martedì 1 aprile 2014

Cronache di scuola dei tempi lontani


Un post particolare per una giornata particolare

Il racconto che segue non è mio (il che è senz'altro un merito) bensì del Dante co-autore del mio blog preferito, ovvero Esserino & Balena (il che è vieppiù un merito). Viene da una specie di raccolta di racconti di scuola costruita tra blogger alla quale partecipai anch'io. Sia quella raccolta che il blog che ci ospitò su Splinder buonanima sono ormai spariti in fondo al mare virtuale, ma qualche giorno fa Dante ha ripescato il suo contributo, che è un bellissimo spaccato della scuola dei bei tempi andati - quella che, a sentire l'ex ministra dell'istruzione Gelmini, tutti noi dovremmo rimpiangere con le lacrime agli occhi.
Siccome anche quando lo lessi per la prima volta mi era piaciuto molto, ho deciso di conservarlo nel mio blog. Per ascoltarlo letto dall'autore basta andare qua.

Il sudicio
Dante Davini Diversi


Arrivò a Livorno ai primi del sessantasei. Orfano di pastori della Garfagnana era stato affidato a parenti che abitavano vicino a me sull'angolo tra viale Caprera e la Venezia. S'era in quinta elementare, io e Dino Ciampi insieme nell'ultimo banco. Tra i primi della classe quanto a profitto, sul filo del temuto sette in condotta per il comportamento. Giovanni, aggiuntosi con ritardo, nel mese di gennaio, ebbe l' onore di un banco isolato,sistemato, per l'occasione, dietro il nostro.  Il colorito della pelle, le mani unte, le ginocchia con la "roccia", gli valsero subito il soprannome di "sudicio". Aveva ripetuto la quarta tre volte dopo essere giunto alla terza regolarmente, attraverso la frequenza di una policlasse rurale  in cui trovavano posto bambini  dai 6 agli 8 anni mescolati insieme. Chissà quanto starà in quinta?- osservò Dino a voce tanto alta  da farsi sentire, ma il nuovo arrivato gli mostrò un pugno rozzo e spellato che non lasciava spazio ad interpretazioni diverse dalla minaccia. Ero grosso e alto quanto lui ma, quando lo affrontai, dopo l'ultima campanella, mi riempì la faccia di cazzotti. Con due anni e qualcosa in più di me  picchiava con destrezza e cattiveria. Salvai la faccia solo quando lo attaccai con forti pedate alle gambe. Dai calzoni corti sortivano due stecchi orrendi, uno particolarmente storto che doveva aver ricevuto la carezza della poliomielite. Cadde malamente e Dino che aveva buon cuore si mise in mezzo a far da paciere. Io sanguinavo dal naso e dai denti lui tornò a casa trascinando la gamba sinistra. Diventammo amici, Dino lo aiutava nei compiti, io gli regalai una borraccia  dei soldati americani e un coltellino colla lama rotta. Fumava le nazionali, bestemmiava, toccava il culo alle bimbe della sezione femminile e sputava in terra di continuo ma a noi voleva bene. A marzo fu sospeso. La maestra l'aveva mandato dietro la lavagna e lui, con una naturalezza incredibile prese il recipiente di coccio con l'acqua, che stava sopra la stufa di mattoni rossi, versò l'acqua sulla cassetta della legna e ci pisciò dentro. Cacino,il figliolo di Melesecche, l'ortolana fu la spia. Dino lo sfece di botte ma ormai era fatta. Un mese a casa. Lo passò tutto da noi e gli servì più che stare a scuola. A Maggio era alla sufficienza. Agli esami di fine Giugno passò ed ebbe la licenza elementare. Morì d' Agosto sbagliando il suo numero preferito, il salto tra due tetti. Forse lo tradì quella povera gamba falsa. Corremmo all'ospedale, nonostante il divieto dei genitori. C'era già   il paravento pronto. Si agitava e con le ultime forze smanettava strusciando le dita contro il palmo . I parenti,sporchi ne loro abiti da lavoro, scuotevano la testa. Ci avvicinammo, Dino bagnò il fazzoletto nella brocca dell'acqua sotto al comodino. Capii e feci lo stesso col mio. Gli sfregammo ben bene le dita e il palmo delle mani. Ci sorrise e chiuse gli occhi tranquillo. Prima dell'esame di quinta, scherzando sul suo vecchio soprannome, Dino gli aveva detto che se uno bussa alle porte del Paradiso con le mani sporche...lo rimandano indietro.

7 commenti:

  1. Bellissimo. Asciutto ed essenziale, come la vita vera.

    Conosco il blog di Dante e Co.: vita vera di gatti e di umani raccontata con grande umorismo e questo lo rende davvero speciale.

    Ciao, a presto. :)

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  2. Bellissimo e tristissimo racconto. Ora devo andare a conoscere questo blog :-)

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  3. @Linda
    In realtà ci siamo già incrociate, credo. Oppure a tratti le ho fatto da lurker. Ma quella manciata di more e quel blog non mi sono nuovi ^__^

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  4. Ciao Murasaki, sì ci siamo incontrate ma adesso ti salvo (da cosa? boh..) così non ti perso. Grazie a te per questo post, grazie a Linda per averci fatto incontrare, grazie a dante per questo splendido racconto. A presto!

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  5. @ Elenamaria
    Mi piace moltissimo che tu mi salvi, e non importa da cosa, basta il pensiero ^__^

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  6. Toccante come Cuore. Grazie per avercelo ripubblicato.

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