Com'è noto, i giapponesi fanno tutto a modo loro, perfino il KitKat (qui in versione cherry)
Son lì, nella Terza Effervescente, che espongo con diligenza la mia bella lezioncina sul Giappone. E' una lezione ormai ben rodata, con un'adeguato quantitativo di slides.
"Anche le case tradizionali sono fatte tenendo conto dei terremoti. Osservate qui le pareti in carta di riso..."
"Ma quando piove le pareti non si sciolgono?"
"E il tetto? Come fanno col tetto?"
"Il tetto naturalmente non è in carta di ri..."
"Tutte le volte la devono ricostruire?"
"Ma è scomodo, uno si sveglia la notte col soffitto appiccicato addosso e piove..."
"Ma come fanno la carta di riso?"
"Immagino che la facciano con il riso, ma...."
"Tutto di carta velina. Mah."
"E poi si strappa subito"
"Ehm. Per strano che possa sembrarvi la carta di riso, come tutte le carte, si può fare di vari spessori..."
"Ma mettono a bollire il riso? E poi la mangiano?"
"Beh, anch'io mangio la carta"
"Sì, ma loro saranno più intelligenti di te, si spera".
"No, la carta di riso la fanno nelle cartiere..."
"Ma no, che dici, non la fanno in casa. La compreranno"
"E questo è un classico interno di casa giapponese".
"Che tavolino basso..."
"Sì, mangiano seduti per terra, come potete vedere in qualsiasi cartone animato..."
"Ma quando fanno le esercitazioni contro il terremoto, come fanno ad andare sotto il tavolo?"
"Non credo che vadano..."
"Ma no, Rosvita, non ci vanno sotto, se lo portano dietro!"
"Ma è pesante da portarsi dietro!"
"E poi è scomodo. Scusa, ma non ha senso. C'è il terremoto e te stai a portarti dietro il tavolino?"
"Insieme alle pareti di carta di riso!"
"Sì, ma perché ti devi portare dietro il tavolino?"
"Per starci sotto mentre c'è l'esercitazione!"
"Sì, ma a che ti serve?"
"Cosa c'entra la carta di riso adesso?"
"Si portano dietro anche le pareti?"
"Non capisco. Non potrebbero lasciarlo lì, il tavolino?"
"E se sono in una stanza senza tavolino?"
"E se sono in una stanza senza pareti di carta di riso?"
La classe si immerge in una complessa discussione, dove carta di riso e tavoli bassi da pranzo vengono citati in contesti sempre più impropri. Siccome non ho avuto il tempo materiale di bloccare i primi tre che sono partiti per la tangente, a questo punto so di non avere alcuna possibilità di fermarli. Li lascio sfogare, in piedi accanto alla LIM, appoggiata alla bacchetta, gli occhi fissi al cielo con sguardo rassegnato, come nelle più celebri immagini di san Sebastiano.
Dopo un paio di minuti la girandola di commenti comincia a calmarsi, e infine si ferma.
"Sia chiaro che non ho la minima idea di come i giapponesi organizzino le loro esercitazioni contro i terremoti, ma se in questo momento avessi tra le mani un tavolino basso giapponese ve lo tirerei addosso, e più volte".
La classe prende atto, con tassi di contrizione che nemmeno un microscopio elettronico riuscirebbe a misurare da quando sono minimi.
"E quella cartellina 'Love and Cherry'?"
Apro la cartellina. Ciliegi in fiore a profusione.
"Quando è primavera arriva la fioritura dei ciliegi, come da noi. Soltanto da loro è un affare molto più serio. Comitive, anche di studenti, vanno a fare merenda sotto i ciliegi recitando poesie."
(Brusio perplesso. Mostro un'autentica foto di un autentico gruppo di giovinetti che fanno ordinatamente merenda sotto i ciliegi con fare assai solenne).
"La fioritura dei ciliegi viene segnalata da un apposito bollettino..."
(segue slide con la carta del Giappone e le percentuali di fioritura previste nei posti più ciliegiosi)
"In pratica noi abbiamo le previsioni del tempo e loro hanno le previsioni dei ciliegi?"
"Credo che abbiano anche le previsioni del tempo, Fiordiligi"
Davanti a un pubblico perplesso faccio vedere il Kitekat ai fiori di ciliegio, poi spiego che la passeggiata sotto i ciliegi è un classico da innamorati.
E arriva, inevitabile quanto temuta, la domanda:
"Ma ci vanno con o senza tavolino?"
"E con la carta di riso?"
La campanella arriva a salvarmi. Scappo lasciando l'incolpevole insegnante di Spagnolo a sbrigarsela come può con la classe.
Un paio di precisazioni si impongono. Per esempio: la classe non è sempre così: infatti a volte è anche peggio. Quel giorno era la prima ora del rientro pomeridiano (che a volte passa liscia e tranquilla senza problemi, comunque). E i commenti più idioti sono quasi sempre prodotti con deliberata idiozia dai più brillanti alunni di cui la classe dispone - che sono un gruppo piuttosto numeroso.
Ad ogni modo, qualsiasi ora sia, la prima come la nona, quando hanno deciso di scatenarsi si scatenano, punto e basta. Lo sventurato insegnante di turno, in quei casi può:
A) cercare di reprimere con giusta fermezza il tumulto immotivato, a mezzo di berci e/o note e rapporti individuali o di gruppo. Tutto ciò è stato tentato più volte nei due anni e mezzo trascorsi (anche da me), e non ha mai sortito l'ombra di un effetto che fosse uno, nemmeno temporaneo.
B) partire con una lunga filippica sul Bene, il Male, l'Amore, la Morte, il Rispetto Dovuto e il Comportamento Civile. In quel caso la classe ascolta a orecchie basse e si cheta per un po'. L'insegnante però ha sprecato buona parte della sua ora e non ha minimamente costruito qualcosa su cui in futuro si baserà il loro comportamento. Il meglio che ne ricaverà sarà andare via compiaciuto della sua eloquenza. Tutto ciò è stato già tentato infinite infinità di volte, un po' da tutti noi.
C) aspettare che il tumulto si esaurisca e/o che la classe, colpita dalla mancanza di una voce in sottofondo (quella dell'insegnante) si zittisca gradualmente quanto spontaneamente. Calcolare i tempi dello zittimento comunque non è facile. Il vantaggio qui è che l'insegnante si stressa un po' meno e soprattutto non stanca la voce.
La tecnica C ha l'unico difetto di non venire spontanea per un insegnante, perché non funziona in tutte le classi (e anche sul termine "funzionare" sarebbe magari il caso di fare qualche distinguo). Deve essere scelta ogni volta, e magari ti viene in mente solo dopo un po' che pasticci con le prime due, che normalmente, in una classe, sono quelle che funzionano.
Strano ma vero, in mezzo al tumulto e alle interruzioni una più idiota dell'altra, laddove l'insegnante ha quasi finito col dimenticare chi è e cosa ci fa là dentro e soprattutto cosa stava spiegando, la classe ha seguito (quasi tutta) e tre mesi dopo qualcuno citerà il bollettino metereologico della fioritura dei ciliegi in un contesto assai pertinente.
In conclusione: l'insegnante è spesso portato a pensare di dover fare qualcosa per mantenere un adeguato tono disciplinare in classe. Tuttavia nel nostro mestiere capitano casi e situazioni in cui l'alternativa più valida è porsi in perfetto spirito zen ad osservare la situazione dall'esterno, distaccandosene il più possibile e addirittura estraniandosene, in attesa che la classe si calmi spontaneamente.
N.B.: funziona solo in una piccola percentuale dei casi - ovvero quelle in cui non funziona nient'altro.
Ma non c'erano una marea di commenti?!
RispondiEliminaChe succede, Murasaki?
RispondiEliminaUna marea no, ce n'erano sei, e poi un'altra trentina qua e là. Sono riuscita a cancellarmi in un colpo solo TUTTI i commenti di gennaio, con un abile colpo di mano. Del tutto involontario, si capisce. E adesso sono molto infelice. Oltre a sentirmi assolutamente torda!
RispondiElimina(Non infierite, VI PREGO)
Sono cose che succedono, sii serena e non sentirti sciocca ché ciascuno di noi ha combinato qualcosa di simile. E poi vedrai, i commenti torneranno piú copiosi di prima. ^___^
RispondiEliminaUn abbraccio.
Grazie, Linda ^__^
RispondiEliminaMi rendo conto che nella vita esistono tragedie peggiori di questa e che son cose che capitano. Però, insomma... (SNIFF!)
Succede a tutti, cara!
RispondiEliminaahahah ma che spasso che sono i tuoi studenti! :-D ... e il bello è che ti fanno diventare saggia! ;-)
RispondiEliminawww.wolfghost.com
lettrice silente non può che manifestare propria presenza in siffatta nefasta occasione.
RispondiEliminaVabbè continuo a star zitta
@Alessandra:
RispondiEliminaGrazie! ^__^
@Wolf:
Non so se sto diventando saggia, ma certo quella classe è molto simpatica. Spesso riesce ad esserlo anche quando è esasperante, e QUESTO LI AIUTA A RESTARE VIVI nonostante il barbaro trattamento che ci infliggono...
@ Cara Lettrice Silente,
ti ringrazio molto di avere rotto il tuo silenzio per manifestarmi la tua gentile solidarietà :)