martedì 21 maggio 2013

Hortodoxa - 17 Maggio 2013 - Giornata mondiale contro l'omofobia

Love is love, senza dubbio. Io però un topo innamorato di un gatto non lo vedo messo benissimo. Senza pregiudizi, intendiamoci.

Passano i giorni e i mesi (se li conti anche i minuti) e col tempo è tornato il 17 Maggio, con annessa Giornata Internazionale Contro l'Omofobia. Stavolta sono stata brava e mi sono appuntata la data sul calendario.
Non che avessi in mente grandi cose. Ad avviare un progetto un po' articolato per le prime ci aveva provato la prof. Therral, ma era stata subito stoppata dalla prof. Palmina che aveva assicurato che gli psicologi raccomandano di non affrontare l'argomento negli anni delle medie, perché i ragazzi rischiano di confondersi le idee - e dal momento che gli psicologi, in tema di omosessualità, hanno davvero detto di tutto e di più, ci sta che esista il singolo psicologo che, dopo abbondanti libagioni, abbia partorito cotal strampalato parere; così come ci sta pure la possibilità che l'essere credente e molto praticante incida in parte sull'approccio che la prof. Palmina ha mostrato verso la questione. Comunque sia, il progetto è morto ben prima di nascere.
Non per questo ho rinunciato alla mia lezioncina. Siamo in prima, non importa fare grandi cose, giusto qualche parola di spiegazione, tanto per introdurre il tema. 
Ma proprio come l'anno scorso le cose sono andate un po' diversamente da come le immaginavo.

Scrivo sulla lavagna la parola OMOFOBIA, bella grande.
"Oggi è la giornata mondiale contro l'omofobia - spiego - Qualcuno di voi sa cosa vuol dire questa parola?
Celeste alza la mano, molto soddisfatto della sua competenza in materia.
"E' quel fenomeno per cui alcuni uomini hanno la malattia di provare attrazione per altri uomini".
Nessuno in classe abbozza una qualche reazione di meraviglia o scherno davanti a sì strampalata definizione.

"Molto bene" mi dico "Oggi ci si guadagna lo stipendio, fino all'ultimo centesimo. Ma chi gliele insegna, certe stupidaggini?"
E così inizia una lezione di filologia in piena regola, con le ragazze che ascoltano tranquille e i ragazzi talmente elettrici che se li avessi collegati a dei cavetti avrei potuto mandarci avanti per qualche giorno l'intera Toscana, industrie comprese. 
Prima la parola "fobia", poi la parola "omosessuale", cosa vuol dire "gay" in inglese e cosa vuol dire in italiano, da dove viene la parola "lesbica" (e tutta la classe alla carta geografica a cercare l'isola di Lesbo, felici come pasque dopo averla trovata manco non avessero mai visto un'isola su una carta geografica in tutta la loro vita), di come Saffo fosse una donna anche se il nome finiva in -o (e qui il ricordo di Benigni e della sua versione della storia di Caino e Abele si affaccia con prepotenza).
Poi è iniziato un lungo e sdruccioloso cammino verso la questione dell'orientamento sessuale: l'omosessualità non è una malattia (ma spesso è stata considerata tale), non tutte le religioni la condannano (ma le tre Religioni del Libro sì, se pure con qualche distinguo), non se ne conoscono le cause (ma un sacco di persone le hanno cercate, e qualcuno è pure convinto di averle trovate). E avevo appena spiegato che l'orientamento sessuale non si trova con la bussola quando il suono salvifico della campanella mi ha concesso una legittima fuga verso la Seconda Effervescente, che al confronto mi è risultata assai riposante e quasi soporifera, con il suo tranquillo impero napoleonico e la rilassante spedizione contro la Russia.

Domani l'argomento andrà ripreso, ché c'è ancora da affrontare tutta la questione delle parole che si possono usare per indicare i gay e di quelle che vanno maneggiate con cautela, meglio se evitate del tutto, soprattutto nei corridoi della scuola (per tacere dei pulmini).
Che è la parte più complicata da spiegare e da gestire. Chissà se c'è qualche altoforno nei dintorni cui regalare la corrente in sovrappiù?

8 commenti:

  1. Quest'anno ci sarà da ragionarci per bene. Campanellino sull'omofobia farà la tesina. E speriamo che non ci siano troppe Palmine, in giro.

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  2. Comunque, Murasaki, grazie. Sono andata in giro in molti blog di insegnanti, il 17 maggio, sperando di incappare in un post come il tuo.
    Grazie per averne parlato in classe. Non si fa mai abbastanza.

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  3. però sono le lezioni migliori, queste :)

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  4. @ la povna
    Campanellino si è presa un vaste programme, ma anche un argomento di grande interesse e attualità. Complimenti e buona fortuna!

    @Renata
    Fantastico! Meraviglioso! Spassoso!
    Comunque, dopo essere stato rincorso, tampinato e corteggiato in modo indegno, vedo che alla fine il micio si adatta ad avere uno spuntino per amico ^__^

    @Federica
    L'anno scorso la Giornata contro l'omofobia (e la transfobia) fu molto più pubblicizzata, ricordo; poi questo è un periodo davvero scomodo per inserire una lezione "in più", quando si dispera di finire sia pur solo metà delle cose che abbiamo avviato. Infine molti insegnanti vivono nel terrore di improbabili reazioni da parte dei genitori - anche se, sinceramente, non ho notizia di genitori che vengano a protestare perché cerchi di spiegare ai ragazzi il significato preciso delle parole che sentono usare tutti i giorni; oppure non si rendono conto (o non vogliono rendersi conto, come Palmina) di quanto l'argomento frulli e rifrulli in quelle giovani teste - anche perché per noi donne è piuttosto difficile realizzare quanto complessa e irta di ostacoli è la costruzione dell'identità maschile a quell'età e in che strane selve di questioni assurde riescano a impelagarsi i ragazzi (per le ragazze l'argomento è mooolto meno incandescente, in effetti)

    @LaNoisette
    Senz'altro, soprattutto se disponi di stivali con suola di gomma e di una buona messa a terra ^__^

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  5. Per fortuna abbiamo un saggio, corposo, documentato, e piuttosto innovativo, dell'Amico Scrittore sul tema a farci da guida...

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  6. @Murasaki, mi ha incuriosito la tua distinzione tra le reazioni maschili e femminili: considerando che l'argomento -come è ovvio- tocca entrambi i sessi, come mai per le ragazze è meno incandescente, secondo te?

    @'povna: il saggio del tuo Amico Scrittore è stata una vera scoperta. L'ho letto poco tempo fa in occasione della commemorazione e mi è dispiaciuto non averlo scovato prima. :)

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  7. @ Federica
    Il saggio dell'amico scrittore è in lista di attesa da un po', ma fino all'estate temo che non ci sia proprio modo. Ma in fondo l'estate è alle porte, dicono, e io continuo a portare sandali e vestiti estivi sfidando impavida la polmonite doppia.

    Venendo alla tua domanda, una vera risposta non ce l'ho, anche se il fatto è evidentissimo e lampante - e spesso sono proprio le ragazze a tagliar corto con certe smancerie maschili o a rimettere le cose in chiaro, bloccando i compagni. In generale le ragazze non hanno particolari pregiudizi verso l'omosessualità maschile e non capiscono perché i loro compagni mostrano di considerarla una questione di vita o di morte. E' vero che l'argomento riguarda anche loro, in teoria, ma, a parte che di omosessualità femminile si parla molto poco (anche se ogni volta ricordo puntualmente che la questione riguarda entrambi i sessi, e nessuno dice mai una parola per smentirmi), c'è da dire che molti degli atteggiamenti che le fanciulle hanno per dimostrarsi il reciproco affetto sono considerate del tutto legittime, e una ragazza non deve passare metà del suo tempo a spiegare all'universo mondo che non è lesbica - il che, immagino, sia molto rilassante, indipendentemente dal fatto di essere lesbica o meno.
    Per i maschi, mi sembra, ancor prima del problema di essere gay o meno, viene l'Enorme Problema di dimostrare che non lo sono e non possono esserlo, e questo angoscioso problema sembra divorare parecchio delle loro energie emotive. Ho finito col farmi l'idea che sia molto più semplice costruirsi un'identità femminile piuttosto che maschile, perché i modelli femminili sono più elastici, ma confesso che sarei molto lieta di saperne di più senza affidarmi solo a quel minimo di buon senso che mi è toccato in sorte. Finora però non ho trovato un cane che fosse uno disponibile a illuminarmi in materia, nemmeno sotto forma di corsi di formazione a pagamento.
    Di fatto, quando parlo dell'argomento, cerco di passare, in qualità di Rappresentante Del Mondo Esterno, il messaggio "Non ce ne frega niente se siete dell'una o dell'altra sponda o di entrambe, quel che importa è che prendiate atto del fatto che esserlo o non esserlo non cambia la vostra struttura di fondo e non vi rende più o meno rispettabili, e che avete diritto di farvi in pace la vostra vita senza sentirvi subissare di stupidaggini sulla questione".
    Resta il fatto però che quando se ne parla (e io cerco di farlo in modo molto asettico) le ragazze ascoltano tranquille e fanno domande pertinenti, ma molti ragazzi vanno nel pallone, fanno domande stranissime e soprattutto non riescono a stare fermi.
    Comunque ieri ho notato che, dopo aver spiegato (in risposta ad apposite domande) che i gay hanno gli stessi ormoni e la stessa capacità generativa degli etero, nonché si eccitano nello stesso modo - anche se lo fanno in presenza di maschi e non di femmine - la temperatura emotiva è calata di parecchio e alla fine dell'ora l'elettricità era quasi normale ^__^

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