lunedì 20 gennaio 2014
Ennesima dimostrazione della superiorità femminile in campo organizzativo - 2 - Dietro le quinte
I lavori di gruppo sui climi, di cui avevo parlato tempo fa sono stati esposti con (quasi) totale soddisfazione della collettività e grande sfoggio di effetti speciali nell'esposizione, nella razionalizzazione del materiale e financo nella confezione dei gadget. I genitori mi hanno raccontato di grandiosi lavori di preparazione e di un notevole entusiasmo. Quanto a me, non ho lesinato né sui complimenti né sui voti.
Certo, non tutto è andato liscio come l'olio. La solita epidemia di influenza, prima di tutto. Poi le alterne sorti del collegamento in Internet della nostra scuola, che ha impedito di vedere il video che un gruppo aveva inserito (dopo questa esperienza gli altri gruppi che presentavano video se li sono scaricati sulla chiavetta). Soprattutto, l'eterna tragedia di Power Point: è noto che ne esistono più versioni, ma in barba a ogni logica informatica, le versioni più recenti non sempre leggono quelle più vecchie e soprattutto la versione ospitata dalla nostra LIM non sempre legge... sé stessa*. Tutto ciò ha costretto alcuni a fare e rifare il lavoro con pazienza degna di Penelope. Altri hanno optato per uno o due cartelloni, altri ancora hanno ripiegato su soluzioni miste. Qualcuno ha distribuito, a me e agli altri gruppi, sintesi delle slide e dei contenuti, e tutti hanno lavorato come castori. Nel frattempo, visto che ogni tanto i gruppi davano buca per problemi di salute loro o della LIM ci siamo pure fatti mezza Asia.
A Novembre ho infine concluso i lavori con una rutilante lezione sugli oceani dove fondali, atolli e squali recitavano benissimo. Uno di questi limpidi e azzurri fondali è diventato il desktop della LIM, sostituendo finalmente l'immagine col matrimonio tra Hitler e Stalin che, ammettiamolo, era un filino lugubre con tutte quelle svastiche naziste.
E tutto dunque sembrava essersi concluso nella generale soddisfazione quando la madre di una fanciulla, ormai in quel di Dicembre si è lamentata perché i gruppi non li avevo fatti io.
"Ehm, no, le ragazze si erano organizzate da sole molto bene, non c'era motivo di intervenire... o almeno così sembrava, dall'esterno...".
A sentire la madre il motivo ci sarebbe stato, eccome: infatti le ragazze si erano organizzate per amicizia, e sua figlia si era ritrovata con due reiette (con cui peraltro non aveva nemmeno lavorato bene**) stante che lei stessa a sua volta era una reietta.
Ho un po' blandito la madre, assicurandola che la volta prossima, naturalmente - però ormai per stavolta è andata così. Poi sono rimasta a riflettere.
Potevo prevederlo? Mah, mica tanto: la ragazza ha effettivamente dei problemi di socializzazione, ma ha anche delle amiche e in classe chiacchiera vivacemente - cosa di cui tutti noi insegnanti del Consiglio siamo assai lieti perché l'anno scorso non spiccicava letteralmente parola fin verso la fine dell'anno. Quest'anno la vediamo allegra e sorridente e ci si allarga il cuore, ma vai a sapere le dinamiche di un gruppo?
Potevo prenderla da parte e chiederle con chi voleva andare?
Sì, potevo. Probabilmente l'avrei fatto, se le ragazze non mi avessero presentato con serena fronte e limpido sorriso una serie di gruppi mirabilmente equilibrati tra loro, prima ancora che la questione della formazione dei gruppi venisse al pettine.
Poteva lei venirmi a parlare in privato?
Certo che poteva, e l'avrei anche ascoltata - cosa che penso immaginasse. Però, si capisce, non l'avrebbe mai fatto a gruppi già formati. Perché sì.
Le regole di un gruppo femminile (non solo di adolescenti) sono invero assai complesse, tanto che noi stesse femmine fatichiamo parecchio a capirle e ci muoviamo al loro interno come meglio ci riesce, spesso con la paura di rompere qualcuna delle 700 regole non scritte che ne sono parte essenziale.
Sono un'insegnante, non un'indovina. E la cosa purtroppo presenta i suoi svantaggi.
*e non è la prima volta che sono testimone di questo curioso fenomeno, né è la prima LIM con cui l'ho visto verificarsi
**ma dal risultato non si sarebbe detto, francamente
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