Che non si sappia che qua dentro ci sono dei libri, PER CARITA'!
In questi giorni la biblioteca scolastica di St. Mary Mead si sta gloriosamente avvicinando al numero di inventario 1600 e ho cominciato a meditare seriamente su come ottenere un supplemento di scaffali dal Comune. Quando guardo i palchetti ben ordinati (il che avviene sempre e soltanto prima del passaggio di una classe, perché dopo la scena è ben diversa) non posso che compiacermi ricordando l'immane ammasso inestricabile che quella stanza era quattro anni fa. Eppure, fino a questo momento, nemmeno un libro è stato comprato.
Come si fa a costruire una biblioteca a costo zero?
Il primo passo naturalmente è controllare quel che c'è già.
No, non quello che c'è già nella stanza chiamata "Biblioteca". Cioè, si capisce che va fatto anche quello, ed è la prima parte del primo passo, ma poi viene la Grande Caccia, ed è un lavoro molto divertente.
Si comincia dagli armadietti delle classi. L'operazione va fatta a fine anno scolastico, quando i professori cominciano a diradarsi.
La scuola è uno strano posto, dove le cose si accumulano e vengono sommerse da strati su strati di altre cose. Nel primo giro non toccai i palchetti che venivano evidentemente usati, e mi soffermai solo sui mucchi informi dove le date più recenti risalivano a prima dell'ingresso a scuola degli insegnanti titolari. Accompagnata da un bel raccoglitore di carta per la raccolta differenziata scartai mucchi di circolari degli anni 90, di manufatti risalenti a progetti dello scorso millennio, di dispense e riviste pubblicate quando ancora c'era la Cortina di Ferro. Sul fondo, abilmente dissimulati fra le cartacce, c'erano sempre un po' di libri. A volte due, a volte quattro o cinque, in un caso una decina. Si riconoscevano come libri della biblioteca della scuola dalle etichette e dall'inventariazione. Poi ci fu lo spoglio dei cassetti: quelli senza più nome, in basso nella cassettiera di Sala Insegnanti. Poi la caccia nei cassetti delle scrivanie abbandonate. Ho cautamente incamerato anche libri non inventariati, fiduciosa che nessuno si sarebbe accorto che mancavano - e così è stato.
Alla fine entrarono in scena le custodi, nel cui gabbiotto giacevano misteriosi libri abbandonati da tempo immemore, riposti negli angoli più nascosti. La cosiddetta Aula Multimediale mi riservò gradite sorprese, e nella stanza dove stanno frigorifero e bicchieri e piatti di carta trovai un armadio che conteneva tre sporte di plastica assai polverose piene di libri di ogni sorta; gradite sorprese mi giunsero persino dalla ex-Presidenza, dove dormivano numerose pubblicazioni di storia e architettura locale.
Finché un giorno, insieme alle due colleghe che al tempo mi aiutavano, diedi un occhiata distratta a uno scialbo armadietto chiuso a chiave che eravamo talmente abituate a vedere lì, nella biblioteca, che mai avevamo pensato che potesse contenere qualcosa (il cervello umano è invero un organo dal curioso funzionamento).
"Sapete cosa c'è là dentro?" chiedemmo alle custodi.
Sì che lo sapevano "Sono i libri del Giralibro, prof. Vanno conservati là dentro".
"E perché?"
La custode ammise di non saperlo "Sono sempre stati lì. Ci hanno detto che non andavano mescolati con gli altri libri".
Comunque ci aprirono l'armadietto e ci lasciarono le chiavi.
Mezzo armadio pieno di libri del Giralibro. Restammo a guardarli, stranite. Ormai da mesi venivamo là dentro a schedare libri ma le custodi, che pure ogni tanto ripescavano qualche libro fossile dai luoghi più strani e puntualmente ce lo consegnavano, non avevano mai pensato ad aprirci l'armadio.
Non solo: nessuna di noi tre aveva la minima idea che la scuola avesse mai avuto a che fare con il Giralibro, ma finalmente ci spiegammo perché ogni tanto dal marasma degli scaffali spuntavano libri, di solito piuttosto validi, contrassegnati da una misteriosa segnatura Gir seguita da un numerino.
Costui Giralibro era ed è una specie di concorso sponsorizzato dagli editori per incoraggiare i ragazzi alla lettura come piacere, ma senza forzarli: la scuola riceve ogni anno un pacco di libri da contrassegnare con la sigla "Giralibro", con allegato un bando di concorso cui si può partecipare o non partecipare, l'importante è che i libri vengano adeguatamente esposti e dati da leggere ai ragazzi che lo desiderano. Come spiega dettagliatamente il bando, i libri sono intesi come proprietà della scuola e più precisamente della biblioteca della scuola, e non dei singoli insegnanti (e se ci insistono tanto ogni anno ci sarà pure il suo motivo). Tali libri sono scelti dalle case editrici tra le varie pubblicazioni per ragazzi, non necessariamente recentissime, ma sempre piuttosto valide e blasonate - personalmente li preferisco di gran lunga a quelli del Bancarellino, che sono molto più andanti, tutti di autori italiani e per giunta ci vengono fatti pagare, anche se a un prezzo piuttosto contenuto. Quelli del Giralibro invece arrivano completamente aggratis e hanno un taglio più internazionale.
Di sicuro però l'intenzione del Giralibro, quando manda il suo bel pacco di libri, non è e non è mai stata che i suddetti libri venissero rimpiattati in un armadio chiuso a chiave e così ben occultati che nemmeno gli insegnanti intenzionati a riportare a nuova vita la biblioteca ne venissero a sapere qualcosa se non dopo mesi di lavoro in biblioteca. Da almeno dieci anni - perché quell'armadio l'ho sempre visto chiuso - quei libri stavano tranquilli a riposare nella tiepida penombra dell'armadietto, e nessuno ricordava più la loro presenza se non per assicurarsi che fossero ben occultati allo sguardo di qualsiasi mortale. Nessuno degli insegnanti attuali ricordava nemmeno di averlo sentito nominare, il Giralibro, nonostante i pochi esemplari che per qualche misterioso caso erano rimasti fuori dall'Armadio Protettore; e naturalmente nessuno dei ragazzi che hanno frequentato la scuola negli ultimi dieci anni ha avuto la benché minima possibilità di accostare quei libri fin quando l'armadietto non è stato aperto e i libri sparpagliati nei vari scaffali.
Al Giralibro invece si ricordavano benissimo di noi, come ci hanno scritto accogliendo la nostra iscrizione: "La vostra scuola ha già partecipato anni fa al nostro concorso".
L'armadio conteneva anche una ricca serie di libri non catalogati che riguardavano la politica italiana dei tardi anni 70. Chi li aveva portati fin lì? A che scopo?
Altro affascinante mistero. Comunque adesso hanno trovato la strada per il mercatino del libro alla Coop, dove hanno contribuito a finanziare le adozioni internazionali - e che non si dica più che i politici italiani non servono a niente.
Come si fa a costruire una biblioteca a costo zero?
Il primo passo naturalmente è controllare quel che c'è già.
No, non quello che c'è già nella stanza chiamata "Biblioteca". Cioè, si capisce che va fatto anche quello, ed è la prima parte del primo passo, ma poi viene la Grande Caccia, ed è un lavoro molto divertente.
Si comincia dagli armadietti delle classi. L'operazione va fatta a fine anno scolastico, quando i professori cominciano a diradarsi.
La scuola è uno strano posto, dove le cose si accumulano e vengono sommerse da strati su strati di altre cose. Nel primo giro non toccai i palchetti che venivano evidentemente usati, e mi soffermai solo sui mucchi informi dove le date più recenti risalivano a prima dell'ingresso a scuola degli insegnanti titolari. Accompagnata da un bel raccoglitore di carta per la raccolta differenziata scartai mucchi di circolari degli anni 90, di manufatti risalenti a progetti dello scorso millennio, di dispense e riviste pubblicate quando ancora c'era la Cortina di Ferro. Sul fondo, abilmente dissimulati fra le cartacce, c'erano sempre un po' di libri. A volte due, a volte quattro o cinque, in un caso una decina. Si riconoscevano come libri della biblioteca della scuola dalle etichette e dall'inventariazione. Poi ci fu lo spoglio dei cassetti: quelli senza più nome, in basso nella cassettiera di Sala Insegnanti. Poi la caccia nei cassetti delle scrivanie abbandonate. Ho cautamente incamerato anche libri non inventariati, fiduciosa che nessuno si sarebbe accorto che mancavano - e così è stato.
Alla fine entrarono in scena le custodi, nel cui gabbiotto giacevano misteriosi libri abbandonati da tempo immemore, riposti negli angoli più nascosti. La cosiddetta Aula Multimediale mi riservò gradite sorprese, e nella stanza dove stanno frigorifero e bicchieri e piatti di carta trovai un armadio che conteneva tre sporte di plastica assai polverose piene di libri di ogni sorta; gradite sorprese mi giunsero persino dalla ex-Presidenza, dove dormivano numerose pubblicazioni di storia e architettura locale.
Finché un giorno, insieme alle due colleghe che al tempo mi aiutavano, diedi un occhiata distratta a uno scialbo armadietto chiuso a chiave che eravamo talmente abituate a vedere lì, nella biblioteca, che mai avevamo pensato che potesse contenere qualcosa (il cervello umano è invero un organo dal curioso funzionamento).
"Sapete cosa c'è là dentro?" chiedemmo alle custodi.
Sì che lo sapevano "Sono i libri del Giralibro, prof. Vanno conservati là dentro".
"E perché?"
La custode ammise di non saperlo "Sono sempre stati lì. Ci hanno detto che non andavano mescolati con gli altri libri".
Comunque ci aprirono l'armadietto e ci lasciarono le chiavi.
Mezzo armadio pieno di libri del Giralibro. Restammo a guardarli, stranite. Ormai da mesi venivamo là dentro a schedare libri ma le custodi, che pure ogni tanto ripescavano qualche libro fossile dai luoghi più strani e puntualmente ce lo consegnavano, non avevano mai pensato ad aprirci l'armadio.
Non solo: nessuna di noi tre aveva la minima idea che la scuola avesse mai avuto a che fare con il Giralibro, ma finalmente ci spiegammo perché ogni tanto dal marasma degli scaffali spuntavano libri, di solito piuttosto validi, contrassegnati da una misteriosa segnatura Gir seguita da un numerino.
Costui Giralibro era ed è una specie di concorso sponsorizzato dagli editori per incoraggiare i ragazzi alla lettura come piacere, ma senza forzarli: la scuola riceve ogni anno un pacco di libri da contrassegnare con la sigla "Giralibro", con allegato un bando di concorso cui si può partecipare o non partecipare, l'importante è che i libri vengano adeguatamente esposti e dati da leggere ai ragazzi che lo desiderano. Come spiega dettagliatamente il bando, i libri sono intesi come proprietà della scuola e più precisamente della biblioteca della scuola, e non dei singoli insegnanti (e se ci insistono tanto ogni anno ci sarà pure il suo motivo). Tali libri sono scelti dalle case editrici tra le varie pubblicazioni per ragazzi, non necessariamente recentissime, ma sempre piuttosto valide e blasonate - personalmente li preferisco di gran lunga a quelli del Bancarellino, che sono molto più andanti, tutti di autori italiani e per giunta ci vengono fatti pagare, anche se a un prezzo piuttosto contenuto. Quelli del Giralibro invece arrivano completamente aggratis e hanno un taglio più internazionale.
Di sicuro però l'intenzione del Giralibro, quando manda il suo bel pacco di libri, non è e non è mai stata che i suddetti libri venissero rimpiattati in un armadio chiuso a chiave e così ben occultati che nemmeno gli insegnanti intenzionati a riportare a nuova vita la biblioteca ne venissero a sapere qualcosa se non dopo mesi di lavoro in biblioteca. Da almeno dieci anni - perché quell'armadio l'ho sempre visto chiuso - quei libri stavano tranquilli a riposare nella tiepida penombra dell'armadietto, e nessuno ricordava più la loro presenza se non per assicurarsi che fossero ben occultati allo sguardo di qualsiasi mortale. Nessuno degli insegnanti attuali ricordava nemmeno di averlo sentito nominare, il Giralibro, nonostante i pochi esemplari che per qualche misterioso caso erano rimasti fuori dall'Armadio Protettore; e naturalmente nessuno dei ragazzi che hanno frequentato la scuola negli ultimi dieci anni ha avuto la benché minima possibilità di accostare quei libri fin quando l'armadietto non è stato aperto e i libri sparpagliati nei vari scaffali.
Al Giralibro invece si ricordavano benissimo di noi, come ci hanno scritto accogliendo la nostra iscrizione: "La vostra scuola ha già partecipato anni fa al nostro concorso".
L'armadio conteneva anche una ricca serie di libri non catalogati che riguardavano la politica italiana dei tardi anni 70. Chi li aveva portati fin lì? A che scopo?
Altro affascinante mistero. Comunque adesso hanno trovato la strada per il mercatino del libro alla Coop, dove hanno contribuito a finanziare le adozioni internazionali - e che non si dica più che i politici italiani non servono a niente.
Bella la ricerca di libri abbandonati/dimenticati. Adesso puoi lanciare la campagna Dona-libro. Chiunque abbia dei libri che gli avanzano può donarli alla biblioteca della scuola....sì, sì, signora. Il ricettario Carli ce l'abbiamo, due copie, e anche Curarsi con i fiori :-D
RispondiEliminaConfessioni di una ladra di libri.
RispondiEliminanel corso dei miei anni di precariato alle medie, la Grande Caccia è sempre stata una delle mie attività preferite delle ore buche e dei periodi di morta (dopo la fine delle lezioni, appunto), e mi ha sempre procurato qualche titolo valido per arricchire la mia collezione :P
Ci tengo a sottolineare che:
- il tutto veniva fatto in scuole che NON disponevano di una biblioteca, ed in cui i docenti sparpagliavano nei recessi dell'aula insegnanti le copie-saggio dei libri di narrativa
- ho sempre prelevato libri almeno doppi
- quando sono passata alle superiori, ho donato tutto il bottino, più un certo numero di libri miei, alla biblioteca di classe di un'ex-collega (in tutto, credo, una sessantina di titoli).
eheheh sembra di leggere un episodio di... Indiana Jones, guarda caso! :-D Come lo intitoliamo? Indiana Jones e la caccia ai libri dispersi? ;-) Certo che se ci pensiamo bene... ogni libro, se potesse parlare, ne avrebbe di segreti da rivelare...
RispondiEliminawww.wolfghost.com
@Aliceland:
RispondiEliminaFatta due anni fa, con apposita lettera di accattonaggio ai genitori, e arrivò anche qualcosa di buono - nonché tre romanzi lunghi e con l'aria rigorosamente per adulti in una qualche lingua slava. Mai niente di cucina, in effetti :(
@LaNoisette:
Anch'io sono andata per gradi: prima i palchetti inferiori, non toccati da anni, poi una cauta ripulitura alle terze già uscite, prendendo ciò che pertineva a prime e seconde, infine un franco avviso "Consegnate quel che avete, lo catalogo e ve lo rendo". Il bottino migliore viene proprio dalle ex-biblioteche di classe, dove gli alunni hanno cura di "dimenticare" libri che hanno portato lì sperando appunto di liberarsene ma che per altri potrebbero essere assai graditi.
E poi, diciamolo: a me frugare nei mucchi informi di carte è sempre piaciuto ^__^
@wolfghost:
Caso mai LARA CRAFT e la caccia ai libri dispersi :) e sì, ci sono libri che hanno avuto storie davvero avventurose mentre altri hanno sempre goduto di un esistenza tranquilla. I miei per esempio fanno molto moto perché ogni due-tre anni mi viene in mente un nuovo ordine per disporli. E' una buona cosa perché contribuisce a tenerli giovani, mi spiegarono a un corso di biblioteconmomia della Regione: non importa nemmeno spolverarli, basta muoverli ogni tanto.
Murasaki sempre grandiosa! Mi hai ricordato casa di mia zia e la sua libreria zeppa di libri...ancora incellophanati. Sì hai capito bene, i famosi libri "per corrispondenza" del "club degli editori", che ti arrivavano a casa ogni tot mesi e dei cui titoli eri completamente ignaro....
RispondiEliminaNoise&Murasaki: siete sicure di non essere passate dalla mia scuola, visto che qualcuno ha rubato dal mio cassetto lasciandolo vuoto circa una quindicina di introvabili e miei personali libri???
RispondiElimina@La Noisette (e @la povna):
RispondiEliminaMi sa che ci hanno scoperte!
Comunque, povna, senza testimoni non puoi provare NULLA ^__^
A proposito di libri che compaiono e scompaiono.
RispondiEliminaOggi sono passata in libreria. Cercavo il nuovo giallo della Galbraith, ma non è ancora uscito. Curiosando un po' ho visto un titolo che ha attirato la mia attenzione: "la libreria stregata " di Christopher Morley, Sellerio Editore. Ho cominciato a leggere. Nella "libreria stregata" c'è un grande cartello che dice, fra l'altro: "....abbiamo tutto quello che desiderate, benché forse voi non sappiate di desiderarlo . Il cattivo nutrimento per via di letture mal scelte è una cosa grave. Permetteteci di indicarvi delle ricette"
Come non comprarlo?
@acquaforte:
RispondiEliminasenz'altro una tentazione irresistibile (del resto, perché resistere?).
Mi farai sapere che ne pensi quando l'avrai letto? Sembra interessante ^__^
ahah davvero? Allora ogni tanto gli cambierò di disposizione anche io! :-D
RispondiEliminawww.wolfghost.com