Un tetto di zucchero e canditi può essere assai carino, oltre che dolce. Un tetto di spesa, invece, di dolce e di carino non ha proprio niente. Specie se non viene ritoccato dalla notte dei tempi.
E venne il Collegio Docenti sull'adozione dei libri per il prossimo anno. E si scoprì - sorpresa! - che le classi prime e terze non sforavano il tetto di spesa preventivato dal Ministero per l'acquisto dei libri, ma le classi seconde sì, anche perché per le seconde il tetto è molto più basso.
Per un Dirigente Scolastico è un banco di prova piuttosto interessante. So che il Preside Reggente che c'era l'anno scorso a St. Mary Mead aveva fatto scrivere, per le seconde che sforavano (cioè tutte), una formula del tipo "tetto non rispettato perché vincolato dall'adozione pregressa dei libri", che tradotto suona più o meno "Signori, qua nessuno si è dato alla pazza gioia scegliendo libri più cari: son gli stessi dell'anno scorso e la cifra che risulta è questa. Così è se vi pare".
Il Nuovo Preside che c'era tre anni fa invece adottò la tecnica del "mettere qualche libro tra i consigliati": cioè il libro era ufficialmente "consigliato" ma i genitori sapevano che dovevano comunque comprarlo. All'epoca la trovai una soluzione singolarmente cinica (ufficialmente il tetto di spesa è osservato, però le famiglie spendono lo stesso più soldi del dovuto in libri), ma anche foriera di rogne: perché qualora qualche genitore avesse deciso di non comprare i libri in questione, nessuno avrebbe potuto dirgli nulla né discriminare il figlio, che quel libro non lo aveva e che quindi non ci poteva studiare su, non avendolo. Non so se qualche genitore tentò l'esperimento perché l'anno dopo non ero più a St. Mary Mead; sospetto di no, perché i nostri genitori sono molto (troppo) pazienti.
A Hogsmeade invece la questione non era stata nemmeno sollevata, e d'altra parte l'anno prima le nuove adozioni erano state fatte con un criterio molto risparmioso (non tanto però da permetterci di rientrare nel tetto con le seconde, comunque). Approvammo le liste com'erano e amen, dopo un breve accenno nel verbale al fatto che gli acquisti per le seconde erano vincolati.
Ma veniamo a quest'anno, a St. Mary Mead e alla Nostra Preside, che ci fa osservare che le seconda sforano il tetto, anche se di poco, ed è un problema, perché dal Provveditorato hanno mandato a dire che assolutamente non si deve sforare*, e dà poscia l'avvio alla Manfrina dello Scaricabarile.
Non si potrebbe levare qualcosa e metterlo tra i Consigliati? Chessò, Religione?
No, Religione è ormai da tempo tra i "consigliati".
Oppure Fisica?
No, nessuno degli insegnanti di Fisica ha adottato libri.
Oppure Narrativa?
No, Narrativa è fuori dalla lista. In caso viene adottato durante l'anno.
Allora, forse... Antologia?
Qualcuno suggerisce di far acquistare l'Antologia in versione liquida, così i ragazzi possono stamparsi solo le parti su cui si lavora.
L'idea è in apparenza sensata ma comporta un certo ingrullimento da parte delle famiglie, che non sono obbligate ad avere un computer con relativa stampante né ad avercelo sempre ben funzionante. L'obiezione è sensata, anche se si alza il solito coro "Sì, ma questi ragazzi al computer ci passano la vita"; che in parte è vero, ma non per tutti, senza contare che stampare dai siti degli editori non è sempre facilissimo e comunque se fossi un genitore io mi scoccerei, lo ammetto - senza contare che avvisare i agazzi che il giorno dopo portino le pagine tali e talaltre dell'Antologia... mah, non sempre e non con tutte le classi funzionerebbe, sospetto. E chi porterebbe le pagine sbagliate, chi le lascerebbe a casa, chi proprio la sera prima la cartuccia era finita...
E qui qualcuno tira fuori un ovetto di Colombo: "Preside, quando insegnavo alla scuola di Monculi di Mezzo, l'Antologia era stata messa tra i consigliati però nel sito della scuola era spiegato chiaramente che era obbligatorio acquistarla".
Tramecolo: non solo viene suggerito un illecito (cioè "consigliare" un libro che in realtà è obbligatorio) ma viene anche proposto di dichiarare apertamente questo illecito facendolo passare per regola?
In pratica si tratterebbe di mandare una lista falsa al Provveditorato, mentre i genitori sforerebbero eccome il tetto di spesa, il tutto dichiarandolo pure ai quattro venti. A parte tutte le considerazioni etiche sul rispetto della legge che va a farsi benedire, mi sembra un modo singolarmente efficace per andare a caccia di grane: un genitore che avesse voglia di scocciare potrebbe far passare diversi e notevoli guai alla scuola, mi sembra.
Tutti però sembrano trovarla un'idea valida, tanto che la cosa è regolarmente trascritta nel verbale.
Medito di sollevare obiezioni, poi lascio perdere: tutti sembrano così garrulamente convinti che sia una bella cosa dichiarare il falso in atto pubblico e aver cura di specificare su un sito altrettanto pubblico che quel che è scritto nell'atto pubblico è un falso, che non ho cuore di parlare. Del resto, io ho una terza e di conseguenza ho preparato la lista per una prima, la mia lista rientra abbondantemente nel tetto spesa, e l'anno prossimo se sarò lì avrò una prima, o forse due. Insomma, non sono affari miei.
Però in cuor mio la trovo una vicenda molto, molto italiana, e a modo suo molto istruttiva.
Educazione alla legalità, sissignori. E al rispetto delle regole.
Eccerto.
* cioè hanno dato la solita generica indicazione di tutti gli anni, presumo. Del resto non avrebbe avuto molto senso scrivere in circolare "Questi sono i tetti di spesa per l'acquisto dei libri, ma potete anche fregarvene perché tanto noi si fa la circolare giusto per perdere un po' di tempo e farlo perdere anche a voi che la leggete".
Per un Dirigente Scolastico è un banco di prova piuttosto interessante. So che il Preside Reggente che c'era l'anno scorso a St. Mary Mead aveva fatto scrivere, per le seconde che sforavano (cioè tutte), una formula del tipo "tetto non rispettato perché vincolato dall'adozione pregressa dei libri", che tradotto suona più o meno "Signori, qua nessuno si è dato alla pazza gioia scegliendo libri più cari: son gli stessi dell'anno scorso e la cifra che risulta è questa. Così è se vi pare".
Il Nuovo Preside che c'era tre anni fa invece adottò la tecnica del "mettere qualche libro tra i consigliati": cioè il libro era ufficialmente "consigliato" ma i genitori sapevano che dovevano comunque comprarlo. All'epoca la trovai una soluzione singolarmente cinica (ufficialmente il tetto di spesa è osservato, però le famiglie spendono lo stesso più soldi del dovuto in libri), ma anche foriera di rogne: perché qualora qualche genitore avesse deciso di non comprare i libri in questione, nessuno avrebbe potuto dirgli nulla né discriminare il figlio, che quel libro non lo aveva e che quindi non ci poteva studiare su, non avendolo. Non so se qualche genitore tentò l'esperimento perché l'anno dopo non ero più a St. Mary Mead; sospetto di no, perché i nostri genitori sono molto (troppo) pazienti.
A Hogsmeade invece la questione non era stata nemmeno sollevata, e d'altra parte l'anno prima le nuove adozioni erano state fatte con un criterio molto risparmioso (non tanto però da permetterci di rientrare nel tetto con le seconde, comunque). Approvammo le liste com'erano e amen, dopo un breve accenno nel verbale al fatto che gli acquisti per le seconde erano vincolati.
Ma veniamo a quest'anno, a St. Mary Mead e alla Nostra Preside, che ci fa osservare che le seconda sforano il tetto, anche se di poco, ed è un problema, perché dal Provveditorato hanno mandato a dire che assolutamente non si deve sforare*, e dà poscia l'avvio alla Manfrina dello Scaricabarile.
Non si potrebbe levare qualcosa e metterlo tra i Consigliati? Chessò, Religione?
No, Religione è ormai da tempo tra i "consigliati".
Oppure Fisica?
No, nessuno degli insegnanti di Fisica ha adottato libri.
Oppure Narrativa?
No, Narrativa è fuori dalla lista. In caso viene adottato durante l'anno.
Allora, forse... Antologia?
Qualcuno suggerisce di far acquistare l'Antologia in versione liquida, così i ragazzi possono stamparsi solo le parti su cui si lavora.
L'idea è in apparenza sensata ma comporta un certo ingrullimento da parte delle famiglie, che non sono obbligate ad avere un computer con relativa stampante né ad avercelo sempre ben funzionante. L'obiezione è sensata, anche se si alza il solito coro "Sì, ma questi ragazzi al computer ci passano la vita"; che in parte è vero, ma non per tutti, senza contare che stampare dai siti degli editori non è sempre facilissimo e comunque se fossi un genitore io mi scoccerei, lo ammetto - senza contare che avvisare i agazzi che il giorno dopo portino le pagine tali e talaltre dell'Antologia... mah, non sempre e non con tutte le classi funzionerebbe, sospetto. E chi porterebbe le pagine sbagliate, chi le lascerebbe a casa, chi proprio la sera prima la cartuccia era finita...
E qui qualcuno tira fuori un ovetto di Colombo: "Preside, quando insegnavo alla scuola di Monculi di Mezzo, l'Antologia era stata messa tra i consigliati però nel sito della scuola era spiegato chiaramente che era obbligatorio acquistarla".
Tramecolo: non solo viene suggerito un illecito (cioè "consigliare" un libro che in realtà è obbligatorio) ma viene anche proposto di dichiarare apertamente questo illecito facendolo passare per regola?
In pratica si tratterebbe di mandare una lista falsa al Provveditorato, mentre i genitori sforerebbero eccome il tetto di spesa, il tutto dichiarandolo pure ai quattro venti. A parte tutte le considerazioni etiche sul rispetto della legge che va a farsi benedire, mi sembra un modo singolarmente efficace per andare a caccia di grane: un genitore che avesse voglia di scocciare potrebbe far passare diversi e notevoli guai alla scuola, mi sembra.
Tutti però sembrano trovarla un'idea valida, tanto che la cosa è regolarmente trascritta nel verbale.
Medito di sollevare obiezioni, poi lascio perdere: tutti sembrano così garrulamente convinti che sia una bella cosa dichiarare il falso in atto pubblico e aver cura di specificare su un sito altrettanto pubblico che quel che è scritto nell'atto pubblico è un falso, che non ho cuore di parlare. Del resto, io ho una terza e di conseguenza ho preparato la lista per una prima, la mia lista rientra abbondantemente nel tetto spesa, e l'anno prossimo se sarò lì avrò una prima, o forse due. Insomma, non sono affari miei.
Però in cuor mio la trovo una vicenda molto, molto italiana, e a modo suo molto istruttiva.
Educazione alla legalità, sissignori. E al rispetto delle regole.
Eccerto.
* cioè hanno dato la solita generica indicazione di tutti gli anni, presumo. Del resto non avrebbe avuto molto senso scrivere in circolare "Questi sono i tetti di spesa per l'acquisto dei libri, ma potete anche fregarvene perché tanto noi si fa la circolare giusto per perdere un po' di tempo e farlo perdere anche a voi che la leggete".
Educazione alla legalità pura e semplice, effettivamente.
RispondiEliminaNoi stiamo aderendo al book in progress, che sulla carta potrebbe essere una bellissima soluzione (libri auto-prodotti a dispense e richiesta un paio di volte nel quinquennio, mi pare prima e terza, di un contributo alle famiglie, pari circa a un quarto di quello attuale, da investire in maniera vincolata per le LIM e loro manutenzione).
ps. ma se io tramecolo, tu tratecoli?
Naturalmente. Il presente dovrebbe fiunzionare così: IO tramecolo, TU tratecoli, EGLI/ELLA/ESSO/ESSA trasecolano, ESSI/ESSE trasecolano.... per la prima e seconda persona plurale non ho le idee chiare. Forse è un verbo difettivo?
RispondiEliminaIl book in progress sembra molto bello, sulla carta, e ci racconterai com'è nella realtà. Ma sembra chiaro che la rete è destinata a cambiare mooolte cose per l'editoria scolastica, come le ha già cambiate per la musica. I meccanismi della scuola però sono molto dinosaurici, ed è molto più facile che le novità vengano da scuole come la tua che dalle medie.
Certo, però, che una bella antologia liquida... ^__^
L'unica cosa che mi viene in mente se penso alla seconda plurale assona pericolosamente a traveggole, e non va bene...
RispondiEliminaBisogna vedere come sarà gestito il baraccone, però sulla carta è open source, collaborativo e soprattutto la scuola pilota è garanzia di serietà (perché di questi progetti, in minore, ne ha già fatti con successo). Vediamo che succede. In ogni caso confesso che questa è un'altra delle ragioni a favore del mancato cambio scuola.