domenica 30 dicembre 2012
L'immagine della donna italiana (per Rita Levi Montalcini, che oggi ci ha lasciato)
Le immagini di Rita Levi Montalcini che si trovano in rete sono quasi tutte degli ultimi anni. Ma prima di diventare un'alma mater della ricerca italiana e mondiale, quella signora sempre molto curata fino all'ultimo giorno della sua vita è stata anche una ragazza vivace, forte e molto determinata. In questa foto ha diciotto anni ed è con la cugina Eugenia Sacerdote de Lustig, compagna di scuola e di università.
Cresciuta in una famiglia di intellettuali ebrei (cosa che le causò la sua parte di guai negli anni tra il 1938 e il 1944) decise di studiare medicina nonostante il padre (che comunque le pagò gli studi) le ricordasse con garbo che, per una donna, la carriera di medico cozzava inevitabilmente con la vita familiare.
Era una ragazza determinata, ottimista, coraggiosa e scarsamente interessata a quello che si confaceva o non si confaceva a una donna. Studiò quel che voleva, sperimentò quel che voleva e si costruì una vita su misura, coltivando con intensità le sue passioni. Ha avuto, come tanti, circostanze a favore e circostanze contrarie - ma la circostanza che più l'ha favorita è stata di volere e sapere essere sé stessa senza troppo preoccuparsi se il paese era piccolo e la gente mormorava, perché il suo paese era il mondo (che non è poi tanto piccolo).
Sarebbe opportuno ricordarsi di ricordare alle nostre ragazze che il destino femminile non è solo sofferenza, altruismo e dolorosa mediazione, ma può essere anche vittoria, su tutti i fronti; e che se il paese è piccolo e la gente mormora la si può anche serenamente lasciar mormorare, perché fuori dal paese c'è il mondo, e il mondo è grande.
Una grande donna. Non so, tuttavia, quanto possa rappresentare un modello per molte giovanissime di oggi, cresciute nel culto di veline e attricette.
RispondiEliminaPeccato.
Le giovanissime, allora come ora, sono in tanti modi. E personalmente credo che sarebbe il caso di operare una distinzione tra "il culto delle veline" e "il culto imposto delle veline come unica possibilità di carriera proponibile per una donna".
RispondiEliminaplaudo a lei e al tuo post.
RispondiEliminaMolto sopravvalutata la Montalcini... In realtà non scoprì nulla di che, aveva solo amici potenti e ha usato la sua appartenenza alla lobby ebraica. Prima di fare le tue "raffinatissime considerazioni" documentati.
RispondiEliminaCiao
In effetti appartenere alla lobby ebraica, per un'italiana, negli anni dal 1938 al 1945 portava dei vantaggi davvero considerevoli. Se poi eri una donna che lavorava in ambito scientifico i vantaggi si moltiplicavano. Ti ringrazio per l'accuratezza delle tue considerazione e i molti documenti che mi indichi.
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