Il regista Spielberg riposa accanto al programmatore della piattaforma on line per i neoimmessi in ruolo
Ordunque, quando venne istituito l'anno di formazione per i neoassunti in ruolo* venne anche stabilito che i suddetti dovessero fare un corso di formazione di 40 ore, in seguito diventate 50.
In realtà, per quel che mi risulta, le lezioni vere e proprie coprivano una quindicina di ore (per il resto del tempo si supponeva che i neoimmessi facessero i compiti a casa da soli, o qualcosa del genere). Considerando come sono organizzati i corsi di formazione in questo campo era probabilmente meglio così, anche se, in effetti, non ci sarebbe stato niente di male se il Ministero avesse organizzato dei corsi utili e validi della durata di 40, 50 o anche 180 ore, ché il nostro è un lavoro dove c'è sempre tanto da imparare; ma insomma non voglio fare quella che sta sempre a criticare tutto: era così e basta.
Con l'avvento delle Nuove Tecnologie il corso diventò on line, 25 ore in presenza di apposito istruttore e 25 da farsi a casa o dove diamine il neoassunto ritenesse opportuno. Per quanto sono riuscita a ricostruire, ciò avvenne all'inizio del terzo millennio, e prese la sua forma attuale, affidata alle abili mani dell'INDIRE, nel 2004.
Si tratta di una piattaforma cui il Ministero ti autorizza ad accedere tramite password. Lì puoi partecipare a forum e dibattiti, svolgere esercizi e aggiornarti scaricando testi su argomenti collegati alla scuola, fino a raggiungere 50 crediti formativi.
Non sembra malaccio, vero? Il nostro è un mestiere talmente vario e imprevedibile che anche solo parlarne on line (o dal vivo) con i colleghi ti lascia sempre qualcosa su cui riflettere.
MA c'erano alcuni piccoli dettagli che presentavano un ampio margine di miglioramento, e trattandosi del MIUR la cosa non sorprende più di tanto. Trattandosi dell'INDIRE sorprende un po' di più, perché sul loro sito ho anche trovato delle cose piuttosto interessanti, ma tant'è.
Il primo e non lieve inconveniente era che la piattaforma funzionava poco e male. Per quanto ne so, dopo il 2004 non era mai stata aggiornata ma non ha mai funzionato bene, nemmeno da neonata: si bloccava spesso e volentieri, non si collegava oppure, direttamente, ti avvisavano che "la piattaforma è giù" (down); forse giù di morale? Poveretta, ne aveva ben donde. E che dire dell'umore del povero neoimmesso che sperava di lavorarci?
Quanto ai gruppi di incontro, avevano finito per chiuderli perché non riuscivano a gestirli e mandavano troppo spesso in tilt la piattaforma - che comunque, anche senza gruppi di lavoro, garantisco che in tilt ci andava spesso e volentieri. In questo casi la spiegazione è sempre "perché ci sono troppi contatti", e la risposta che sorge spontanea a chiunque è "Chissà come fanno con Facebook?". Infine, si tratta di gestire qualche migliaio di contatti, non di più - e oggigiorno sembrerebbe un obbiettivo non al di fuori della portata delle informatiche possibilità. Soprattutto, se insisti a fare il corso compattandolo in poche settimane ma coinvolgendo tutti quelli che entrano in ruolo quell'anno, devi programmare la piattaforma partendo dall'indispensabile requisito che deve reggere dai 50.000 ai 100.000 contatti in contemporanea, e se non ti riesce fare qualcosa in grado di soddisfare a questo requisito di base lasci subito perdere e rimandi tutti nelle aule a fare lezione tradizionale con tanto di penne d'oca, portacalamaio nel banco e striscette di carta pergamena per gli appunti. Dopotutto, non importa mostrarsi aggiornati a tutti i costi, per migliaia di anni siamo andati avanti con le cosiddette tecniche tradizionali, e qualche nozione credo siano riusciti a trasmetterla anche così.
L'anno in cui entravo in ruolo il corso cominciò particolarmente tardi. In effetti ogni anno partivano un po' più tardi dell'anno precedente, e a noi toccò a metà Maggio - che non è proprio il periodo dell'anno in cui un insegnante è ansioso di vedersi arrivare un attività aggiuntiva. Siccome eravamo davvero stretti con i tempi (specie dopo il tentativo di suicidio della piattaforma) una delle lezioni venne fissata di Sabato mattina, quando a St. Mary Mead facevamo lezione. Lo facemmo presente e ci dissero che non c'era problema, la scuola ci avrebbe giustificato l'assenza. L'insieme ci sembrò particolarmente perverso: perché mai avremmo dovuto fare un assenza, di cui a fine anno avremmo davvero fatto volentieri a meno, solo perché all'INDIRE non si erano preoccupati di organizzare le cose per tempo? Il lavoro di scuola ci sembrava dovesse avere la precedenza, si trattava di un servizio pubblico eccetera eccetera.
Saltò fuori che avevamo in effetti diritto a qualche ora di assenza, e così andammo a scuola. In effetti, fare lezione ci sembrava una prospettiva molto più allettante che stare a cazzeggiare con quell'improbabile piattaforma che non aveva nemmeno un interfaccia (al massimo un interculo).
L'istruttore ci spiegò che il corso era partito così tardi perché la piattaforma aveva avuto dei problemi. In effetti li aveva ancora perché già dal giorno dopo la piattaforma diventò irraggiungibile per più di una settimana. Nel frattempo il nostro provvido istruttore si era stampato un buon numero di schermate con le attività più consuete e ce le distribuì generosamente. E così si tornò davvero alla penna d'oca; o meglio, ai file in Word.
Comunque funzionasse, quella piattaforma aveva una grafica decisamente antiquata. A me ricordava moltissimo il sistema di schedatura di archivi Anagrafe, del quale era stato detto assai appropriatamente che non aveva un interfaccia, ma al massimo un interculo. Va detto però che Anagrafe era stato progettato (male) nel 1993, e non nel 2004 - e appariva discretamente antiquato già allora anche se, nonostante tutti i suoi difetti, di solito non andava in crash.
Schermate grigie con ovali di varie sfumature di grigio guidavano il neoimmesso in ruolo lungo percorsi piuttosto perversi. Le attività erano contenute in scatole dentro altre scatole dentro altre scatole, e il vero problema, se non ti eri appuntato subito il percorso, era ritrovare l'attività che volevi fare, perché il percorso sfidava spesso ogni tipo di logica. Certe volte, dopo aver scavato e riscavato, scoprivi che l'attività da fare non c'era, oppure stavi per un buon quarto d'ora a cliccare a casaccio prima di azzeccare l'unico punto dove il programma si apriva, come una rosa, permettendoti di capire cosa volevano da te. Altre volte, dopo aver scavato e riscavato, scoprivi infine che l'attività non era fattibile nel tuo ordine di scuola, e anche se la piattaforma era disposta ad accettartela comunque, un residuo di scrupolo ti inibiva dal preparare (male) un attività per la prima elementare.
In certi rari casi si poteva svolgere l'attività direttamente nella piattaforma - ad esempio in un attività dove chiedevano di inserire dei link utili per le lezioni con la LIM in un apposita tabella Excel. Ne volevano tre, ma in un attacco di virtuosismo decisi di metterne cinque: Wikipedia, un sito specializzato in mappe geografiche, una sezione del sito dell'Accademia della Crusca dove risolvevano dubbi ortografici e linguistici di vario genere, YouTube e un sito specializzato in approfondimenti storici per le scuole medie. Dovetti comunque rinunciare perché né io né l'istruttore riuscimmo ad aggiungere due righe alla tabella.
Nella maggior parte dei casi però si trattava di raccontare o progettare un esperienza didattica, e lo dovevamo fare scrivendo un piccolo file in Word che sarebbe partito come allegato: prima lo spedivamo all'istruttore, lui ce lo rinviava dopo averlo approvato e noi lo inviavamo alla piattaforma. Il giorno dopo ci venivano attribuiti i crediti dell'attività. Il tutto ci sembrò leggermente bizantino e un tantino perverso: più che una piattaforma a quel punto diventava una casella di posta elettronica.
Per noi di Lettere uno delle attività più gettonate era "Handicap e letteratura": si trattava di analizzare un qualche racconto o testo letterario il cui protagonista presentasse handicap. Non so come mai (forse era suggerito dalla traccia) tutti si precipitarono a fare Ranocchio, da Rosso Malpelo. Io personalmente lo trovavo più un caso da infortunio sul lavoro, e finii col fare un analisi de Il nano di Oscar Wilde. Solo dopo mi venne in mente che avrei potuto parlare di Gollum - dovevo essere davvero sotto pressione per non averci pensato subito.
In un altra attività si chiedeva di tenere un blog di classe e raccontarne gli sviluppi, suggerendo di usare, come possibile piattaforma, Splinder - sì, proprio quella che un annetto prima era defunta, gettando scompiglio nel mondo dei blogger; evidentemente nessuno si preoccupava di aggiornare le tracce, anno dopo anno. Fu con un certo divertimento che mi inventai la storia di un blog di classe descrivendone gli alti e bassi e concludendo con un lamento perché, ahimé, tale blog era su Splinder e dunque ormai scomparso per sempre.
Ma la prima attività che andai a cercarmi fu La palestra contesa, di cui sentivo parlare da anni dalle colleghe entrate in ruolo prima di me: era uno di quei test dove dovevi segnalare chi aveva maggiore responsabilità di una data situazione, in ordine decrescente, e dove non esiste una risposta giusta ma che serve a capire la scala morale di chi risponde. Un po' inutile in quel contesto, visto che nessuno mai sarebbe andato a indagare sulle mie priorità morali, ma divertente. Per curiosità feci una piccola ricerca in rete e scoprii che c'erano almeno una decina di svolgimenti, a disposizione di chiunque li volesse. Con mia ulteriore sorpresa, nessuna delle graduatorie di responsabilità che incrociai corrispondeva alla mia: ai miei occhi era evidentissimo che il pasticcio l'aveva combinato il DS, promettendo la palestra prima a X e poi a Y e lasciando poi la gente a scannarsi come gli pareva. Io mi basai su quel che mi avevano spiegato tanti anni prima, quando avevo fatto un corso organizzato dalla Regione sulla gestione aziendale: la regola diceva che, ove due sottoposti discutono su questioni di organizzazione, la colpa è sempre di chi dirige e che non ha organizzato bene le rispettive sfere di competenza.
Arrivare a quaranta crediti fu rapido e piuttosto indolore e così prendemmo anche noi il nostro bell'attestato, anche se in effetti dopo aver fatto il corso non ci sentivamo particolarmente formate.
*Legge 270/82
Murasaki, scusa se te lo chiedo, ma quando hai fatto il corso di immissione in ruolo? No, perché, non per pensar male, io lo feci nel 2008/2009 e uno dei miei elaborati (su una traccia generica di didattica e nuove tecnologie) fu proprio l'esemplificazione del mio blog didattico che avevo esattamente su Splinder. Visto che so che i materiali di quella piattaforma girano e rigirano per anni...
RispondiEliminaComunque, io ho un ricordo piuttosto terrificante delle attività in presenza, che mettevano nello stesso calderone chi aveva un blog didattico (io) e chi non sapeva inserire la chiavetta USB nel case (giuro), senza peraltro preoccuparsi di insegnarglielo... mi salvai solo perché, in quella massa di gente totalmente incapace di gestire alcunché) conobbi un'altra sissina (di altra sede lombarda) con cui mi intesi subito a meraviglia e con la quale preparammo, in tempo record e col classico metodo sissino (ovvero tutto via mail: io scrivo un pezzo, tu correggi e integri e viceversa) l'elaborato da presentare in aula.
Anche il mio corso di formazione partì a maggio. Alle 14.30 ci mettevamo in macchina perché il corso era alle 15.00 nella città vicina. Peccato che uno dei giorni fissati fosse il lunedì, giorno in cui io prendevo la nave alle 4.20 per cambiare poi tre mezzi e fare quattro ore di scuola. Praticamente dormivo con gli occhiali scuri e del corso suddetto mi è rimasto solo il concetto di "culpa in vigilando"
RispondiEliminaMi ricordi, ancora una volta, il mio di corso on line per l'immissione. La piattaforma era oscena; l'unica preoccupazione dei neo-immessi(a.s. 2001-02) era di raggiungere il numero delle ore previste. Il peggiore in assoluto della mia carriera. Non ho imparato nulla, nulla, nulla.
RispondiEliminaIo ho fatto il corso nel 2001/2002, c'era già la piattaforma Indire e c'erano una metà ore in presenza che furono splendide, con un tutor di aula molto competente, un sacco di cose imparate in modalità laboratoriale e l'incontro con Nike, che divenne una carissima amica. La sede era un istituto alberghiero, all'epoca molto rinomato, e l'ultima lezione finì in gloria con un rinfresco interamente preparato dagli alunni. Davvero, ma davvero tutto assai figo! :-)
RispondiEliminaps. per Noise, facendo un po' di banale filologia, direi che il termine post quem del corso di Murasaki è il novembre 2011, visto che Splinder è morto in quella data...
RispondiEliminaGiovanotti, io feci da tutor in un corso iniziato a maggio. Facevamo le ore in presenza con la fauna descritta da Noise (gente che sapeva che cosa era il Pc e gente che piangeva perché non sapeva come iscriversi ai forum e in più uno che pensava di essere la reincarnazione di Steve Jobs).
RispondiEliminaAnche gente che mi mandava a casa da correggere degli elaborati in word completamente bianchi, così che io rimandavo chiedendo di rifarlo e avanti-indré che bel divertimento.
Di quel corso mi ricordo le ore perse a casa per gestire il forum e la classe virtuale, spiegando passo passo come intervenire (primo: accendere il Pc...), e ricordo alcune attività molto belle (o link, o siti) proposti dalla piattaforma: regolarmente, come accenna Murasaki, perse nei meandri di quell'alveare. E poi mi ricordo che tre anni dopo non ero ancora stata pagata e solo la testardaggine del bidello che doveva tenere aperta la scuola in orari extra (in certi giorni fino alle otto di sera) ci ha consentito di scoprire che i soldi li aveva intascati una scuola capofila. Dovemmo intervenire massicciamente (e minacciando sfracelli) per farci pagare.
Che tristezza piattaforma e corso on line... col pallottoliere ad aggiungere ore virtuali ad ore virtuali, sottraendo tempo materiale al nostro tempo materiale! E nella piattaforma c'era anche il "Caffè", un forum di discussione libera che, comunque, qualche volta mi è parso interessante!
RispondiElimina@La Noisette
RispondiEliminaL'ho fatto pochi anni dopo di te (Splinder chiuse nel 2011, come ricorda la povna) ma non ricordo particolari digital divide: nel complesso ci arrangiavamo un po' tutti per quel po' che bastava; e va pur detto che la piattaforma, purché funzionasse, non richiedeva grosse competenze informatiche, senza contare che in caso di problemi il nostro istruttore riusciva mirabilmente a farci trovare l'acqua in Arno ^__^
E sì, i materiali continuano a girare su quella piattaforma per anni e anni e anni, o forse sarebbe più esatto dire che si INCROSTANO e si FOSSILIZZANO...
@Dolcezze:
quindi tu hai fatto il corso con la penna d'oca e il calamaio?
@Mel:
la piattaforma è rimasta quella, quindi tuttora oscena. E naturalmente, anche la nostra principale preoccupazione era completare il numero delle ore previste... e dei crediti necessari.
@la povna:
la piattoforma, mi sembra di capire, partì con il 2004 ma prima c'erano state delle sperimentazioni. Insomma, è possibile che tu ne abbia avuta una versione privilegiata (con pochi accessi e con i forum, per esempio). Però anche il nostro istruttore era bravo.
Noi eravamo in una scuola elementare, quindi al massimo gli alunni avrebbero potuto offrirci una merenda a base di torte di fango... magari sarebbe anche stato simpatico, ma insomma non lo fecero.
@La Prof:
La scuola che intasca i soldi di un altra scuola, giuro, non l'avevo ancora sentita dire!
@Giò:
Non metto in dubbio che i forum fossero interessanti, ma noi non abbiamo avuto nemmeno quelli! (Comunque chiamarlo "Il Caffé" era un idea carina, e anche altamente culturale ^___^ )
Sì, nel secolo scorso (1993) nel profondo Sud, dove il massimo supporto sono state alcune diapositive. Preistoria. E, pensa, ho vinto il concorso e sono stata immessa in ruolo senza un anno di precariato. Pre-preistoria.
EliminaCredo che una delle questioni fosse non solo il server della piattaforma, ma anche del server della struttura di accesso. Io accedevo dalla sala computer di Hogwarts, noblesse oblige, un luogo abituato a trattare internet dai primi anni Novanta (io stessa ho avuto il mio primo account nel 1992, e le prime esperienze di quello che sarebbe diventato Skype, ma su una versione in base VAX, nello stesso anno). Come dire, un sacco di problemi li ho bypassati! ;-)
RispondiEliminaFortunella... ^__^
RispondiEliminaIndubbiamente. Se si pensa poi che sono stata fortunella con le vostre tasse... :-D
RispondiEliminaCiò detto, diciamo che una laurea in media perfetta, con una media di voti richiesta, un tetto dei medesimi sotto il quale NON scendere, il doppio degli esami interni, i due lettorati all'anno, i due seminari (scritto e orale) più la tesina di 50-80 pagine su un argomento di ricerca originale per il passaggio anno (ogni marzo), una tesi finale di argomento diverso da quella di laurea, per tacere del ricco e impegnativo gioco a premi che si chiama esame di ingresso, aiuta a considerare questa fortuna, all in all, abbastanza legittima, oltre a farti considerare qualunque altra attività concorsuale o scrittoria, o esamesca (come per esempio il corso di immissione in ruolo) un impegno al livello della stesura della lista della spesa...
Scusa, povna, credo di essermi persa.
RispondiEliminaStiamo parlando (almeno: io stavo parlando) di una piattaforma che funziona poco e male, e che dovrebbe funzionare bene per chiunque vi acceda. Le poche e rare volte che funzionava non era difficile entrarci - anche se poi dentro era strutturata male e ti ci perdevi - ma per l'appunto spesso non funzionava, indipendentemente dai nostri meriti o demeriti.
Se poi da Hogwarts (ma non so se ho capito bene) avevate una versione speciale che funzionava, buon per voi. Un programma fatto per un ministero però dovrebbe funzionare sempre e per tutti.
Non avevamo una versione speciale, avevamo un'ottima connessione e l'interfaccia di quella piattaforma era pensata per una connessione 'pesante', ciò che non molti pubblici, e praticamente nessun privato, all'epoca avevano.
RispondiEliminaPer il resto la mia era una battuta sul "fortunella", nel senso che "fortuna" è qualcosa che capita per caso. Ora, io dico sempre che per passare il concorso ad Hogwarts ci vuole, anche, una dose di fortuna. Volevo solo ricordare, con una battuta circostanziata, che, pur tuttavia, e pur consapevole del privilegio, una "fortuna" che si conquista con un concorso con tre scritti e tre orali su tre materie diverse su tutto il programma ministeriale delle medesime, e si mantiene con una media di voti, di corsi, di consegne, di tesi e di tesine che è più del triplo, all'anno, di un normale corso di studi difficile (poniamo: alla Luiss o alla Bocconi), per un totale di quattro anni cessa di essere solo "fortuna" per diventare anche qualcosa di meritato. E che abitua, nella vita, a considerare qualunque altro impegno di studio e/o lavoro molto, molto lieve.
@Dolcezze: quello anche io!
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