Invero l'ortica è una nobile pianta. Molto bella, anche. Però irrita.
I lavori per la biblioteca si sono ordunque avviati: ci siamo procurate un computer arcaico (adesso ci manca solo il riduttore per la spina per attaccarlo) e dalla scuola elementare di St. Mary Mead hanno offerto un programma di catalogazione minimale fatto a suo tempo dal prof. Jorge. In quell'occasione abbiamo anche scoperto che tutti i responsabili delle varie biblioteche dell'Istituto Comprensivo sono subordinati d'ufficio alla bibliotecaria delle elementari di St. Mary Mead; immagino che dipenda dal fatto che la bilioteca delle elementari è alle elementari, che a loro volta sono l'unica scuola degna di questo nome, mentre noi siamo alle medie, la cui esistenza è a malapena tollerata all'interno dell'Istituto come un fastidio inevitabile; e Qualcosa dentro di me vorrebbe ribattere che io di biblioteconomia ne so molto più della bibliotecaria delle elementari, ma l'ho imbavagliato senza pietà perché, in una piccola biblioteca scolastica delle medie formata col Criterio del Raccatto, la biblioteconomia serve veramente il giusto. Piuttosto, magari qualcuno poteva notificarci che questo rapporto di subordinazione esisteva, invece di farcelo scoprire durante una chiacchierata informale: sono prontissima a commettere atti di insubordinazione di ogni tipo, qualora mi sembri che il caso lo richieda, ma almeno vorrei essere consapevole che li sto compiendo, invece di urtarmi senza volerlo con una persona che si è dimostrata gentile e disponibile.
L'opera di scarto e di spulciamento non è ancora completa, ma ormai qualcosa si comincia a intravedere e sarebbe dunque giunto il momento di passare all'inventariazione. Applicando la diligenza e l'economia della Buona Madre di Biblioteca mi sono detta che il registro dell'inventario non è indispensabile, visto che il numero di inventario viene riportato sulla scheda del programma, e dunque basta timbrare. Occorrono quindi:
- una chiavetta USB per tenere una copia di sicurezza dell'inventario
- una chiavetta USB per tenere una copia di sicurezza dell'inventario
- un qualsiasi timbro della scuola media di St. Mary Mead (frugando nei cassetti della segreteria abbandonata ne ho trovati un paio piuttosto malridotti. Vedremo)
- un timbro autoinchiostrante e automatico per la numerazione
- un po' di etichette per le costole dei libri. Non importa che siano etichette con su scritto il nome della scuola, e nemmeno etichette di un formato specifico, basta che le misure siano "all'incirca quelle giuste per un libro"
- un paio di pennarelli neri o rossi o blu per scrivere le collocazioni sulle etichette (a scuola ci sono).
Poi è arrivata la prof. Quadrella e ha detto: alla scuola elementare dove va mio figlio quando un libro viene regalato, da un genitore, un professore o chi altro, mettono il timbro "dono di". Potremmo farlo anche noi, no?
"Buona idea" ho convenuto "Anche perché al momento ogni nuovo libro arriverà sotto forma di dono, a meno che non decidiamo di darci al taccheggio, il che non sarebbe dignitoso né educativo da parte nostra".
Così ho aggiunto la richiesta di un timbro di gomma con la scritta "dono di" (una spesa supplementare talmente minima che perfino una scuola dei tempi della Gelmini può permettersela).
La settimana successiva chiamo per avere notizie. Decidono di passarmi la Segretaria in persona perché ci sono stati problemi per uno dei timbri. E' stato trovato irrituale, mi spiegano.
"Il materiale dovrebbe arrivare all'inizio della prossima settimana. Però volevamo chiederle, per quel timbro 'dono di'... Ci è sembrata una richiesta irrituale..."
Tramecolo. "Perché?".
"Che occasioni avreste di usarlo? Chi è che può fare un regalo alla biblioteca?"
"Genitori, ragazzi e insegnanti, direi. Forse anche qualcun altro, chissà".
"In quel caso potreste magari scriverlo a mano, non è necessario un timbro".
"No, vogliamo proprio un timbro. Qual è il problema?"
"Ecco, il concetto di "dono" ad un ente statale ha un significato particolare... Si tratta di un oggetto provvisto di valore commerciale che viene inventariato..."
"Infatti. Anche i doni alle biblioteche pubbliche vengono inventariati."
"No, vede, l'inventariazione è una cosa un po' particolare..."
Passa a spiegarmi nei dettagli cos'è l'inventariazione degli arredi e suppellettili scolastici.
Allontano il telefono dall'orecchio e respiro profondamente, cercando di attingere alle più profonde riserve della mia spiritualità per non mandare la Segretaria a Fanculo, anche se all'inizio la prova sembra del tutto superiore alle mie forze.
Alla fine riesco a calmarmi, riaccosto il telefono e mi inserisco nel monologo tecnico sull'inventariazione (insomma, la interrompo) giusto mentre mi sta spiegando che nell'inventario della scuola elementare di libri ce n'è uno solo*.
"L'inventario della biblioteca è a parte, e riguarda proprio i libri, non le sedie e le scaffalature della biblioteca".
"No, perché i libri non si inventariano".
"I libri di casa mia no, ma i libri delle biblioteche pubbliche sono inventariati eccome".
La Segretaria insiste "I libri non si inventariano, si catalogano".
La tentazione di mandarla a Fanculo si fa sempre più forte, e le più profonde risorse della mia spiritualità si sono ormai defilate di gran carriera.
"Si inventariano e si catalogano, ma sono due operazioni diverse. Comunque se non volete prenderci un timbro da quattro euro con scritto "dono di" discuterò la questione con la Preside e sentirò...".
La semplice evocazione della sacra figura della Dirigente basta a chiudere la questione. Non c'è problema, se davvero vogliamo quel timbro verrà ordinato...
"Allora non avete fatto ancora l'ordinazione?"
"Sì, ma non per il timbro del dono, perché non ci sembrava il caso di dargli seguito...".
"E non vi è venuto in mente di avvertirmi, se non volevate dargli seguito?"
La Segretaria risponde qualcosa di incomprensibile. Di nuovo la interrompo e chiedo un cuscinetto inchiostrato per i timbri. Mi risponde che non ce l'hanno nemmeno loro ma me lo manderanno (come fanno a mandarmelo se non ce l'hanno? E come fanno a timbrare qualcosa se non hanno un cuscinetto inchiostrato? Non lo so e non lo voglio sapere, voglio solo strozzare qualcuno, lentamente e senza pietà).
Tuttavia, per quanto urticata, mi comporto in modo esemplare: non mordo l'innocente telefono, non lo sbatto per terra per poi ballarci sopra, non prorompo in una lunga serie di inconsulte bestemmie.
In effetti non so nemmeno mettere a fuoco con esattezza cosa mi ha davvero irritato: se il fatto che abbiano deciso che la nostra era una richiesta "irrituale" (ma de che?) senza nemmeno avvisarci, o l'idea che per una biblioteca pubblica sia stravagante timbrare con specifico timbro i doni ricevuti, mentre è meno stravagante, o meglio "meno irrituale" scrivere a mano che è stato un dono, oppure l'idea che gli unici inventari esistenti su questa terra riguardino arredi e suppellettili e che qualsiasi biblioteca pubblica tenga un "inventario" del posseduto commetta in realtà un falso in atto pubblico, oppure l'amara consapevolezza che la segreteria tratta tutte le questioni con la stessa superficialità con cui ha trattato questa. La terza, credo. Sì, sono fermamente convinta che a mandarmi fuori dai gangheri sia stato veder sputare con tanta noncagance sulla foltissima schiera di bibliotecari che da due secoli a questa parte inventariano con tanta pazienza immani pile di libri.
Resta ancora da capire se il timbro per i doni arriverà con gli altri timbri o sarà necessario bussare alle porte della Dirigenza per ottenere un oggetto di sì gran pregio (no, di rinunciare non se ne parla nemmeno. Né da viva né da morta).
La settimana successiva chiamo per avere notizie. Decidono di passarmi la Segretaria in persona perché ci sono stati problemi per uno dei timbri. E' stato trovato irrituale, mi spiegano.
"Il materiale dovrebbe arrivare all'inizio della prossima settimana. Però volevamo chiederle, per quel timbro 'dono di'... Ci è sembrata una richiesta irrituale..."
Tramecolo. "Perché?".
"Che occasioni avreste di usarlo? Chi è che può fare un regalo alla biblioteca?"
"Genitori, ragazzi e insegnanti, direi. Forse anche qualcun altro, chissà".
"In quel caso potreste magari scriverlo a mano, non è necessario un timbro".
"No, vogliamo proprio un timbro. Qual è il problema?"
"Ecco, il concetto di "dono" ad un ente statale ha un significato particolare... Si tratta di un oggetto provvisto di valore commerciale che viene inventariato..."
"Infatti. Anche i doni alle biblioteche pubbliche vengono inventariati."
"No, vede, l'inventariazione è una cosa un po' particolare..."
Passa a spiegarmi nei dettagli cos'è l'inventariazione degli arredi e suppellettili scolastici.
Allontano il telefono dall'orecchio e respiro profondamente, cercando di attingere alle più profonde riserve della mia spiritualità per non mandare la Segretaria a Fanculo, anche se all'inizio la prova sembra del tutto superiore alle mie forze.
Alla fine riesco a calmarmi, riaccosto il telefono e mi inserisco nel monologo tecnico sull'inventariazione (insomma, la interrompo) giusto mentre mi sta spiegando che nell'inventario della scuola elementare di libri ce n'è uno solo*.
"L'inventario della biblioteca è a parte, e riguarda proprio i libri, non le sedie e le scaffalature della biblioteca".
"No, perché i libri non si inventariano".
"I libri di casa mia no, ma i libri delle biblioteche pubbliche sono inventariati eccome".
La Segretaria insiste "I libri non si inventariano, si catalogano".
La tentazione di mandarla a Fanculo si fa sempre più forte, e le più profonde risorse della mia spiritualità si sono ormai defilate di gran carriera.
"Si inventariano e si catalogano, ma sono due operazioni diverse. Comunque se non volete prenderci un timbro da quattro euro con scritto "dono di" discuterò la questione con la Preside e sentirò...".
La semplice evocazione della sacra figura della Dirigente basta a chiudere la questione. Non c'è problema, se davvero vogliamo quel timbro verrà ordinato...
"Allora non avete fatto ancora l'ordinazione?"
"Sì, ma non per il timbro del dono, perché non ci sembrava il caso di dargli seguito...".
"E non vi è venuto in mente di avvertirmi, se non volevate dargli seguito?"
La Segretaria risponde qualcosa di incomprensibile. Di nuovo la interrompo e chiedo un cuscinetto inchiostrato per i timbri. Mi risponde che non ce l'hanno nemmeno loro ma me lo manderanno (come fanno a mandarmelo se non ce l'hanno? E come fanno a timbrare qualcosa se non hanno un cuscinetto inchiostrato? Non lo so e non lo voglio sapere, voglio solo strozzare qualcuno, lentamente e senza pietà).
Tuttavia, per quanto urticata, mi comporto in modo esemplare: non mordo l'innocente telefono, non lo sbatto per terra per poi ballarci sopra, non prorompo in una lunga serie di inconsulte bestemmie.
In effetti non so nemmeno mettere a fuoco con esattezza cosa mi ha davvero irritato: se il fatto che abbiano deciso che la nostra era una richiesta "irrituale" (ma de che?) senza nemmeno avvisarci, o l'idea che per una biblioteca pubblica sia stravagante timbrare con specifico timbro i doni ricevuti, mentre è meno stravagante, o meglio "meno irrituale" scrivere a mano che è stato un dono, oppure l'idea che gli unici inventari esistenti su questa terra riguardino arredi e suppellettili e che qualsiasi biblioteca pubblica tenga un "inventario" del posseduto commetta in realtà un falso in atto pubblico, oppure l'amara consapevolezza che la segreteria tratta tutte le questioni con la stessa superficialità con cui ha trattato questa. La terza, credo. Sì, sono fermamente convinta che a mandarmi fuori dai gangheri sia stato veder sputare con tanta noncagance sulla foltissima schiera di bibliotecari che da due secoli a questa parte inventariano con tanta pazienza immani pile di libri.
Resta ancora da capire se il timbro per i doni arriverà con gli altri timbri o sarà necessario bussare alle porte della Dirigenza per ottenere un oggetto di sì gran pregio (no, di rinunciare non se ne parla nemmeno. Né da viva né da morta).
*e sono pure stata tentata di chiedergli quale fosse; ma poi ho deciso che non era il momento più opportuno per indagare in tal senso.
Di' a quella deficiente della tua segretaria che, per esempio, Mr. Mifflin - uno dei più importanti studiosi di biblioteconomia a livello mondiale, ha donato alla nostra scuola circa un duemila volumi. E che, sì, c'è qualcuno che ancora può donare alle biblioteche scolastiche, se nelle scuole c'è qualche segretaria abbastanza intelligente da non fargli cambiare idea a metà dell'operazione... :-(
RispondiEliminaLa segretaria in questione è una di quelle persone che si ritengono 'colonne portanti' dell'istituzione scuola.
RispondiEliminaQuelle che serbano, strette tra le mani, le 'chiavi del regno'...
@ la povna:
RispondiEliminanon aspiriamo a tanto, non sapremmo nemmeno dove METTERLI, duemila libri. Ma è ben possibile che qualcuno ci regali qualche romanzo consono, ogni tanto. Giusto la settimana prossima devo andare in perlustrazione a casa di una collega i cui figli vogliono sfoltire un po' la libreria...
@Cautelosa:
assolutamente: loro hanno le chiavi. Loro sanno.
E loro, aggiungo dopo averla incntrata di persona, sembrano pure uscite pari pari dalla famiglia Addams!
L'accattonaggio scolastico spesso dona buoni frutti, ma deve scontrarsi con la burocrazia. Io riuscii ad avere 20 Mac, non nuovissimi ma quasi nuovi, aggratis da una ditta di grafica che cambiava il parco macchine. Volevano solo un pezzo di carta con scritto "Ricevo da XXXX 20 calcolatori in dono". Tre mesi mi ci son voluti per ricevere un regalo che era oro colato .... tre mesi.
RispondiEliminaSono senza parole, ma tali e tante sono state le baggianate/incongruenze/superficialità (lista da aggiornare a piacere) uscite dalla segreteria anche di Mordor che non sono affatto stupita :-(
RispondiEliminaMa si concentrano nelle segreterie quelle menti elette ?
RispondiEliminaA me pare proprio di sì !
A me la mia anni fa si rifiutò di rimborsare, nella missione, la metro da Roma EUR a Roma Termini, perchè "trattandosi di tratta urbana, poteva essere percorsa a piedi con risparmio dell'Amministrazione".
Il vaffa fu d'obbligo...
Anonimo SQ
Potrebbe catalogare le tavolette dei water, inventariare i soldi nel borsellino e timbrarsi la fronte come bene da dismettere.. Ommmm...Ommmm... ^__^
RispondiElimina@ il grigio:
RispondiEliminaè vero, l'accattonaggio scolastico porta buoni frutti, specie in un paesello come St. Mary Mead dove tutti sono lieti di non buttare via quel che hanno in più e preferiscono regalarlo. E vedere le seghe che si fanno dall'amministrazione per non mettere nero su bianco che un dono è un dono è davvero esasperante. Ma davvero. E molto spesso più che di burocrazia si tratta di pigrizia, o Paura Di Improbabili Conseguenze Che Proprio Non Si Sa Perché Dovrebbero Arrivare: i regolamenti spesso sono molto meno stupidi di chi li applica.
@Aliceland
Eppure esistono segreterie abili ed efficienti. Ne ho conosciute diverse, nelle scuole dove facevo supplenze brevissime. Dove resto a lungo trovo sempre un'infinità di orchetti di quarta categoria!
@ Anonimo
Con questo criterio possono benissimo rifiutare di rimborsarti anche un biglietto di treno per Santiago de Compostella: un sacco di gente c'è andata a piedi!
(però, insomma, Toma non è esattamente un fazzoletto di terra di tre metri quadri, che la percorri in dieci minuti di camminata...)
@Linda
Sì, sì SI'!!!!
Una bella lettera di scarico per certi cervelli sarebbe proprio quel che ci vuole.