Su Grandangolo l'alto medioevo è veramente una Dark Age: nel senso che non ci si capisce nulla, e tanto più quando si parla di barbari. Giunta alla fine del capitolo sui Longobardi mi sono accorta che era una scatola vuota dove, sul fondo di un po' di chiacchiere, a mala pena si potevano trovare poche righe fumose sull'editto di Rotari e un racconto espurgato della storia di Rosmunda. Donazione di Sutri non pervenuta, e quel ch'era peggio nessun accenno ai maiali. Una vera porcata, ammettiamolo.
I Longobardi, che una trentina di anni fa andavano tanto di moda, dopo l'avvento della Lega sembrano caduti in disgrazia. Eppure non è colpa loro se siamo stati invasi dall'interno da una manica di politici incolti e incivili che straparlano di storia senza saperne alcunché.
I Longobardi hanno fatto la storia d'Italia, contribuito a far nascere lo Stato della Chiesa (beh, questo avrebbero pure potuto risparmiarselo, ma ormai è andata così e amen) e, soprattutto, hanno fatto in parte gli italiani - perché, se il sangue non è acqua, i Longobardi siamo noi, o meglio tutti noi siamo (anche) Longobardi.
Così ho deciso di intervenire. E siccome dei Longobardi non mi occupavo più dai tempi ormai lontani dell'università e del glorioso esame che ci diede su mia madre, ho cercato qualcosa di più recente in rete.
Piluccando qua e là, integrando con i miei ricordi, un paio di testi che avevo per casa, gli appunti di mia madre e quelli delle Settimane di Studi sull'Alto Medioevo (dove, appunto, ero stata addottorata tra l'altro sull'importanza di messer Porco) sono riuscita a mettere insieme cinque graziose paginette abbastanza chiare, con dentro un po' di tutto quel che mi sembrava commestibile per diciotto ragazzi disponibili e ripieni di buona volontà, ma pur sempre tra gli undici e i dodici anni: faide, guidrigildi, ordalie, conoscenze ostetriche (le levatrici sapevano girare il bambino quando era in posizione podalica), lavorazione dell'acciaio, lavorazione dell'oro e dell'argento, monetazione (più esattamente: quasi assoluta mancanza di), proclamazione del re per alzata di spada, proclamazione del re mediante il matrimonio con la regina vedova, una piccola carrellata di re (compresi, si capisce, i miei amati Astolfo e Agilulfo, stavolta in chiave più storica che gaya, ma anche Liutprando), donazione di Sutri, rapporti con Bisanzio, rapporti col papato, rapporti con i romani... e tantissimi maiali. Perché ai tempi dei Longobardi i boschi si misuravano in maiali e sono stati loro ad iniziarci alla nobilissima arte della norcineria - mentre la tanto decantata cultura classica non conobbe prosciutti né soprassate, solo maialetti farciti. Buoni anche quelli, per carità, ma non molto adatti alla conservazione.
Ho condito il tutto con un po' di slide di oreficeria (assai apprezzate), qualche cartina geografica e la storia della Corona Ferrea, così gli ho pure introdotto il tema delle reliquie; infine ho letto in classe la storia di Alboino e Rosmunda, senza tagli e in tutta la sua splendida improbabilità. E i ragazzi hanno ascoltato con santa pazienza e fatto un sacco di domande.
Infine, presa da un subitaneo attacco di follia, gli ho dato pure un tema sull'argomento: dovevano parlare dei Longobardi e dire quel che sapevano e si ricordavano, il tutto in un'ora. Così, come gli veniva. Diciamo che ho pensato di cogliere l'opportunità per vedere come se la cavavano ad organizzarmi un testo sistematico, visto che nelle interrogazioni a volte non riescono a ingranare bene o si sfaldano a mezza strada.
Mi ero preparata a usare molta, molta indulgenza e, nel prevedibile caso di un mezzo disastro, imbastirgli una piccola esortazione sul tema "sbagliando s'impara" ed annullare il compito. Ma non sono stati necessari né indulgenza né esortazioni del tipo "Provaci ancora, alunno": non ci sono state insufficienze e anzi qualcuno è riuscito, non so come, a imbastirmi quattro colonne piene dove c'era dentro tutto, e quel tutto era disposto con molto criterio. I testi erano chiari, comprensibili e ben organizzati, e dentro c'erano tantissimi maiali, e perfino qualche citazione di Paolo Diacono. Ho dato tre voti sopra il nove e mi sono congratulata con tutti.
Ad attenuare il rischio che mi montassi la testa dimenticando che l'insegnante può fare quel che vuole, ma il merito del successo va comunque all'alunno, la Seconda Effervescente, che ha avuto un compito di storia più facile ma con una preparazione da me altrettanto curata, ha partorito un vero campionario di orrori che comprendeva, tra l'altro, Federico II imperatore della Spagna, Shekspir e l'Invincibile Armata che venne disastrosamente sconfitta dai turchi a Lepanto, per tacere di Elisabetta I che era figlia di Maria la Sanguinaria.
Perché il nostro, invero, è un mestiere dove non si rischia mai di cullarsi in facili certezza.
mi piace tanto questo post!
RispondiElimina[pensavo che i medievisti fossero tutti musoni e antipatici: dovrò chiedere scusa all'intera categoria! ;-)]
La storia grufolante ha un altro fascino, chiaro che ti resta impressa :-)
RispondiEliminaMaledetta donazione di Sutri: mi pregio di fare sempre una lezione ad hoc, su quello!
RispondiElimina@Linda:
RispondiEliminaNe ho conosciuti tanti, e la maggior parte era simpaticissima. Quelli inglesi, in particolare.
Lo sai, vero, che anche Tolkien era un medievista? :)
@LGO
:)
@ la povna
giustissimo farla, alle superiori. Alle medie basta un delicato accenno - ma almeno il delicato accenno VA FATTO!
Lo so, lo so! :)
RispondiEliminaHo lavorato dieci anni con due medieviste e stendo su di loro un velo pietoso. Ma credo che siano l'eccezione, dai! :))
Ammetto di essere incuriosita: visto come descrivi i medievisti immagino tu non abbia mai fatto partye della categoria.... ma allora che lavoro facevi con quelle due?
RispondiEliminaAbbiamo lavorato insieme presso il Servizio Cultura di un grande ente locale. In questi servizi (del Comune, della Provincia e della Regione)lavorano insieme storici dell'arte, archeologi, bibliotecari, operatori culturali e ci si occupa di sistemi museali, sistemi bibliotecari, cantieri di restauro (sia di tipo storico-artistico che archeologico); inoltre si lavora sui contributi alle associazioni per iniziative culturali (rappresentazioni teatrali, mostre, convegni). Tante figure professionali insieme per il piano culturale dell'Ente di appartenenza.
RispondiEliminaUn saluto!
I love Longobardi.
RispondiElimina@Linda:
RispondiEliminaCapito. Ho fatto qualcosa del genere anch'io, come archivista- e per fortuna le mie cinque archiviste erano piuttosto simpatiche.