Le sorelle Brontë, ritratte dal fratello Patrick. L'originale è conservato alla National Portrait Gallery e anche se un po' malridotto ha un notevole fascino
Le tre sorelle Brontë, qui ritratte, non hanno quasi niente a che fare con la tragica vicenda di cui mi accingo a dolermi. Si sa però che loro padre, il rev. Patrick, era nato Bronty e solo ad un certo punto si fece cambiare il cognome in Brontë, con tanto di dieresi (che stava ad indicare che la vocale finale andava pronunciata, mi han spiegato). Il perché di cotal cambiamento non è conosciuto con sicurezza: forse per una lontana origine legata al paese della Sicilia, forse per ammirazione verso l'ammiraglio Horace Nelson, che era duca di Bronte, forse chissà.
A sua volta Bronte è un paese della Sicilia noto soprattutto per i suoi eccellenti pistacchi e per un triste episodio legato al nostro risorgimento: al passaggio delle truppe garibaldine i molti e poverissimi braccianti del paese insorsero sperando in una distribuzione di terre, ma ottennero solo una fucilazione collettiva su ordine di Nino Bixio. L'episodio, rimasto abbastanza nascosto nelle pieghe della storia, venne riportato alla ribalta nel 1972 da un film di Vancini che all'epoca fece assai scalpore e venne perciò infrattato nelle pieghe della cinematografia. Al momento è introvabile nei negozi, anche se qualche canale minore della RAI ogni tanto lo trasmette. Su YouTube comunque si trova, da qualche mese, in una bella versione pulita.
Dell'introvabilità di questo film mi lamentai più di due anni fa perché mi sarebbe piaciuto farlo vedere alla mia classe. Accorse in mio soccorso la povna che, invece di limitarsi a blande parolette di solidarietà, mi spedì senz'altro una copia del film, a sua volta copia di una registrazione fatta da uno dei rarissimi passaggi della pellicola in televisione (non TV italiana, non sia mai, ma TeleCapodistria).
Dopo essermi profusa in ringraziamenti provvidi senz'altro a farlo visionare, non tanto alla classe ma agli scelti componenti di un laboratorio di storia a classi aperte che tenni quell'anno con l'ausilio della LIM.
La visione non fu semplice: nella mia classe la LIM non trasmetteva molto bene le immagini ma in compenso c'era un ottimo sonoro. Invece nell'Aula Magna (chiamata anche, in un attacco di delirio da onnipotenza, "Aula Multimediale") le immagini erano sbiadite ma il sonoro faceva schifo, anche perché c'era una cassa in un'armadio (che non si poteva levare dall'armadio perché il filo era corto. Giuro che è vero).
Ad ogni modo i venti ragazzi del laboratorio di storia seguirono il film con gli occhi sgranati (in seguito ammisero che "sì, era un po' forte") e si sciropparono tutta la mia tirata sui vari modi in cui il Risorgimento è stato visto e raccontato nel corso di 150 anni e insomma tutto andò bene, salvo il fatto che dopo aver visto il film eravamo tutti abbastanza depressi.
Passarono due anni e quest'anno, di nuovo in possesso di una LIM in classe e di una Terza cui sto provando ad ammanire lo stesso laboratorio, ovvero una scelta di film, filmati e amenità varie pescate su YouTube a rinforzo del programma di storia, mi sembrò giusto ritirare fuori il prezioso CD.
La prima lezione del laboratorio la dedicai alle arie patriottiche che ai tempi dei moti risorgimentali andava di moda mettere nelle opere liriche ("Va pensiero" è solo la più famosa, ma ce ne sono molte altre).
Una piccola introduzione sul teatro dell'opera, com'era, dove stava il pubblico eccetera, poi i due cori della Norma, la prima tirata di Odabella sul santo amor di patria nell'Attila di Verdi, il coro dell'Ernani "Si ridesti il leon di Castiglia", e l'ora era già finita.
La volta successiva, nelle intenzioni, sarebbe toccato a "Va' pensiero" (avevo trovato un bel filmatino dove Muti concedeva il bis facendolo cantare anche al pubblico, proprio come fanno le rockstar con i loro pezzi più famosi) e poi all'inno d'Italia in versione completa e sottotitolata. A seguire la Marsigliese, più uno spezzone da Casablanca dove i soldati tedeschi cantano un qualche inno tedesco e i francesi attaccano a cantare la Marsigliese facendo infuriare i tedeschi, tanto per mostrare le molte e molte applicazioni politiche che un brano musicale può avere.
Ma non potei fare assolutamente nulla di tutto ciò, perché qual giorno il collegamento internet era sparito. Dopo un paio di tentativi andati a vuoto, fiera della mia accorta previdenza che mi aveva spinto a procurarmi una ruota di scorta, estrassi trionfalmente il CD con Bronte. "Adesso vedrete un altro aspetto del Risorgimento, lo guarderemo a piccoli pezzi e vi spiegherò via via quel che va spiegato" dissi premurosa "Sappiate che questo è un pezzo raro che solo pochi privilegiati possono guardare".
I miei due tecnici informatici lo presero con la dovuta reverenza e lo inserirono.
"No, fermo, che fai, così lo formatti!" gridò uno dei due all'altro.
"Ma no, ti pare che lo formatto?" ribatté l'altro offesissimo.
Ebbene sì, lo ha formattato. Non so come ha fatto, ma lo ha formattato.
Si è scusato strisciando. L'ho perdonato dando grande prova di magnanimità, ma gli ho spiegato che quel pregiato CD mi era arrivato dall'altro capo d'Italia grazie ad un'amica premurosa. Lui ha strisciato vieppiù.
Ma, capite, per quanto strisciasse, il CD formattato era, e formattato è rimasto.
E io ero troppo sconvolta per essere capace di arrabbiarmi. Tanto valeva ricorrere alla magnanimità.
"Quando tornerà il collegamento in rete lo vedremo da YouTube"ho promesso. Qualcuno si è offerto di masterizzarlo. Mi sono ben guardata dal rifiutare.
Al momento comunque non ho più il film, solo una promessa virtuale e un tecnico del comune che ancora non si è visto.
Così oggi, invece del laboratorio, abbiamo fatto una bella cronologia generale del Risorgimento, scritta in Word sulla LIM, in preparazione del compito di storia di domani.
Certe volte è difficile esprimersi con parole adeguate al contesto scolastico.
Ti esprimo tutta la mia ammirazione per il tuo 'coraggio' nel (tentare di) far vedere ai tuoi alunni il film sui fatti di Bronte (a me era bastata, e avanzata, la lettura della novella del Verga, Libertà).
RispondiEliminaMi spiace per la sorte del 'titolato' CD. Speriamo che troviate il luminare capace di riportarlo in vita!! *_^
circa la potenza politica della musica ti rimando a quel bel film (dimenticato) che era "Italiani. Brava gente" di De Sanctis. La puoi trovare qui: http://www.youtube.com/watch?v=NyA_IyhlGaU
RispondiEliminaÈ per questo che di solito, quando uno sveglio ragazzino (di solito sono i maschi) si propone per mettere le mani sulla LIM modello "faccio io prof, che sono capace" (mica come lei, sottinteso), io lo minaccio di tagliargli le mani!
RispondiEliminaNon so se l'ho ancora, devo controllare se è sopravvissuto a un paio di partizioni del computer. PErò nel caso fa' sapere, io rimando!
RispondiEliminaDa me non sarebbe successo, due tecnici insieme in laboratorio. Non se ne vede mai nemmeno uno, nemmeno se lo chiami. Ripiego di default sulla novella di verga. È difficile esprimersi in modo adeguato al contesto.
RispondiElimina@ Cauty:
RispondiEliminabeh, per il momento non gli ho fatto vedere proprio nulla, ho solo PENSATO di farlo. Quanto a Libertà, di solito per me è un must ma a questa classe non faccio italiano e quindi stavolta forse se la risparmiano.
@Daniele
Grazie della segnalazione, provvederò al più presto (per mia formazione personale, comincio a temere, perché ancora il tecnico non ha cavato un ragno dal buco) ^__^
@Alice
Ecco, io di solito ricorro per partito preso agli svegli ragazzini. Ho cominciato con le supplenze brevi, quando mi ritrovavo ogni due mesi davanti a un videoregistratore o lettore diverso. Perfino per il PC a volte mi facevo suggerire, perché ormai da anni uso solo il Mac di casa mia e con Windows, quando si esce dalla videoscrittura, mi può capitare di trovarmi in difficoltà. Ma in tredici anni di onorata carriera devo dire che questa è la prima volta che uno degli svegli ragazzini fa un malestro. Va detto però che questa LIM e il suo computer sono VERAMENTE capricciosi.
@ povna:
ti farò sapere, ma se non me lo scarica qualcuno da YouTube temo che busserò di nuovo alla tua porta. Con la cenere sul capo, si capisce.
@ minnelisapolis:
solidarietà completa.