo ha delle potenzialità ma presenta notevoli margini di miglioramento.
Siccome l'iniziativa godeva dell'appoggio delle Alte Sfere della scuola la nostra disastrata segreteria, in un poderoso sforzo di efficienza, è riuscita a mettermene al corrente con un rispettabile anticipo invece di avvisarmi due giorni dopo la scadenza definitiva come è solita fare; e il fatto che una volta tanto fossi già informatissima sulla faccenda per vie private è un dettaglio del tutto secondario.
In effetti mi ha fatto piacere vedere che, lentamente ma in modo continuativo, nelle viscere della scuola si va diffondendo la consapevolezza che nella scuola media di St. Mary Mead esiste una biblioteca che vive e lotta insieme a noi.
In verità la biblioteca esiste, ma l'anno per lei è iniziato proprio male: solo poche, fortunate classi sono riuscite a farci almeno una visita per prendere libri, perché la poverina era perennemente invasa da tecnici che cercavano di far funzionare una rete che a tutt'oggi si rifiuta ostinatamente di fare il suo dovere per tempi più lunghi di due giorni.
E assolutamente nessuno tranne me ha potuto vedere le due scatole di nuovi libri che la scuola ha alfine acquistato dopo lunghe insistenze, più qualche regalo sparso arrivato alla spicciolata più la nuova serie del Giralibro, perché ancora non sono riuscita a catalogarli.
E tutto ciò è assai irritante, ma non cancella il fatto che la biblioteca stia effettivamente prendendo forma e garbo: addirittura, quest'anno, una volta conclusa definitivamente l'invasione dei tecnici, dovrebbe partire un pingue orario di apertura di ben due ore a settimana, in virtù del mio indefesso stakanovismo e soprattutto di un ora del mitico potenziamento della Buona Scuola, che si è infine degnata di fornirci almeno un ritaglio di ore di Lettere (oltre alla cattedra aggiuntiva di Arte che è stata subito fagocitata da un Grandioso Progetto assai artistico).
L'iniziativa si presenta con l'assai eroico titolo di Pronti a tutto per donare un libro ed ha anche il suo bravo banner:
che ha se non altro il pregio di descrivere con una certa chiarezza il procedimento.
Poi, sempre la scuola, sceglie tre librerie con cui gemellarsi, dall'elenco di quelle che hanno accettato di partecipare.
E qui cominciano i problemi, per le piccole scuole di paese.
Mi rendo conto che in città tutto è più semplice, specie se la città è Firenze, dove notoriamente le librerie non mancano (anche se, ahimé, sono meno di un tempo e quelle più belle e storiche sono quasi tutte scomparse). Ma, per l'appunto, St. Mary Mead è un paesello, e librerie non ne ha. Ci sono sì un paio di cartolibrerie, una delle quali tiene sempre in vetrina una mezza dozzina di titoli che rivelano un certo gusto nella scelta - ma, naturalmente, a gemellarsi non ci avevano nemmeno pensato, anche perché probabilmente del tutto ignare dell'evento in corso.
A Lungacque, il paese dove abito e che dista pochi chilometri da St. Mary Mead, di librerie ce ne sono invece ben tre, piuttosto fornite, e all'apparenza sembrano godere di una discreta salute. Una sola di loro però era gemellabile. Nei due grandi paesi più vicini le librerie non erano gemellabili, e insomma, per le altre due toccava rivolgersi a Firenze.
Così ne ho scelte un paio vicino alla stazione ferroviaria, con molti dubbi; i quali dubbi, sia chiaro, non erano rivolti alla qualità delle librerie, entrambe assai note e degne di ogni stima, bensì alla effettiva possibilità che qualche genitore fosse disposto a farsi il viaggio necessario al solo scopo di andare a comprare libri da regalare alla nostra biblioteca scolastica.
Perché, in sintesi, l'iniziativa consisteva appunto in questo: si potevano comprare libri da regalare alla biblioteca scolastica, in un arco di tempo di circa dieci giorni, con il vantaggio che gli editori, per ogni libro acquistato dai munifici genitori, ne avrebbero donato un altro alla biblioteca.
Ho cercato invano indicazioni su come sarebbero stati questi ipotetici libri in omaggio: scelti dalla scuola? Dai librai? Dall'Associazione Italiana Editori? Proporzionati al prezzo dei libri acquistati? Non è specificato in nessun modo.
#ioleggoperché ha messo a disposizione in rete un certo numero di banner, e una locandina in A3 - e già lì si andava oltre alle modeste possibilità della nostra scuola, che non ha una stampante per fogli A3. In A4 comunque sia i banner che il volantino rifiutavano ostinatamente di farsi stampare.
Forse perché consapevoli di non essere un granché?
Magari un giorno qualcuno mi spiegherà perché nelle campagne pubblicitarie pro-lettura il lettore debba sempre apparire come un perfetto deficiente, ma se lo farà gli serviranno un bel po' di argomenti per convincermi che questo sia materiale pubblicitario valido.
Bello o brutto che sia (e a me pare decisamente brutto) non si capisce comunque perché fosse così complicato da stampare. Non sono una grafica né un fulmine di guerra informatico, ma non sono nemmeno più imbranata della media: quel che non riesce a me lascia a piedi anche molti altri, senza contare che al momento nelle scuole quasi tutti si arrangiano con il personale che hanno, il che obbliga a limitare molto le pretese sui requisiti necessari (e anche sulle attrezzature necessarie).
La propaganda vera e propria comunque dovevano farla le scuole, col passaparola e simili. E solo le scuole potevano farla, perché l'iniziativa non ha fatto molto parlare di sé in giro.
Giusto perché ormai ero in ballo e per onor di bandiera ho stampato uno dei banner orizzontali, a prezzo di eroici sforzi e di molte imprecazioni, e l'ho usato come intestazione per un volantino che ho fatto fotocopiare e distribuire nelle classi, giusto perché a quel punto tanto valeva provarci e se l'esperimento avrà un futuro (cosa di cui personalmente dubito) in questo modo ho aperto il solco di una tradizione.
E poi è tutta esperienza, immagino.
Tuttavia secondo me l'iniziativa ha un problema di base: poggia sul consueto assunto dei genitori visti come agrumi da spremere.
Vediamola dal punto di vista dell'agrume, voglio dire del genitore.
E supponiamo, per amor di dialettica, che l'agrume in questione sia un genitore, o anche un alunno, molto amante della lettura: grazie a questa grandiosa iniziativa egli, o ella, gode del mirabile privilegio di comprare dei libri per regalarli a una biblioteca scolastica - una cosa, peraltro, che può fare esattamente allo stesso prezzo ogni mese dell'anno e ogni qual volta gliene punga vaghezza.
In cambio cosa ne ricava?
Il piacere di fare un regalo alla biblioteca in questione, e nient'altro - niente sconti, o facilitazioni su futuri acquisti, o punti su eventuali tessere fedeltà legate all'iniziativa, o omaggi di un qualsiasi tipo. Niente di niente di niente.
Quindi la scuola di turno, dopo avere sfinito il genitore con gli acquisti dei libri di scuola, di attrezzature varie e pure del famoso contributo volontario (che da qualche tempo, mi dicono, i genitori stanno prendendo l'abitudine di scegliere volontariamente di non pagare) ad anno scolastico appena iniziato, richiedere altri soldi per i libri della biblioteca.
Lasciamo perdere il fatto che in Italia la maggior parte delle famiglie legge poco; ma anche quelle famiglie dove si legge molto e che in libreria ci vanno spesso e volentieri, se devono spendere soldi per dei libri, non preferiranno forse spenderli per comprare qualcosa per la libreria dei loro figli invece che per la biblioteca scolastica che, infine, è la biblioteca di una scuola pubblica e dunque dovrebbe essere sovvenzionata dallo Stato, come tutto ciò che riguarda la scuola pubblica?
Oso dire che è possibile. Sì, ritengo possibile ciò.
Aggiungo che io stessa, se fossi un genitore, probabilmente mi comporterei così.
Per questo di solito le Mostre del Libro a scuola funzionano bene: i ragazzi si scelgono per proprio diporto dei libri che li ispirano (e che i genitori pagano) e una parte dell'incasso si trasforma in omaggi per la biblioteca della scuola. E' un meccanismo virtuoso, dove tutti ricavano qualcosa e nessuno ci rimette. Le famiglie, ad esempio, ci mettono dei soldi ma ne ricavano un po' di libri e un figlio almeno temporaneamente di buon umore - una cosa, quest'ultima, che corre voce i genitori apprezzino moltissimo e per la quale spendono sempre volentieri avendone la possibilità.
Non so se un acquisto per la biblioteca di scuola innescherebbe lo stesso circolo psicologico virtuoso, anche perché la biblioteca della scuola è costruita con criteri diversi dalla libreria di casa - e in effetti serve anche scopi che vanno oltre al "prendiamo un buon libro per rilassarci o smaltire questa giornata che è andata proprio storta". La famiglia compra un libri a tastoni, su indicazione della scuola o dei librai, non ha nessuna certezza che il figlio ne beneficerà in qualche modo e l'unica, modesta soddisfazione che ne ricava è di aver tappato una falla dello stato.
Mah.
Naturalmente una scuola con grossi numeri, uno zoccolo duro di studenti abituati ad andare per librerie e una biblioteca ben organizzata e perfettamente funzionante potrebbe ricavarne qualcosa, o anche più di qualcosa, con un accorta opera di propaganda; in effetti dalla classifica dei risultati risulta che una manciata di queste scuole c'è, e ha tratto buon frutto da questa campagna acquisti.
Tuttavia la gran parte delle biblioteche scolastiche non se la passa molto meglio di quella di St. Mary Mead ed è parimenti gestita in modo assai acrobatico da insegnanti che se ne occupano nei ritagli di tempo e con gran sfoggio di volontariato, spesso senza tempo o competenza da dedicare ad operazioni di marketing e con bacini di utenza decisamente ridotti.
E infatti a un giorno dalla scadenza la classifica nazionale comprende 108 biblioteche scolastiche, di cui le ultime 8 hanno nel carniere un libro, e le ultime 21 hanno ottenuto dai cinque libri in giù. Non mi sembrano esattamente grandi numeri. E sospetto che di questa iniziativa abbiano beneficato le biblioteche che già funzionano, più che quelle che si arrangiano alla meno peggio.
Come usa dire in questi casi, l'idea di fondo ha delle potenzialità ma presenta notevoli margini di miglioramento.
Per la mia scuola, abbiamo stilato una lunga wish list di libri (io ho contribuito con dodici titoli); sabato scorso due li ho comprati direttamente io :-) ma il nome della collega messaggera nell'elenco neppure compare, mah
RispondiEliminaAllora forse sono solo indietro con la registrazione delle vendite. Meglio così ^__^
RispondiEliminaLe mie esperienze con la biblioteca scolastica:
RispondiElimina- da agrume posso dirti che ho brontolato lo scorso anno - ultimo di materna - quando si è trattato di libri alla scuola: non per la spesa, ma perché in un anno le maestre non hanno ritenuto opportuno leggere UN libro e dalla "biblioteca scolastica" (messa su con i "libri che non servono più" - sic) senza indicazioni delle maestre mio figlio portava a casa libri improponibili. A fine anno abbiamo comunque regalato alla classe alcuni (bei) libri, ma mi è stato detto che non li leggono e non li prestano per non rovinarli o perderli.
- Da insegnante, invece, avevo pensato di destinare parte dei 500 euro all'acquisto di alcuni libri per la scuola ma: la biblioteca esistente, riscoperta in un laboratorio da me e una collega (in una scena degna di Indiana Jones) non è utilizzabile perché è in un laboratorio. I libri mostrano segni di una catalogazione sulla costina, ma non si sa a chi risalga l'impresa né dove sia il catalogo. Non possiamo usufruire delle ore di recupero per mettere su la biblioteca, né chiedere aiuto agli studenti, e poi in laboratorio ci sono sempre le classi. Perciò niente biblioteca.
Ti ammiro per la costanza.
Io vi ammiro TUTTE.Siete in esempio splendido.Grazie
RispondiEliminaRagazze era un'pò che non ci sentivamo, come va col Terremoto? Perché centro Italia ci riguarda tutti praticamente, non so di dove sia @ Murasaki o comunque non ricordo, ma @ Eva è una donna Aretina, giusto? Io qua in Romagna l'ho sentito distintamente, i miei parenti a Terni hanno detto che hanno sentito quasi la Terra scricchiolare! Infatti su Faccialibro tutti i miei amici hanno confermato di stare bene, la nostra amica @ Eva che dice? @ Acquaforte adesso che ci penso dovrebbe essere Piemontese. C'è una news simpaticissima col gatto/a, non lo so questo, gli sbatto la mano sul muretto del cancello della sua villetta, lui/lei (posso dire "It" per capirci? XD) salta su, io mi schiaccio contro il muro così It mi sta ad altezza petto, si sono alto XD, e mi si struscia direttamente lì invece che sulle scarpe, così posso adoperare due mani per accarezzare :-). E lì si placa, spesso i gatti vogliono stare sempre in movimento anche quando si fanno accarezzare, invece lì sta ferma qualche minuto ogni volta :-). Sono riuscito a trasmettere anche a voi tutta la tenerezza? :-).
RispondiEliminaTra l'altro coi miei amici visitammo ad Agosto la Basilica di Norcia :-(.
RispondiElimina"Abbiamo tutto quello che desiderate, benché forse voi non sappiate di desiderarlo" (C. Morley, La Libreria Stregata, Sellerio Ed.)
RispondiEliminaOgni volta che scrivi di librerie/biblioteche, mi tornano alla mente le parole (sacrosante, per la mia personale esperienza) di Roger Mifflin, proprietario della libreria "Il Parnaso In Casa". Quindi continua a lottare e a spremere, se necessario, chiunque e qualunque abitante di St.Mary Mead. Perché anch'io non sapevo cosa e quanto desiderassi, prima di approdare su queste sponde ^__^.
@ Dhaulagiri8167
RispondiEliminaQui al nord tutto bene. Finora. Ma che tristezza nel vedere la distruzione di vite e di paesi che hanno resistito secoli e hanno raccontato la nostra storia .....
Ciao Dhaulagiri, Murasaki ed Acquaforte!!!
RispondiEliminaQua nessun danno ma tanta paura.Sollievo per tutti coloro che sono salvi,e' una grande gioia questa.... però poi c'è anche profonda tristezza per la perdita di una parte importantissima della nostra Identità....È molto angosciante ma ho fiducia in chi si assumerà la Responsabilità di Salvare il più possibile...Cultura e Civiltà e per civiltà intendo anche le persone.
Non è giusto....va TUTTO al rovescio.....
Per fortuna a volte una piccola storia delicata ci fa tornare il sorriso e stavolta è merito di Dhaulagiri che è stato MITICO con il "Gatto del Muretto"😊Grazie
@ Eva:
RispondiEliminaIl primo mitico è il gattino ;-). Tra l'altro ieri era anche il compleanno di PJ! Eri sempre tu che lo ricordavi anno per anno su Hobbitfilm! :-).
@ Murasaki tu non sei terremotata vero??
Non so se avete visto questo, in effetti è particolarmente forte, non pensavo che potesse essere così finché non lo vedevo in un video, si ti immagini che trema ma non così, non so se vi ci siete mai trovate ma guardatelo che è incredibile, è un video nuovo:
https://www.youtube.com/watch?v=-bo0SWAAvic
Purtroppo ci sono alcune parolacce acce acce, ma nei video dove hanno messo i bip non si capisce nulla. Tra l'altro il Vettore un giorno l'ho salito due volte, salita e discesa e risalita e ridiscesa in una decina di ore :-), con pausa pranzo tra una e l'altra. Il nickname "Dhulagiri" ha un suo significato ;-).
@Dhaulagiri8167:
RispondiEliminaÈ vero era il suo compleanno e la settimana scorsa quello di Viggo...50 anni e non dimostrarli😊Che meraviglia!!!
Non avevo dimenticato ma non sapevo che occasione trovare per scriverlo....e guarda un po'?Il messaggio di Dhaulagiri8167 ha fatto prima😊
Quel micio è veramente fantastico!!!
Un saluto😊
....il video l'ho visto....agghiacciante......
RispondiElimina@Senzapre7ese:
RispondiEliminaNon dare libri in prestito che sennò si rovinano è un must che cova nel cuore di ogni bibliotecario (Umberto Eco ci scrisse su un bellissimo pezzo, tanto tempo fa). Però in una biblioteca delle materne mi sembra davvero un po' eccessivo.
La storia del tuo istituto invece è molto, molto più triste. Tra l'altro il laboratorio è stato chiaramente fatto DOPO.
Onore alla media di St. Mary Mead dove nessuno si è impicciato né mi ha ostacolato, anzi ogni tanto mi ringraziano e mi hanno perfino assegnato il bonus da Insegnante Meritevole (senza ancora pagarmelo, ma quello non è colpa loro perché non gli hanno ancora mandato i soldi, a quel che ho capito).
@Eva:
devi ammirarci tuttI: Senzapre7ese è unO stimabile insegnante ^__^
@dhaulagiri8167:
io sono nella provincia di Firenze, nemmeno troppo lontano da Eva in linea d'aria. Anch'io ho sentito la scossa, e anche le gatte che han continuato a dormire serenamente.
Il Gatto Sul Muretto è assolutamente delizioso, fagli una coccola da parte mia quando lo rivedi :)
@Acquaforte:
hai centrato il punto: la biblioteca non è solo quella che ti dà quel che cerchi, ma anche quel bel posto dove trovi ciò che non sapevi di volere ^__^
E auguri al grande Peter Jackson, che tra l'altro ha un bellissimo gatto cui ha dedicato qualche foto sui suoi vari diari in rete, ai tempi in cui girava il terzo Hobbit
Il gatto di PJ si chiama Mr.Smuggle mi pare e lui raccontava che lo aspettava davanti alla porta ogni sera, quando tornava dalla sala montaggio per Lo Hobbit!!!
RispondiEliminaCerto la mia ammirazione va a tutti tutti!!!
@ Murasaki:
RispondiEliminaSi è vero, ma tutti i gatti dovrebbero essere come il "mio" del muretto UFFA XDXDXD. Oh poi ogni volta che arrivo mi fa 2 o 3 miao poi però sta zitto per tutto il resto del tempo, con quello nostro che avevamo a casa non mi capitava quasi mai, strano, ora mi spiegherete voi che sapete tutto sui gatti :-). Eppure noto che se sei dentro casa tua si fanno fare più cose, tipo accarezzare il mento, se il gatto non è tuo e non stai dentro casa sua mi sembra siano comunque più riluttanti, siete d'accordo? Comunque quelli che si fanno accarezzare li accarezzo volentieri, soffro troppo il fatto di non aver più un gatto, ma mio padre comincia a tossire e andando avanti finisce quasi per soffocarsi quando ne ha uno in casa :-(. Lo coccolerò anche da parte vostra, sono due gatti identici mi hanno detto uno "Salsiccia" e l'altro "Limonata", allora saranno due femmine. Sto scrivendo di fretta che staccano il modem, alla prossima :-).
@ Eva:
Pure Jackson coi gatti??? WOW :-).
Da noi di quel bonus non si è saputo più niente, a parte che è stata creata una commissione apposita per stabilire i criteri con cui creare la commissione che dovrà stabilire i criteri con cui assegnare il bonus... ma dubito che rientrei tra i meritevoli.
RispondiEliminaPer il femminile non mi formalizzo, ma sono contento per il titolo di Stimabile che mi attribuisci. Meglio del bonus. :-)